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Sommario anno XII numero 11 - novembre 2003

 I NOSTRI PAESI - pagina 4

frascati
I miei giorni a Baghdad
(Giordano Criola) - “I miei giorni a Baghdad”. È questo il titolo dell’ultima fatica letteraria di Lilli Gruber, nota giornalista televisiva. Come si evince facilmente dal titolo il libro narra le vicende, le sensazioni e le esperienze dell’inviata del TG1 in Iraq durante il recente conflitto. L’11 ottobre l’associazione “Nessun luogo è lontano” onlus ha organizzato a Frascati un incontro, invitando la Gruber per la presentazione del libro. L’aula consiliare del comune, molto gremita, ha visto presenti anche sindaci, assessori e consiglieri di quasi tutti i paesi dei Castelli.
Più o meno tutti ricorderanno i suoi resoconti giornalieri per conto della RAI da una città che ogni giorno veniva sempre più stretta nella morsa anglo-americana fino alla caduta e alla fuga (?) del dittatore Saddam Hussein.
L’argomento dell’incontro era comunque la promozione del libro, quindi ci si sarebbe potuto aspettare una sterile (dal punto di vista intellettuale) sviolinata sui pregi del libro e dell’autrice. Al contrario invece la serata è stata animata e ricca di temi, grazie anche alla partecipazione di illustri personaggi del mondo del giornalismo e della politica. Erano infatti presenti Paolo Gambescia, direttore de “Il Messaggero”, Siegmund Ginzberg, giornalista dell’“Unità”, e il neo senatore Luigi Zanda, Coordinatore della serata era Domenico Rosati, editorialista ed ex parlamentare, che ha dato inizio al dibattito ponendo l’accento su alcune importanti questioni: innanzitutto la pericolosità della cosiddetta “guerra preventiva” e poi il mancato rispetto da parte statunitense delle decisioni dell’ONU.
All’arrivo di Lilli Gruber, un po’ in ritardo a causa del traffico (così si è scusata), l’attenzione si è ovviamente catalizzata su di lei, anche se il direttore Gambescia ha tentato di “rubarle la scena” monopolizzando per alcuni minuti il dibattito. Gambescia ha avuto però il merito di porre un importante interrogativo sul mestiere di giornalista, in particolare riferendosi al fatto che alle volte la rincorsa allo scoop giustifichi il calpestamento dei principi etici.
Mentre il discorso si avviava un po’ troppo verso il filosofico ci ha pensato Ginzberg a rimettere in carreggiata il dibattito chiedendo alla Gruber cosa ci potesse essere di interessante e nuovo nel libro che non ci avesse già raccontato in tv. Lilli “la rossa” ha quindi finalmente preso la parola ed ha spiegato che durante i servizi al TG1 il suo dovere era quello di riportare i fatti, la cronaca pura e semplice, di quanto avveniva in Iraq. Nel libro ha invece potuto esprimere i suoi pensieri, le sue perplessità sulla necessità di questa guerra e rivelare fatti e notizie emerse solo in un secondo tempo.
Il senatore Zanda ha invece puntato il dito contro la RAI svelando un retroscena che non tutti conoscevano e che, per sua stessa ammissione, ha fatto infuriare la Gruber. La giornalista ha infatti raccontato che il giorno in cui gli americani arrivarono vicino Baghdad e cominciarono il primo vero bombardamento sulla capitale in Italia erano circa le 19:40.
Lei ed il suo staff non appena avvertirono il suono delle sirene corsero al videotelefono per trasmettere in diretta le prime immagini dei bombardamenti. Dopo una difficoltosa riuscita di collegamento con l’Italia l’inviata chiese la linea alla rete per un’edizione straordinaria ma per tutta risposta si sentì dire che in quel momento in onda c’era il programma di Amadeus e non poteva essere interrotto.
La Gruber non ha voluto però soffermarsi troppo su questi fatti andando così ad approfondire alcuni temi toccati nel libro. In particolare “la rossa” ha espresso numerose perplessità sul piano post-bellico degli USA, che sembra essere praticamente inesistente (per stessa ammissione di Rumsfeld).
In conclusione la serata è stata piacevole e stimolante e, oltre a presentarci una Lilli Gruber simpatica e disponibile, ci ha permesso anche di riflettere sull’attuale situazione in Iraq, un paese liberato ma non ancora libero.

albano
Cosa manca nella gestione dei problemi ambientali
(Luca Ceccarelli) - L’amministrazione del comune di Albano Laziale ha chiesto, e ottenuto, dalla Regione Lazio la possibilità di pompare acqua da due pozzi del Lago di Nemi (il pozzo numero 7 e numero 10, per l’esattezza) per ovviare alle carenze idriche del suo comune. La conferma di questo provvedimento è venuta a chi scrive dalla lettura a Nemi il giorno 10 ottobre ultimo scorso, in una bacheca dedicata agli avvisi pubblici, della copia della richiesta con tanto di numero di protocollo, della risposta positiva della Regione, e della richiesta di convocazione da parte del sindaco di Albano della conferenza dei sindaci dei Castelli Romani nell’agosto scorso per discutere dei problemi dell’approvvigionamento idrico. Non si capisce bene perché qualcuno, vicino alla maggioranza che governa il comune di Nemi, abbia voluto presentare questi prelievi come opere di ordinaria manutenzione. Che le carenze nell’approvviggionamento idrico costituiscano un problema assai serio è innegabile, come è innegabile che i cittadini di un dato comune che quando vogliono farsi la doccia e lavare i loro piatti non trovano l’acqua nei rubinetti sono subito portati a prendersela con il sindaco. Perché escludere, pertanto, la possibilità che per un periodo limitato di tempo si possa ricorrere ai pozzi dei laghi? Resta il fatto che se il prelievo di acqua da un lago di origine vulcanica come quello di Nemi viene portato avanti in permanenza, il livello dello specchio d’acqua tenderà a scendere, e l’habitat naturale ne risentirà in modo pesante.
Il fatto è che se la salvaguardia del patrimonio ambientale viene ridotta ad un problema di pura e semplice utilità, sarà impossibile sviluppare una pratica  feconda di salvaguardia ambientale, e si confermerà la tendenza, in atto nell’area dei Castelli Romani e non solo, per cui l’ambientalismo, pur vincendo numerose battaglie, continua ad essere perdente su un piano generale. I problemi di un ecosistema locale non sono mai problemi esclusivamente locali, ma globali. La perdita di livello del Lago Albano e del Lago di Nemi con i relativi danni alla flora e alla fauna non sono esclusivamente un problema di chi abita queste terre, ma di tutta la comunità umana, a livello mondiale. Non diversamente da quanto avviene per la distruzione della foresta amazzonica e delle foreste boreali. E questo è un principio che non viene intaccato dalla consapevolezza che queste ultime sono determinanti per il clima mondiale in modo non paragonabile ai boschi dei Colli Albani e Tuscolani. A questo proposito, c’è da chiedersi se non ci sia bisogno di riscoprire la “sacralità” della natura e del suo patrimonio. Riscoprire che un lago, un bosco, sono sacri perché ad essi dobbiamo la vita. Come ben sapevano gli antichi, che non a caso collocavano nei boschi, tra i fiumi e le sorgenti le ninfe. E collocarono sul Lago di Nemi il tempio di Diana Nemorensis, che più di ogni altra divinità è collegata ai cicli della natura. Nemus, che al genitivo fa nemoris, significa “bosco sacro”. Ma sacro perché centrale rispetto al mistero della vita. La nostra impostazione, dal punto di vista religioso, non è andata, per molti secoli, in questa direzione. Il vizio fondamentale del Cristianesimo (comune, del resto, anche all’Ebraismo e all’Islam) è la prospettiva antropocentrica da cui si osserva il mondo e la posizione dell’uomo nel mondo. In tale contesto, gli animali e le piante vengono subordinati all’uomo, e visti come semplici risorse di cui l’uomo può fare uso.
Ci sono delle cose che devono essere sottratte al principio del calcolo economico. Per questo, se è certamente da respingere la possibilità che i criteri per l’edificazione nel territorio del comune di Nemi divengano più elastici perfino per quanto concerne l’area prospiciente la conca, anche voler difendere dall’assalto del cemento il territorio esclusivamente in nome del turismo che rischierebbe di cessare, con pregiudizio della microeconomia locale, è un’arma spuntata. Non sarebbe necessario a quel punto evidenziare le ragioni profonde per cui persone che provengono da regioni lontanissime dell’Europa vengono ad ammirare la conca del lago di Nemi? Finché ci si ispira ai criteri della semplice utilità per far valere le ragioni della natura, a prevalere sarà l’utile più spicciolo. A salvare la natura dalla distruzione non può essere, come alcuni sembrano credere perfino nel mondo dell’ambientalismo, il “calcolo”, ma un sacro rispetto per ciò che vive, legato alla consapevolezza che la vita di tutto l’ecosistema è legata alla vita umana.

monte compatri
I cent’anni di Angelina

(Tarquinio Minotti) - Grande festa il sedici ottobre per Edvige Mancini (Angelina) che attorniata da un nutrito numero di amici e parenti ha festeggiato i cento anni. Tra gli intervenuti il vescovo Luca Brandolini che ha celebrato una S. Messa, poi torta, candeline, brindisi e due splendide medaglie d’oro una offerta dai nipoti l’altra dal comune di Monte Compatri che ha voluto festeggiare così i cento anni di nonna Angelina.
Un simpatico strascico si è avuto il 25 ottobre, quando nonna Angelina è apparsa su TG Lazio, in apertura al servizio il “paese del mese” dedicato a Monte Compatri. Anche la nostra redazione si unisce al coro dei monticiani nell’augurare “ancora tanti di questi giorni nonna Angelina!”

xi comunità montana
Nuovo bando
(Laura Frangini ) - L’Ente Montano dei Castelli Romani e Prenestini, ha messo a bando nei giorni scorsi l’affidamento d’incarico circa la realizzazione di due corsi di formazione professionale in tema di informatica, da tenersi entro il 2004 nel territorio della Comunità Montana, uno in area Tuscolana, l’altro in quella Prenestina. Il bando si rivolge a Istituti, Società, Enti Pubblici o Privati, che siano riconosciuti e autorizzati allo svolgimento di corsi ed esami per il conseguimento del patentino europeo per il Computer “ECDL”.
Gli interessati potranno scaricare la modulistica necessaria alla candidatura dal sito www.xicomunitamontana.lazio.it, oppure richiederla all’Agenzia di Sviluppo dell’Ente, presso gli uffici di Rocca Priora in via della Pineta 117, il martedì e il giovedì dalle 10.00 alle 16.00. (telefono 06. 9470820).  La documentazione richiesta dovrà pervenire all’ente entro e non oltre le ore 14.00 dell’11 novembre prossimo.
I fornitori del servizio così selezionati, riceveranno dall’Ente un contributo del 40% sui costi di realizzazione dei corsi, mentre il restante 60% sarà a carico dei corsisti, che verranno successivamente individuati dall’Ente tra i residenti dei Castelli Romani e Prenestini, con l’emissione di un apposito bando nei mesi prossimi. L’iniziativa, prevista nel Piano di Sviluppo Socio Economico della Comunità Montana, mira nel suo complesso a favorire l’inserimento della popolazione locale, specie dei più giovani, nel mondo del lavoro, attraverso il rafforzamento delle competenze di base, ormai sempre più richieste e indispensabili per qualunque attività.

 I NOSTRI PAESI - pagina 4

Sommario anno XII numero 11 - novembre 2003