Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

Sommario anno XII numero 10 - ottobre 2003

 STORIA

Piccola storia della moneta: Nella Roma antica          (seconda puntata)
(Pietro Frangini) - Anche nella preistoria italica il commercio iniziò con il sistema del baratto tra beni essenziali Asse bronzeo moneta base del primo sistema monetario romanoallargato via via a generi complementari e integrato alla fine con utensili di metallo.
Poi all’inizio del primo millennio a. C. la penetrazione culturale greca fece progredire tutto il sistema alla fase pre-monetaria nella quale assunse basilare importanza il bronzo fuso in pezzi di forma e grandezza variabile che al momento della transazione veniva pesato a mano o con bilance e che era considerato un bene materiale importante e strategico accettato da tutti.
I primi pezzi anonimi di bronzo si chiamarono Aes rude poi i pezzi  cominciarono a portare i segni di riconoscimento della fonderia e si ebbe l’Aes signatum .
I metalli trattati furono, oltre al rame e al bronzo, anche l’oro e l’argento seppure in minor misura.
Questa era la situazione degli scambi commerciali nella penisola italica quando nell’Ottavo secolo a.C., presso l’importante mercato esAureo di Otone in oroistente sulla riva sinistra del Tevere vicino all’isola Tiberina, si formò e si affermò la città di Roma.
Il mercato latino sul  Tevere era frequentato da Sabini, Etruschi, Sardi, Greci e Fenici che ben presto fecero conoscere le loro monete che incominciarono a essere usate nello scambio e nella tesaurizazzione privata. I romani ebbero così modo di apprezzare l’utilità della monetazione e il suo grande potenziale economico e politico e perciò nel quarto secolo a. C. si decisero ad avviare una propria emissione di pezzi regolari e rotondi di bronzo fabbricati su iniziativa e responsabilità statale e recanti, sul dritto e sul rovescio, i segni di riconoscimento della fonderia pubblica e del valore di scambio ossia con tutti i requisiti essenziali della moneta.
I tondelli metallici vennero stampati in pezzature diverse ma di peso e forma costante e coordinata tra loro e costituirono il primo sistema monetario romano:

metallo           tipo monetario           valore                  peso

bronzo             Asse                            1 Libbra               gr. 327,45
                      Semisse                      ½   di Asse
                      Triente                         1/3  di Asse
                      Quadrante                    ¼   di Asse
                      Sestante                      1/6  di Asse
                      Oncia                           1/12 di Asse

Le prime produzioni avvennero a Roma mediante fusione nella fonderia ubicata sul Campidoglio presso il tempio di Giunone Moneta (Giunone ammonitrice) e da qui derivò il termine generico di bronzo moneta  e successivamente di moneta.
Questo sistema monetario rimase invariato solo per poco tempo; le monete erano troppo ingombranti e pesanti (Aes grave) e dopo poche decine  di anni fu deciso di alleggerirle riducendole a  1/6 del peso iniziale.
Nel 217 a.C. poi, durante la seconda guerra punica, con la legge Flaminia si effettuò un altro alleggerimento dimezzando il peso delle varie pezzature cosicché un Asse venne portato a un’oncia e infine, nell’anno 89 a. C. con la legge Papiria si procedette ad un ulteriore dimezzamento portando un Asse a mezza oncia.
I vari allSesterzio di Tito in Oricalcoeggerimenti nel peso del metallo non toccarono però il potere nominale di scambio che rimase invariato e così il valore reale delle monete si fece minimo rispetto a quello nominale avviandosi in pratica ad acquistare soprattutto un valore convenzionale o legale attribuito in forza di legge; questo fu il primo clamoroso esempio di svalutazione monetaria che si sarebbe ripetuto poi molte altre volte nel corso della storia.
Il sistema basato sul bronzo andava bene per uso interno ma era inadatto al commercio con l’oriente e la Magna Grecia dove occorreva moneta di valore intrinseco reale ed allora Roma si decise a coniare monete in argento somiglianti alla Dramma greca e poi, nel 269 a.C. iniziò una monetazione argentea propria basandola sul Denario (Denarius):
1 Denaro equivaleva a 2 Quinari oppure a 4 Sesterzi oppure a 10 Assi.
Saltuariamente vennero anche effettuate coniazioni in oro.
L’uso della moneta ridusse progressivamente il baratto fino a farlo pressoché scomparire e contribuì fortemente allo sviluppo della città, della economia e della potenza romana.
Il sistema monetario seguitò a modificarsi. Le monete cambiarono spesso di valore, di peso e di conio per adeguarsi via via alle mode e alle esigenze del commercio nonché alla disponibilità di metallo. Della produzione vennero incaricati i magistrati monetari che usarono riportare sulle facce dei tondelli i simboli e le gesta della Gens alla quale appartenevano facendoli diventare importanti veicoli di propaganda della quale approfittarono poi le grandi personalità politiche come Silla, Cesare, M.Antonio, Ottaviano e tutti quanti gli imperatori.
Con la monetazione si diffusero varie truffe: si fabbricarono coni falsi per produrre monete in metallo prezioso nelle quali veniva usata lega di basso valore, si rivestirono monete di rame con lamine d’oro o d’argento e si imparò anche a limare o tosare le monete diminuendone il peso; per impedire quest’ultima truffa si incominciarono a produrre pezzi metallici con bordo dentellato.
La grande espansione di Roma portò alla creazione di molte e lontane zecche adibite alla coniazione che inesorabilmente variarono le caratteristiche monetarie determinando incertezze e difficoltà commerciali e provocando la comparsa di operatori specializzati, gli argentieri, che funzionarono come banchieri ante litteram effettuando il cambio delle monete e fornendo il credito a tasso legale e talvolta anche a tasso di usura. Per frenare la pratica dell’usura, assai diffusa, nell’anno 357 a. C. con la legge Menenia venne stabilito un interesse massimo annuo dell’otto per cento.
Dalla categoria degli argentieri emersero in seguito finanzieri potenti che molto influirono sulle vicende sociali e politiche di Roma.
Ottaviano Augusto nel 23 a.C. riordinò il sistema monetario anche per farlo corrispondere alla vastità e alla ricchezza dell’impero fondandolo sull’oro e sull’argento e cercando di riportare il valore intrinseco delle monete vicino al loro valore nominale:

metallo    tipo monetario       valore                           peso        val. appr. £ A. 2000

Oro           Aureo                  25 Denari e 100 Sesterzi     gr. 7,80        300.000
               Quinario               ½ Aureo                                3,89        150.000
Argento     Denario                                                            3,90          12.000
               Quinario               ½ Denario                             1,95           6.000
Bronzo      Sesterzio             ¼ Denario uguale 4 Assi      “  27,00          3.000
               Dupondio              2 Assi                                  13,65          1.500
               Asse                                                             “ 10,90              800 
               Quadrante             ¼ Asse                                3,24               200

Con l’avvento dell’impero le monete, oltre che mezzo di scambio della ricchezza, furono utilizzate come importante mezzo di persuasione politica per diffondere l’immagine dell’imperatore e per esaltarne le virtù (maestà, potenza, conquiste, realizzazioni etc.) con figure e scritte impresse sulle facciate e per questo sono in seguito diventate preziosi e originali documenti storici.
Il sistema riformato da Augusto, pur mostrandosi valido e razionale, subì molte modifiche con Nerone e Traiano e correzioni più profonde con Marco Aurelio e Aureliano che esclusero l’argento e il bronzo sostituendoli con una nuova moneta, l’Antonianus, prodotta in lega metallica  scadente detta billone mentre con Diocleziano venne reintrodotto l’argento (Argenteus) e il bronzo (Follis).
A partire dal III secolo in poi l’economia e la politica romane incontrarono molti eventi negativi: diminuzione delle nascite, riduzione del ceto medio, aumento delle spese imperiali e soprattutto militari, crisi sociali e religiose. Tutto questo fece sentire il suo peso portando svalutazione e inflazione dei prezzi con conseguente scomparsa delle monete in metallo pregiato; si cercò rimedio aumentando la produzione dell’oro e imponendo il blocco dei prezzi come fece Diocleziano ma inutilmente perché le monete persero inesorabilmente gran parte del loro valore reale conservando solo quello nominale stabilito dalla legge.
Crisi monetaria e crisi delle istituzioni statali si alternarono in un gioco continuo di cause e di effetti che avrebbe portato infine alla decadenza generale.
L’imperatore Costantino cercò, agli inizi del III secolo, di riorganizzare il sistema monetario dando maggiore importanza all’oro con una prestigiosa moneta il Solido (Solidus):

Metallo          Tipo monetario           valore                           peso

Oro                 Solido                            1/72 di Libbra              gr. 4,55
                      Semisse                        ½ Solido
                      Tremisse                       1/3 Solido
Argento          Siliqua                            1/24 Solido                 gr. 2,27
Bronzo            Follis                                                              gr. 2,70

La monetazione di Costantino ebbe successo per quanto riguardò i tipi aurei; la coniazione del Solido si prolungò a Roma fino al V secolo e si protrasse molto nell’oriente bizantino dove servì da modello anche per altre monete pregiate come il Dirham arabo. A sua volta anche il Tremisse in oro venne coniato a lungo dai Goti, dai Longobardi, dai Franchi, dal Papato e poi dai Normanni.
Le monete in argento e in bronzo di Costantino degenerarono invece in pezzi sempre più piccoli e leggeri arrivando infine nel V secolo a valori minimi.
Al tempo delle invasioni barbariche la scarsa coniazione dovuta a mancanza di metallo e di organizzazione determinò in Italia un notevole vuoto monetario che andò ad aggiungersi al vuoto politico ed economico generale.
 Come abbiamo sommariamente riassunto la storia della monetazione è stata lunga, complessa e assai variabile ed ha camminato di pari passo con la storia della potenza e della economia di Roma. I molti scavi archeologici hanno portato al rinvenimento di notevoli quantità di monete in bronzo, in argento e in oro permettendone una buona conoscenza. Lo studio delle monete romane è un capitolo fondamentale della moderna numismatica.

 STORIA

Sommario anno XII numero 10 - ottobre 2003