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Sommario anno XIII numero 3 - marzo 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 13

frascati
Piccola storia dei primi venti anni della sezione CAI
(Paolo Di Lazzaro, Stefano Cavalchini, Vittoria Caloi, Mario Fascetti)
Prima puntata: dal 1984 al 1986, gli anni ruggenti.
La Sezione CAI di Frascati è stata fondata nel 1984, come Sotto-Sezione di Roma. Quest’anno, quindi, ricorre il ventesimo compleanno della Sezione. Abbiamo pensato di far raccontare dalla voce dei protagonisti la storia, gli aneddoti, la spinta morale, le speranze e le motivazioni che ci hanno portato alla soglia del ventesimo anno di età.
Per raccontare la storia con qualche dettaglio, dobbiamo dare spazio ai protagonisti e bisogna dividere gli eventi in più puntate. La prima puntata copre il periodo ruggente, dal 1984 al 1986. L’intervista riportata nel seguito è il sunto di una chiacchierata con Maurizio De Sanctis (primo reggente della Sotto-Sezione), Giancarlo Guzzardi (secondo reggente), Lorenzo Brunelli, Ugo Croce e Maria Bettini (soci fondatori e testimoni oculari dei primi vagiti della Sezione).
Come è nata l’esigenza di fondare una Sezione del CAI a Frascati, un paese collinare dal quale le montagne si vedono solo da lontano?
Maurizio: Tutto è cominciato alla fine degli anni ‘60, quando il parroco di S. Maria in Vivario (San Rocco) organizzava escursioni e accantonamenti su Appennini e Alpi cui partecipavano un gruppo di ragazzi frascatani tra cui Massimo Risi, Massimo Marcheggiani, Maurizio Fiaoni e altri, oltre me stesso. Erano i tempi del “fai da te”, dell’autoapprendimento dei rudimenti dei nodi e della progressione. Col passare del tempo in alcuni di quei ragazzi rimaneva, oltre alla passione per la Natura e la Montagna, il desiderio di imparare qualcosa di più, di apprendere le tecniche di salita e di assicurazione. Questo fu uno dei motivi per cui insieme ad altri amici nel 1978 ci iscrivemmo alla Sezione CAI di Roma, che all’epoca aveva la sede in via di Ripetta, in pieno centro. Certo, raggiungere via di Ripetta era un po’ scomodo per chi partiva da Frascati, e i rapporti con i soci romani erano un po’ freddini… Insomma, non ci sentivamo a casa nostra, e verso la fine del 1983 decidemmo di raccogliere le firme (ne servivano almeno 50) per chiedere di fondare una Sotto-Sezione a Frascati. Mettendo insieme i soci CAI residenti ai Castelli e iscritti sia a Roma che altrove (Lucci, Gentile, Landi, Brunelli, Malaguti e Fiaoni erano iscritti a Roma, Marcheggiani era iscritto al CAI Velletri, Ghio al CAI Cuneo) si arrivava a sole 16 firme. E allora organizzammo una campagna di sensibilizzazione presso amici e parenti, e lasciammo avvisi per il reclutamento presso Amadei Sport e Serafini. Per fare proselitismo organizzammo anche una manifestazione pubblica a Febbraio ’84, una proiezione di diapositive di Massimo Marcheggiani, che già era un alpinista affermato e Istruttore Nazionale di Alpinismo. Alla fine riuscimmo a raccogliere più di settanta firme. Eravamo entusiasti, e anche sorpresi nel trovare tanto interesse e disponibilità. Mi convinsi che nei Castelli Romani c’era un interesse diffuso per la Montagna, ma vissuto sino ad allora in modo individuale e quasi sotterraneo.
Lorenzo: Uno dei motivi del successo dell’idea di creare una Sotto-Sezione (e non limitarsi a una aggregazione spontanea e informale) è che ti fa sentire dentro un progetto culturale e tecnico più ampio. Insomma, la nascita non avviene per caso, c’è voglia di far parte di un contesto organizzato, quello del CAI, gratificante proprio come punto di riferimento.
Insomma, alla fine siete riusciti a fondare una Sotto-Sezione CAI a Frascati, e ne eravate giustamente orgogliosi. A questo punto però iniziava la parte più difficile: l’organizzazione, le attività, la sede. Dove vi riunivate le prime volte?
Lorenzo: Ricordo le prime riunioni nella case private dei soci, qualche volta presso la cantina di Bruno Muratori (che in Montagna ci andava già dagli anni ’50), e infine la prima sede in un umidissimo scantinato a via Manara 5, dove adesso si trova la Banca dell’Etruria.
Maurizio: Sì, il Presidente della Pallavolo Frascati ci concesse un locale che era parte della loro sede. Decidemmo subito l’orario di apertura: il giovedì pomeriggio, in concomitanza con la chiusura dei negozi e anche perché era una serata strategica per organizzare il fine settimana in montagna. Per quanto riguarda l’organizzazione, fui eletto reggente insieme con un Consiglio Direttivo formato da otto soci.
Puoi ricordarci i nomi del primo Consiglio Direttivo?
Maurizio: Sì, c’erano Celestino Buccella, Marco Cerri, Roberto e Virgilio Landi, Massimo Marcheggiani, Bruno Muratori, Massimo e Roberta Risi.
Quali furono le prime decisioni del Consiglio, e le prime attività?
Maurizio: Beh, c’era tanto entusiasmo e passione. Organizzammo tra Maggio e Giugno il “Primo Corso di Introduzione all’Alpinismo”, diretto da Marcheggiani: a Frascati si trattava di una prima assoluta. Poi, a Settembre un nostro stand alla Festa del Borgo di S. Rocco, per poi concludere il 1984 in bellezza con il coro dell’Associazione Nazionale Alpini di Roma nella chiesa di S. Maria in Vivario, a Natale. Nel frattempo avevamo preparato un calendario di escursioni sezionali, due volte al mese, dove i direttori di gita erano scelti tra i soci più esperti. Pensate che il calendario escursionistico venne pubblicato sulla cronaca romana del “Messaggero”. Ricordo anche il primo bollettino annuale, con i disegni e le caricature di Massimo Risi e Toni Campanella, e un questionario distribuito ai soci per conoscere le esigenze e le iniziative da mettere in atto.
Anche grazie a queste manifestazioni pubbliche, attività escursionistiche, iniziative e corsi, la presenza del CAI a Frascati cominciava a farsi sentire, e gli iscritti in un anno erano quasi raddoppiati. Accanto alle attività strettamente sezionali, c’erano gruppi di soci che si organizzavano per spedizioni sulle Alpi e Appennini di carattere alpinistico ed escursionistico.
Ugo, quelli erano tempi ruggenti anche per arrampicare…
Ugo: Sì, specialmente nei primi anni c’era molto spirito di inventiva. I mezzi economici erano scarsi: ricordo un’arrampicata con Crisanti e Marcheggiani, in tre con una sola imbracatura per chi tirava, mentre gli altri due erano ancora assicurati in vita. Le scarpette da arrampicata erano appena nate e molti di noi usavano ancora con gli scarponi.
Dove si arrampicava per fare quella che adesso si direbbe “palestra”?
Ugo e Lorenzo: Soprattutto al Morra su quelle che diventeranno le tradizionali vie Bambi, Boscaiolo, Zapparoli, adesso un po’ abbandonate e levigate… Qualcosa al Guadagnolo e poi alla “cavetta” del Tuscolo con la sua roccia vulcanica e un famoso masso, e addirittura in città, a notte fonda al precipizio della stazione cittadina, con le sue fessure nel marmo… Con queste esperienze alle spalle ci si presentava d’estate sulle Dolomiti e sulle Alpi occidentali. Nell’estate dell’84 sul massiccio del M. Bianco, al rifugio Torino arrivammo col vino dei Castelli; c’erano anche Massimo Risi, Vittorio Landi, Marco Cerri, Francesco Ghio. E salimmo parecchie vie non banali, come la cresta di Rochefort, la traversata del Ghiacciaio del Gigante e la bellissima via Kuffner al Mont Maudit. Nel frattempo Marcheggiani saliva sulla via Cassin al Pizzo Badile e i Pizzi Gemelli nelle Alpi Retiche.
Maria: era un periodo emozionante, di scoperta… Io non dormivo la notte prima di arrampicare al Morra. E pensavo che aver “fatto la Gigi” al Morra bastasse come esperienza, quando ho fatto la mia prima via nelle Dolomiti, in fessura per 450 metri!
Lorenzo: anche l’escursionismo presentava i suoi rischi. Una volta, salendo al M. Viglio, nella fitta nebbia invernale ci siamo persi, siamo saliti da Filettino e scesi a 50 km di distanza. I carabinieri riferirono di aver compiuto un “soccorso alpino”(!)


Come erano i rapporti con la Sezione “madre” del CAI di Roma, con il Comune di Frascati e all’interno del Consiglio?
Maurizio: Partecipando ai loro Consigli Direttivi in rappresentanza della Sotto-Sezione, ricordo che erano sorpresi dal numero di attività che avevamo avviato in così poco tempo, e comunque non contribuirono alla loro realizzazione, neanche finanziariamente. Per quanto riguarda il Comune di Frascati, i rapporti con l’allora Sindaco Pugliesi erano buoni, ci aiutarono per esempio ad organizzare la serata con il coro dell’A.N.A. di Roma e anche negli anni immediatamente seguenti ci fu collaborazione con l’assessorato alla Cultura. All’interno del Consiglio Direttivo c’erano modi diversi di intendere la Montagna e l’organizzazione delle attività, e qualche volta ci furono divergenze di vedute e contrasti. Ricordo che una volta il primo punto all’ordine del giorno della riunione del Consiglio recitava: “Funzionalità del Consiglio Direttivo”. Questo fu uno dei motivi che mi spinse a lasciare nel 1985 la posizione di reggente, pur rimanendo nel Consiglio.
A Maurizio De Sanctis subentra Giancarlo Guzzardi. Giancarlo, tu avevi già esperienze di organizzazione...
Giancarlo: Io venivo da Roma, dove nel 1974 avevo fondato il Gruppo Speleologico del CAI di Roma, conseguendo in quella sede il brevetto di Istruttore Nazionale di Speleologia. Nel 1983 mi trasferii a Rocca di Papa, e l’anno successivo incontrai Maurizio De Sanctis, Toni Campanella, Roberto Landi, Massimo Risi e Massimo Marcheggiani che insieme ad altri avevano appena dato vita alla Sotto-Sezione di Frascati. Mi trovai subito bene con loro, avevamo le stesse passioni e gli stessi ideali di amicizia. Trovai quindi naturale accettare la proposta di fare il reggente di una bella avventura appena iniziata. Con il nuovo Consiglio, prefissammo alcuni obiettivi presto raggiunti, come gli incontri culturali in sede, il corso di primo soccorso, l’organizzazione delle gite sociali, la tessitura dei rapporti con le autorità comunali, proponendoci come una possibile risposta alla complessa domanda di organizzazione del tempo libero per i giovani.
Giancarlo, hai ricordi particolari di quel periodo?
Giancarlo: Sì, è un ricordo personale e molto doloroso. Nell’Agosto del 1985, a seguito della gravissima malattia che colpì la mia piccola Sara, già iscritta tra i soci giovani, e che la portò in Paradiso dopo 14 mesi, fui costretto a lasciare il mio incarico sezionale. Questa dolorosa circostanza fu vissuta con eccezionale fraternità da tutta l’Associazione, che per questo ringrazio ancora. Tutto ciò non mi impedì, in seguito, di dare alla Sezione il mio piccolo contributo.
A Giancarlo subentrò ancora Maurizio.
Maurizio: Sì, tutti noi eravamo profondamente scossi dalla disgrazia che colpì Giancarlo, e ne uscimmo ancora più responsabilizzati. Le principali attività erano oramai impostate, gli iscritti nel 1986 erano saliti a 146, e continuammo sulla strada tracciata con impegno e sincerità d’intenti. Ricordo, tra le altre iniziative, anche una rassegna di film chiesti alla cineteca del CAI, allora c’erano le “pizze”.
Con la crescita del numero di iscritti, avevate la tentazione di rendervi autonomi da Roma?
Maurizio: No, almeno fino al 1986 non eravamo molto tentati. Se ne parlava, ma i vantaggi di essere Sotto-Sezione (pochi adempimenti burocratici, nessuna interazione con la Sede Centrale, etc.) consentivano di dedicare le nostre energie alle attività concrete: le gite sociali, i corsi di alpinismo, lo sci, la speleologia, le manifestazioni. A mio parere non era un vantaggio da poco.  
(Fine prima puntata. Continua...)



grottaferrata - frascati
Arsenico e vecchi merletti
(Nr) - La compagnia “I NUOVI ISTRIONI” è lieta di presentare in scena “ARSENICO E VECCHI MERLETTI”, un capolavoro giallo - comico di J Kesselring.Come ricorderete, il lavoro è stato reso ancor più celebre dal film di Frank Kapra, ma....che dire di tre anni consecutivi di repliche  in teatro a Broadway?!! Speriamo che la nostra edizione vi piaccia....anche se non pretendiamo di rimanere in scena per tre anni!!!! Le scene sono state dipinte a mano, elaborate e stampate con tecnica digitale, costumi d’epoca, qualche trucco...e qualche sorpresa.Insomma, intendiamo farvi trascorrere due ore in compagnia di una comicità sottile e raffinata, pervasa da un ritmo vivace e contornata da equivoci e assurde realtà.
VI ASPETTIAMO!!  per prenotazioni e biglietti  tel ai nn . – 3284397739 - 3286144516

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Sommario anno XIII numero 3 - marzo 2004