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Sommario anno XII numero 7 - luglio 2003

 ATTUALITÀ E SOCIETÀ
“Stupid white men” di Michael Moore
(Roberto Esposti
- flann.obrien@email.it) - Torniamo a parlare in queste pagine di Michael Moore: l’occasione ci viene data dalla recente pubblicazione in Italia del suo libro “Stupid white men”, bestseller negli USA (Mondadori, 14 euro). Destino strano, quello di questo libro: ha infatti rischiato di non venire mai pubblicato visto che i temi che affronta (di cui parlerò) vennero ritenuti fuori luogo all’indomani dell’11 settembre, data all’indomani della quale il libro doveva essere edito. Solo la costanza e la passione di molti bibliotecari americani costringerà la casa editrice di Moore a dare alle stampe questo testo.
Il libro si apre con la storia di come si sono risolte definitivamente le ultime tormentatissime elezioni presidenziali americane, raccontando con dovizia di particolari e approfondita documentazione (assoluta costante del libro) lo strampalato colpo di stato che si è consumato in quel di Florida in favore di Bush Junior. Moore narra il tutto con ironia ed umorismo, ma traspare dalle sue parole il disgusto per un’operazione assolutamente indegna per una grande democrazia, ridotta oggi a nient’altro che il rivestimento istituzionale di lobby, ben rappresentate nel governo USA come emerge d’altronde nelle dettagliate biografie (ospitate nel libro) dei suoi componenti. Si passa poi ad un appello diretto a George Bush al quale lo scrittore ricorda gli sfaceli del suo giovane mandato, il fatto di essere un alcolista, un analfabeta e financo un criminale. Ma attenzione ce n’è per tutti: Moore passa infatti a descrivere con illuminanti e divertenti esempi, ma anche con dati documentati i mali dell’America, come il sistema di tassazione, quello di retribuzione, il diffuso razzismo che fa dell’uomo di colore un mostro criminale, la dilagante ignoranza anche tra i quadri usciti da prestigiose università, nonché la piaga della sponsorizzazione scolastica (ATTENTA ITALIA!!!).
Ma non è finita: in un crescendo di dati commentati con intelligente umorismo si affronta il problema del riscaldamento del pianeta, quello della decrescente natalità maschile, la dissennata politica estera americana e le sue leggi antistupefacenti. Non si creda però che Michael Moore, giustificato dal taglio del suo libro (ossia un pamphlet e non un’opera improntata ad un ferreo rigore giornalistico) risparmi critiche ai Democratici, ossia l’altra faccia della medaglia della politica USA: nel capitolo decimo essi non fanno davvero una gran figura, soprattutto nei provvedimenti decisi da Clinton alla fine del suo mandato.
Moore chiude poi dandosi provocatoriamente la colpa dell’elezione di Bush Junior parlando del suo sostegno al candidato alle presidenziali dei Verdi, Ralph Nader: indicando secondo noi una possibile via verso il cambiamento di un sistema politico che, come emerge da questo libro, ha davvero l’esigenza di cambiare, non potendo più reggersi su l’alternanza di due partiti ormai troppo appiattiti l’uno sull’altro. Se cercate dunque una lettura spassosa, ma intelligente, scritta in una lingua alla portata di tutti vi consiglio caldamente di guadagnare la tintarella con “Stupid white men” tra le mani.
 ATTUALITÀ E SOCIETÀ

Sommario anno XII numero 7 - luglio 2003