san vito romano
Castello Theodoli
(Tania
Simonetti-Marco Cacciotti) -
Sulle
propaggini orientali della catena dei monti Prenestini, in posizione
dominante sulla
Valle
del Sacco, si estende San Vito Romano, meta ideale di soggiorni estivi,
per la bellezza dei suoi vasti boschi e per l’altitudine che gli
conferisce una gradevole condizione climatica. Castello e borgo formatisi
nel medioevo intorno alla chiesa omonima, costituisce il fuoco dell’asse
urbanistico barocco contrapposto alla piazza ellittica sull’alta
estremità. È stato quasi ricostruito dopo la seconda guerra mondiale.
Inizialmente fu feudo dei monaci di Subiaco, fino all’anno 1180, quando
subentrarono i Colonna. Questi si preoccuparono subito di rendere il
castello inespugnabile, con nuove opere di fortificazione e circondandolo
con una strada detta La Difesa, lungo la quale circolavano di continuo
sentinelle armate. Il borgo che si costituì intorno al maniero risale al
XIV secolo ed è rimasto pressoché intatto. Si ritiene che nel castello di
San Vito sia nato Oddone Colonna, divenuto poi Papa col nome di Martino V,
del quale tuttavia anche Roma e Genazzano rivendicano i natali. Ma fino ad
alcuni decenni orsono si leggeva in una sala del Castello di San Vito:
“Hic natus est Oddo anno 1365”. In tutta la zona prenestina, dopo
l’elezione di papa Martino V, crebbe notevolmente la devozione nei
riguardi di San Martino ed in suo onore furono erette molte edicole: una
di esse, detta la “cona di San Martino”, si vede ancora in San Vito.
I Colonna lo conservarono (salvo brevi interruzioni: dal 1297 al 1303 fu
dato da Bonifacio VIII agli Orsini; dal 1433 al 1448 fu incamerato; dal
1501 al 1503 fu dei Borgia; dal 1541 al 1549 fu confiscato da Paolo III e
dal 1556 al 1559 da Paolo IV) fino al 1565, quando un suo celebre
discendente, Marcantonio, gravato da debiti, fu costretto a cedere alcune
proprietà. Il castello fu acquistato dai Massimo, ma dopo appena dieci
anni, nel 1575, passò nelle mani dei Theodoli, che l’acquistarono per
20.000 scudi romani. Al cardinale Mario Theodoli si deve la progettazione
e la realizzazione del “Borgo Mario”, che sorse sopra un piano
artificiale, creato pareggiando le punte del roccione e riempiendo i
dirupi, ad un livello più alto della parte antica dell’abitato. Fu aperta
così una lunga e ampia strada che presto fu fiancheggiata da gradevoli
edifici, quali il Convento dei Carmelitani, oggi Palazzo Comunale e la
Chiesa di San Rocco. Il castello presenta una curiosa struttura a nave,
sottolineata dall’alta scarpata che la circonda, dall’aspetto di una prua
puntata in direzione del Borgo Mario. Sul corso si affaccia la loggia ad
archi policentrici ribassati, mentre l’ingresso principale, collocato
nella parte retrostante, si apre su piazza S.Maria de Arce. Un radicale
cambio di struttura del castello avvenne nel XVII secolo con don Alfonso e
suo figlio Carlo (erede del cardinale Mario). Due nuove ali vennero
costruite per collegare la vecchia struttura medioevale con la torre
probabilmente già esistente presso la chiesa S. Maria de Arce. Da questo
lato, fra il 1650 e il 1657, il marchese Carlo, allungando il recinto del
castello, restrinse la piazza antistante l’ingresso, già utilizzata per il
movimento delle truppe colonnesi, e fortificò la rocca. Ampliò, inoltre,
la piattaforma su cui sorge il castello con la realizzazione, dal lato del
Borgo Mario, di un muro a scarpa con galleria di difesa all’interno, che
presenta, all’esterno, il caratteristico cordolo modanato in pietra a
delimitazione del tratto di parete inclinata, al di sotto del quale sono
ancora visibili le fuciliere di forma circolare. Qui collocò un’elegante
loggia a quadruplice arcata che si affaccia sul Borgo Mario e che separa
visivamente la zona della “prua” dal giardino pensile, oggi disegnato
all’italiana, ricavato sull’ampliamento della piattaforma. Ridisegnò,
infine, l’ingresso sulla piazza, collocato al sommo di una breve cordonata
e fiancheggiato da fuciliere di pietra. Il portone è inserito in un
portale archivoltato di ordine pseudodorico su piedistallo a dado
arricchito da una bugna a punta di diamante. Sulla sinistra della rampa
d’accesso si apre l’ingresso alla quota inferiore dell’ala estrema del
castello, che appare mutilato nella parte superiore. Rialzò, infine, la
“prua” del castello, che presenta all’ultimo piano aperture incorniciate e
di proporzioni allungate simili a quelle delle altre facciate barocche del
castello. Sempre a Carlo Theodoli si devono gli abbellimenti all’interno
del castello: fu nobilitata con una raccolta di quadri d’autore e le sale
del piano terra vennero affrescate da Crescenzio D’Onofri (1632- 98) con
Scene di caccia e Paesaggi.
Bibliografia: (Istituto Italiano Castelli-Lazio, Provincia di
Roma-Bonechi-Aurigemma-Rendina)
rocca priora
Commemorazione di Augusto Roiati
(Mario
Vinci) -
È doveroso tenere fra i nostri sentimenti umani quello del ricordo, della
rimembranza e delle onoranze, per coloro che nella nostra comunità ebbero
incarichi particolari nella burocrazia, come li ebbe il nostro Augusto
Roiati che, per circa quarant’anni, fu al servizio del nostro paese con la
qualifica di Guardia Comunale e Messo Notificatore, concludendo il sociale
incarico quale Comandante dei Vigili Urbani. Acquisì il diritto di essere
assunto perché grande invalido di guerra in conseguenza di gravi ferite
riportate durante la sciagurata guerra di Grecia e Albania del 1940-41,
che ci costò 70.000 soldati tra morti, dispersi, congelati e feriti.
Eravamo insieme in quell’immane conflitto, ma io ebbi maggiore fortuna
perché riuscii ad evitare il fronte attivo in quanto radiotelegrafista.
Approfittando di questa celebrazione, credo doveroso tenere memoria dei
nostri 30 concittadini, che subirono il sacrificio nelle aspre vette del
Pindo, insidiose e nevose, sul fango del Monte Koliko, Quote Monastero,
Vojussa, Erzeke e Ponte Diperati dove molti di esssi caddero eroicamente.
Siano i nostri morti nell’alto delle nostre menti per ricordare il dovere
compiuto fino all’estremo, rimembrare lo strazio dei loro corpi, e i
singhiozzi dolorosi e le lacrime silenziose delle madri e delle spose.
Celebriamo in questa circostanza il sacrificio dei nostri fratelli colà
deceduti, come Pucci Giovanbattista, Emili Primo, Lucci Mario, Lili Dario
e Dandini Stefano, insieme a quelli che presero parte al conflitto come
Augusto Roiati, Sorgi Enrico, Luciani Francesco, Zaratti Mario, Porcari
Felice, Vinci Mario, Vinci Lino, Amelia Giuseppe, Carli Pierino, Pompili
Mario, Ami Luigi, Vinci Vincenzo grande invalido, Pucci Arduino Tenente,
Pucci Arduino Finanziere, Pucci Edmundo, Emili Fernando, Emili Ottorino,
Porcari Domenico, Mazzani Ulderico, Tisbi Angelo, Pacini Nello, Fei Italo,
Vinci Nello e tutti gli altri che sfuggono alla mia memoria.
Fummo circa trenta roccaprioresi coinvolti in quella strana e disastrosa
guerra che mai condividemmo, combattuta contro un popolo nostro
“fratello”, il popolo greco, per volere di scellerati Gerarchi privi di
contegno politico in pieno contrasto con la volontà del popolo italiano.
Dei trenta roccaprioresi coinvolti in quel micidiale conflitto, dopo la
morte di Roiati Augusto, siamo rimasti in vita soltanto tre; Emili
Ottorino, Tisbi Angelo e Vinci Mario (il sottoscritto )... salvo qualcuno
che sfugge alla mia memoria.
L’assunzione di Roiati Augusto come Guardia Comunale, andò a formare un
trio con i colleghi Ramponi Mario e Fiore Arduino, trio che assunse e
svolse questo delicato compito fino alla fine degli anni ’60, con zelo,
umanità e capacità fra una popolazione non ancora del tutto affrancata
dalla vita pastorale e contadina soggetta al peso di gabelle e tasse varie
come “focatico”, tassa bestiame, dazio ed altri oneri, la cui riscossione
era a carico delle guardie di allora.
Non fu facile il loro mandato, che si svolse anche nel triste periodo
dell’occupazione tedesca, situazione alquanto difficile che venne da
questi assolta con opportuna capacità e sensibilità.
Non va dimenticato infine il dolore e la sofferenza subita dai
roccaprioresi durante i fatti bellici del 4 Giugno 1944, allorché il paese
subì quaranta ore di cannoneggiamento da parte degli Americani prima della
conquista di Roma, che provocarono la morte di ben trentadue civili
maciullati e recuperati fra cumulo di macerie. In quella tragica
circostanza le Gurdie Comunali Roiati Augusto, Ramponi Mario, Fiore
Arduino, si prodigarono per il soccorso e aiuto ai feriti e la prima
composizione dei morti, rimembranza storica che non deve essere
dimenticata.
Vada a Suffragio di tutti costoro il nostro sentimento di affetto e di
stima per questi nostri fratelli coinvolti, loro malgrado, dall’immane
flagello della guerra.
Ricordiamo il nostro caro Augusto per il sacrificio della guerra e per i
quaranta anni passati al servizio della nostra comunità.
carchitti
Sistema Viario a Carchitti
(Tania
Simonetti-Marco Cacciotti) -
Manutenzione
sulla strada da Carchitti alla via Latina (Pratoni del Vivaro),
sistemazione della segnaletica stradale, assestamento della careggiata per
un migliore smaltimento delle acque piovane, interventi alle pareti
tufacee lungo i lati stradali ed infine la manutenzione della
pavimentazione stradale per prevenire ed evitare spiacevoli incidenti, in
questo importante asse stradale di congiungimento, tra la via Latina (area
Castelli Romani) e la via Casilina (area Prenestina).
laghetto
VI concorso fotografico “Premio Laghetto”
(Nr) -
Il Centro culturale “Laghetto”, in collaborazione con la Monte Compatri
2000 Pro Loco, organizza la VI edizione del Concorso fotografico “Premio
Laghetto”.
Al concorso posso partecipare tutti gli appassionati della fotografia.
Sono previste tre sezioni a tema libero: a) stampe a colori; b) stampe in
bianco e nero; c) stampe per digitale.
Le stampe, massimo 4 a sezione, montate su un cartoncino di 30x40cm,
devono recare a tergo del supporto nome e cognome dell’autore, indirizzo,
anno di realizzazione, numero progressivo ed eventuale titolo.
I lavori, debitamente imballati e franchi da spese, vanno spediti con
raccomandata a/r o consegnati a mano al Centro Culturale “Laghetto” viale
Monte Falcone, 24 - 00040 Laghetto di Monte Compatri entro il 3 giugno
2004.
Possono essere consegnati a mano anche alla Monte Compatri 2000 Pro Loco
in piazza Marco Mastrofini 21 a Monte Compatri.
La partecipazione è gratuita. La premiazione si terrà domenica 27 giugno.
Per informazioni: http://www.centroculturalelaghetto.it |