Mai dimenticare il passato
(Alessio Colacchi) -
Il 25 Aprile
di cinquantanove anni fa l’Italia tornava ad essere una nazione Libera e
Democratica. Quella data è minacciata oggi dai più insani revisionismi di
destra che cercano di riabilitare la dittatura che precedentemente aveva
portato il nostro paese alla distruzione economica e politica. Il 25
Aprile infatti ha segnato il punto massimo della guerra di Liberazione
Nazionale, di quell’alleanza che, in nome di un ideale superiore, aveva
unito attorno ad una stessa bandiera, quella che sventola i colori della
Libertà, Comunisti, Socialisti, Repubblicani, Democristiani e Liberali.
Anche perché il ritorno della libertà è dovuto in larga parte proprio al
contributo che la popolazione civile dell’epoca diede alla lotta al
nazifascismo. Una lotta che non si espresse soltanto attraverso le azioni
partigiane, che costituirono comunque un utilissimo strumento contro
l’occupante tedesco, ma anche attraverso l’opera di quanti distribuivano
cibo alla popolazione protetta nelle grotte, o anche attraverso l’opera di
religiosi e dottori che curarono cittadini abbandonati a se stessi. Ciò
avvalora ancora di più la tesi di Giorgio Bocca, secondo cui: “È bene che
si sappia cosa sia stata la resistenza: non il mito di cui parlano i
revisionisti, ma la rivelazione di ciò che un popolo può fare quando
prende il destino del paese nelle sue mani”.
Infatti con il 25 Aprile iniziava un periodo che, con tutte le sue
contraddizioni e le logiche che avrebbero innescato i meccanismi della
guerra fredda, avrebbe condotto alla nascita di due importanti elementi
della nostra società moderna: la Repubblica e la Carta Costituzionale.
Due
principi insanabili ed irrinunciabili della nostra storia Democratica,
fortemente minacciati nella loro funzionalità negli ultimi anni. Infatti
la nostra Carta Costituzionale proprio a causa delle ultime riforme
rischia di ridursi ad un semplice retaggio di un passato ormai chiuso, e
che non bisogna assolutamente ricordare.
Per
questo non bisogna mai dimenticare il passato, ma soprattutto conoscere la
storia, per non rischiare di cadere vittima di chi vuole riscrivere il
passato a proprio uso e consumo. |