monte porzio
catone
Villa
Matidia campagna archeologica 2003
(L. B.) - Anche quest’anno si è conclusa la prima parte
della campagna d’indagine archeologica nell’area della Villa c.d. di
Matidia
Augusta,
individuata presso l’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio Catone: un
progetto di ricerca che ha preso il via nel 1995 e che da allora vede
protagoniste in prima linea
la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, l’Osservatorio
Astronomico di Roma e il Gruppo Archeologico Latino “Latium Vetus”,
affiancati negli ultimi due anni dalla qualificante presenza
dell’Università degli Studi di Tor Vergata. Per l’ottavo anno
consecutivo si sono dati appuntamento archeologi, ma anche semplici
appassionati della materia, per vivere l’esperienza archeologica in
tutte le sue fasi di ricerca: dallo scavo sul sito, eseguito con metodo
stratigrafico, al catalogo dei materiali recuperati e successivamente al
restauro degli stessi. Tre intense settimane, dal 21 Luglio al 8 Agosto
2003, di indagini che si sono concentrate nella zona del peristilio della
villa, ovvero il giardino delimitato da un portico a doppio ordine di
colonne con vasca centrale. In particolare quest’anno si è meglio
individuato l’accesso che dal giardino conduceva agli ambienti
abitativi, introdotti da un corridoio rivestito con un mosaico e
delimitato da una soglia in marmo. In particolar modo si è provveduto al
recupero dei numerosi frammenti di intonaci dipinti che decoravano le
pareti della villa stessa, sotto la guida di esperti restauratori. Il
gruppo di lavoro anche quest’anno era composto in maggioranza da
volontari, che, grazie all’opera del Gruppo Archeologico Latino
“Latium Vetus”, hanno la possibilità di partecipare a qualificati
progetti come questo. Tra loro, inoltre, anche una presenza straniera: un
gruppo di giovani svedesi laureate in architettura, ma con una grande
passione per la storia antica e per le grandi civiltà, che da qualche
anno le porta in Italia per ricercarne le origini. Tutti i volontari sono
stati diretti sul campo da giovani laureate nel settore, le dottoresse
Lucia Bologna, Alessandra Negroni, Anastasia Bangrazi, che hanno operato
sotto la sapiente direzione scientifica della d.ssa Giuseppina Ghini,
funzionaria di zona della Soprintendenza Archeologica. Quest’anno oltre
ai volontari del G.A.L. “Latium Vetus” erano presenti gli operai e i
restauratori specializzati della ditta a cui il Ministero per i Beni e le
Attività Culturali ha affidato le opere di restauro e consolidamento di
alcune delle strutture della villa. Adesso, dopo la pausa estiva, per
tutti l’appuntamento è solo rimandato ad Ottobre quando avrà seguito
la seconda parte dell’intervento in cui saranno impegnati laureandi e
laureati della Facoltà di Lettere di Tor Vergata per proseguire le
indagini sul sito, sotto la direzione della prof.ssa Margherita Bonanno.
Chi fosse intenzionato ad affiancarli può averne la possibilità,
contattando il Gruppo Archeologico Latino “Latium Vetus” al tel./fax.
069449652, negli orari di apertura della segreteria, lun. mar. gio. ven.
dalle 17.00 alle 19.00.
olevano
romano
Il
Castello
(Tania Simonetti - Marco Cacciotti) - La denominazione di Castrum comincia ad apparire
nell’atto di vendita, concernente Paliano e
Serviano,
stipulato nel 1232 fra Oddone Colonna, nuovo signore di Olevano, e papa
Gregorio IX (1227-1241). Risale a questo periodo la costruzione del
castello, edificato sull’alto sperone di roccia calcarea, a difesa del
borgo. Durante il pontificato di Bonifacio VIII (1294-1303) si ha notizia
di gravi contrasti fra i Colonna ed il papa che, in seguito ad una serie
di avvenimenti, arrivò a maledire la nobile famiglia fino alla quarta
generazione. All’inizio del XIV secolo, i Colonna cedettero il feudo al
comune di Roma che, nel 1364, emanò gli statuti (Statuta Olibani)
che regolarono, per diversi secoli, la vita del paese.
Si comprende dagli Statuta Olibani come nel territorio di Olevano
Romano fosse praticata la viticoltura. Il prezzo del vino veniva fissato
dai sovrintendenti, ed era lecito vendere a proprio piacere il vino
prodotto nel territorio del Castrum, e chi eludeva le regole,
veniva punito, e gli osti erano obbligati a dare sicurezza, che non era
vinello o vino al di fuori del Castrum di Olevano Romano. Come
tutti i prodotti del Castrum, anche la quarta parte del vino
ottenuto era dovuto alla Curia Romana. Nelle vigne era impedito
l’accesso agli animali da marzo a settembre, l’inizio della vendemmia,
se qualcuno di detto Castro arrecava danno nelle vigne veniva punito.”
Dopo un breve periodo di dominio del nobiluomo Raimondo de Tartaris, al
quale il comune di Roma aveva ceduto il castello e la rocca di Olevano per
un prestito di 3100 fiorini, il feudo passò agli Orsini per concessione
di papa Bonifacio IX (1389-1404). Essi fecero costruire il ponte sul fiume
Sacco che ancora oggi porta il loro nome.
Con lo scisma d’Occidente si ebbero tre papi contemporaneamente; i
Colonna parteggiarono per il papa illegittimo Giovanni XXIII che nel 1411
li costituì vicari in Olevano. Come vicari facilitarono per quanto
possibile la vita del paese, in particolar modo donna Ovidia, che contribuì
in maniera notevole all’ampliamento della Chiesa di Santa Margherita ed
assegnò alla comunità 50 scudi annui che dovevano essere distribuiti,
come sussidio. Questo beneficio fu sospeso durante il pontificato di Paolo
V (1605-1621), per un decennio. Con la somma totale (500 scudi), fu
istituito il Monte Frumentario, una benefica istituzione che consentiva ai
poveri di ottenere, all’epoca della semina, un certo quantitativo di
grano che dovevano restituire, al momento del raccolto, in misura
maggiore. Il feudo rimase alla nobile famiglia fino al 1614, anno in cui
Pier Francesco Colonna, duca di Zagarolo, lo vendette al cardinale
Scipione Borghese. Ultimo signore di Olevano fu il principe Camillo
Borghese, marito di Paolina Bonaparte.
Dall’inizio dell’800 Olevano Romano diviene meta di artisti del nord
Europa, numerosi artisti in
prevalenza Tedeschi, riscoprirono nel paesaggio un motivo di attrazione e
di emozione, nell’ospitalità una condizione di benessere.
Bibliografia: (Bonechi-Itinerari nella Provincia di Roma-Istituto
Italiano Castelli)
velletri
Monte
Artemisio: Incendi dolosi
(Legambiente) - Era dal 1997 che il Monte Artemisio non
veniva così duramente colpito dagli incendi dolosi. Un ennesimo attacco
ad un bene comune, riconosciuto “Sito di Interesse Comunitario” per le
sue preziose caratteristiche vegetazionali. È infatti una delle poche
zone dei Castelli dove sopravvive ancora il bosco originario formato in
prevalenza da lecci. Un attacco ad uno dei luoghi più belli del Parco
Regionale dei Castelli Romani. A questa catastrofe è preceduto un periodo
di caldo eccezionale con temperature altissime e prolungate nel tempo (da
giugno ad agosto) e, contemporaneamente, una mancanza assoluta di
precipitazioni. Questa situazione ha sicuramente messo a dura prova la
sopravvivenza della fauna locale che, decimata dagli incendi dolosi, sarà
definitivamente colpita dalla stagione venatoria.
La tutela del patrimonio boschivo e degli animali che vi abitano,
dovrebbe essere uno degli obiettivi primari per la conservazione
dell’ambiente in cui viviamo.
Bisogna dunque bloccare tutti gli interessi economici legati agli incendi
boschivi premiando, al contrario, i territori ove essi non avvengono ed
evitare lo spreco di denaro pubblico per foraggiare assurde opere
faraoniche o che incoraggino ulteriori incendi dolosi ed operazioni
speculative ad essi collegati. Inoltre, un opportuno rinvio
dell’apertura della caccia sarebbe il minimo segnale da aspettarsi da
una Amministrazione attenta e sensibile ai problemi dell’Ambiente.
provincia
di roma
Finalmente
… la Provincia
(Bruno Valentini) - È stata approvata, venerdì 1 agosto,
la variazione di bilancio per 22 milioni di euro che pone al centro della
manovra la persona, le politiche sociali, l’edilizia scolastica e le
politiche giovanili nonché il rilancio dell’economia di Roma e
Provincia, evidenziando la volontà della Giunta a mettere in campo tutte
le fonti di tutela e sostegno per chi si trova in difficoltà, recuperando
contemporaneamente la funzionalità stessa dell’Amministrazione.
Entrando nel merito, si evidenziano gli stanziamenti per euro 1.200.000 a
sostegno della edilizia scolastica; euro 2.050.000 per la viabilità,
mirati a garantire la prossima ripresa dell’attività scolastica e
lavorativa; euro 1.250.000 per la formazione di 400 giovani diplomati e
laureati presso aziende pubbliche e private, con la formula degli stage
retribuiti con euro 500 pro capite, finalizzata all’ingresso nel mondo
del lavoro; euro 4.600.000 di investimenti per la valorizzazione e
riqualificazione del personale; euro 90.000 per interventi a sostegno
della lotta all’usura e tutela del consumatore; euro 250.000 per le
politiche del lavoro e qualità della vita; euro 1.000.000 accantonati per
la cultura e euro 750.000 per l’apertura e il funzionamento della prima
biblioteca per i servizi sociali, importante strumento per i Comuni,
Docenti e Operatori Sanitari; euro 1.200.000 sono destinati ai servizi di
tele assistenza per i minori, anziani e malati psichici nonché un
importante impegno di spesa pari a euro 1.300.000 sono destinati al
trasporto in tutta la Provincia dei disabili . Ulteriori
euro 3.800.000 sono destinati al fondo di riserva.
Questo in sintesi l’assestamento di bilancio proposto dalla mini
manovra della nuova Giunta del Presidente Gasbarra, che caratterizza
l’inizio di un nuovo percorso politico-amministrativo. |