piccolo
spazio curiosità
Camminare
sul ghiaccio?
(Paolo Di Lazzaro) - Sempre a proposito di quest’ultimo
inverno, alcune giornate particolarmente fredde hanno favorito la
formazione di
ghiaccio
sulle strade dei Castelli romani. Si sentiva spesso dire “ho visto una
placca di ghiaccio trasparente vicino casa, sembrava una lastra di
vetro…”. Ma perché sul ghiaccio si scivola e sul vetro no?
La causa principale dei nostri ruzzoloni sul ghiaccio è simile a quella
responsabile dello scivolamento degli sci sulla neve: le nostre scarpe
strusciando sul ghiaccio generano una forza di attrito che produce calore.
Questo calore scioglie un sottile strato di ghiaccio, che diventa un velo
d’acqua tra la suola della scarpa e la superficie ghiacciata. L’acqua,
come un lubrificante, riduce la forza d’attrito che sostiene il nostro
passo: il risultato finale è lo scivolone sul velo d’acqua. Ovviamente,
anche sul vetro la nostra scarpa genera attrito e quindi calore, ma non
scivoliamo perché il calore non è sufficiente per sciogliere il vetro…
Questa spiegazione induce a una riflessione sull’importanza
dell’attrito in tutte le attività quotidiane. L’attrito (radente e
volvente), infatti, è generato in primo luogo dalla scabrosità
microscopica delle superfici di due corpi in contatto che si oppone allo
scorrimento, e pertanto interviene in tutte le azioni meccaniche. Ad
esempio, noi riusciamo a camminare perché l’attrito radente tra suola e
terreno esercita una forza resistente sulla quale ci “appoggiamo” per
spingere il passo avanti; il rotolamento di tutte le ruote (automobile,
treno, etcetera) avviene perché l’attrito volvente blocca, istante per
istante, il punto di contatto tra ruota e terreno; le macchine sono tenute
insieme da viti e bulloni che sono fissati dalla forza di attrito radente.
Insomma, anche se qualche volta ci fa scivolare sul ghiaccio, l’attrito
è indispensabile per muoverci, sia a piedi che con i mezzi di trasporto,
e per “tenere” le cose fissate tra di loro. Scusate se è poco…
|