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Sommario anno XII numero 11 - novembre 2003

 LE GRANDI IDEE DELLA SCIENZA

Le ipotesi non euclidee - 5
(Luca Nicotra) - L’intuizionismo
Per un matematico intuizionista, la geometria è la forma necessaria a priori della percezione della realtà Galileoesterna e i “concetti matematici hanno, oppure dovrebbero avere, un significato psicologico di per se stessi, senza necessità di mediazione da parte dell’astrazione e del simbolismo”1 . In altri termini, i principi della geometria devono essere ricercati esclusivamente nel mondo fisico, perché la geometria ha significato soltanto come chiave di lettura della natura, per poter leggere, come diceva Galileo2, nel “…grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non s’impara a intender la lingua e conoscere i caratteri ne’ quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi e altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile intenderne umanamente parola: senza questi è un aggirarsi vanamente per un labirinto.” In tal senso, la geometria può essere considerata un particolare capitolo della fisica. Si può senz’altro affermare che la stragrande maggioranza dei matematici del passato è appartenuta a tale indirizzo di pensiero, che in Archimede ha trovato probabilmente il massimo esponente fin dall’Antichità classica. La scoperta, avvenuta agli inizi del secolo XIX3 , di una sua operetta ritenuta perduta, Il Metodo, rivela esplicitamente come Archimede giungeva alle sue principali scoperte geometriche attraverso l’applicazione di metodi meccanici e quindi sperimentali. Galileo, dunque, con il suo interrogare la natura anche nelle matematiche investigazioni, ricalca il metodo del grande siracusano. Ovviamente, prima della nascita delle geometrie non-euclidee e delle conseguenti dispute sui fondamenti della matematica, il problema d’essere o non essere intuizionista poco o affatto si poneva , poiché tutti i matematici erano, più o meno consapevolmente, intuizionisti. I primi “cedimenti” riguardo a questo punto di vista risalgono al secolo XIX (G. Boole, B. Peirce, J.WR.. Dedekind, G. Cantor). In realtà, soltanto agli inizi del secolo XX, in contrapposizione alle altre vedute sul significato delle matematiche, prende coscienza una vera e propria scuola intuizionista4  per opera di L.E.J. Brouwer (1881,1966), di cui Hermann Weyl (1885-1955) è stato il più autorevole seguace.
11.1.     Il logicismo
Il precursore del logicismo fu senz’altro George Boole (1815-1864), che nel 1854, con la sua opera FregeInvestigation of the Laws of Thought (Analisi delle leggi del pensiero), aveva gettato le basi della logica formale, e per tale suo contributo è stato poi considerato da B. Russell l’inventore della matematica pura. Fu, però, F.L.Gottlob Frege (1848-1925), nella sua opera in due volumi Die Grundgesetze der Arithmetik (Le leggi fondamentali dell’Aritmetica), che tentò per la prima volta di derivare tutta l’aritmetica dalla logica. L’opera di Frege rimase pressocchè ignorata fin quando Bertrand Russell non la riscoprì agli inizi del secolo XX, divulgandola negli ambienti scientifici del tempo. Per tali motivi, Frege può essere considerato il fondatore della scuola logicista, che ebbe poi in A.N. Whitehead e B. Russell i suoi maggiori esponenti.
Per i logicisti, la geometria, al pari di qualunque altro ramo della matematica, è un’espressione dei meccanismi logici che caratterizzano il pensiero dell’uomo, e pertanto i principi della geometria vanno ricercati esclusivamente nella logica: “Tutta la matematica pura (aritmetica, analisi, geometria) è costruita mediante varie combinazioni delle idee iniziali della logica, e i suoi enunciati sono dedotti dagli assiomi generali della logica, come il sillogismo e le altre regole deduttive.” 5  In tale ottica, logica e matematica sono sviluppi successivi di un’unica disciplina, al punto da poter affermare che “la logica è la gioventù della matematica, e la matematica è la maturità della logica”6 . Naturalmente, non tutti sono d’accordo con tali vedute. Charles Sanders Peirce (1839-1914), per esempio, sosteneva che matematica e logica sono due discipline distinte poiché “La matematica è puramente ipotetica: essa presenta soltanto proposizioni condizionali. La logica, al contrario, è categorica nelle sue asserzioni”
11.2.     L’assiomatismo.
L’aspirazione a stabilire una sistemazione rigorosamente logica della matematica fu una conseguenza sia della scoperta delle geometrie non-euclidee sia dell’indirizzo formale iniziato da Boole. Essa raggiunse l’apice negli anni a cavallo dei secoli XIX e XX.
Le geometrie non-euclidee e i lavori di Benjamin Peirce sulla costruzione di ben 162 algebre avevano posto chiaramente in luce la possibilità di costruire “matematiche differenti” e altrettanto valide dal punto di vista logico. Se prima di tali eventi i matematici avevano indirizzato i loro sforzi creativi unicamente verso i contenuti della loro disciplina, sul finire del secolo XIX e agli inizi del successivo, invece, diventa in loro predominante l’attenzione verso gli aspetti logici. Essi vogliono essere sicuri della non contraddittorietà della matematica e cercano di riorganizzarne i contenuti, in modo che essa sia presentabile come un sistema logico perfetto. Da queste ambizioni nasce l’assiomatismo, il cui obiettivo principale è ridurre tutta la matematica al minimo numero di concetti indefiniti e di proposizioni indimostrate.
A tale scopo, alcuni eminenti matematici sottoposero ad approfondite analisi la struttura logica dei vari rami della matematica, indagarono sulla “compatibilità o coerenza” degli assiomi, vale a dire studiarono il metodo per dimostrare che non vi sia contraddizione fra gli assiomi, sulla loro “indipendenza”, cercando di appurare che nessun assioma sia deducibile dagli altri, sulla loro “completezza”, cioè che nessun altro postulato occorra per dimostrare i teoremi.
Il grande matematico italiano Giuseppe Peano, nei suoi Arithmetices principia nova metodo exposita del 1889, realizzava la prima sistemazione assiomatica dell’intera matematica (o quasi), ottenendo l’eclatante risultato di ridurre tutta l’analisi e l’aritmetica al sistema dei numeri naturali, e di ridurre a sua volta quest’ultimo a tre idee primitive e cinque assiomi. Qualche anno dopo, dal 1894 al 1908, con il suo celebre Formulario Matematico, espose la sua sistemazione assiomatica della matematica in maniera rigorosamente formale, senza usare una sola parola del linguaggio ordinario, bensì utilizzando esclusivamente un linguaggio formale da lui inventato, tutt’oggi largamente seguito, costituito dai simboli introdotti come concetti indefiniti e da quelli da essi derivati. L’opera di Peano e dei suoi allievi, sotto certi aspetti, ha costituito il massimo della perfezione logica, ed ha avuto un influsso notevole negli ambienti scientifici di tutto il mondo. B. Russel lo definì “il grande maestro nell’arte del ragionamento formale, tra gli uomini dei nostri tempi”.
Nel 1899 David Hilbert nei suoi Grundlagen der Geometrie (Fondamenti della geometria) presentò la prima e più celebre sistemazione assiomatica della geometria euclidea, derivando questa da cinque idee primitive e ventuno assiomi. Un’altra impostazione assiomatica della geometria degli Elementi di Euclide fu successivamente realizzata dal matematico americano Oswald Veblen.          (continua)
Note:
1 Edward Stabler, Il pensiero matematico.
2 Galilei Galilei, Il Saggiatore.
3 Nel 1906 il filologo danese J.L.Heiberg ritrovò, in una biblioteca di Costantinopoli, un antico palinsesto di 185 pagine di pergamena, contenente copie di varie opere di Archimede già note e il Metodo di cui, invece, non era pervenuto alcun esemplare e che si riteneva quindi perduto. Un palinsesto è un documento contenente uno scritto, che successivamente è stato cancellato per scrivervi sopra un altro scritto. Per fortuna, la cancellazione del palinsesto ritrovato da Heiberg non fu eseguita a regola d’arte, permettendo di conseguenza, con tecniche fotografiche appropriate, di recuperare il manoscritto originario.
4 Il primo atto ufficiale di tale scuola può essere considerato la dissertazione di dottorato di Brouwer del 1907.
5 Bertrand Russell, La matematica e i metafisici.
6 Bertrand Russell, Introduzione alla filosofia matematica.

 LE GRANDI IDEE DELLA SCIENZA

Sommario anno XII numero 11 - novembre 2003