monte
porzio catone
“Un
altro novecento”
(Giordano Criola) - Nel fine settimana che va dal 9 all’11
Maggio si è celebrata a Monte Porzio la “Settimana della cultura”.
Numerose
sono
state le iniziative che hanno visto musei
aperti, visite guidate e conferenze sia all’osservatorio che alla
biblioteca comunale. In particolare quest’ultima ha inaugurato nel nome
di Indro Montanelli il ciclo di incontri “Un altro novecento” promosso
dall’associazione culturale “Oltre il confine”. È infatti con il
titolo “Montanelli: ricordi, parole, immagini” che si è celebrata una
serata in onore del più grande giornalista italiano del novecento,
attraverso ricordi e letture che hanno ricostruito la luminosa carriera
del grande toscano. Fondamentale è stata la presenza di Tiziana Abate,
autrice del libro “Indro Montanelli-soltanto un giornalista”. La Abate
infatti è colei che ha raccolto l’ultima testimonianza dell’ex
direttore de “Il giornale” e il suo libro può essere considerato una
sorta di involontario testamento ma al tempo stesso anche autobiografia.
La serata si è aperta con una presentazione di Paolo Di Paolo, membro
dell’associazione “oltre il confine”, il quale ha introdotto prima
l’assessore alla cultura di Monte Porzio e poi Daniele Priori.
Quest’ultimo, giovane giornalista, ha portato la sua testimonianza
riguardo agli incontri con Montanelli ed ha poi continuato parlando delle
proprie esperienze divagando forse un pò dal tema dell’incontro.
Allietati da qualche intermezzo musicale, che ci ha proposto canzoni come
“Imagine”di John Lennon e “Lili Marlene” la conferenza è andata
avanti con l’intervento ancora di Di Paolo che si è dilungato,
probabilmente oltre il dovuto, parlando di sé, delle sue esperienze e
delle sue sensazioni. Finalmente poi la parola è passata a Tiziana Abate
la quale ha voluto chiarire alcuni aspetti di Montanelli: nell’arco
della serata infatti si era fatta una smielata descrizione dell’uomo di
Fucecchio, tessendone le lodi e descrivendolo quasi come un santo.
Montanelli era una persona egoista, che non aveva mai voluto molta gente
accanto a sé e che aveva un pessimo carattere: questo, per quel che
riguarda il lato personale, è quello che ha raccontato la persona che è
stata più vicino negli ultimi anni a Montanelli. Ma durante la
conversazione sono emersi molti altri aspetti che forse erano oscuri al
grande pubblico: in primis il suo grande intuito per il marketing, ma
anche il suo odio per la tv che a suo dire avrebbe ucciso il giornalismo a
mezzo stampa, la sua mancanza di autorevolezza e la conseguente poca
capacità di fare il direttore. Per quel che riguarda poi i suoi ideali
tutti sanno che era un convinto liberale, ma inteso come ideale e non come
partito: infatti, pur essendo schierato da una certa parte, non fu mai
allineato al potere (emblematica fu la sua posizione nella guerra in
Finlandia). La sua posizione politica fu spesso fraintesa, anche dai suoi
stessi lettori che probabilmente erano più a destra di quanto non lo
fosse egli stesso. Il suo giornale infatti era l’unico che era “fuori
dal coro della sinistra” come lui stesso amava dire, ma nel momento in
cui cominciarono a nascere altri giornali simili e anche più estremisti
perse una grossa fetta di pubblico. È in questo periodo che comincia il
suo declino e che, come la Abate ci racconta, affronta il momento più
triste della sua carriera (come non citare la sfortunata avventura de
“La Voce”). La descrizione di un uomo disilluso e rassegnato hanno
caratterizzato la conclusione della conferenza che comunque ci ha regalato
un bel ricordo del “Più grande giornalista del ‘900".
Breve biografia
Indro Montanelli nasce in Toscana, a Fucecchio, vicino Firenze; il 22
aprile 1909. Inizia la carriera giornalistica come reporter freelance per
“Paris Soir” e per l’agenzia “United Press”. Inizialmente
favorevole a Mussolini, si iscrive al Partito nazionale fascista e
combatte nella campagna italiana in Abissinia. Nel 1937 si discosta però
dal fascismo e, dopo la pubblicazione di alcuni articoli non graditi,
viene espulso dal Pnf, dall’ordine dei giornalisti e mandato in esilio.
Torna in Italia nel 1939 sotto la protezione di Bottai e Aldo Borelli,
direttore del Corriere della Sera, testata con la quale comincia a
collaborare. Durante la seconda guerra mondiale è corrispondente da
numerose nazioni (Albania, Norvegia, Grecia) ma nel 1943, quando è
corrispondente dalla Finlandia, viene arrestato e condannato a morte dai
nazisti per un articolo su Mussolini. Dopo dieci mesi di prigionia riesce
a fuggire in Svizzera scampando
così alla morte. Finita la guerra Montanelli torna al Corriere della Sera
e diviene uno tra i più rispettati giornalisti italiani: famose le sue
corrispondenze dalle più importanti capitali europee (fu il primo
corrispondente a Budapest durante la repressione del ’56).
Nel 1973 lascia il Corriere perché in contrasto con la linea editoriale e
decide di dar vita ad una nuova testata: “Il Giornale”. Essendo
intimamente e profondamente un conservatore, sostenitore della destra
liberale (celebre il titolo de “Il Giornale” del 1976:”Turatevi il
naso e votate D.C.” per paura di una vittoria del P.C.I. di Berlinguer)
nel 1977 è vittima di un’attentato da parte delle brigate rosse ma
riesce fortunatamente a salvarsi e torna al lavoro.
Nel 1991 gli viene proposta la nomina di Senatore a vita, ma con una
lettera risponde così all’allora presidente della Repubblica Cossiga:
“Purtroppo, il mio credo è un modello di giornalista assolutamente
indipendente; questo mi impedisce di accettare l’incarico”.
È il 1994 quando lascia “Il Giornale” a seguito di una polemica con
il suo editore, Silvio Berlusconi, del quale non condivide la volontà di
scendere in politica. Fonda così una nuova testata, “La Voce”, che
però ha vita breve e nel giro di un anno è costretta a chiudere per
problemi economici.
Negli ultimi anni torna al “Corriere della Sera” dove cura la rubrica
“la stanza di Montanelli” nella quale commenta fino all’ultimo le
lettere dei lettori con il suo inconfondibile stile spregiudicato,
“senza peli sulla lingua”.
Indro Montanelli muore il 23 luglio del 2001 all’età di 92 anni.
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compatri
Terza
Festa della Scuola
(Gian Luca Pieri) - Presso la Scuola Elementare di
Montecompatri dal 31 maggio al 2 giugno si è tenuta la terza Festa della
Scuola, una manifestazione pubblica che ha avuto come fine principale la
presentazione dei lavori degli alunni (di tutto l’Istituto comprensivo
del paese) i quali, grazie alla fondamentale supervisione di tutta la
comunità scolastica, hanno rivestito un ruolo di primaria importanza.
Ormai da tre anni la manifestazione ha raggiunto una consolidata struttura
con quattro linee progettuali: Pensiero e linguaggio, i cui
interessi principali rientrano nelle discipline umanistiche; Linguaggi
universali, nel cui ambito vengono trattati linguaggi sostanzialmente
visivi come teatro, arti grafiche, ecc.; Linguaggio scientifico, che
da quindici anni offre un’opportunità per la conoscenza delle scienze
astronomiche, matematiche, ecc.; Linguaggi della mente e del corpo nel
cui ambito vengono praticate attività che vanno dall’esercizio motorio
alla convivenza civile.
Nelle “attività particolari” del 31 maggio è stato presentato il
libro Quella notte…e altre storie di Carla Manfredini che, oltre
a cantare una poesia, ha esposto due suoi racconti contenuti nella
raccolta: Un sogno-bambino e Quella notte…, riscuotendo
grandissimo interesse tra i ragazzi, come si è potuto notare dalla loro
vivacissima partecipazione. Inoltre l’incontro ha avuto il notevole
apporto della professoressa Rosalma Salina Borello che con il seminario Come
si scrive un libro ha dato la possibilità ai presenti di prendere
coscienza della letteratura infantile italiana con letture di poesie di
Alfonso Gatto. La manifestazione, con i “settori permanenti” – Mostra
dei progetti in atto, Mostra mercato del libro, Concorso “idee della
scuola, in viaggio tra sogni e pensieri…e altro, Mostra “le seduzioni
del razzismo” – e gli stand allestiti solo per il 31 maggio
– Progetto “insieme per la vita”, Artigianato, Progetto
“alimentazione”, Photo Club Controluce – ha avuto un seguito
fino all’11 giugno con gli Spettacoli itineranti, esibizioni di
teatro, musica e altro, realizzati sempre dagli stessi studenti.
L’instancabile lavoro di tutta la comunità scolastica sta già
organizzando la manifestazione del 2004 in cui vi sarà la possibile
apertura di altri ambiti artistici.
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compatri
Teatro
e natura a Tusculum
(Gabriella Antiga) - Il 29 Maggio 2003 il teatro
dell’antica Tusculum è stato animato dalla presenza degli alunni e
degli insegnanti della scuola
media dell’Istituto Comprensivo di Monte Compatri. Gli allievi della 2°
hanno interpretato l’Aulularia (La Pentola), una divertente commedia di
Plauto, il più famoso commediografo della letteratura classica latina,
nato circa 250 anni a.C. in Umbria. Spettatori sono stati i genitori, i
nonni, i compagni dei giovani attori.
Hanno fatto da cornice allo spettacolo la straordinaria scenografia
rappresentata dalle rovine archeologiche di Tusculum (aperte per
l’occasione dall’XI Comunità Montana del Lazio) e una splendida
giornata di Maggio.
Prima della rappresentazione teatrale i giovani hanno raccontato agli
adulti la storia di Tusculum, che è una delle città più antiche della
Penisola Italiana, e le suggestive leggende legate alla sua fondazione.
Poi hanno accompagnato gli ospiti a visitare le sue rovine, illustrando le
funzioni del Foro, delle Cisterne, del Teatro, delle strade principali
ecc., cercando di ricreare lo stile di vita di più di 2000 anni fa. A
conclusione della manifestazione, che ha avuto un grande successo, i
giovanissimi allievi della classe 1° hanno parlato dell’origine
vulcanica del nostro territorio e della vegetazione presente nel Parco dei
Castelli Romani. Si ringrazia vivamente l’XI Comunità Montana del Lazio
per la magnifica opportunità concessa, che ha fatto sentire giovani e
adulti protagonisti nel territorio.
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