Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

Sommario anno XII numero 10 - ottobre 2003

 I NOSTRI PAESI - pagina 14

monte compatri
Sulle Biblioteche

(La redazione) - Il 26 settembre, il Consigliere Delegato alla Cultura Claudio Lavagnini ed il Sindaco Franco Monti hanno presenziato la manifestazione di inaugurazione della Biblioteca Comunale presso la sua sede nel Palazzo Annibaldeschi. Davanti ad un folto e attento pubblico, sono intervenuti, oltre al Sindaco e al Delegato alla Cultura, Pino Valicenti, Presidente del Consorzio Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani di cui la nuova biblioteca fa parte insieme ad altre 15 di altrettanti paesi dei Castelli Romani, Diego Cesaroni, Direttore del Consorzio, Bruno Astorre, Consigliere regionale, ed il nostro Direttore di Redazione, Armando Guidoni.
La Biblioteca è già operativa ed è gestita da Valentina Rovacchi e Rosa Maria Cascella. Alla fine degli interventi, un invitante rinfresco ha dato lo spunto per lo scambio di informazioni e di impressioni fra i convenuti.
Riportiamo l’intervento del nostro amico e collega Armando Guidoni.


(Armando Guidoni) - Anticamente, la parola sentimento aveva un significato differente da quello odierno. Per Leonardo da Vinci i muscoli ricevevano il sentimento dai nervi. Leopardi, all’inizio dell’Ottocento, definiva sentimenti principali la facoltà del vedere e dell’udire. Erano quindi considerati sentimenti quelli che noi definiamo sensi ossia la capacità di percepire sensazioni fisiche. Successivamente, nel corso della storia dell’uomo, il sentimento divenne anche la capacità di intendere, la capacità di comprendere i ragionamenti degli altri uomini attraverso segni o simboli. Oggi, con questa parola si trasmettono significati con sfumature diverse. Il sentire non è più solamente una percezione fisica, ma è un processo interno che esprime anche uno stato d’animo, un’emozione. Chiamiamo, quindi, sentimenti: l’amore, la tristezza, l’ira, l’amicizia, la nostalgia… Questi processi interni sono poi da noi manifestati, attraverso azioni verso l’esterno, con un’ulteriore serie di processi, che chiamiamo comunicazione, rivolti all’ambiente ma, in particolare, agli altri uomini. La comunicazione, infatti, indica l’azione di mettere in comune, rendere comune un oggetto, ma anche un pensiero, un’idea che viene trasmessa, diffusa, attraverso gestualità, segni convenzionali o simboli, con la voce o con la parola scritta, usando l’immensa capacità della mente la quale, con il pensiero, può abbracciare e contenere l’immensità stessa dell’esistenza e dell’universo. A tal fine l’uomo, che tenta continuamente di governare se stesso e il mondo che lo circonda, ha prodotto anche la propria capacità di scrivere (cioè di “tracciare segni con lo stilo”, penna appuntita che si usava o con l’inchiostro o per graffiare la cera spalmata sulle tavolette).
La scrittura dell’uomo ha prodotto, nel corso della sua storia, una quantità innumerevole di libri il cui contenuto è stato raccolto da altri uomini mediante la lettura dei segni della scrittura e la loro comprensione. La comunicazione dell’idea o del pensiero originario avviene, infatti, solo se l’informazione, di qualunque tipo, è interpretata e compresa “non fa scienza, sanza lo ritenere avere inteso” (Dante ).
L’azione del leggere, da sempre, è stata legata alla cultura in senso classico, cioè la cultura del libro, che ha avuto il merito di funzionare da tramite per il trasferimento della cultura stessa. E qui siamo giunti al punto in questione: il libro e le biblioteche. L’importanza dei libri nella storia dell’uomo è testimoniata dalla nascita delle biblioteche, raccolte di libri o manoscritti allo scopo di conservarli e di facilitarne la consultazione e lo studio. Il fine era, certamente, quello di trasmettere alle generazioni successive il complesso di conoscenze, saperi e tradizioni che ogni popolo ritiene fondamentali. Infatti, nella mentalità corrente, una persona si considera colta se nel corso della propria vita ha letto tanti libri trasferendo dentro di sé quanto altri vi avevano depositato.
Nell’ultimo numero di Controluce, il nostro amico e collaboratore Renato Vernini ha pubblicato una sua elaborazione riguardante la Biblioteca di Filosofia Italiana che ha sede anch’essa in questo palazzo (al piano superiore). L’articolazione del pezzo era organizzata su linee generali e partiva da questa domanda: «È ancora valida questa definizione?: “La biblioteca è il posto nel quale si conservano i libri e si mettono gli stessi a disposizione dei lettori”. Ritengo sostanzialmente di no. - risponde Renato alla sua domanda - I motivi sono molti e si riconducono alla diversa organizzazione del sapere, alle mutate condizioni sociali almeno nel mondo occidentale ed all’avvento di internet». Certamente, se si parte da una domanda di per sé riduttiva non si può che giungere ad una conclusione anch’essa riduttiva!
È vero, come dice Renato, che «Molte biblioteche ancora oggi conservano manoscritti, incunaboli, stampe rare e preziose» e che « Questa ultima funzione delle biblioteche è senz’altro rimasta inalterata». Ed è vero anche che «È sparita l’utilità di conservare in biblioteca una serie di altri documenti. Pensiamo alle raccolte legislative, ai repertori di qualsiasi materia, alle enciclopedie, agli annuari, agli almanacchi…». Il mondo dell’informazione, infatti, utilizza sempre più spesso, nel lavoro quotidiano, computer e strumenti informatici. Per la ricerca su raccolte, enciclopedie, annuari, ecc. è allora molto più rapido e sicuro usare testi conservati su supporti magnetici o ottici in formato elettronico, facilmente aggiornabili e trasportabili, sui quali si possono fare ricerche veloci di termini, o analisi lessicologiche e statistiche. Non solo. Il mondo della telematica ha aperto nuovi orizzonti allo scambio di informazione a livello globale. A grandi distanze si possono raccogliere documenti o interi libri e riprodurli sui nostri supporti. Ma fra libri rari, manoscritti, incunaboli, da un lato, e raccolte legislative, repertori, enciclopedie, dall’altro, c’è anche il buon vecchio libro su carta.  Non è vero che il libro sia superato, che si tratti di una specie in via di estinzione. È certamente vero che negli ultimi anni, in tutto il mondo, è iniziato un lavoro di trasferimento su supporto informatico di testi ed opere che costituiscono parte essenziale del patrimonio culturale dell’umanità, ma ciò non sta a significare che questo lavoro tende alla sostituzione dei libri, bensì al loro sostegno. Nella maggior parte dei casi, infatti, il testo elettronico non può sostituire il libro. Chi penserebbe seriamente di leggere la Divina Commedia o I Miserabili davanti al monitor del proprio computer? Si può dire, però, che colui che sta leggendo un libro, e vuole affiancare alla sua lettura una serie di altre operazioni e indagini sul testo, troverà prezioso l’ausilio del testo elettronico. Neanche pensare, inoltre, di dover passare ore ed ore a stampare faticosamente sulla propria deskjet, consumando carta e costose cartucce di inchiostro e ottenendo un prodotto di scomodo formato e di scarsa qualità, un libro che potrebbe trovare nella vicina e amica Biblioteca Comunale, un luogo aperto a tutti coloro che vogliono conoscere o approfondire i temi della cultura.
Una moderna biblioteca decentrata, e questa biblioteca comunale così si può considerare, ha una specifica funzione di offrire ai cittadini, e ai ragazzi in particolare, un punto di lettura e di prestito specializzato. Non è indispensabile che nel suo interno ci sia catalogato un numero elevatissimo di opere, sia perché esiste il collegamento con le altre biblioteche del Consorzio (con la disponibilità di circa 280.000 volumi), sia perché un sistema bibliotecario comunale oggigiorno può raggiungere egualmente livelli eccelsi di efficienza se riesce a svolgere funzioni culturali integrative. Ad esempio, potrebbe assumersi anche il compito di organizzare progetti di promozione alla lettura specifici per gli alunni delle medie inferiori, elementari e anche per quelli delle scuole materne, al fine di favorire la crescita della lettura di base. Grazie a queste iniziative, il pubblico dei giovani lettori avrebbe modo di conoscere da vicino alcuni (non è importante il numero) tra i più importanti scrittori italiani.
E ancora, la biblioteca comunale potrebbe valorizzare le proprie collezioni con idonei strumenti di diffusione e con la promozione di adeguate manifestazioni pubbliche.
In ultima analisi, insomma, la biblioteca comunale potrebbe diventare un polo di aggregazione culturale.

ciampino
Mostra personale di Omar Galliani
(Gloria D’Alesio) - Finalmente a Roma dopo alcuni anni di assenza, Omar Galliani, affermato artista del panorama artistico nazionale e internazionale, presenta presso la d’AC, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea,  in v.le del Lavoro 53, una mostra personale che segna la riapertura della stagione espositiva 2003/2004.
L’artista, elegante e sofisticato, ha realizzato per questa occasione nove grandi disegni su tavola (2 m X 3 m).
Le opere compongono un ciclo completo nel quale l’artista propone una suggestiva ipotesi riguardo alla nascita della vita sulla terra che sarebbe da attribuire allo scontro casuale tra  una stella  e il pianeta.
Il titolo infatti Desiderata dal latino de-sidera, dalle stelle, appunto, è un sottile gioco di parole che si aggiunge alla poesia e al fascino contenuto nelle opere.
Omar Galliani espone, inoltre, una serie inedita di disegni che la d’AC ospiterà in una nuova area espositiva per l’occasione messa a disposizione dal Comune di Ciampino.
La mostra si svolgerà dal dal 19 Ottobre al 27 Novembre ed è a cura della prof.ssa Tiziana D’Acchille, Direzione della prof.ssa Licinia Mirabelli.
Catalogo in galleria. Ingresso libero.

genazzano
Memorie di un moderno cantastorie
(Cristina Stillitano) - La settima edizione di Stradarolo, festival internazionale di arte su strada, si apre con lo spettacolo di Ascanio Celestini. “Fabbrica” è la storia di 50 anni di vita operaia, un carosello spassoso di figure epiche e popolari, la voce di un’Italia semplice e forte che non è abituata a parlare e, soprattutto, ad essere ascoltata. Fabbrica è il luogo mitico delle tre età dei giganti, degli aristocratici e dei deformi. Un tempo gli operai erano colossi alti 20 metri fatti di acciaio, ferro e ghisa. Poi vennero gli specializzati, che sapevano fare un “capolavoro”: anarchici, socialisti, erano così indispensabili alla produzione, che neppure il fascismo poteva licenziarli. Oggi restano gli storpi, quelli che - assieme all’anima - hanno lasciato anche un braccio o una gamba. Gli intoccabili, con “l’assunzione di ferro”, sono i reduci di una fabbrica che non ha più bisogno di operai.
La vicenda di Fausto, capoforno, e della sua famiglia, si snoda misera e allegra attraverso lotte e trasformazioni, dagli scioperi giolittiani alla dominazione fascista, alle contestazioni contro l’adesione italiana alla Nato nel secondo dopoguerra. Gli amori si intrecciano alle tragedie, la vita si perpetua beffarda e solenne, a legare vivi e morti in un unico destino di segreti e silenzi.
Celestini ci racconta, dopo lo spettacolo, di aver girato a lungo l’Italia a raccogliere e registrare le testimonianze di operai e minatori (Piaggio di Pontedera, miniere del Monte Amiata, cave di Santarcangelo e altri). E’ necessario, ci spiega con passione, per niente stanco dopo averci incantato per un’ora e mezza con le storie serrate dei suoi personaggi, che qualcuno raccolga la memoria.
La memoria è tutto. E’ la forza che rende comprensibili le nostre esperienze e ci consente di non ripetere gli stessi errori. La memoria rende coscienti e uniti. La memoria aiuta anche a non sentire la solitudine. Oggi sono gli operai a cercarlo per affidargli frammenti di ricordi, paure, esistenze. Lui li accoglie e ricompone, ne fa racconto umano ironico e coraggioso.
La storia quotidiana, isolata e sconosciuta, acquista finalmente un senso e una voce.

rocca priora

Laurea
È con sommo piacere che abbiamo appreso della brillante laurea in tecniche di radiologia medica, immagine e radioterapia del cittadino rocchigiano Franco Ruggeri, 46 anni, già dipendente dell’ospedale s. Giovanni  Addolorata di Roma. La laurea è stata conseguita presso l’Università La Sapienza di Roma, alla facoltà di medicina e chirurgia con 110 e lode. A Franco tanti affettuosi auguri dalla Redazione e da tutti i suoi concittadini.

 I NOSTRI PAESI - pagina 14

Sommario anno XII numero 10 - ottobre 2003