genazzano
Si appresta a
celebrare il suo parroco santo
(Amedeo Eramo) - Trovare personalità complete, che sappiano
unire sensibilità, cultura, altruismo puro e fede non è facile; ma
talvolta càpita. È quello che è avvenuto a Genazzano, nella zona
prenestina. Intendiamo parlare di un sacerdote agostiniano, Stefano
Bellesini, nato a Trento nel 1774 e morto nella cittadina prenestina nel
1840, vissuto quindi nel sommovimento della Rivoluzione Francese.
Proveniva da una famiglia agiata, forse nobile. Abbracciò la vita
religiosa; ma Napoleone chiuse i Conventi e quindi dopo gli studi a
Bologna e Roma fu costretto a tornare in patria, a Trento. Ordinato
sacerdote, si dette prima alla predicazione e poi fu pioniere nel campo
scolastico. Qui occorre fare un salto di ambientazione: siamo agli inizi
del 1800. L’istruzione era riservata a pochissimi (quelli che potevano
pagare, appunto, gli studi), ma il popolo doveva solo adeguarsi
all’oscurità, per non dire all’ignoranza. Nel 1807 il Governo austriaco
emana delle leggi per l’istruzione appunto dei ragazzi del popolo. Ma chi
aveva desiderio di imparare? Chi era preparato ad insegnare? E dove
stavano le aule, i programmi, i metodi didattici? A Trento il timido
inizio fu affidato anche a 4 agostiniani. Ma ben presto per vari motivi
abbandonarono l’avventura impossibile. Stefano Bellesini si entusiasmò al
progetto, ma si rifugiò a casa (capiente e centrale, il Palazzo Bellesini
tuttora solenne in Piazza Duomo), si arrabattò in ogni modo. Provvide
anche economicamente e caritativamente a invogliare genitori e ragazzi
all’istruzione. Ma un prete dava fastidio sia per il posto che toglieva
agli altri sia per le idee troppo religiose! Contestazione degli
interessati. Si fa una sorta di processo; ma il Bellesini per la sua
spiccata preparazione e per la sua illuminata carità non solo fu lasciato
al suo posto, ma fu promosso a Direttore Generale delle Scuole pubbliche
del Trentino. Pilastri del Bellesini: la scuola pubblica deve essere
gratuita, deve essere aperta a tutti (anche alle bambine; ed era
inaudito!!), deve tener presente il merito (aveva il libro d’oro per chi
faceva profitto, e il libro nero, per chi snobbava); deve comprendere
l’insegnamento delle Religioni (a qualcuno fischieranno gli orecchi), gli
Insegnanti debbono sostenere l’approvazione del Direttore, le aule debbono
essere igieniche e arredate. Se pensate che un insegnante poteva ammassare
tutte e cinque le classi e poteva raggiungere un centinaio di allievi,
capirete in quale bolgia siamo precipitati. Il Bellesini scrisse anche un
Metodo didattico che quanto prima sarà pubblicato e illustrato. La tempra
e la genialità del Direttore Generale brillavano e fu promosso ancora:
Ispettore Generale! Ma i problemi chi li contava? Economici,
amministrativi, di personale, di strutture ecc. ecc. Sul più bello il
Bellesini fugge via e torna in convento a Roma (Napoleone era caduto, ed
anche morto; siamo nel 1817). Il Priore Generale accolse il Bellesini e -
data la sua capacità pedagogica - lo prepose alla formazione dei giovani
novizi. Compito che espletò con tutta le dedizione e l’amore (d’inverno,
si alzava prestissimo per scaldare l’acqua ai suoi giovani). Soltanto lui
voleva curare un novizio malato di tbc, per evitare ai confratelli il
contagio. Quindi fu inviato a Genazzano, parroco di S. Maria del Buon
Consiglio. La povertà era indescrivibile e si toccava. Non ebbe
esitazioni: poveri, malati, carcerati, moribondi. Era la sua missione e il
suo compito. Si conservano lettere commoventi e insistenti (lui che aveva
insegnato tanto a scrivere) per chiedere l’elemosina per i suoi poveri: ad
amici, confratelli, Famiglia Colonna e perfino al Papa! La carità non
conosce rossore. Come se tutto ciò non bastasse, ecco anche il tifo
petecchiale! Il parroco santo corre alle sue pecore e alle altre
parrocchie: case, chiesa, cimitero. Stremato, anche lui sarà vittima della
peste e della carità. Morirà sul campo nel 1840. Genazzano gli tributa un
omaggio indescrivibile. Nel 1904 è dichiarato Beato e in questo Centenario
gli dedica un Anno (Bellesiniano, appunto), con iniziative varie: missione
cittadina, culturali, editoriali ecc. E con la completa ristrutturazione
della Cappella dove riposa.
marino
Il Trovatore
e Recital Lirico
(Carlo Matteo Mossa) - Il 14 dicembre 2003, in occasione
della giornata della “Scuola aperta” (con la quale l’Istituto statale
d’arte “P.
Mercuri”
di Marino apre al territorio le proprie iniziative didattiche e
culturali), è stata eseguita un’ampia selezione de Il trovatore di
Giuseppe Verdi. L’eccezionalità dell’evento non consiste tanto nel fatto
in sé (sono frequenti, infatti, le esecuzioni in forma di concerto, cioè
con cantanti e un pianoforte a sostituire l’orchestra), quanto piuttosto
nella forma scenica secondo cui la selezione operistica è offerta alla
cittadinanza: la scuola ha, infatti, riproposto la messa in scena
(scenografia, gioielli di scena, parte dell’attrezzeria, etc., ideata e
realizzata dagli studenti nell’anno scolastico 2001/2002 per il progetto
Azucena 2001, e che fu utilizzata nel novembre del 2001 per tre esecuzioni
del Trovatore nei teatri Superga di Nichelino, Toselli di Cuneo e
Nazionale di Roma con il concorso dell’Orchestra Filarmonica del Piemonte.Anche
stavolta, come allora, i costumi sono stati forniti dall’Associazione Arte
e costumi marinesi, che li realizzò su disegno di alcuni studenti
dell’Istituto.
Una piacevole sorpresa è giunta dagli artisti (alcuni dei quali molto
giovani) che sotto la direzione del maestro Davide Clementi al pianoforte
hanno interpretato i quattro ruoli principali del Trovatore: Eleonora
Marziali dotata di bella voce e tecnica di ottimo livello, ha dato vita ad
una Leonora appassionata e assai credibile, sostenuta anche dal fraseggio
accurato e dal colore appropriato del Conte di Luna (Giancarlo Pera).
Efficace anche la zingara Azucena di Arianna Castelli, per timbro e
intensità espressiva. Qualche nota dolente ha riguardato il tenore Byoung
Don Kang, ma d’altro canto occorre ricordare che proprio per questo Il
Trovatore è scoglio davvero arduo persino per i grandi Enti Lirici.
La serata si era aperta con un breve recital pucciniano, sostenuto dalla
giovanissima Caterina Rufo, allieva della classe 3-AS dell’Istituto, che
ha eseguito “In quelle trine morbide” da Manon Lescout e “Un bel dì
vedremo” da Madama Butterfly, accompagnata al pianoforte dal M° Yoko Kita
Rufo. Grande successo per tutti, e in particolare per gli
studenti-macchinisti per quelli alle luci e per gli addetti alla trama.
gallicano nel lazio
XXVII Sagra del ciambellone e dei prodotti tipici
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Si è concluso il ricco
programma di festeggiamenti in onore di San Antonio Abate. In
contemporanea (metà gennaio-fine gennaio) con la tradizionale benedizione
degli animali, sono stati inaugurati gli stand della Ventisettesima Sagra
del Ciambellone e dei prodotti tipici. La Sagra celebra le usanze
contadine: in onore del Santo protettore degli animali, le massaie avevano
l’abitudine di preparare i dolci rustici a base di farina, olio di oliva e
chicchi di anice, ed il risultato era il buon Ciambellone, ideale da
associarsi con il vino novello.
L’Amministrazione ha ripreso con successo l’antica tradizione che è stata
arricchita da giochi, degustazioni, balli folkloristici e dalla sfilata
della banda musicale.
palestrina
Estro
Artistico
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(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Un presepio artistico,
realizzato con una interessante tecnica costruttiva, statue in
plastica, modellate dall’Artista di Palestrina Fusano. La bellezza, ma
soprattutto la scenografia, raggiungono un grande effetto, un semplice
ma anche sofisticato sistema di trasformazione da una semplice e
comune bottiglia in p.e.t. ad un originalissimo e sinuoso oggetto
d’arte, capace di riprodurre in maniera alquanto realistica i
movimenti dell’uomo. Un vero spettacolo affascinante, di arte
contemporanea.
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castel san pietro romano
Chiesetta
della Costa
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Nel paesino di Castel
San Pietro Romano, a conclusione dei festeggiamenti dell’adorazione della
Beata Margherita Colonna, una bellissima statua raffigurante la Beata è
stata situata nella chiesetta della Costa (da cui si gode uno spettacolare
panorama, di gran parte dell’area Prenestina).
Nella chiesetta, recentemente restaurata grazie all’interessamento
dell’Amministrazione Comunale e del sindaco dott. Nardi, e con piena
soddisfazione di tutta la Comunità di Castel San Pietro Romano, si sono
svolte le celebrazioni del culto della Beata. |