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Sommario anno XIII numero 5 - maggio 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 11

san vito romano
Castello Theodoli
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Sulle propaggini orientali della catena dei monti Prenestini, in posizione dominante sulla Valle del Sacco, si estende San Vito Romano, meta ideale di soggiorni estivi, per la bellezza dei suoi vasti boschi e per l’altitudine che gli conferisce una gradevole condizione climatica. Castello e borgo formatisi nel medioevo intorno alla chiesa omonima, costituisce il fuoco dell’asse urbanistico barocco contrapposto alla piazza ellittica sull’alta estremità. È stato quasi ricostruito dopo la seconda guerra mondiale. Inizialmente fu feudo dei monaci di Subiaco, fino all’anno 1180, quando subentrarono i Colonna. Questi si preoccuparono subito di rendere il castello inespugnabile, con nuove opere di fortificazione e circondandolo con una strada detta La Difesa, lungo la quale circolavano di continuo sentinelle armate. Il borgo che si costituì intorno al maniero risale al XIV secolo ed è rimasto pressoché intatto. Si ritiene che nel castello di San Vito sia nato Oddone Colonna, divenuto poi Papa col nome di Martino V, del quale tuttavia anche Roma e Genazzano rivendicano i natali. Ma fino ad alcuni decenni orsono si leggeva  in una sala del Castello di San Vito: “Hic natus est Oddo anno 1365”. In tutta la zona prenestina, dopo l’elezione di papa Martino V, crebbe notevolmente la devozione nei riguardi di San Martino ed in suo onore furono erette molte edicole: una di esse, detta la “cona di San Martino”, si vede ancora in San Vito.
I Colonna lo conservarono (salvo brevi interruzioni: dal 1297 al 1303 fu dato da Bonifacio VIII agli Orsini; dal 1433 al 1448 fu incamerato; dal 1501 al 1503 fu dei Borgia; dal 1541 al 1549 fu confiscato da Paolo III e dal 1556 al 1559 da Paolo IV) fino al 1565, quando un suo celebre discendente, Marcantonio, gravato da debiti, fu costretto a cedere alcune proprietà. Il castello fu acquistato dai Massimo, ma dopo appena dieci anni, nel 1575, passò nelle mani dei Theodoli, che l’acquistarono per 20.000 scudi romani. Al cardinale Mario Theodoli si deve la progettazione e la realizzazione del “Borgo Mario”, che sorse sopra un piano artificiale, creato pareggiando le punte del roccione e riempiendo i dirupi, ad un livello più alto della parte antica dell’abitato. Fu aperta così una lunga e ampia strada che presto fu fiancheggiata da gradevoli edifici, quali il Convento dei Carmelitani, oggi Palazzo Comunale e la Chiesa di San Rocco. Il castello presenta una curiosa struttura a nave, sottolineata dall’alta scarpata che la circonda, dall’aspetto di una prua puntata in direzione del Borgo Mario. Sul corso si affaccia la loggia ad archi policentrici ribassati, mentre l’ingresso principale, collocato nella parte retrostante, si apre su piazza S.Maria de Arce. Un radicale cambio di struttura del castello avvenne nel XVII secolo con don Alfonso e suo figlio Carlo (erede del cardinale Mario). Due nuove ali vennero costruite per collegare la vecchia struttura medioevale con la torre probabilmente già esistente presso la chiesa S. Maria de Arce. Da questo lato, fra il 1650 e il 1657, il marchese Carlo, allungando il recinto del castello, restrinse la piazza antistante l’ingresso, già utilizzata per il movimento delle truppe colonnesi, e fortificò la rocca. Ampliò, inoltre, la piattaforma su cui sorge il castello con la realizzazione, dal lato del Borgo Mario, di un muro a scarpa con galleria di difesa all’interno, che presenta, all’esterno, il caratteristico cordolo modanato in pietra a delimitazione del tratto di parete inclinata, al di sotto del quale sono ancora visibili le fuciliere di forma circolare. Qui collocò un’elegante loggia a quadruplice arcata che si affaccia sul Borgo Mario e che separa visivamente la zona della “prua” dal giardino pensile, oggi disegnato all’italiana, ricavato sull’ampliamento della piattaforma. Ridisegnò, infine, l’ingresso sulla piazza, collocato al sommo di una breve cordonata e fiancheggiato da fuciliere di pietra. Il portone è inserito in un portale archivoltato di ordine pseudodorico su piedistallo a dado arricchito da una bugna a punta di diamante. Sulla sinistra della rampa d’accesso si apre l’ingresso alla quota inferiore dell’ala estrema del castello, che appare mutilato nella parte superiore. Rialzò, infine, la “prua” del castello, che presenta all’ultimo piano aperture incorniciate e di proporzioni allungate simili a quelle delle altre facciate barocche del castello. Sempre a Carlo Theodoli  si devono gli abbellimenti all’interno del castello: fu nobilitata con una raccolta di quadri d’autore e le sale del piano terra vennero affrescate da Crescenzio D’Onofri (1632- 98) con Scene di caccia e Paesaggi.
Bibliografia: (Istituto Italiano Castelli-Lazio, Provincia di Roma-Bonechi-Aurigemma-Rendina)


rocca priora
Commemorazione di Augusto Roiati
(Mario Vinci) - È doveroso tenere fra i nostri sentimenti umani quello del ricordo, della rimembranza e delle onoranze, per coloro che nella nostra comunità ebbero incarichi particolari nella burocrazia, come li ebbe il nostro Augusto Roiati che, per circa quarant’anni, fu al servizio del nostro paese con la qualifica di Guardia Comunale e Messo Notificatore, concludendo il sociale incarico quale Comandante dei Vigili Urbani. Acquisì  il diritto di essere assunto perché grande invalido di guerra in conseguenza di gravi ferite riportate durante la sciagurata guerra di Grecia e Albania del 1940-41, che ci costò 70.000 soldati tra morti, dispersi, congelati e feriti.
Eravamo insieme in quell’immane conflitto, ma io ebbi maggiore fortuna perché riuscii ad evitare il fronte attivo in quanto radiotelegrafista.
Approfittando di questa celebrazione, credo doveroso tenere memoria dei nostri 30 concittadini, che subirono il sacrificio nelle aspre vette del Pindo, insidiose e nevose, sul fango del Monte Koliko, Quote Monastero, Vojussa, Erzeke e Ponte Diperati dove molti di esssi caddero eroicamente.
Siano i nostri morti nell’alto delle nostre menti per ricordare il dovere compiuto fino all’estremo, rimembrare lo strazio dei loro corpi, e i singhiozzi dolorosi e le lacrime silenziose delle madri e delle spose. Celebriamo in questa circostanza il sacrificio dei nostri fratelli colà deceduti, come Pucci Giovanbattista, Emili Primo, Lucci Mario, Lili Dario e Dandini Stefano, insieme a quelli che presero parte al conflitto come Augusto Roiati, Sorgi Enrico, Luciani Francesco, Zaratti Mario, Porcari Felice, Vinci Mario, Vinci Lino, Amelia Giuseppe, Carli Pierino, Pompili Mario, Ami Luigi, Vinci Vincenzo grande invalido, Pucci Arduino Tenente, Pucci Arduino Finanziere, Pucci Edmundo, Emili Fernando, Emili Ottorino, Porcari Domenico, Mazzani Ulderico, Tisbi Angelo, Pacini Nello, Fei Italo, Vinci Nello e tutti gli altri che sfuggono alla mia memoria.
Fummo circa trenta roccaprioresi coinvolti in quella strana e disastrosa guerra che mai condividemmo, combattuta contro un popolo nostro “fratello”, il popolo greco, per volere di scellerati Gerarchi privi di contegno politico in pieno contrasto con la volontà del popolo italiano.
Dei trenta roccaprioresi coinvolti in quel micidiale conflitto, dopo la morte di Roiati Augusto, siamo rimasti in vita soltanto tre; Emili Ottorino, Tisbi Angelo e Vinci Mario (il sottoscritto )... salvo qualcuno che sfugge alla mia memoria.
L’assunzione di Roiati Augusto come Guardia Comunale, andò a formare un trio con i colleghi Ramponi Mario e Fiore Arduino, trio che assunse e svolse questo delicato compito fino alla fine degli anni ’60, con zelo, umanità e capacità fra una popolazione non ancora del tutto affrancata dalla vita pastorale e contadina soggetta al peso di gabelle e tasse varie come “focatico”, tassa bestiame, dazio ed altri oneri, la cui riscossione era a carico delle guardie di allora.
Non fu facile il loro mandato, che si svolse anche nel triste periodo dell’occupazione tedesca, situazione alquanto difficile che venne da questi assolta con opportuna capacità e sensibilità.
Non va dimenticato infine il dolore e la sofferenza subita dai roccaprioresi durante i fatti bellici del 4 Giugno 1944, allorché il paese subì quaranta ore di cannoneggiamento da parte degli Americani prima della conquista di Roma, che provocarono la morte di ben trentadue civili maciullati e recuperati fra cumulo di macerie. In quella tragica circostanza le Gurdie Comunali Roiati Augusto, Ramponi Mario, Fiore Arduino, si prodigarono per il soccorso e aiuto ai feriti e la prima composizione dei morti, rimembranza storica che non deve essere dimenticata.
Vada a Suffragio di tutti costoro il nostro sentimento di affetto e di stima per questi nostri fratelli coinvolti, loro malgrado, dall’immane flagello della guerra.
Ricordiamo il nostro caro Augusto per il sacrificio della guerra e per i quaranta anni passati al servizio della nostra comunità.


carchitti
Sistema Viario a Carchitti
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Manutenzione sulla strada  da Carchitti  alla via Latina (Pratoni del Vivaro), sistemazione della segnaletica stradale, assestamento della careggiata per un migliore smaltimento delle acque piovane, interventi alle pareti tufacee lungo i lati stradali ed infine la manutenzione della pavimentazione stradale per prevenire ed evitare spiacevoli incidenti, in questo importante asse stradale di congiungimento, tra la via Latina (area Castelli Romani) e la via Casilina (area Prenestina). 


laghetto
VI concorso fotografico “Premio Laghetto”
(Nr) - Il Centro culturale “Laghetto”, in collaborazione con la Monte Compatri 2000 Pro Loco, organizza la VI edizione del Concorso fotografico “Premio Laghetto”.
Al concorso posso partecipare tutti gli appassionati della fotografia.
Sono previste tre sezioni a tema libero: a) stampe a colori; b) stampe in bianco e nero; c) stampe per digitale.
Le stampe, massimo 4 a sezione, montate su un cartoncino di 30x40cm, devono recare a tergo del supporto nome e cognome dell’autore, indirizzo, anno di realizzazione, numero progressivo ed eventuale titolo.
I lavori, debitamente imballati e franchi da spese, vanno spediti con raccomandata a/r o consegnati a mano al Centro Culturale “Laghetto” viale Monte Falcone, 24 - 00040 Laghetto di Monte Compatri entro il 3 giugno 2004.
Possono essere consegnati a mano anche alla Monte Compatri 2000 Pro Loco in piazza Marco Mastrofini 21 a Monte Compatri.
La partecipazione è gratuita. La premiazione si terrà domenica 27 giugno.
Per informazioni: http://www.centroculturalelaghetto.it

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Sommario anno XIII numero 5 - maggio 2004