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Sommario anno XII numero 6 - giugno 2003

 I NOSTRI PAESI - pag. 14
monte compatri
Il Concorso “Ven. P. Giovanni di Gesù Maria”
(Laura Isotton) - Nell’alternarsi delle stagioni, Montecompatri  - arroccata sul suo colle di tufo – appare sempre nuova eppure antica agli Un momento della premiazioneocchi dei visitatori più assidui e attenti. Profumata di legna e di pane nelle pungenti serate invernali, verdeggiante e luminosa nelle lunghe e ventilate giornate primaverili ed estive, silenziosa e contemplativa tra le sfumature dei tramonti autunnali che tingono le foglie caduche dei castagni, delle querce e dei lecci e i grappoli maturi degli antichi filari. In alto, a guisa di baluardo, si erge il Convento di “S. Silvestro”, dove il 1 giugno ha preso vita la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Concorso promosso e sostenuto dai PP. Carmelitani Scalzi e intitolato al “Ven. P. Giovanni di Gesù Maria”, insigne per cultura e santità, capostipite del Carmelo Riformato d’Italia.
Rivolto agli alunni della scuola elementare e media dell’Istituto Comprensivo di Montecompatri, il Concorso si è articolato secondo due temi:
1. Giovanni di Gesù Maria: da Calahorra a Montecompatri, storia e “leggenda” attraverso ricordi, racconti, documenti e testimonianze.
2. Giovanni di Gesù Maria promosse e sostenne l’apostolato missionario dei Carmelitani Scalzi ancor oggi impegnati in terra di missione. Alla luce di questa testimonianza, formulare riflessioni e proposte in merito alla solidarietà verso i popoli più bisognosi.
In preparazione al Concorso, sono stati organizzati presso le scuole di Montecompatri degli incontri diretti da P. Germano Gentiletti, ocd, che per alcuni decenni ha operato nelle Missioni Carmelitane del Congo ed è attualmente impegnato in un’opera di adozioni a distanza.
La serata della premiazione è stata introdotta dalla solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da P. Orlando Pietrobono, ocd, e animata dal Coro Polifonico “Jubilate Deo” di Roma diretto dal M° Sr. M. Dolores Aguirre. A seguire, la stessa corale ha eseguito un concerto di brani suggestivi e coinvolgenti, con magistrale accompagnamento organistico del M° Giovanni Sciarra.
A conclusione, la Giuria – composta da P. Basilio Visca, ocd, Priore di “S. Silvestro”, P. Germano Gentiletti, ocd, Armando Guidoni, Luigi Devoti, Gabriella Poscetti e Laura Isotton – ha premiato le classi vincitrici del Concorso:
    I° premio: sez. II A Scuola Media Centro Urbano
    II° premio: sez. III D Scuola Elementare Centro Urbano
    III° e IV° premio ex-aequo: sez. I D e sez. II D Scuola Media Laghetto
Oltre alle borse di studio messe in palio dai PP. Carmelitani di “S. Silvestro” e accompagnate da un attestato di partecipazione, i vincitori hanno ricevuto dei prestigiosi testi offerti dall’Associazione Photo Club Controluce e dal prof. Luigi Devoti.
Presenti alla manifestazione anche il neo Sindaco di Montecompatri.Franco Monti e il Parroco don Gianni. Il Sindaco Monti ha inoltre partecipato alla consegna dei premi e, rivolgendo un caloroso saluto ai presenti, ha dato testimonianza della sua sincera devozione al Venerabile P. Giovanni di Gesù Maria.
La manifestazione si è conclusa in un clima di festa con la mostra dei lavori realizzati  e con un gustoso rinfresco offerto dagli stessi PP. Carmelitani nella Pinacoteca del Convento. Una particolare nota di merito va alla signora Stefania Cetorelli, Vicepresidente del Consiglio dell’Istituto Comprensivo, che con grande dedizione si è prodigata al fine di consentire la realizzazione di questa edizione del Concorso.
Un vivo e riconoscente pensiero, inoltre, a P. Ennio Laudazi, ocd - ex Priore di “S. Silvestro”- il quale, credendo nella validità di questa iniziativa, ne ha consentito l’avvio nella precedente edizione.
Un sincero e caloroso “grazie”, infine, a P. Basilio Visca, ocd, ai PP. Carmelitani di “S. Silvestro” e a quanti, partecipando alla realizzazione di questa manifestazione, ne hanno riscontrato gli elementi che contribuiranno operativamente, e nel loro evolversi, a fare di Montecompatri una cittadina sempre più viva e feconda di bene.


grottaferrata
Lo sviluppo sostenibile si promuove dal basso
(Luca Ceccarelli) - Tutto comincia con il primo Vertice Mondiale dell’Onu su Ambiente e Sviluppo, tenutosi nel giugno del 1992 a Rio de Janeiro. Uno dei frutti di tale vertice è A21L, sigla che sta per Agenda Locale per lo sviluppo sostenibile nel ventunesimo secolo. Questo documento programmatico si basa sul presupposto che l’esigenza di uno sviluppo sostenibile, che significa, insieme, soddisfacente per le esigenze presenti ma non pericoloso per quelle dei nostri figli e nipoti, non può essere calato dall’alto, ma deve fondarsi su un coinvolgimento delle realtà locali, amministrative e associative, e anche dei singoli.
Un passo successivo in questa direzione è stata la Carta Aalborg, un documento approvato il 27 maggio del 1994 in questa città della Danimarca, a conclusione della Conferenza europea sulle città sostenibili patrocinata dalla Commissione europea. Questo documento ha ottenuto l’adesione di innumerevoli amministrazioni locali, una delle quali è, dal novembre del 2000, quella del Comune di Grottaferrata, che ha chiesto ed ottenuto nel febbraio 2001 dal Ministero dell’Ambiente il finanziamento per la realizzazione di una propria Agenda 21 locale. Nel dicembre del 2002 è stato organizzato il primo Forum civico, con il coinvolgimento di numerose realtà dell’associazionismo ambientalista e sindacale, delle associazioni dei consumatori, degli ordini professionali, dell’XI Comunità montana, dell’Ente Parco regionale dei Castelli romani, dell’Agenzia regionale per l’ambiente, al fine di individuare dei gruppi di problematiche su cui i partecipanti al Forum potessero redigere un’accurata analisi ed eventuali proposte per un Piano d’Azione Locale.
Come spesso accade in tali occasioni, se alta è stata la partecipazione alla fase iniziale, un po’ meno lo è stata quella della formulazione di proposte e della messa a fuoco di problematiche, che richiedevano una partecipazione costante e che, oltretutto, si andavano a scontrare con questo o quell’interesse particolare. In ogni caso, il 29 maggio nella sala della Biblioteca comunale ci sono state le relazioni dei vari gruppi sulle proposte formulate. Proposte che riguardano cinque ordini di problemi.
Si tratta dei problemi della mobilità, della gestione delle acque, della gestione dei rifiuti, della salvaguardia dell’eredità storico – culturale rappresentata dai beni culturali e monumentali, e della gestione e preservazione del patrimonio naturalistico. Non si deve pensare ad un dettagliato programma di amministrazione delle problematiche indicate, ma innanzitutto ad una analisi dello stato delle cose, dell’evoluzione dei fatti negli ultimi anni, e delle opere già messe in atto dalla presente e dalle passate amministrazioni, rispetto a cui le eventuali indicazioni dei gruppi di studio possono svolgere un’utile funzione di integrazione. Dal rapporto distribuito al Forum emerge il ritratto di una realtà territoriale in evoluzione, che, sebbene si fondi ancora in gran parte sull’agricoltura, va incontro ad uno sviluppo urbano alquanto intenso, e non sempre regolare, con conseguenze sul piano idrogeologico che richiedono una gestione accurata e responsabile.
Un banco di prova fondamentale sarà, speriamo al più presto, come promesso dallo stesso sindaco Viticchiè, la discussione in Consiglio comunale della bozza di Piano d’azione locale che sta emergendo dal Forum, e l’acquisizione delle proposte più interessanti nell’ambito dell’azione di governo della giunta. C’è da sperare, a quel punto, che ciò costituirà uno sprone alla realizzazione di iniziative analoghe sull’Agenda 21 in tutti i comuni del comprensorio dei Castelli romani, e alla trasformazione dei Forum da iniziative estemporanee in realtà permanenti della società civile.

monte compatri
Il restauro del Duomo
(Jorge Herrera) -
I primi giorni di maggio hanno segnato un evento importante per la storia di Montecompatri: il Duomo è stato consegnato alla ditta che dovrà procedere alla ristrutturazione del tetto. Fin qui tutto tranquillo, anzi c’è motivo di rallegrarsi. Il problema nasce quando il Duomo viene consegnato alla ditta nel bel mezzo della campagna elettorale ed a presenziare alla cerimonia è tutto lo stato maggiore di uno dei due schieramenti in lizza. Anche questo sarebbe accettabile se non fosse che il Vescovo, S.E. Mons. Antonio Mataresse non avesse prestato la sua persona a questa cerimonia. Ma anche questo non è tutto: qualcuno ricorda che alla presentazione di un precedente finanziamento per gli stessi lavori, avvenuto quando la Regione era amministrata dall’altra parte politica, ugualmente il vescovo aveva prestato la sua persona. Vescovo bipartizan, quindi! Ma come? Ci chiediamo: due finanziamenti da due enti diversi per gli stessi lavori? Che fine ha fatto il finanziamento regionale? Perchè oggi si festeggia un finanziamento di minore entità avvenuto con almeno due anni di ritardo dal primo? La questione è semplice: il finanziamento regionale raggiungeva i tre miliardi delle vecchie lire, ma era un co-finanziamento, ovvero la proprietà, nella persona del Vescovo, appunto, doveva sborsare il 30% della quota che intascava per i lavori. Se i lavori costavano un miliardo, la Curia contribuiva con 300 milioni. Certo con 3 miliardi si sarebbe potuto fare molto, ma non gratis! Allora meglio attendere, ospitare comunioni e cresime a Frascati, tergiversare, fino a che il nobile sindaco di Colleferro, ora guardacaso di nuovo in corsa per le Provinciali, non elargisce una somma più contenuta, ma questa volta tutta a carico del contribuente.... 


marino
Il Museo del Vino e La Bottega del Bottaio
(Giordano Criola) - “Lo vedi, ecco Marino, la sagra c’è dell’uva...”: così recita una vecchia canzone popolare, e proprio questa torna inevitabilmente in mente passeggiando per la strade del centro storico. È proprio qui infatti che possiamo trovare un museo particolare e unico nel suo genere: Il Museo di arti e tradizioni popolari. Questo museo, che ha visto la sua inaugurazione nell’ottobre del 2002, si articola in due diverse sezioni: Il Museo del Vino e La Bottega del Bottaio. Entrambi nascono per un’esigenza comune: conservare e valorizzare gli arnesi da lavoro di artigiani e contadini propri della più tipica e secolare attività produttiva di Marino, il vino. È importante segnalare l’impostazione “moderna” di questi piccoli musei, quindi non una sorta di deposito di vecchi attrezzi, ma articolato in un percorso attraverso un ampio apparato didascalico. Grande risalto poi va dato ad un aspetto molto particolare che è assai raro trovare in altri musei: qui infatti è possibile vedere in uso gli strumenti, sia attraverso filmati che attraverso rappresentazioni e dimostrazioni dirette.
Entrando nello specifico possiamo dire che il Museo del Vino è una raccolta privata di attrezzature enologiche e vitivinicole, tipiche della zona, in uso fino a pochi anni fa. La raccolta testimonia i processi di lavorazione di una secolare attività che ancora oggi caratterizza l’economia di Marino. Molti sono gli strumenti esposti all’interno, parecchi dei quali ormai obsoleti e spesso sconosciuti ai visitatori. Proprio questo è l’aspetto su cui il museo insiste: non gettare nel dimenticatoio attrezzi che hanno significato la “storia” stessa dei Castelli Romani.
Ancora più particolare è la Bottega del Bottaio che è costituita dall’insieme di arnesi da lavoro di Alberico Bini, ultimo mastro bottaio di Marino. Vi possiamo trovare esposti oltre 160 strumenti, alcuni dei quali risalgono addirittura al diciannovesimo secolo, e inseriti in un contesto che riproduce fedelmente l’ambiente delle antiche botteghe. Questa esperienza ci permette di venire a conoscenza di antichi “segreti” che venivano tramandati oralmente e che ormai, con la produzione a livello industriale, sono alla maggior parte di noi sconosciuti.
Il Museo di Arti e Tradizioni popolari dunque ci consente di fare un tuffo nel passato, nella vita dei nostri avi, di conoscere qualcosa che ci riguarda da vicino e che è senza alcun dubbio importante e giusto conoscere.

 I NOSTRI PAESI - pag. 14

Sommario anno XII numero 6 - giugno 2003