Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

Sommario anno XIII numero 1 - febbraio 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 6

marino
Il Cielo, la Terra e la nascita del “Tempo Ciclico” nel Mitreo di Marino
(Piercarlo D’Angeli) - Il buio assoluto, quello per intenderci segnato dalle improvvise paralisi energetiche e dai blackout di questi ultimi figura 1tempi, che genera inquietudine, superstizione e paura ma anche speranza di luce, fa pensare a quella zona di confine tra la grotta e il cosmo, tra il buio e la notte, tra l’interno e l’esterno che ha accompagnato la storia dell’umanità.
Nella notte antica attraversata dal mito, affrescata nella parete di fondo del mitreo di Marino, il buio della grotta, fonte di disordine e di pericolo, si dilegua sotto la luce tenue della Luna e delle stelle e scompare per effetto di un raggio inviato dal Sole che riporta ordine nel caos e ristabilisce l’equilibrio tra la luce e l’oscurità, tra la notte e il giorno.
La grotta mitriaca è, dunque, il luogo simbolico del passaggio dalle tenebre alla luce; lo scenario ideale per la suggestiva rappresentazione del rituale iniziatico di un culto arcano e misterioso che culmina con il sacrificio del toro. (fig.1)
Ai lati dell’antro il Sole e la Luna presiedono il giorno e la notte ed hanno ruoli paragonabili e simmetrici. Il Sole è il simbolo della conoscenza, la conoscenza diretta, cioè intuitiva, quella dell’intelletto puro che si contrappone e fronteggia la luce lunare. La Luna che non brilla di luce propria è la conoscenza riflessa, quella discorsiva che è propria della ragione e che riceve gli impulsi che la illuminano dall’intelletto superiore.
In corrispondenza degli astri due giovani formano con Mitra la trilogia divina che allude al cammino solare: Cautes con la fiaccola levata - sole ascendente - impersona l’Alba, Mitra Zenith, Cautopates con la fiaccola abbassata - sole discendente - il Tramonto. Ma la grotta contiene in sé oltre ai segni del Cielo anche evidenti allusioni alla Terra. Il sacrificio del toro è infatti l’atto che promuove la vita e la fecondità della Magna Mater. Le spighe del grano, simbolo di fertilità, spuntano dalla coda dell’animale colpito a morte nello stesso istante in cui un cane ed un serpente bevono il suo sangue e uno scorpione assume energia dal suo seme.
figura 2Nel mitreo delle sette porte di Ostia questi animali ed il corvo, messaggero divino, sono associati ai quattro elementi che compongono l’essenza della materia: l’aria, la terra, il fuoco e l’acqua. Dalle loro manifestazioni dipendono i fenomeni della natura; su di essi si fondano l’ordine delle cose e la scansione dei ritmi della vita: inverno, primavera, estate e autunno, ed il passaggio dalla mezzanotte all’alba, al mezzogiorno, al tramonto. (fig.2)
Le presenze zoomorfe che partecipano attivamente al rito, trovano rispondenza nei pianeti e nei gradi iniziatici inferiori. Il Corvo (corax), posto sotto la protezione di Mercurio, è il neofita che si sveglia dal sonno della morte; il Serpente, associato al nymphus, sotto l’influsso di Venere rappresenta la nascita e la preparazione ad una nuova esperienza: quella della luce; mentre lo Scorpione (miles), sotto la tutela di Marte, allude alla battaglia che il neofita inizia con il suo essere. Il Cane, infine, alla stregua del Leone (Leo), sotto l’egida di Giove è il gradino necessario per entrare nella sfera dell’Aldilà, del non commensurabile. Oltre questo livello si apre infatti una nuova visione del mondo, quella del mondo fenomenico che consente di accedere con un atto di vigore interiore alle sfere superiori.
A questo punto è possibile stabilire anche un nesso tra i personaggi maschili ritratti nel dipinto ed i restanti gradini del percorso iniziatico. Cautopates, il pastore con la torcia abbassata posto sotto la protezione della Luna, si identifica con Perses, il Persiano, il grado in cui l’iniziato per purificarsi procede alla distruzione degli istinti più bassi. Cautes che solleva la torcia è l’Heliodromo che preannuncia il sorgere del Sole che si appresta a compiere il viaggio quotidiano attorno alla terra. Infine Mitra che riceve gli influssi di Saturno è identificabile con il Pater, la luce che si espande nell’intero universo.
Un’altra interpretazione non meno suggestiva che trae origine dalle teorie astrologiche di Zoroastro (Mazdeismo) e dalle dottrine astronomiche caldaico-babilonesi, lega gli animali alla rappresentazione del cielo e delle costellazioni, ed associa l’uccisione del toro e la presenza del Sole al meccanismo di processione degli equinozi e al ciclo annuale delle quattro stagioni. Cautes e Cautopates in questo caso rappresentano il susseguirsi del giorno e della notte ed in senso più generale il ciclo vitale dell’esistenza: il calore luminoso della vita ed il freddo gelido della morte.
Con l’uccisione del toro primordiale Mitra crea, dunque, la terra ed il cielo e con il suo atto imprime il movimento ai pianeti che a loro volta con le rotazioni celesti danno origine al Tempo. È il Tempo ciclico, quello suddiviso in ore, giorni, mesi e stagioni secondo il moto apparente del sole, legato alle manifestazioni annuali della natura ed alle attività dell’uomo nei campi; il Tempo che entra in relazione con lo Spazio nel momento in cui il mitreo, coincidente con il centro della Terra, si propone come un microcosmo che contiene in sé l’ordine e la struttura dell’universo .
Dal Microcosmo al Macrocosmo. Il Mitreo Barberini ed i simboli dello Zodiaco.
“L’antro è l’immagine del Cosmo e le cose situate in esso a intervalli calcolati sono simboli degli elementi cosmici e delle regioni del cielo”. Secondo Porfirio il cosmo-mitreo deve rispondere a precise motivazioni di ordine simbolico e contenere determinati riferimenti di carattere astrologico.
figura 3Nelle rappresentazioni pittoriche accanto ai pianeti fanno la loro comparsa i segni zodiacali in una complessa e osmotica serie di corrispondenze sacrali. La scena della tauroctonia dipinta a Marino, si arricchisce nel mitreo Barberini di un nuovo elemento decorativo: una fascia in semicerchio che raccoglie i simboli dello Zodiaco (fig.3).
Lo Zodiaco sopra la grotta denota la volontà di rappresentare la cornice del Cosmo all’interno della quale si muovono i pianeti; la sua funzione è quella di mantenere al loro posto gli elementi racchiusi al suo interno in modo da formare un tutto ordinato. Mitra, infatti, dopo aver messo fine al caos, con il movimento del mantello ha originato il moto degli astri e la rotazione delle stelle fisse ed i pianeti hanno iniziato a muoversi, tracciando il percorso segnato dalle costellazioni.
Dall’azione creatrice della divinità è nato come estensione del Tempo ciclico il Tempo cosmico scandito dalle rotazioni celesti. L’idea del tempo universale, presente nella speculazione mazdea, assume quindi un ruolo preminente che determina nell’azione dei pianeti e dei segni zodiacali il condizionamento fatalistico e inesorabile del corso dell’universo.
Nel mitreo Barberini, infatti, l’Universo è ordinato dall’insieme delle determinazioni temporali e spaziali che sono legate allo Zodiaco per il rapporto diretto di quest’ultimo con il ciclo annuale e per la sua corrispondenza con le direzioni dello spazio. La grotta in quanto immagine terrena della residenza divina coincide con il centro dell’universo; essa proietta in un fascio di irradiazione la sua immagine nella volta celeste e questa nel cosmo e si propone come un microcosmo nel quale ogni parte si identifica con quella corrispondente nel macrocosmo celeste.
L’orientazione rispetto alle principali zone celesti evidenzia una concezione cosmologica improntata sulla scansione dello spazio in dodici settori. Nella cultura orientale, infatti, il dodici è il numero distintivo delle costellazioni zodiacali, dei mesi dell’anno oltre che il “grande divisore” di 360, il numero dei giorni dell’anno astrologico arcaico.
Ifigura 4l raggio del Sole in Capricorno, corrispondente all’asse del Solstizio d’Inverno svolge il ruolo di polo dell’anno. Un polo temporale che in virtù dell’identità con il polo spaziale è coincidente con l’inizio e la fine del cammino del sole. È infatti il punto in cui il Sole raggiunge la massima declinazione, torna ad avvicinarsi all’equatore celeste e presenta la minima durata del dì e la massima della notte. (fig. 4)
Il Sole in Capricorno coincide inoltre con il 25 Dicembre, Natalis Solis, il giorno della nascita di Mitra, e si identifica con la “Porta del Cielo”, orientata a Nord, in direzione della stella Polare. Esso riassume in sé due aspetti apparentemente opposti: benefico e malefico che si ritrovano in Mitra e Varuna, riuniti in una coppia indissolubile sotto la forma duale Mitravarunau, o del “ Sole diurno” e del “ Sole notturno”.  A seconda dello stato in cui l’essere si presenta, può essere la Porta della Morte o quella della Liberazione. Nel primo caso l’uomo comune passando per la Morte torna ad un altro stato di manifestazione, mentre nel secondo caso è l’essere qualificato a passare attraverso il centro del Sole per mezzo del settimo raggio .
Nella cornice circolare che adorna la grotta i segni zodiacali si succedono da destra a sinistra e seguono esattamente il cammino del ciclo annuale diviso in due metà una ascendente e una discendente. Al centro Chronos, il mostro leoncefalo, avvolto nelle spire del serpente (eclittica), governa sul cosmo e sulle influenze planetarie e domina sulla sfera dell’Universo. Esso allude ad un percorso a tappe che l’anima compie nel suo viaggio ultraterreno. Nei misteri di Mitra, infatti, si insegnavano le correlazioni simboliche tra le due rivoluzioni celesti – quella delle stelle fisse e quella dei pianeti – e “il cammino a spirale dell’anima attraverso di esse” (Celso).
Il cammino dell’anima attraverso il cosmo, idea comune a molte religioni di impianto neoplatonico, nel mitraismo si realizza mediante un’ascesi interiore di carattere salvifico, un incedere progressivo a tappe incentrato su sette gradi.
Il culto numerologico del sette sottintende, infatti, il viaggio catartico attraverso il percorso progressivo del rito iniziatico che eleva l’atto centrale della celebrazione mitraica, il sacrificio animale, a un valore di salvazione cosmica e universale. È il numero risultante dalla somma delle quattro direzioni del Cosmo più il centro, lo Zenith e il Nadir, e dalla combinazione dei cinque pianeti e dei due “luminari”.
Il progressivo passaggio ai diversi livelli può essere, quindi, collegato all’immagine della scala dai sette gradini, rappresentata dai sette cieli, cioè gli stati superiori dell’essere che nei mosaici dei mitrei di Ostia non a caso sono messi in relazione con le sette porte, i sette pianeti ed i metalli ad essi corrispondenti.

 I NOSTRI PAESI - pagina 6

Sommario anno XIII numero 1 - febbraio 2004