zagarolo
Restaurato il
monumento ai caduti
(Nr)
- Lo scorso 30 novembre, alla presenza di numerose personalità,
politiche, civili e dei rappresentanti delle associazioni combattenti dei
paesi vicini: Palestrina, San Cesareo, Colonna, Monte Compatri e Gallicano.
Con una commovente cerimonia, è stato inaugurato il restaurato monumento
ai caduti, eretto nel lontano 1923 a ricordo dei circa 650.000 soldati
italiani sacrificatisi nel corso della prima guerra mondiale, combattuta
negli anni tra il 1915 e il 1918. Con voce commossa il presidente della
locale Associazione, Angelo Massari, ha ricordato il contributo dei 66
cittadini di Zagarolo caduti in questa guerra, non tralasciando, poi, di
onorare quelli caduti nel secondo conflitto mondiale e i giovani portatori
di pace recentemente massacrati a Nassiria.
rocca priora
Nuove costruzioni sulle sorgenti della Doganella
(Nicola
Pacini) - Percorrendo la Tuscolana, nei pratoni della Doganella,
proprio sopra le sorgenti, si nota una grande costruzione, un piano
terreno di notevoli dimensioni, ma che potrebbe crescere in altezza. Ci
dicono che il terreno sul quale sorge appartenga al comune di Artena, ma
questo, a nostro parere, non estingue il dubbio che il bacino delle
sorgenti debba essere rispettato. Possibile che dei tanti Enti preposti
alla salvaguardia delle sorgenti nessuno si sia accorto di quanto sta
avvenendo? Consorzio della Doganella, comuni interessati, Parco dei
Castelli Romani, ASL RM H, associazioni ambientaliste, nessuno che si sia
mosso. Qui si parla sempre dei problemi dell’ambiente, di inquinamento, di
tutela delle acque, di cui i laghi di Albano e Nemi sono le vittime più
illustri. Da più parti, specialmente nei settori scientifici, si parla di
un possibile ripristino del lago Regillo, sia per esigenze ambientali, che
per la tutela delle falde idriche. E invece, si prepara una nuova
invasione di cemento, ad onta dei tanti vincoli sul territorio. Da voci
raccolte in loco sembra trattarsi di un insediamento per attività di
agriturismo, ma a parte l’uso, rimane il fatto che il divieto di
edificazione nel bacino delle sorgenti è e rimane assoluto. E questo ben
lo sanno i tanti privati che hanno edificato nei dintorni, e che si
trovano ad affrontare denunce e demolizioni.
rocca di papa
Anziani e
Sindaco
(Gianfranco Botti) - Se nel settore del sociale a Rocca di
Papa si vede una realtà corposa primeggiare sul resto per quantità di
interessati e per funzioni, questa è il Centro Anziani. Che adesso si
trova con la sede minacciata da demolizione. A contrastare la quale, in
verità, ci si aspettava una presa di posizione energica dei dirigenti. Che
non c’è stata.
Commento: tanto per loro, sede quì, sede là, contano solo le gratuità.
Rima scorbutica, ma non mia. Va detto, non per scansare antipatie, sempre
in agguato per chi prende posizione, ma per sottolineare il senso
comunitario di questa protesta. Prorompente da una base che non intende
far politica contraria opponendosi alla demolizione. Solo provare ad
evitare un errore, anti-economico e anti sociale. Anti-economico, perché
eliminerebbe un edificio in zona pregiata, bisognevole solo di appropriato
intervento per ridiventare godibile a pieno. Anti-sociale, perché
demolendone la sede senza alternativa adiacente, in pratica s’avvierebbe
il disfacimento di un punto di aggregazione umana vivo e vitale,
verificate le dichiarate difficoltà per molti fruitori di spostarsi in
zona diversa. Difficoltà tali, da far prevedere fortemente ridotta la
partecipazione.
Oltre a realizzare un assurdo - l’accantonamento di qualcosa che per
definizione deve stare in mezzo, verrebbero soffocate le propensioni degli
anziani a stare, incontrarsi, parlarsi, giocare, tra di loro. Il
pessimismo della previsione non è individuale, è condiviso. In tanti lo
esprimono e lo ripetono: saremmo abbandonati a noi stessi; costretti in
locali dove si fuma e si continuerà a fumare; mal sopportati per la scarsa
disponibilità di consumo; emarginati in contesti dove circolano interessi
diversi dai nostri. Allora, se ancora in tempo, non resta che rivolgersi
al sindaco per caldamente sconsigliargli l’abbattimento. Errore grave, che
oltre a privare di una struttura utile, provocherebbe dispetto ad una
categoria che tutti prevedono in aumento e meritevole di attenzioni
istituzionali, ma provvide, però. Fornisci di un tetto la sede, copri
l’attuale esterno, realizza per l’estate altro spazio aperto. Non è di
prati posticci che Rocca ha bisogno. L’erba lasciamola stare (!) dove è
sempre stata. Al paese serve aumento di viabilità, potenziamento delle
strutture.
Privarsene di una esistente capace di produrre socialità, per inseguire un
ritorno indecifrabile, non è assennato.
parco dei castelli romani
Fermateli!
(Giancarlo Giombetti) - Sui terreni adiacenti ai pozzi di
emungimento dell’Acquedotto della Doganella si sta perpetrando un
gravissimo scempio ambientale.
Su di un’area, sita in comune di Artena, appena fuori dai confini del
Parco, grazie alle facilitazioni di cui godono i progetti inseriti nel
Patto territoriale “Colline Romane” la proprietà Aldobrandini ha aperto un
cantiere per edificare un grande immobile per fini non meglio
identificati.
Non riusciamo a capire come sia stato possibile, da parte delle autorità
preposte alla tutela ambientale, rilasciare le autorizzazioni necessarie a
compiere un simile scempio in un’area così delicata, che dovrebbe essere
mantenuta e manutenuta con cura per l’importanza che riveste per decine di
migliaia di abitanti dei Castelli romani che da lì attingono l’acqua per i
loro bisogni quotidiani.
Abbiamo più volte segnalato alle autorità il caso in questione già dal
luglio scorso e, ancora oggi, abbiamo reiterato la nostra segnalazione del
10 ottobre scorso all’Ufficio Regionale preposto perché nessuno si è
degnato di risponderci.
Denunciamo il forte carattere speculativo di molti dei progetti del Patto
Territoriale Colline Romane che se non verranno fermati al più presto
causeranno guasti irreparabili al già degradato territorio dei Castelli
romani. Vanno segnalati, ad esempio, i progetti di edificazioni per
migliaia di metri cubi previsti nell’area dei Colli della Molara, in
comune di Grottaferrata.
Chiediamo che gli enti che si sono opposti a tale disegno eversivo degli
assetti territoriali ed ambientali di Castelli romani, continuino a
battersi fino in fondo e gli enti che hanno sicuramente la possibilità di
interdizione maggiore come la Provincia di Roma, di adire tutte le
possibili vie affinché vengano eliminati dal Patto territoriale i
progetti che prevedono insediamenti all’interno del Parco dei Castelli
romani e in aree, come quella della Doganella, ad alta sensibilità
ambientale. |