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Sommario anno XIII numero 4 - aprile 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 14

grottaferrata
Sangiuliano e “il tempo della finzione”
(Eliana Rossi) - L’incontro con l’autore Sangiuliano, che ha presentato il suo ultimo libro “Il tempo della finzione. Modi e orizzonti Sangiuliano e Franco Campegianidella creatività”, promosso dall’Università Popolare del Tuscolano (UPT) in collaborazione con la UniCredit Xelion Banca, si è tenuto lunedì 15 marzo, presso la sala conferenze del suddetto istituto di credito, sito in Grottaferrata, via Gregorio di Tuscolo, 23.  Relatori: Franco Campegiani, poeta e critico d’arte e  Ferdinando Stirati, Preside del Liceo Scientifico di Grottaferrata. Nel discorso d’apertura, il Dr. Marco Onofrio, Presidente dell’UPT, ha accennato ad un breve profilo dell’autore, definendolo un artista polivalente in quanto poeta, scrittore, critico d’arte, del quale hanno scritto numerosi esponenti della letteratura italiana. “L’opera che viene presentata questa sera - chiosa il Presidente dell’UPT -  è risultata vincitrice del 1° Premio Internazionale di Cultura “Città di Marino”, indetto dalla Banca di Credito Cooperativo “San Barnaba” di Marino (BCC), con il patrocinio del Comune di Marino, del Rotary Club “Albalonga” e della Società “Dante Alighieri”; si tratta di un saggio sulla creatività, tema già affrontato da Campegiani, un’opera di profondità straordinaria”.
Nel suo intervento Ferdinando Stirati si è profuso in ricordi autobiografici, risalendo verso la prima metà degli anni ’50 quando su tutti aleggiava il mito americano, il boogi woogi, la coca cola, la scoperta degli scrittori statunitensi, Hemingway, Fitzgerald, Faulkner e la scoperta del cinema americano.
“Questi fatti - spiega Stirati - venivano interpretati come il segno della rinascita e di un passato che era impossibile condividere. Verso la fine degli anni ‘50 parlando del festival di San Remo, nacque un dibattito tra me e Sangiuliano a proposito delle canzoni di Villa, lui era conservatore di certi ritmi e sonorità, mentre il mio giudizio era drastico. Poi ci siamo persi di vista e ritrovati solo verso la metà degli anni ’80. Nel frattempo, aveva assunto lo pseudonimo di Sangiuliano, avevo letto i suoi libri, senza rendermi conto che si trattasse del mio amico. Sono onorato delle scelte di vita che abbiamo fatto, entrambi abbiamo lasciato Roma, per esservi ritornati solo dopo essere andati nel deserto. Intanto Sangiuliano aveva comprato una casa ad Aprilia, completamente deserta e ciò è avvenuto in seguito ad un’esperienza fatta in Brasile, dopo essere stato in contatto con esponenti della letteratura brasiliana. Inizia la sua ricerca per la natura, nascono “L’Erbario” e il “Bestiario”, anche la scoperta della filosofia di Heidegger dà una nuova dimensione alla natura, ma il supporto importante per la sua attività letteraria è la musica, che ha accompagnato da sempre la sua vita. E da buon chitarrista è nato l’incontro con la canzone romana da cui sono scaturite opere quali “Serpente a sonetti” (1988); “Quando Roma cantava. Forma e vicenda della canzone romana” (1986); “Il mito America. Hollywood e Fitzgerald” (1983) in cui si crea un parallellismo tra jazz americano anni 1920-30 e quello di Fitzgerald. Per citare Fromm  - continua Stirati - Sangiuliano ha preferito sempre l’essere all’avere e chi lo conosce nel profondo sa quanto sia difficile rimanere fermi su una tale decisione, assunta come modello di vita. Questa sua Weltanshauung è stata una scelta indirizzata verso la fitosofia, la sapienza della natura, che gli ha consentito di trasformare il suo giardino in un Eden, dando luogo alla creazione degli Horti Sangiulianei, un paradiso aperto solo a chi sia in possesso di un merito. “Il tempo della finzione” va letto come una vera e propria autobiografia, un libro nel quale l’autore presenta se stesso con una scrittura sempre perfetta. Nelle ultime pagine egli individua gli elementi fondamentali per una prospettiva seria della vita, indicandoci alcuni valori a cui ispirarci per avere qualche virtù nel futuro: convivialità, tolleranza e amicizia”. Per Campegiani l’opera è “un’indagine sui linguaggi e sui limiti della comunicazione, calata nella realtà odierna. Il pensiero sembra appiattarsi su feticci tecnologici della realtà. Quello in cui viviamo è il tempo della simulazione che sia mai stata posta dalla società e Sangiuliano s’interroga sull’autenticità dell’uomo e sulla sua impossibilità di farsi vero.  E si richiama allo psicanalista, per spiegare la parola “ricreazione”, che è gioco, inteso come conoscenza del mondo e non come momento ludico. Questo tipo di gioco costruttivo sembra oggi impossibile da trovare nella nostra società, che crea solo artifici e di conseguenza si trova nell’impossibilità di evolversi. Siamo di fronte ad un artificio linguistico e ne “Il tempo della finzione”, Sangiuliano, pur esprimendo una condanna verso la società, tenta vie correttive, l’alienazione in cui viviamo sta nelle deviazioni del linguaggio, si tratta di trovare delle modalità differenti del comunicare. La poesia di Sangiuliano è stanziale, intendendo la vocazione dell’uomo per il mondo oggettivo e non è prigioniera di se stessa, ma è come se fosse scritta con le cose con cui il poeta vive quotidianamente”.



rocca di papa
Movimento politico per l’unità
(Gianfranco Botti) - Il Movimento politico per l’unità è una rete mondiale che raccoglie l’impegno politico di coloro che, a tutte le latitudini, di ogni tendenza politica, hanno fatto propria l’idea di comporre in unità la famiglia umana.
È nato il 2 maggio 1996 a Napoli, ed oggi, diffuso in varie latitudini, raccoglie politici di moltissimi paesi. Si ispira al carisma dell’unità di Chiara Lubich, alla spiritualità collettiva che ne è nata e alla elaborazione culturale che si va delineando. Esprime un modo nuovo di essere, oggi, dentro la politica: essere prima per l’uomo e per i suoi valori profondi e, poi, per la propria parte politica; al tempo stesso rinsaldare l’unità fra gli impegnati in politica, pur rimanendo fedeli alle proprie scelte di campo, al fine di aiutarsi a prendere posizioni comuni e lavorare, forti di questa coesione, per il bene comune.
Ne rappresentano i soggetti principali, in rapporto reciproco, politici impegnati nelle istituzioni, nei partiti e nei centri culturali, funzionari, studiosi e studenti di scienze politiche, cittadini, che riconoscono nella fraternità universale il fine, il contenuto e il metodo specifico del proprio impegno.
Il 18 marzo scorso, il Movimento ha tenuto una sessione di lavoro a Rocca di Papa, durante la quale è risaltato che: “è lo spirito comunitario che caratterizza la società politica, e bisogna sempre rientrare in esso, recuperare il punto di vista dell’unità, per interpretare rettamente ciò che è astato costruito, e per conseguire, decisione per decisione, quel bene comune che rafforza l’unità della comunità”.
Rispetto alle persone impegnate in politica, si è detto che: ci sono due tipi di politici: quelli che fanno grande il partito, e quelli che sono fatti grandi dal partito. I secondi sono appagati dalla loro collocazione parziale e dalla briciola di potere che detengono, e così facendo si rappresentano in modo avido e gretto, immiserendo anche il loro partito!
Nella seduta, degno di nota l’intervento di Ugo Onorati, eletto sindaco di Marino provenendo dalla cultura del sociale, estraneo alla politica. Che assorbita l’anomalia, prima del pensabile gli ha presentato il conto per riappropriarsi del primato e dei privilegi alla politica cedevolmente consegnati per tradizione.
“È mio intendimento - ha detto Onorati - rapportarmi direttamente e sistematicamente alla popolazione, in quanto un’informazione politico-amministrativa tempestiva e aggiornata, permette di sentirsi partecipe e di poter dire la propria alla gente. Gente, non intesa in senso qualunquistico, ma nella valenza sociologica più pregnante: gente come persone, come ciascuno e tutti. Tutti devono sentirsi cointeressati con me, non dissociati, nello sforzo che sto vivendo con Marino, per i marinesi”.


xi comunità montana
Fondi per la ristrutturazione di immobili
(Laura Frangini) - Migliorarne la vivibilità e l’appetibilità turistica dei nostri centri storici: questo è il fine del bando emesso dalla Comunità Montana, per finanziare interventi di ristrutturazione di edifici pubblici e privati nell’area dei Castelli Romani e Prenestini. L’iniziativa, che si rivolge tanto ai privati cittadini che alle amministrazioni locali, interessa i tredici comuni del comprensorio montano: Cave, Colonna, Gallicano, Genazzano, Grottaferrata, Monte Compatri, Monte Porzio Catone, Palestrina, Rocca Priora, Rocca di Papa, S. Cesareo e  Zagarolo. “ L’azione non è nuova nel nostro territorio - afferma Mauro Vallerotonda, assessore allo Sviluppo della Comunità Montana - già due anni fa l’abbiamo sperimentata con grande successo, recuperando oltre 35 edifici nell’area, alcuni dei quali di grande pregio storico e architettonico” .  Gli immobili che possono beneficiare dell’agevolazione a fondo perduto dell’ente montano, devono essere ubicati esclusivamente nelle aree del centro storico. La misura del finanziamento è calcolata in percentuale del 35% sulle spese ammissibili per la ristrutturazione, per un importo massimo erogabile di 25mila euro per ciascun progetto. Le spese  ammesse al contributo di ristrutturazione possono riguardare tanto le opere di intonaco e tinteggiatura  esterna dell’edificio, quanto la sostituzione di gronde, discendenti, balconate, vetrine, insegne e altri interventi similari. La documentazione da presentare entro il prossimo 3 maggio alla Comunità Montana, deve essere completa di modulo di domanda, schede  tecniche dei lavori e allegati.
L’agenzia di Sviluppo dell’ente Montano è a disposizione per informazioni ogni martedì e giovedì, dalle 10.00 alle 17.00,  presso gli uffici dell’ente a Rocca Priora, via della Pineta 117 - telefono 06947.08.20. Testo del bando e modulistica, sono scaricabili anche dal sito internet www.xicomunitamontana.lazio.it, dalla sezione Bandi e modulistica del menù.

 I NOSTRI PAESI - pagina 14

Sommario anno XIII numero 4 - aprile 2004