La parità di Madrid
(Alessandra Felici) - Passi pure per la Svezia, passi
pure per la Norvegia, due paesi dell’estremo nord, dove le donne hanno
raggiunto una completa uguaglianza, nella famiglia e nella vita pubblica,
dove sono all’incirca la metà dei parlamentari e la metà dei ministri.
Passi pure per la Svezia, la Norvegia o la Finlandia… […] Insomma noi
italiani che mandiamo in Parlamento una risibile rappresentanza femminile
(l’11 % dei deputati e l’8% dei senatori) potevamo finora trovare un
riparo a questa arretratezza, facendo ricorso alle nostre tradizioni, la
nostra cultura, la nostra storia. Ma quando è la Spagna, paese
mediterraneo e cattolico quanto noi, a scavalcarci e darci una lezione di
modernità, laicità e democrazia, allora, diciamo la verità, è difficile
trovare una giustificazione. (Il governo di Zapatero sarà perfettamente
paritario, composto da otto uomini e otto donne).
[…]
La scadenza delle europee e delle amministrative è ormai vicina.
Nell’Europarlamento le italiane occupano solo 10 seggi su 87, all’ultimo
posto tra i 15 paesi dell’Unione. […]
M.
Mafai
La
Rebubblica - 1.04.2004
Tutto
questo ci sembra degno di riflessione, in linea con alcune delle
problematiche da affrontare e condivise nell’ambito politico del
centrosinistra. Abbiamo già visto i diversi leaders esprimersi in
merito alla ricerca dell’equilibrio di genere (ossia esprimere la volontà
di conseguire la parità di rappresentanza e quindi di presenze negli
organismi politici ed istituzionali). Ora aspettiamo i risultati. La
battaglia che le donne hanno portato avanti in questi ultimi tre anni
affinché l’equa rappresentanza e l’accesso ai poteri decisionali si
aprissero definitivamente anche alle donne ha finalmente trovato una sua
collocazione giuridica lo scorso anno con la modifica dell’art.51 della
Costituzione diventato definitivamente legge costituzionale.
“Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli
uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza,
secondo i requisiti stabiliti dalla legge” “a tale fine la Repubblica
promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra uomini e
donne”.
È
necessario che, perché questa approvazione non rimanga un atto simbolico,
il suo contenuto venga recepito immediatamente dalle leggi elettorali. È
notizia di questi giorni che l’approvazione da parte del Senato delle
misure per il riequilibrio della rappresentanza, contenute nel disegno di
legge per l’election day, possa rappresentare un passaggio
importante per le donne italiane. La norma, inserita in questo disegno di
legge, rappresenta la prima attuazione delle modifiche dell’articolo 51
che il Parlamento l’anno scorso ha approvato all’unanimità. È stata una
prova di maturità democratica indicare una percentuale di candidature del
sesso meno rappresentato che già dalle prossime europee non potrà essere
inferiore ad un terzo. La strada per un riequilibrio della rappresentanza,
nonostante questa vittoria, è comunque ancora molto lunga e scivolosa e
proprio per questo, aggiungiamo noi, non può fare a meno di un sostegno
normativo. Questo disegno di legge, se approvato dal parlamento, dovrà
essere recepito nella stesura dei nuovi statuti provinciali, comunali e
regionali.
Come
è noto l’Italia ha vantato fino ad oggi il primato negativo della minore
presenza di donne in Parlamento, nelle assemblee regionali, fra gli
amministratori pubblici degli enti locali e, più in generale, nei luoghi
decisionali. La necessità di porre termine allo spreco delle competenze
femminili o quanto meno di contrastare il crescente calo di presenze delle
donne nei luoghi elettivi, ha visto l’impegno di molte donne ad agire per
una campagna di informazione e denuncia rivolta all’opinione pubblica
femminile, alla stampa, ai partiti politici e alle coalizioni elettorali,
alle istituzioni.
Lanciamo perciò un appello a tutte le forze politiche, ai partiti e ai
movimenti, alle coalizioni affinché in occasione della prossima scadenza
elettorale venga sostenuto il maggior numero di donne candidate e la loro
elezione. |