albano
Un’arte
del silenzio e dell’attesa
(Luca Ceccarelli) - La rassegna personale di acquerello di
Wladimir Khasiev, che si è tenuta al Museo Civico di Albano Laziale tra
il 14
maggio
e il 2 giugno, è un ulteriore appuntamento artistico che, dopo la mostra
su “Albano, città del Grand Tour” del 1999 e le rassegne collettive
di acquerello degli ultimi due anni, mantiene viva la tradizione della
pittura di paesaggio della Campagna Romana, che nei Castelli trovò, dal
Seicento in poi, uno dei propri luoghi di elezione. Khasiev è un artista
cinquantaseienne, diplomatosi all’Accademia d’arte di Pietroburgo e
stabilitosi ormai da molti anni a Roma, dove ha fondato una scuola
d’acquerello presso lo studio d’arte Il Ponte.
Si può dire che la serie di dipinti su Albano sia stata realizzata
espressamente per andare a confluire nell’esposizione in oggetto, e si
deve alla lodevole iniziativa di Piero Chiarucci, direttore del Museo
Civico di Albano, che, come apprendiamo dalla sua testimonianza inserita
nel catalogo della mostra, invitò l’artista a misurarsi con il
paesaggio e i monumenti della cittadina dei Castelli, facendo eco
all’esperienza di artisti dell’Ottocento come Aleksàndr Andréevic
Ivanov e Grìgory Ignat’evic Làpcenko, allievi anch’essi
dell’Accademia di Pietroburgo, che soggiornarono entrambi ad Albano (il
Làpcenko riuscì, tra molti pretendenti, ad ottenere la mano di Vittoria
Caldoni, celebre modella di Albano).
Tra
gli acquerelli ve ne sono alcuni davvero degni di nota: primo tra tutti
quello che raffigura la chiesa di Santa Maria della Stella, immersa in un
paesaggio autunnale, o la veduta di Albano dal Convento dei Cappuccini, in
un mattino invernale, con sullo sfondo il campanile della chiesa di San
Paolo Apostolo e in lontananza il Lago di Albano, che è chiaramente
ispirato ad una stampa di analogo soggetto del Villeneuve, del 1836,
presentata nella mostra del 1999.
Le figure umane, negli acquerelli di Khasiev, sono completamente assenti.
L’effetto che se ne ricava è una sensazione di silenzio e di pace: la
città chiassosa e vivace, piena di traffico, di voci e di rumori, viene
filtrata dal pennello per far posto, come si può rimarcare anche nella
Porta San Paolo, raffigurata in un mattino di inverno, o nella
Fontanella del Re, dominano incontrastati solo la luce, la natura,
l’arte e la storia. È per questo che il noto poeta Franco Campegiani,
nella sua riflessione sugli acquerelli di Khasiev inserita nella mostra,
ha potuto parlare di un paesaggio in cui si percepisce «il silenzio della
gestazione, la tumultuosa attesa dell’evento vitale».
grottaferrata
Quanto
sono importanti i soldi?
(Eliana Rossi) - “A che servono questi quattrini?”, la
commedia definita il capolavoro comico di A.Curcio, è stata rappresentata
il 6-7 giugno al teatro Della Cometa di Roma – Via del Teatro Marcello
– dalla Compagnia teatrale “I Nuovi Istrioni”, diretta da Paolo
Ferrarelli. Dopo il successo ottenuto a Grottaferrata e a Frascati, è
stata la volta del teatro romano a spalancare le porte a questi giovani
attori, che con la loro performance sono riusciti ad ammaliare il folto
pubblico presente in sala. Servono… o non servono questi quattrini?
Questo è il tema che tenta di risolvere la Compagnia teatrale “I Nuovi
Istrioni”. Si può vivere senza quattrini o, comunque, far credere a sé
stessi e agli altri di averne? Un fatto è però certo: chi ha soldi viene
considerato diversamente da chi non li ha e, quindi, chi è capace di far
credere agli altri di averne è stimato e rispettato. In questo gioco
“pokeristico” vince non il più ricco, ma il più abile. E l’abilità
de “I Nuovi Istrioni” – di cui ci fa piacere menzionarne i nomi:
Gabriele Pacini, Marina Mercuri, Emiliano Di Rocco, Paolo Ferrarelli,
Marco Primavera, Diego Libari, Fernando Pacini, Anna Falco, Fabiana
Picconi, Alessandra Quattrocchi, Peppuccio Mazzullo, Valeria Amato e
Sandro Lucarelli – è davvero notevole, se riescono a calarsi nei
panni di personaggi in lotta ogni giorno con problemi legati alla
sopravvivenza e che, malgrado tutto, continuano a sognare una vita libera
dalla schiavitù dal lavoro che li riscatti da un’esistenza di stenti.
È dal regista Paolo Ferrarelli che si riesce a conoscere un poco più da
vicino questi attori e il lavoro che svolgono da qualche anno.
Quando iniziano “I Nuovi Istrioni” a calcare le scene?
“La Compagnia teatrale “I Nuovi Istrioni” si forma nel 1998 nella
città di Aprilia su mia iniziativa e di Marina Mercuri, portando in scena
come primo lavoro “Il medico dei pazzi”, la celeberrima farsa di
E.Scarpetta. Il lavoro ottiene molto successo, tanto da incoraggiare sia
la regia che tutto il resto della Compagnia a preparare un nuovo lavoro.
Viene allestito allora “La lettera di mamma” di Peppino De Filippo
messo in scena nella stagione 1999 al teatro “Piccolo di S.Nilo” a
Grottaferrata”.
Quali sono gli altri lavori che gli attori hanno portato in scena?
“Nel 2001 si recita “Cani e gatti” di Scarpetta e sempre dello
stesso autore, si decide di proseguire nel 2002 con la farsa “Tre
calzoni fortunati”.
Da quanti elementi è composto il gruppo teatrale?
“Attualmente, nella stagione 2002-2003, la Compagnia è composta di
circa 20 elementi tra attori ed altre figure tecnico-organizzative.
Il pubblico castellano e romano ha apprezzato notevolmente il lavoro
svolto dalla giovane Compagnia teatrale, che cosa ne pensa?
Sembra proprio che gli interpreti siano entrati non solo nei panni dei
personaggi, ma addirittura nelle loro carni, con il massimo rischio delle
scelte interpretative, per denunciare ad alta voce tutto ciò che
rappresentano”.
C’è affiatamento tra il gruppo, tutto sulla scena risulta perfetto, ma
cosa avviene in realtà dietro le quinte?
“Il “prima”, il “durante” e il “dopo” della rappresentazione
sono scanditi da consueti rituali: gli sguardi, i saluti, le più piccole
preoccupazioni per un raffreddore o un calo di voce, le telefonate
rassicuranti con il consiglio di prendere un’aspirina. Gli
incoraggiamenti da una quinta all’altra un attimo prima di entrare sul
palcoscenico, un salvataggio per un’inversione di battuta, l’emozione
condivisa di un applauso all’uscita di scena. E poi ritrovarsi in
pizzeria, i commenti e le autocritiche, il ricordo lucido dei momenti più
salienti dell’approvazione del pubblico. È veramente molto bello”.
Che cosa si prova, quando alla fine della rappresentazione, sentite
caloroso l’applauso del pubblico?
“Quando il pubblico ci chiama al proscenio ripetute volte, consapevoli e
al tempo stesso increduli del nostro successo, sentiamo rimbalzare come un
eco le ultime battute di un fortunato copione: “Ma che gusto ‘nce
pruvate a fa ste cose finte?” Domanda don Peppino Scorza a Raffaele,
nella commedia “Cani e Gatti” di E. Scarpetta. “Don Peppì –
risponde il vecchio – qua noi facciamo tutto finto: le scene, i costumi,
i baffi… li vedete i baffi? È una finzione, è il teatro… è tutto
come se fosse… “Proprio così, il sogno è finito, con la bocca ancora
dolce del sapore del successo, il sipario si chiude e i personaggi tornano
nella carta maneggiata e gualcita dei nostri copioni; tutti felici, ma con
rammarico, tutti pronti al domani, desiderosi di un altro miracoloso
evento”.
frascati
Ricordo
di Filippino
(Florido Bocci) - Il 4 luglio ricorre il 1° anniversario
della morte di Filippino (Filippo Bruni). M’è d’obbligo ricordarlo a
tutti i frascatani, perché è stato un grande frascatano, ha onorato la
sua città, i suoi concittadini, ne ha fatto sempre risaltare il suo
dialetto, i suoi personaggi più caratteristici, famosi e non. Con le sue
battute, tra il serio e il faceto, ironiche, sempre in dialetto, da
Teletuscolo, all’ora di pranzo, per molto tempo ci ha deliziato
riproponendoci fatti spiritosi e ricordi incancellabili. Rimando gli amici
a quanto scrissi di lui il 18 Aprile 1995, così semplicemente, perché fu
sempre:
“Da munellu era ‘n genio, aveva costruitu ‘na radio a galena
ch’era ‘na meravia, ‘e sette bellezze: ‘na scatoletta de
compensatu che contenéva ‘n fregnittu che communichéva dentro co’
‘na linguetta chu gratteva ‘n piastrinu grossu comme ‘na
lenticchia.‘N filittu, ‘na cuffietta, gira e rigira co’ du dita, se
sentéva de grattà. Gratta e rigratta, po’ a la fine ‘na voce da
lontanu trasmetteva u notiziarìu o ‘na canzona.
“Sénti, sénti, sbrighite” me diceva. Ma quanno tocchéva a mi, nun
se senteva gnente, perché ‘llu fregnittu s’era spostatu. “Allora
riprovémo”! E gira e rigratta. “Sénti mò”?
E ievamo avanti così pe’ tuttu u doppupranzu. ‘Na mezz’oretta
studiavamo pure. Ma quella che se diverteva de più era ‘lla pòra nonna
di Filippino, Amalia, a tenè pe’ casa pe’ tre o quattro ore u nipote
che faceva u ricercatore e io che facevo l’assistente.”
A modo suo fu sempre un ricercatore, emergendo nel campo della
fotografia e della cinepresa amatoriale e professionale. In questo è
stato sempre all’avanguardia, ha effettuato migliaia di riprese degli
avvenimenti che hanno interessato la nostra città: le Vermicino-Rocca di
Papa, il campionato del mondo di ciclismo, i giri del Lazio, tutti i
carnevali da tempo immemorabile, la visita del Papa ecc. ecc.. Sempre in
prima linea, cinepresa in pugno a testimoniare la passione per la sua città,
quando la vedeva al centro di avvenimenti tanto importanti. Potrei
continuare all’infinito, ma voglio chiudere questa umile e appassionata
testimonianza ricordandolo come marito e compagno inseparabile della sua
Adorna, come padre e nonno affettuoso, come degno erede della razza de i sfasciacancelli.
Addio Filippì, ti ricorderemo sempre.
frascati
Cocciano
avrà il suo Centro Direzionale
|
(NR) - Nuova grande importante
realizzazione dell’Amministrazione Posa. È stata, infatti,
approvata venerdì 23 maggio dalla Giunta Comunale l’importante
delibera del Project Finacing sul nuovo Centro Direzionale di
Cocciano, che sarà realizzato senza alcun onere da parte del Comune
di Frascati. Nella delibera è stato definito il promotore, si
tratta della Nuova Sila Immobiliare Costruzioni, che realizzerà una
struttura di circa 6000 mq da sviluppare su tre piani, sfruttando
l’orografia del terreno in modo da ridurre l’impatto ambientale
e quello urbanistico. Il progetto rientra nel programma Triennale
delle Opere Pubbliche 2001-2003. Il passo successivo sarà il bando
di gara con le caratteristiche da seguire per la realizzazione del
progetto. Gli altri due Project Finacing che hanno avuto dei
promotori sono il parcheggio sotterraneo di Piazza Marconi e Piazza
Roma e il centro sportivo di Via Fausto Cecconi. |
|