Pubblicità
e poesia: Tonino Guerra
(Roberto Esposti flann.obrien@email.it) - Oramai da un paio
di anni sui nostri televisori passa la reclame di una catena di negozi di
elettronica
avente per protagonista un ometto che in spiccato accento romagnolo invita
ad entrare “nell’era dell’ottimismo”.
La pubblicità
ad onor del vero fa apparire abbastanza stupido e persino fastidioso
questo signore che la didascalia indica come “Tonino Guerra. Poeta e
scrittore”. Certo ormai da tempo la poesia è lontana dalle grandi
ribalte mediatiche e magari non tutti conosceranno quest’uomo, che del
resto quel poco di notorietà che possiede se l’è guadagnata grazie ad
un’altra musa, la settima.
Antonio (Tonino) Guerra
può forse essere considerato il più grande sceneggiatore cinematografico
vivente, avente all’attivo una novantina di film, ma più che la quantità
della sua opera colpisce la qualità di ciò che ha scritto: La notte,
L’avventura, L’eclisse, Deserto rosso, Blowup, Zabriskie Point per
Antonioni; Amarcord, E la nave va, Ginger e Fred per Fellini; e poi:
Matrimonio all’italiana, Il caso Mattei, Lucky Luciano, Cadaveri
eccellenti, Il sole anche di notte, Stanno tutti bene. Recentemente La
tregua, L’eternità è un giorno, Lo sguardo di Ulisse, Al di là delle
nuvole. Insomma: anche De Sica, Monicelli, i fratelli Taviani, Rosi,
Tarkovskij, Wenders, Angelopoulos; Tonino Guerra ha collaborato con alcuni
dei più grandi registi del Novecento, vincendo moltissimi premi.
Nacque a Santarcangelo
di Romagna, il 16 marzo 1920 da un padre fruttivendolo e da una madre
analfabeta, scrisse i primi versi (in romagnolo) nel 1945 per alleviare la
sofferenza dei suoi compagni di prigionia nel lager di Troisdorf, dove era
finito per caso. Una volta uscito raccolse le sue poesie in volumi che
grazie all’amicizia di Vittorini, Bo e Contini ebbero pubblicazione ed
apprezzamento. Nel ’60 l’incontro con Michelangelo Antonioni per
L’Avventura: il resto è storia. Storia del cinema.
Ora vive a Pennabilli in
provincia di Pesaro dove oltre a continuare l’attività di scrittore e
sceneggiatore, cura particolari giardini-museo che ha chiamato “Luoghi
dell’anima”: qui ha incontrato Gianni, il tizio che lo nello spot lo
chiama al cellulare; questo signore ha il dono di non poter udire la voce
umana, ma solo il canto degli uccelli per via di una rara malattia.
Infine voi vi
chiederete: ma perché Guerra si presta a fare pubblicità? La ragione è
purtroppo meramente prosaica: Guerra ha dichiarato di non riuscire a
vivere con i 2 milioni di pensione che percepisce e quindi di aver
accettato di prestarsi per gli spot. A voi ogni giudizio morale ed
estetico su quello che nelle intenzioni dello scrittore vuol essere un
riuscito matrimonio tra poesia e pubblicità.
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