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Sommario anno XII numero 11 - novembre 2003

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Brigate Rosse e dinosauri
(Vincenzo Andraous - tutor della Comunità “Casa del Giovane” - Pavia)
Da giorni le televisioni ed i quotidiani ci inondano di immagini, di notizie, ci informano degli avvenuti arresti e della soluzione dei casi D’Antona e Biagi.
Le Brigate Rosse sono nuovamente pancia a terra, le prime linee al gabbio, le bocche di fuoco finalmente spente. Ma di quali Brigate Rosse si tratta? Di quelle di ieri? Provengono dallo stesso retroterra, da quel retaggio, soprattutto le motivazioni sono quelle di allora? Di quali terroristi dobbiamo avere timore? Di quelli che premono il grilletto in nome di una giustizia proletaria oramai sconosciuta persino ai più vecchi e incalliti rivoluzionari?
Di che uomini stiamo discutendo: “degli uomini delle Brigate Rosse” così chiamati tempo addietro da un Uomo accostato ad una mitica finestra?
Qualcuno può pensare che ci sia una interazione tra quella guerra da poco conclusa e una reinterpretazione a misura del nostro tempo.
Qualcuno potrebbe osare questa rilettura dei recenti fatti, ma ritengo sia destinato al fallimento se non all’esilio della ragione già prossima.
Ciò che ha attraversato il nostro paese per un decennio sotto l’egida della stella a cinque punte, non è stata un’azione che può definirsi duratura, essa non ha concepito modi significativi da consegnare alla nostra coscienza, idealità o sentimenti profondi per trovare o ritrovare un senso tra noi e il mondo o di Dio che fa giustizia delle parole spese male.
Rimembranza che non muore per impavidi alienati.
Oggi è gia futuro, ma queste domande divengono pressanti per la necessità di non essere replicanti di noi stessi, evitando di sostenere spiegazioni superate da un’attualità non più riconducibile a contesti passati… o meglio trapassati.
Ho conosciuto le BR del gruppo storico, dei comitati di campo, quelli dei pollici mostrati in alto e quelli dagli occhi bassi nascosti, le ho conosciute al tempo dello scontro “ duro e puro”.
Gli anni di piombo sono trascorsi come un uragano e in tanti non ci siamo accorti di una intera generazione che andava al macero, stessa cosa per i tanti morti mal riposti, impolverati, nelle pagine di un libro dapprima disperso, poi ritrovato e infine dimenticato; quale è la vita.
Ma nonostante la tragedia di una eredità che peserà secoli a venire, quelle Brigate Rosse erano comunque frutto di una società protestataria e contestataria, nata sui libri di storia, dove ogni pagina è stata sfogliata aggredendola con slogans scambiati per ideali irrinunciabili. Esse si abbeveravano dentro un’identità di società in rivolta, la quale sebbene implodente, non correva il pericolo di salti nel vuoto alle spalle, poiché è parente prossima di una storia tristemente conosciuta.
Quelle colonne di uomini in armi, si passavano i messaggi nelle bocche degli studenti, degli operai, delle casalinghe, così come delle prostitute e dei malavitosi.
Erano parte di una brutta storia, ci stavano dentro al grido “colpire al cuore dello stato”, nell’azione di proselitismo di piazza, raggruppati nelle galere polveriera, ammassati nelle celle e accomunati dalle grida silenziose, ben allineati alle sbarre delle finestre, devastati nelle rivolte a perdere, illusoriamente-beceramente liberi nei tanti ergastoli a seppellire colpe e rimpianti.
Sotto il peso delle pallottole che fan paura, bisogna forse prendere atto, e limitarci a pensare: amaramente uccidevano e maledettamente morivano ieri……………….. proprio come fanno adesso?
Discernere di ciò con una sorta di venerazione religiosa per istanze di terrore e di sofferenza non è solamente arbitrario, è da irresponsabili.
Proprio in questo momento difficile ci viene in aiuto la forza della memoria, compagna di viaggio attraverso cui è possibile decifrare l’atteggiamento sclerotizzato di qualche unità decentrata dalle aree protette della ragione, le quali senza più visione della realtà vera, non s’accorgono che non c’è una sola classe di studenti, una sola catena di montaggio di operai, un solo nucleo famigliare giovane o anziano, un solo Dio eretto a delirio di potenza, ad affiancarne la disturbante rappresentazione; lucida nel prendere la mira, ma ancora più folle “dell’altro ieri” nell’assaporare gli applausi… completamente assenti.

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Sommario anno XII numero 11 - novembre 2003