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Sommario anno XII numero 10 - ottobre 2003

 ATTUALITÀ E COSTUME

Curiosità sul caffè e sui Caffè
(Silvia Cutuli) - “Più lo mandi giù, più ti tira su” recita uno slogan pubblicitario, esaltando i poteri di questa miscela calda, nera, pura. Caffè, niente di più, e pensare che questa bevanda, entrata nella nostra quotidianità, fu al centro di accesi dibattiti religiosi prima di imporsi, affascinando artisti e uomini d’affari. Navigatori e mercanti nel 1640, diffusero a Venezia la notizia dell’apertura di locali dedicati alla degustazione di caffè, già al Cairo sul finire del secolo XVI, quindi in Siria e a Costantinopoli. Marsiglia, Vienna, Parigi, Londra e Lisbona ne seguirono l’esempio. In Italia vennero inaugurati il Caffè Pedrocchi di Padova, il Campari a Milano, Il Caffè Greco a Roma, il Gambrinus a Napoli. Pietro Verri esaltò le proprietà della tazzina di caffè: “ravviva le attività intellettuali con la sua virtù risvegliativa degli spiriti animati”, affermò. Forse proprio per questo particolare potere della bevanda, i Caffè divennero punto di ritrovo per politici, letterati, uomini d’affari. Il Caffè Florian di Venezia annovera tra i frequentatori i Gozzi, Byron, Rousseau, Canova, Pellico. Sembra che Voltaire  gustasse circa cinquanta tazzine di caffè al giorno, seduto al tavolo del Procope parigino. A Roma Goethe, Baudelaire, Leopardi, Keats si intrattenevano al Caffè Greco in Via Condotti.

Con la Belle Epoque, il Caffè si fa spettacolo: nascono i “Caffè Chantant”. Il primo si inaugura a Parigi nel 1750, vi si avvicendano cantanti e attori, specializzati in un genere ora comico, ora grottesco, satirico e sentimentale. Trionfano le folies, tra tavoli e tazzine si ballano il can can e il tango. Artisti di grande fama, del calibro di Vincent Van Gogh, George Braques, Cezanne e Modigliani, prendono a decorare tali locali. Il Caffè Chantant decade negli anni che seguono la prima guerra mondiale a favore di altri generi di spettacolo, si trasforma in cinematografo, arrivando a confondersi con il genere della rivista.
“I caffè sono anche manifatture dello spirito, sia buone che cattive” si scrisse nell’Enciclopedia in pieno illuminismo, forse può servire per recuperare il fascino di questa miscela, cuccagna del nuovo mondo.

 ATTUALITÀ E COSTUME

Sommario anno XII numero 10 - ottobre 2003