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Sommario anno XIII numero 6 - giugno 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 4

MONTE COMPATRI
Concerto di voce-violino-chitarra lyra
(Photo Club Controluce) - Siamo giunti al 25° anno di vita della nostra Associazione e vogliamo condividere con i nostri simpatizzanti, con i lettori di Controluce e con tutti gli amanti della musica la soddisfazione di aver raggiunto un traguardo così importante seguendo un itinerario percorso nell’ambito delle attività culturali che hanno sempre contraddistinto il nostro lavoro.
Per questo scopo abbiamo programmato eventi di tipo straordinario, il primo dei quali è l’organizzazione di un concerto nello storico Palazzo Annibaldeschi adiacente al Duomo di Monte Compatri, nel centro storico. La data è domenica 20 Giugno 2004, alle ore 18.30 ed il titolo del concerto è “L’ Ottocento e la Chitarra-lyra” con musiche di: F. Carulli, P. J. Porro, il soprano Francesca Romana Iorio, la violinista Valentina Macioti e, alla chitarra-lyra, Eleonora Vulpiani.
Intento della serata è quello di ricreare un’atmosfera salottiera dove si ascolteranno piacevoli musiche ottocentesche di autorevoli compositori italiani e francesi tratte da un ricercato e originale repertorio per chitarra-lyra sola e chitarra-lyra con il canto e il violino.
La Chitarra-lyra, strumento dalle forme neoclassiche, ebbe un momento di grande notorietà nella Parigi del primo ventennio dell’Ottocento e raccolse un certo favore per tutto il secolo influenzando anche le successive ricerche liutarie che portarono all’elaborazione della chitarra del Novecento.
Nel periodo Neoclassico con il ritorno all’antichità greco-romana, la chitarra diventa una chitarra-lyra richiamando molto da vicino le forme della lira greca. Con l’avvento del Neoclassicismo si diffonde la moda “stile classico”, i costumi e le usanze ricalcano i migliori modelli del passato, primo tra tutti quello del mondo greco-romano. La chitarra-lyra allora si impone rapidamente, è una meteora folgorante, splendente; essa stava a simboleggiare un modello di strumento che serviva a colorire le serate dei Salòn parigini con quel tocco antico di pastorale, mitologico e favolistico.
Ebbene, dopo quasi due secoli, una sala - quella di Palazzo Annibaldeschi - sarà riempita ancora una volta dalle note di questo strumento suonato dall’artista Eleonora Vulpiani. Sonate, romanze e cavatine saranno eseguite  da Eleonora insieme al soprano Francesca Romana Iorio e alla violinista Valentina Macioti.

Programma: I tempo
F. Carulli (1770-1841)     Sonata III op. 21: Allegro - Moderato, Romance, Rondeau
                        (Chitarra-lyra)
P.J. Porro (1750-1831)    Tre Romanze:
            Canzonetta        Un jour sur la coudrette…
           
Romance          Dans les printemps…
            Romance          Les sermens oubliès…
F. Carulli           Hymne op.61 n.2: Salut ò divine espérance
           
Romance op.61 n.9: Adieu bosquet
            Cavatine op.61 n.4: Arbres témoins
           
Grand Air Italien op.61 n.14: Recitativo-Largo-Allegro
                        (Canto - Chitarra-lyra)
Programma: II tempo
F. Carulli           Sonata III op. 23: Allegro, Rondò - Allegretto
                        (Chitarra-lyra - Violino)
F. Carulli           Tre Arie op. 66 su Le Nozze di Figaro di W. A. Mozart:
            Voi che sapete…
            Non so più dove son…
            Non più andrai…
                        (Violino - Chitarra-lyra)
P.J. Porro          Tre Romanze op.34:
            Le Saule du Malhereux
            Chant d’une jeune arabe
            L’Adieux
                        (Canto - Violino - Chitarra-lyra)
Ingresso: 5 euro


monte compatri
Adiemus: la musica dell’incontro
(Claudio Comandini) -
Karl Jenkins è un musicista nel cui lavoro transitano diverse  culture, e forse per questo non è facile da inquadrare. Ed è un piacere ascoltare la sua musica a Monte Compatri, eseguita da una agile orchestra di diciotto elementi fra sax, trombe, tromboni, corni, flauto, tastiere, percussioni e flauto dolce.
Jenkins, nato nel Galles, laureato in musica alla Cardiff University, oboista, sassofonista e tastierista, nel 1970 è fra i fondatori dell’apprezzato gruppo jazz rock dei Nucleus, con il trombettista Ian Carr (autore anche di un libro su Miles Davis), e il chitarrista Chris Spedding. Nel 1972 sostituisce Elton Dean nei Soft Machine, uno dei più originali ensamble (con circa quindici diverse formazioni) degli anni ’70, la cui mistura di jazz, rock, dada, minimalismo, ricerche timbriche e ritmiche, è ancora oggi da comprendere in tutta la sua portata. Jenkins introduce una vena più eterea e meditata (vedi ad esempio Seven, 1973) rispetto a quella acida e tagliente di Dean (caratteristico nell’uso del saxello), e ne accompagna le vicende, con altri ex-Nucleus come il batterista John Marshall, fino al definitivo scioglimento del 1981. Poi compone jingles pubblicitari e televisivi, continuando a collaborare con l’ex-Soft (e loro fondatore) Mike Ratledge, tastierista laureato in filosofia, che ritroviamo nella sua ultima apparizione musicale nel primo disco del progetto Adiemus, Sanctuary Songs (1995).
Da Sanctury Songs Jenkins inizia a precisare un discorso musicale fatto di avvicinamenti (Adiemus: avviciniamoci) fra linguaggi e stili, musiche d’oriente e d’occidente, dove armonie e geografie si dilatano, le voci si aprono in ampi ventagli e la parola stessa dissolve i lacci logici, e anche il “testo è scritto foneticamente”, si risolve in puro suono (non è forse un caso che la scelta del nome Adiemus sia stata istintiva). Il progetto sviluppa anche una intensa attività live (da cui sono tratte numerose registrazioni), da Helsinki a Palma de Mallorca a Tokio, mentre seguono i dischi in studio Cantata Mundi (1996) e Dances of Time (1997): da queste tre opere è stato tratto il repertorio del concerto che la sera del 28 maggio presso il Palazzo Annibaldeschi di Monte Compatri Ensamble Saxophonia e Ensamble Euphonia (già conosciuti per il loro lavoro sugli standard jazz) hanno offerto ad un pubblico numeroso e partecipe.  Sotto la direzione di Romeo Ciuffa (attivo anche in ambiti di musica classica e antica), la formazione ha attraversato un repertorio di composizioni eleganti ed essenziali quali Adiemus, Hymn, Ein Wiener Waltzer, a volte anche struggenti come Elegia e Coelum Fero, intervallate da poesie “dedicate alla terra” di Walt Withnam e Kahalil Gibran, lette da Alessandra Felici. In omaggio al gusto fluttuante dell’autore, i musicisti hanno eseguito un dettagliato lavoro di arrangiamento, adattando le parti vocali alle voci dei sax e dei fiati ed accentuando alcune caratteristiche new age del suono, che nelle esecuzioni originali lasciava spazio ad una ricerca più centrata su una contaminazione timbrica di matrice etnica e world. I risultati sono interessanti, e suscettibili anche di ulteriori sviluppi. Jenkins inoltre ha realizzato a suo nome Imagined ocean (1998), ispirato ai nomi latini dei mari della luna, Dewi Sant (2000), sull’ultimo sermone di Davide e sui salmi biblici, The armed man: a mass for peace (2001), dedicato alle vittime della guerra in Kossovo, proseguendo il progetto Adiemus con The eternal knot (2000) e Vocalise (2003). Ha recentemente suonato in Kazakistan (28/04/04), e con Adiemus a Barcellona (20/05/04). È attualmente impegnato in progetti di concerti per percussioni (con Evelin Glennie) e per arpa doppia (commissionato dal principe di Galles).
La serata che a Monte Compatri è stata dedicata al primo ciclo di Adiemus, ben gestita anche organizzativamente (con “libretto” di sala in italiano e inglese, tratto dal sito www.karljenkins.com), si è conclusa in una sentita standing ovation. Uno stimolo a portare ulteriormente avanti discorsi di qualità della cultura: sembrerebbe normale, ma non è cosa da poco.


castel  san  pietro  romano
Appuntamento con l’Archeologia
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) -  Appuntamento con l’archeologia presso l’aula consiliare del Comune di Castel San Pietro ad inizio maggio, un incontro promosso dagli archeologi “Il Betilo”, l’associazione Aleteia, ed il Comune di Castel San Pietro Romano. Conferenza di  archeologia sulle “Mura Poligonali dell’Antica Preneste”, convegno promosso per conoscere meglio il passato del nostro ricco territorio, e valorizzarlo sempre più.

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Sommario anno XIII numero 6 - giugno 2004