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Sommario anno XII numero 8 - agosto 2003

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La guerra dell’ipocrisia per un colosso d’argilla
(Gelsino Martini) - Le bombe intelligenti hanno avuto il sopravvento sui fucili stupidi. Gli obiettivi colpiti con maggior precisione, non come in Bosnia dove si è ucciso un po’ a casaccio, qui i morti sono stati colpiti con poco margine d’errore. Tutto si può perfezionare. Parola di Pentagono.

La cura preventiva è sortita con i suoi effetti, Saddam non c’è più, e poi…?
Molti gli interrogativi, di risposte non ve ne sono. Aver avuto la ragione delle armi non è sinonimo di democrazia o di libertà, tutt’altro. Gli U.S.A. hanno mostrato i muscoli a tutto il mondo, una forza organizzativa in grado di colpire chi, dove e quando vuole. Gli alleati, delle comparse di cui si può anche farne a meno o sostituirle con chiunque sia subalterno alle posizioni U.S.A.
Gli avvisi di notifica sono ben chiari, noi sappiamo chi sono i buoni ed i cattivi, chi non si allinea e sull’elenco, questa è la libertà, libertà di scegliere.
La guerra dell’inutile si è conclusa, l’ipocrisia della ricerca di armi chimiche, di laboratori mobili, di strutture alla James Bond, dei famigerati armamenti della guardia repubblicana, una nuvola di polvere del deserto d’anticaglie portate a lucido nelle parate di un folle conduttore. Ad ogni buon conto lo scopo è raggiunto, ora sappiamo chi come e quando, secondo gli umori, deciderà le sorti di una nazione. Ora è delineato chi vuole condurre il mondo nel XXI secolo. Il tavolo è imbandito, qualche commensale è seduto, altri spingono per un comodo posto a sedere ed ad ogni buon conto anche a servizio non si sta così male.
Il grande occidente ha messo in campo la più alta tecnologia condita con un pizzico di palestra, per abbattere un grande colosso d’argilla. Quanti metodi vi sono per impastare l’argilla? Quanta ne abbiamo impastata in America meridionale od in Africa o in Oriente. Ora l’obiettivo era diverso, bisognava imporre un nuovo ordine mondiale e l’Iraq si è dimostrato un buon tavolo, molto più dell’Afganistan.
Chi sono i grandi sconfitti: i Saddam, il terrorismo?
Del primo non sappiamo nulla, forse sciolto nella disfatta militare Irachena, o fantasma girovago come il Bil Laden? Sapevamo dov’era, la nostra tecnologia satellitare leggeva i giornali degli Uomini seduti sulle panchine, eppure ci siamo perse intere corti. Dei documenti presentati in pompa magna, nelle varie sedi, da Inglesi ed U.S.A., oggi affermano che …manomessi…errori di valutazione…i servizi segreti di…boh!! Molti giovani militari stanno morendo! Il popolo Iracheno è allo sbando, tutto somiglia al vecchio West, bande, banditi e taglie, purtroppo così non è. Siamo in una regione e nazione dove la religione si sovrappone al diritto civile e non si sa dove porti. Le fazioni tribali e le confessioni religiose sono alla ricerca di divenire i sostituti di Saddam. La pace e la libertà imposta sarà in grado di tenere il tempo o una nuova rivoluzione Islamica creerà un nuovo stato teocratico?
Immagino alcuni commenti se ogni individuo non saprà leggere tra le righe: Antiamericano, Antiliberale, Cattocomunista, Amico dei terroristi o altri pensieri. Così non è. Rispetto e riconoscimento delle differenze culturali e civili presenti nel nostro pianeta. Autodeterminazione libera e senza interferenze d’interesse privato. Denuncia contro qualunque azione produca privilegi, chiusure, emarginazione, ingiustizie, fame, guerre, chiunque ne sia l’autore in qualunque parte del mondo.
Nessuna guerra, anche nel rigore della giustizia, può giustificare l’uccisione di una sola vita Umana. La legittimazione di una sola vittima, apporrebbe un motivo di difesa contro qualsiasi azione violenta espressa verso gli esseri Umani, sia di matrice terroristica sia di azione nazionale o sopranazionale.
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Sommario anno XII numero 8 - agosto 2003