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Sommario anno XIII numero 1 - febbraio 2004

 CINEMA

21 grammi di Alejandro Gonzales Inarritu
(Roberto Esposti flann.obrien@email.it) - Si dice che 21 grammi siano il peso che ogni uomo perde quando muore: l’anima sarebbe dunque leggera, mentre il secondo film di Inarritu non lo è per niente. Non può esserlo un film che riflette sul senso della vita per tutta la sua lunghezza, facendolo sulla pelle di tre personaggi: un amore, un figlio, la fede in Dio, la vendetta, la pietà possono essere tutte delle ottime risposte. Esse possono assumere preminenza a seguito di una tragedia, prendere il posto di ciò che c’era prima: perché quando arriva il dolore, quello vero, le ragioni del cuore non sono più le stesse.
Paul è un professore di matematica che attende un cuore nuovo per continuare a vivere, Christine un’ex cocainomane che si è costruita una famiglia meravigliosa, Jack un avanzo di galera che ha trovato la redenzione in una fede ottusa. Le loro vite si incontreranno ad un incrocio fisico, ma anche spirituale, quando il pick-up di Jack falcerà marito e figlie di Christine, regalando a mezzo donazione un cuore nuovo a Paul. Come nei film di Kieslowski le vite di sconosciuti si incontrano nel dolore e nella speranza, ma la cifra stilistica di Inarritu è il montaggio: la storia si dipana in un susseguirsi di flashback e flashforward che all’inizio confondono lo spettatore, per poi rendere la sceneggiatura in maniera esemplare pur continuando ad alternarsi. Come si alternano le (ri)nascite e le morti, anche quelle sentimentali.
I sentimenti albergano davvero nel cuore-organo come si credeva un tempo? Forse sì se è vero che Christine si innamorerà dell’uomo che vive con il cuore del defunto marito e che quest’uomo voglia vendicarsi di colui che ha ucciso chi lo possedeva in precedenza. L’esempio e la fede possono tradire e rimediare, anche redimere, persino se rappresentate in forme dure o circensi. Sean Penn, Benicio Del Toro e Naomi Watts investono molto dei loro 21 grammi nel film, rendendo credibili gli strazi di questo dramma: la Watts che si lacera per i frutti del suo grembo, che si inciampa nella droga, che cerca la vendetta e che trova l’amore; Del Toro che oscilla tra martirio redentore e perdizione predestinata per poi trovare l’assoluzione, almeno quella terrena; Penn che si trascina verso la morte tra speranza, egoismo, dolore, amore, indifferenza, pietà e tante sigarette per arrestarsi in un ospedale in cui ci abbandona lentamente alla visione della neve che cadere lieve nell’universo e lieve cadere, come la discesa della loro ultima fine, su tutti i vivi e i morti.

 CINEMA

Sommario anno XIII numero 1 - febbraio 2004