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Sommario anno XIII numero 5 - maggio 2004

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La parità di Madrid
(Alessandra Felici) - Passi pure per la Svezia, passi pure per la Norvegia, due paesi dell’estremo nord, dove le donne hanno raggiunto una completa uguaglianza, nella famiglia e nella vita pubblica, dove sono all’incirca la metà dei parlamentari e la metà dei ministri. Passi pure per la Svezia, la Norvegia o la Finlandia… […] Insomma noi italiani che mandiamo in Parlamento una risibile rappresentanza femminile (l’11 % dei deputati e l’8% dei senatori) potevamo finora trovare un riparo a questa arretratezza, facendo ricorso alle nostre tradizioni, la nostra cultura, la nostra storia. Ma quando è la Spagna, paese mediterraneo e cattolico quanto noi, a scavalcarci e darci una lezione di modernità, laicità e democrazia, allora, diciamo la verità, è difficile trovare una giustificazione. (Il governo di Zapatero sarà perfettamente paritario, composto da otto uomini e otto donne).

[…] La scadenza delle europee e delle amministrative è ormai vicina. Nell’Europarlamento le italiane occupano solo 10 seggi su 87, all’ultimo posto tra i 15 paesi dell’Unione. […]
M.  Mafai
La Rebubblica -  1.04.2004


Tutto questo ci sembra degno di riflessione, in linea con alcune delle problematiche da affrontare e condivise nell’ambito politico del centrosinistra. Abbiamo già visto i diversi leaders esprimersi in merito alla ricerca dell’equilibrio di genere (ossia esprimere la volontà di conseguire la parità di rappresentanza e quindi di presenze negli organismi politici ed istituzionali). Ora aspettiamo i risultati. La battaglia che le donne hanno portato avanti in questi ultimi tre anni affinché l’equa rappresentanza e l’accesso ai poteri decisionali si aprissero definitivamente anche alle donne ha finalmente trovato una sua collocazione giuridica lo scorso anno con la modifica dell’art.51 della Costituzione diventato definitivamente legge costituzionale.  
“Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge” “a tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra uomini e donne”.
È necessario che, perché questa approvazione non rimanga un atto simbolico, il suo contenuto venga recepito immediatamente dalle leggi elettorali. È notizia di questi giorni che l’approvazione da parte del Senato delle misure per il riequilibrio della rappresentanza, contenute nel disegno di legge per l’election day, possa rappresentare un passaggio importante per le donne italiane. La norma, inserita in questo disegno di legge, rappresenta la prima  attuazione delle modifiche dell’articolo 51 che il Parlamento l’anno scorso ha approvato all’unanimità. È stata una prova di maturità democratica indicare una percentuale di candidature del sesso meno rappresentato che già dalle prossime europee non potrà essere inferiore ad un terzo. La strada per un riequilibrio della rappresentanza, nonostante questa vittoria, è comunque ancora molto lunga e scivolosa e proprio per questo, aggiungiamo noi, non può fare a meno di un sostegno normativo. Questo disegno di legge, se approvato dal parlamento, dovrà essere recepito nella stesura dei nuovi statuti provinciali, comunali e regionali.
Come è noto l’Italia ha vantato fino ad oggi il primato negativo della minore presenza di donne in Parlamento, nelle assemblee regionali, fra gli amministratori pubblici degli enti locali e, più in generale, nei luoghi decisionali. La necessità di porre termine allo spreco delle competenze femminili o quanto meno di contrastare il crescente calo di presenze delle donne nei luoghi elettivi, ha visto l’impegno di molte donne ad agire per una campagna di informazione e denuncia rivolta all’opinione pubblica femminile, alla stampa, ai partiti politici e alle coalizioni elettorali, alle istituzioni.
Lanciamo perciò un appello a tutte le forze politiche, ai partiti e ai movimenti, alle coalizioni affinché in occasione della prossima scadenza elettorale venga sostenuto il maggior numero di donne candidate e la loro elezione. 

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Sommario anno XIII numero 5 - maggio 2004