monte
compatri
Il
Concorso “Ven. P. Giovanni di Gesù Maria”
(Laura Isotton) - Nell’alternarsi delle stagioni,
Montecompatri - arroccata sul
suo colle di tufo – appare sempre nuova eppure antica agli
occhi
dei visitatori più assidui e attenti. Profumata di legna e di pane nelle
pungenti serate invernali, verdeggiante e luminosa nelle lunghe e
ventilate giornate primaverili ed estive, silenziosa e contemplativa tra
le sfumature dei tramonti autunnali che tingono le foglie caduche dei
castagni, delle querce e dei lecci e i grappoli maturi degli antichi
filari. In alto, a guisa di baluardo, si erge il Convento di “S.
Silvestro”, dove il 1 giugno ha preso vita la cerimonia di premiazione
della seconda edizione del Concorso promosso e sostenuto dai PP.
Carmelitani Scalzi e intitolato al “Ven. P. Giovanni di Gesù Maria”,
insigne per cultura e santità, capostipite del Carmelo Riformato
d’Italia.
Rivolto agli alunni della scuola elementare e media dell’Istituto
Comprensivo di Montecompatri, il Concorso si è articolato secondo due
temi:
1. Giovanni di Gesù Maria: da Calahorra a Montecompatri, storia e
“leggenda” attraverso ricordi, racconti, documenti e testimonianze.
2. Giovanni di Gesù Maria promosse e sostenne l’apostolato missionario
dei Carmelitani Scalzi ancor oggi impegnati in terra di missione. Alla
luce di questa testimonianza, formulare riflessioni e proposte in merito
alla solidarietà verso i popoli più bisognosi.
In preparazione al Concorso, sono stati organizzati presso le scuole di
Montecompatri degli incontri diretti da P. Germano Gentiletti, ocd, che
per alcuni decenni ha operato nelle Missioni Carmelitane del Congo ed è
attualmente impegnato in un’opera di adozioni a distanza.
La serata della premiazione è stata introdotta dalla solenne Celebrazione
Eucaristica presieduta da P. Orlando Pietrobono, ocd, e animata dal Coro
Polifonico “Jubilate Deo” di Roma diretto dal M° Sr. M. Dolores
Aguirre. A seguire, la stessa corale ha eseguito un concerto di brani
suggestivi e coinvolgenti, con magistrale accompagnamento organistico del
M° Giovanni Sciarra.
A conclusione, la Giuria – composta da P. Basilio Visca, ocd, Priore di
“S. Silvestro”, P. Germano Gentiletti, ocd, Armando Guidoni, Luigi
Devoti, Gabriella Poscetti e Laura Isotton – ha premiato le classi
vincitrici del Concorso:
I° premio: sez.
II A Scuola Media Centro Urbano
II° premio:
sez. III D Scuola Elementare Centro Urbano
III° e IV°
premio ex-aequo: sez. I D e sez. II D Scuola Media Laghetto
Oltre alle borse di studio messe in palio dai PP. Carmelitani di “S.
Silvestro” e accompagnate da un attestato di partecipazione, i vincitori
hanno ricevuto dei prestigiosi testi offerti dall’Associazione Photo
Club Controluce e dal prof. Luigi Devoti.
Presenti alla manifestazione anche il neo Sindaco di Montecompatri.Franco
Monti e il Parroco don Gianni. Il Sindaco Monti ha inoltre partecipato
alla consegna dei premi e, rivolgendo un caloroso saluto ai presenti, ha
dato testimonianza della sua sincera devozione al Venerabile P. Giovanni
di Gesù Maria.
La manifestazione si è conclusa in un clima di festa con la mostra dei
lavori realizzati e con un
gustoso rinfresco offerto dagli stessi PP. Carmelitani nella Pinacoteca
del Convento. Una particolare nota di merito va alla signora Stefania
Cetorelli, Vicepresidente del Consiglio dell’Istituto Comprensivo, che
con grande dedizione si è prodigata al fine di consentire la
realizzazione di questa edizione del Concorso.
Un vivo e riconoscente pensiero, inoltre, a P. Ennio Laudazi, ocd - ex
Priore di “S. Silvestro”- il quale, credendo nella validità di questa
iniziativa, ne ha consentito l’avvio nella precedente edizione.
Un sincero e caloroso “grazie”, infine, a P. Basilio Visca, ocd, ai
PP. Carmelitani di “S. Silvestro” e a quanti, partecipando alla
realizzazione di questa manifestazione, ne hanno riscontrato gli elementi
che contribuiranno operativamente, e nel loro evolversi, a fare di
Montecompatri una cittadina sempre più viva e feconda di bene.
grottaferrata
Lo
sviluppo sostenibile si promuove dal basso
(Luca Ceccarelli) - Tutto comincia con il primo Vertice
Mondiale dell’Onu su Ambiente e Sviluppo, tenutosi nel giugno del 1992 a
Rio de Janeiro. Uno dei frutti di tale vertice è A21L, sigla che sta per
Agenda Locale per lo sviluppo sostenibile nel ventunesimo secolo. Questo
documento programmatico si basa sul presupposto che l’esigenza di uno
sviluppo sostenibile, che significa, insieme, soddisfacente per le
esigenze presenti ma non pericoloso per quelle dei nostri figli e nipoti,
non può essere calato dall’alto, ma deve fondarsi su un coinvolgimento
delle realtà locali, amministrative e associative, e anche dei singoli.
Un passo successivo in questa direzione è stata la Carta Aalborg, un
documento approvato il 27 maggio del 1994 in questa città della
Danimarca, a conclusione della Conferenza europea sulle città sostenibili
patrocinata dalla Commissione europea. Questo documento ha ottenuto
l’adesione di innumerevoli amministrazioni locali, una delle quali è,
dal novembre del 2000, quella del Comune di Grottaferrata, che ha chiesto
ed ottenuto nel febbraio 2001 dal Ministero dell’Ambiente il
finanziamento per la realizzazione di una propria Agenda 21 locale. Nel
dicembre del 2002 è stato organizzato il primo Forum civico, con il
coinvolgimento di numerose realtà dell’associazionismo ambientalista e
sindacale, delle associazioni dei consumatori, degli ordini professionali,
dell’XI Comunità montana, dell’Ente Parco regionale dei Castelli
romani, dell’Agenzia regionale per l’ambiente, al fine di individuare
dei gruppi di problematiche su cui i partecipanti al Forum potessero
redigere un’accurata analisi ed eventuali proposte per un Piano
d’Azione Locale.
Come spesso accade in tali occasioni, se alta è stata la partecipazione
alla fase iniziale, un po’ meno lo è stata quella della formulazione di
proposte e della messa a fuoco di problematiche, che richiedevano una
partecipazione costante e che, oltretutto, si andavano a scontrare con
questo o quell’interesse particolare. In ogni caso, il 29 maggio nella
sala della Biblioteca comunale ci sono state le relazioni dei vari gruppi
sulle proposte formulate. Proposte che riguardano cinque ordini di
problemi.
Si tratta dei problemi della mobilità, della gestione delle acque, della
gestione dei rifiuti, della salvaguardia dell’eredità storico –
culturale rappresentata dai beni culturali e monumentali, e della gestione
e preservazione del patrimonio naturalistico. Non si deve pensare ad un
dettagliato programma di amministrazione delle problematiche indicate, ma
innanzitutto ad una analisi dello stato delle cose, dell’evoluzione dei
fatti negli ultimi anni, e delle opere già messe in atto dalla presente e
dalle passate amministrazioni, rispetto a cui le eventuali indicazioni dei
gruppi di studio possono svolgere un’utile funzione di integrazione. Dal
rapporto distribuito al Forum emerge il ritratto di una realtà
territoriale in evoluzione, che, sebbene si fondi ancora in gran parte
sull’agricoltura, va incontro ad uno sviluppo urbano alquanto intenso, e
non sempre regolare, con conseguenze sul piano idrogeologico che
richiedono una gestione accurata e responsabile.
Un banco di prova fondamentale sarà, speriamo al più presto, come
promesso dallo stesso sindaco Viticchiè, la discussione in Consiglio
comunale della bozza di Piano d’azione locale che sta emergendo dal
Forum, e l’acquisizione delle proposte più interessanti nell’ambito
dell’azione di governo della giunta. C’è da sperare, a quel punto,
che ciò costituirà uno sprone alla realizzazione di iniziative analoghe
sull’Agenda 21 in tutti i comuni del comprensorio dei Castelli romani, e
alla trasformazione dei Forum da iniziative estemporanee in realtà
permanenti della società civile.
monte
compatri
Il
restauro del Duomo
(Jorge Herrera) - I primi giorni di maggio hanno segnato un evento
importante per la storia di Montecompatri: il Duomo è stato consegnato
alla ditta che dovrà procedere alla ristrutturazione del tetto. Fin qui
tutto tranquillo, anzi c’è motivo di rallegrarsi. Il problema nasce
quando il Duomo viene consegnato alla ditta nel bel mezzo della campagna
elettorale ed a presenziare alla cerimonia è tutto lo stato maggiore di
uno dei due schieramenti in lizza. Anche questo sarebbe accettabile se non
fosse che il Vescovo, S.E. Mons. Antonio Mataresse non avesse prestato la
sua persona a questa cerimonia. Ma anche questo non è tutto: qualcuno
ricorda che alla presentazione di un precedente finanziamento per gli
stessi lavori, avvenuto quando la Regione era amministrata dall’altra
parte politica, ugualmente il vescovo aveva prestato la sua persona.
Vescovo bipartizan, quindi! Ma come? Ci chiediamo: due finanziamenti da
due enti diversi per gli stessi lavori? Che fine ha fatto il finanziamento
regionale? Perchè oggi si festeggia un finanziamento di minore entità
avvenuto con almeno due anni di ritardo dal primo? La questione è
semplice: il finanziamento regionale raggiungeva i tre miliardi delle
vecchie lire, ma era un co-finanziamento, ovvero la proprietà, nella
persona del Vescovo, appunto, doveva sborsare il 30% della quota che
intascava per i lavori. Se i lavori costavano un miliardo, la Curia
contribuiva con 300 milioni. Certo con 3 miliardi si sarebbe potuto fare
molto, ma non gratis! Allora meglio attendere, ospitare comunioni e
cresime a Frascati, tergiversare, fino a che il nobile sindaco di
Colleferro, ora guardacaso di nuovo in corsa per le Provinciali, non
elargisce una somma più contenuta, ma questa volta tutta a carico del
contribuente....
marino
Il
Museo del Vino e La Bottega del Bottaio
(Giordano Criola) - “Lo vedi, ecco Marino, la sagra c’è
dell’uva...”: così recita una vecchia canzone popolare, e proprio
questa torna inevitabilmente in mente passeggiando per la strade del
centro storico. È proprio qui infatti che possiamo trovare un museo
particolare e unico nel suo genere: Il Museo di arti e tradizioni
popolari. Questo museo, che ha visto la sua inaugurazione
nell’ottobre del 2002, si articola in due diverse sezioni: Il Museo
del Vino e La Bottega del Bottaio. Entrambi nascono per
un’esigenza comune: conservare e valorizzare gli arnesi da lavoro di
artigiani e contadini propri della più tipica e secolare attività
produttiva di Marino, il vino. È importante segnalare l’impostazione
“moderna” di questi piccoli musei, quindi non una sorta di deposito di
vecchi attrezzi, ma articolato in un percorso attraverso un ampio apparato
didascalico. Grande risalto poi va dato ad un aspetto molto particolare
che è assai raro trovare in altri musei: qui infatti è possibile vedere
in uso gli strumenti, sia attraverso filmati che attraverso
rappresentazioni e dimostrazioni dirette.
Entrando nello specifico possiamo dire che il Museo del Vino è una
raccolta privata di attrezzature enologiche e vitivinicole, tipiche della
zona, in uso fino a pochi anni fa. La raccolta testimonia i processi di
lavorazione di una secolare attività che ancora oggi caratterizza
l’economia di Marino. Molti sono gli strumenti esposti all’interno,
parecchi dei quali ormai obsoleti e spesso sconosciuti ai visitatori.
Proprio questo è l’aspetto su cui il museo insiste: non gettare nel
dimenticatoio attrezzi che hanno significato la “storia” stessa dei
Castelli Romani.
Ancora più particolare è la Bottega del Bottaio che è costituita
dall’insieme di arnesi da lavoro di Alberico Bini, ultimo mastro bottaio
di Marino. Vi possiamo trovare esposti oltre 160 strumenti, alcuni dei
quali risalgono addirittura al diciannovesimo secolo, e inseriti in un
contesto che riproduce fedelmente l’ambiente delle antiche botteghe.
Questa esperienza ci permette di venire a conoscenza di antichi
“segreti” che venivano tramandati oralmente e che ormai, con la
produzione a livello industriale, sono alla maggior parte di noi
sconosciuti.
Il Museo di Arti e Tradizioni popolari dunque ci consente di fare
un tuffo nel passato, nella vita dei nostri avi, di conoscere qualcosa che
ci riguarda da vicino e che è senza alcun dubbio importante e giusto
conoscere.
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