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Sommario anno XII numero 12 - dicembre 2003

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Nassiriya 12 Novembre 2003
(Nello Gentili) - È con la morte nel cuore che oggi, come ogni italiano, mi ritrovo a ragionare su quest’ennesimo episodio di terrorismo che ci ha colpito nel profondo del cuore e dell’animo, lasciando dietro di sé solo rabbia mista a dolore, profondo dolore. Un dolore indefinibile, per quanto lacera il cuore, un dolore che suscita sentimenti che a volte sembrano nascosti nel nostro Io profondo e che riaffiorano quando si pensa oggi a questi poveri figli d’Italia, che improvvisamente, nel compiere il proprio dovere di uomini di pace, si sono trovati nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Il pensiero, come ovvio, si stringe intorno a questi genitori, dilaniati da cotanto dolore, ci fa essere vicino a loro, solidali ed uniti in un unico e straziante abbraccio, pensando a quello che non sarebbe mai dovuto accadere. Nessuno dovrebbe provare l’angosciante sentimento di sopravvivere ai propri figli! È una cosa che non si dovrebbe augurare neanche al peggior nemico! Come fa, una qualsiasi mente umana, per quanto contorta e crudele, a concepire un atto così violento nei confronti di esseri umani, come loro, che avevano l’unica colpa di indossare una divisa ed il compito di proteggere quei popoli ormai ridotti all’esasperazione da anni ed anni di crudele dittatura. È vero, molti di loro, che oggi chiamiamo nemici, ancora piangono i loro morti, provocati da centinaia di anni di lotte fratricide in nome di ideali più o meno giusti che in ogni modo non dovrebbero contemplare l’eliminazione irrazionale e totale. Ma oggi è difficile pensare a quello che sia giusto o sbagliato, non saremmo noi stessi se oggi fossimo chiamati a giudicare quello che è accaduto. L’unica cosa di cui noi oggi siamo fermamente certi è che non potremmo  riabbracciare i nostri cari ragazzi, se non avvolti in un tricolore dentro una fredda bara, che non ci restituirà più il loro calore, le loro lacrime, i loro sorrisi. L’odio, la rabbia, il rancore non ci devono offuscare la mente, cerchiamo, per quanto difficile sia, di rimanere lucidi, non cadiamo nella trappola tesa dalla morte, che vuole seminare solo altra morte, rimaniamo uniti e solidali in un unico abbraccio; solo restando uniti si può sconfiggere un nemico schivo che approfitta dei buoni sentimenti per spezzare la vita. È nei momenti peggiori che si misura l’animo umano, nei momenti di profondo sgomento che si realizza la vittoria sui mali di questo mondo. Pensare oggi alle piccole divergenze che ci vedono protagonisti nella vita di tutti i giorni, mi addolora ancor di più. Pensare ai piccoli problemi che ci affliggono nella vita quotidiana, mi fa anche sorridere. Questi episodi ci devono far riflettere sul fatto che la vita vale la pena di essere vissuta, ma vissuta nel senso più alto che questo possa significare, cercando sempre di risolvere le piccole divergenze che ci vedono in contrasto con chi siamo abituati a frequentare. I problemi si possono sempre risolvere; solo a Sua Maestà la Morte non c’è rimedio! È facile adesso scivolare nella mera demagogia; le parole e le frasi adesso vengono facili, la forza è che non rimangano solo parole e frasi ma si concretizzino in qualcosa di giusto e duraturo. Facciamo tesoro di questa triste esperienza per trovare la forza di agire e di rimanere uniti tutti insieme; non facciamoci prendere la mano dal disfattismo e dalla voglia di vendetta, ma studiamo insieme la giusta rotta da seguire nel mare infinito dell’animo umano, per un futuro quanto meno più vivibile e vicino all’uomo come essere cosciente con un’anima. L’unica cosa che oggi dovrebbe trovarci d’accordo è che non possiamo lasciare questi popoli al loro destino, dobbiamo continuare nella nostra opera di sostegno della pace, perché solo con l’ostinazione della pace si potrà raggiungere la meta che è, sì lontana, ma non irraggiungibile! Cerchiamo di stringere un’alleanza con la parte buona del mondo arabo, perché islamismo non vuol dire terrorismo, e vediamo se insieme si può cercare di sradicare il male che getta fango su di loro, uniti come non mai, per conseguire l’obiettivo comune della pace nel mondo. Sarà certo difficile, ma non voglio credere che sia impossibile! Se c’è ancora qualcosa di buono nell’uomo, è questo il momento di dimostrarlo! Con la speranza ed il dolore nell’animo, abbraccio le famiglie dei Martiri della Pace.

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Sommario anno XII numero 12 - dicembre 2003