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Sommario anno XIII numero 1 - febbraio 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 8

genazzano
Si appresta a celebrare il suo parroco santo
(Amedeo Eramo) - Trovare personalità complete, che sappiano unire sensibilità, cultura, altruismo puro e fede non è facile; ma talvolta càpita. È quello che è avvenuto a Genazzano, nella zona prenestina. Intendiamo parlare di un sacerdote agostiniano, Stefano Bellesini, nato a Trento nel 1774 e morto nella cittadina prenestina nel 1840, vissuto quindi nel sommovimento della Rivoluzione Francese. Proveniva da una famiglia agiata, forse nobile. Abbracciò la vita religiosa; ma Napoleone chiuse i Conventi e quindi dopo gli studi a Bologna e Roma fu costretto a tornare in patria, a Trento. Ordinato sacerdote, si dette prima alla predicazione e poi fu pioniere nel campo scolastico. Qui occorre fare un salto di ambientazione: siamo agli inizi del 1800. L’istruzione era riservata a pochissimi (quelli che potevano pagare, appunto, gli studi), ma il popolo doveva solo adeguarsi all’oscurità, per non dire all’ignoranza. Nel 1807 il Governo austriaco emana delle leggi per l’istruzione appunto dei ragazzi del popolo. Ma chi aveva desiderio di imparare? Chi era preparato ad insegnare? E dove stavano le aule, i programmi, i metodi didattici? A Trento il timido inizio fu affidato anche a  4 agostiniani. Ma ben presto per vari motivi abbandonarono l’avventura impossibile. Stefano Bellesini si entusiasmò al progetto, ma si rifugiò a casa (capiente e centrale, il Palazzo Bellesini tuttora solenne in Piazza Duomo), si arrabattò in ogni modo. Provvide anche economicamente e caritativamente a invogliare genitori e ragazzi all’istruzione. Ma un prete dava fastidio sia per il posto che toglieva agli altri sia per le idee troppo religiose! Contestazione degli interessati. Si fa una sorta di processo; ma il Bellesini per la sua spiccata preparazione e per la sua illuminata carità non solo fu lasciato al suo posto, ma fu promosso a Direttore Generale delle Scuole pubbliche del Trentino. Pilastri del Bellesini: la scuola pubblica deve essere gratuita, deve essere aperta a tutti (anche alle bambine; ed era inaudito!!), deve tener presente il merito (aveva il libro d’oro per chi faceva profitto, e il libro nero, per chi snobbava); deve comprendere l’insegnamento delle Religioni (a qualcuno fischieranno gli orecchi), gli Insegnanti debbono sostenere l’approvazione del Direttore, le aule debbono essere igieniche e arredate. Se pensate che un insegnante poteva ammassare tutte e cinque le classi e poteva raggiungere un centinaio di allievi, capirete in quale bolgia siamo precipitati. Il Bellesini scrisse anche un Metodo didattico che quanto prima sarà pubblicato e illustrato. La tempra e la genialità del Direttore Generale brillavano e fu promosso ancora: Ispettore Generale! Ma i problemi chi li contava? Economici, amministrativi, di personale, di strutture ecc. ecc. Sul più bello il Bellesini fugge via e torna in convento a Roma (Napoleone era caduto, ed anche morto; siamo nel 1817). Il Priore Generale accolse il Bellesini e - data la sua capacità pedagogica - lo prepose alla formazione dei giovani novizi. Compito che espletò con tutta le dedizione e l’amore (d’inverno, si alzava prestissimo per scaldare l’acqua ai suoi giovani). Soltanto lui voleva curare un novizio malato di tbc, per evitare ai confratelli il contagio. Quindi fu inviato a Genazzano, parroco di S. Maria del Buon Consiglio. La povertà era indescrivibile e si toccava. Non ebbe esitazioni: poveri, malati, carcerati, moribondi. Era la sua missione e il suo compito. Si conservano lettere commoventi e insistenti (lui che aveva insegnato tanto a scrivere) per chiedere l’elemosina per i suoi poveri: ad amici, confratelli, Famiglia Colonna e perfino al Papa! La carità non conosce rossore. Come se tutto ciò non bastasse, ecco anche il tifo petecchiale! Il parroco santo corre alle sue pecore e alle altre parrocchie: case, chiesa, cimitero. Stremato, anche lui sarà vittima della peste e della carità. Morirà sul campo nel 1840. Genazzano gli tributa un omaggio indescrivibile. Nel 1904 è dichiarato Beato e in questo Centenario gli dedica un Anno (Bellesiniano, appunto), con iniziative varie: missione cittadina, culturali, editoriali ecc. E con la completa ristrutturazione della Cappella dove riposa.


marino
Il Trovatore e Recital Lirico
(Carlo Matteo Mossa) - Il 14 dicembre 2003, in occasione della giornata della “Scuola aperta” (con la quale l’Istituto statale d’arte “P. Mercuri” di Marino apre al territorio le proprie iniziative didattiche e culturali), è stata eseguita un’ampia selezione de Il trovatore di Giuseppe Verdi. L’eccezionalità dell’evento non consiste tanto nel fatto in sé (sono frequenti, infatti, le esecuzioni in forma di concerto, cioè con cantanti e un pianoforte a sostituire l’orchestra), quanto piuttosto nella forma scenica secondo cui la selezione operistica è offerta alla cittadinanza: la scuola ha, infatti, riproposto la messa in scena (scenografia, gioielli di scena, parte dell’attrezzeria, etc., ideata e realizzata dagli studenti nell’anno scolastico 2001/2002 per il progetto Azucena 2001, e che fu utilizzata nel novembre del 2001 per tre esecuzioni del Trovatore nei teatri Superga di Nichelino, Toselli di Cuneo e Nazionale di Roma con il concorso dell’Orchestra Filarmonica del Piemonte.Anche stavolta, come allora, i costumi sono stati forniti dall’Associazione Arte e costumi marinesi, che li realizzò su disegno di alcuni studenti dell’Istituto.
Una piacevole sorpresa è giunta dagli artisti (alcuni dei quali molto giovani) che sotto la direzione del maestro Davide Clementi al pianoforte hanno interpretato i quattro ruoli principali del Trovatore: Eleonora Marziali dotata di bella voce e tecnica di ottimo livello, ha dato vita ad una Leonora appassionata e assai credibile, sostenuta anche dal fraseggio accurato e dal colore appropriato del Conte di Luna (Giancarlo Pera).
Efficace anche la zingara Azucena di Arianna Castelli, per timbro e intensità espressiva. Qualche nota dolente ha riguardato il tenore Byoung Don Kang, ma d’altro canto occorre ricordare che proprio per questo Il Trovatore è scoglio davvero arduo persino per i grandi Enti Lirici.
La serata si era aperta con un breve recital pucciniano, sostenuto dalla giovanissima Caterina Rufo, allieva della classe 3-AS dell’Istituto, che ha eseguito “In quelle trine morbide” da Manon Lescout e “Un bel dì vedremo” da Madama Butterfly, accompagnata al pianoforte dal M° Yoko Kita Rufo. Grande successo per tutti, e in particolare per gli studenti-macchinisti per quelli alle luci e per gli addetti alla trama.


gallicano nel lazio
XXVII  Sagra del ciambellone e dei prodotti tipici
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Si è concluso il ricco programma di festeggiamenti in onore di San Antonio Abate. In contemporanea (metà gennaio-fine gennaio) con la tradizionale benedizione degli animali, sono stati inaugurati gli stand della Ventisettesima Sagra del Ciambellone e dei prodotti tipici. La Sagra celebra le usanze contadine: in onore del Santo protettore degli animali, le massaie avevano l’abitudine di preparare i dolci rustici a base di farina, olio di oliva e chicchi di anice, ed il risultato era il buon Ciambellone, ideale da associarsi con il vino novello.
L’Amministrazione ha ripreso con successo l’antica tradizione che è stata arricchita da giochi, degustazioni, balli folkloristici e dalla sfilata della banda musicale.

palestrina
Estro Artistico

(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Un presepio artistico, realizzato con una interessante tecnica costruttiva, statue in plastica, modellate dall’Artista di Palestrina Fusano. La bellezza, ma soprattutto la scenografia, raggiungono un grande effetto, un semplice ma anche sofisticato sistema di trasformazione da una semplice e comune bottiglia in p.e.t. ad un originalissimo e sinuoso oggetto d’arte, capace di riprodurre in maniera alquanto realistica i movimenti dell’uomo. Un vero spettacolo affascinante, di arte contemporanea.
 



castel san pietro romano
Chiesetta della Costa
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Nel paesino di Castel San Pietro Romano, a conclusione dei festeggiamenti dell’adorazione della Beata Margherita Colonna, una bellissima statua raffigurante la Beata è stata situata nella chiesetta della Costa (da cui si gode uno spettacolare panorama, di gran parte dell’area Prenestina).
Nella chiesetta, recentemente restaurata grazie all’interessamento dell’Amministrazione Comunale e del sindaco dott. Nardi, e con piena soddisfazione di tutta la  Comunità di Castel San Pietro Romano, si sono svolte le celebrazioni  del culto della Beata.

 I NOSTRI PAESI - pagina 8

Sommario anno XIII numero 1 - febbraio 2004