MONTE COMPATRI
Concerto di voce-violino-chitarra lyra
(Photo Club Controluce) - Siamo giunti al 25° anno di vita
della nostra Associazione e vogliamo condividere con i nostri
simpatizzanti,
con i lettori di Controluce e con tutti gli amanti della musica la
soddisfazione di aver raggiunto un traguardo così importante seguendo un
itinerario percorso nell’ambito delle attività culturali che hanno sempre
contraddistinto il nostro lavoro.
Per questo scopo abbiamo programmato eventi di tipo straordinario, il
primo dei quali è l’organizzazione di un concerto nello storico Palazzo
Annibaldeschi adiacente al Duomo di Monte Compatri, nel centro storico. La
data è domenica 20 Giugno 2004, alle ore 18.30 ed il titolo del concerto è
“L’ Ottocento e la Chitarra-lyra” con musiche di: F. Carulli, P. J. Porro,
il soprano Francesca Romana Iorio, la violinista Valentina Macioti e, alla
chitarra-lyra, Eleonora Vulpiani.
Intento della serata è quello di ricreare un’atmosfera salottiera dove si
ascolteranno piacevoli musiche ottocentesche di autorevoli compositori
italiani e francesi tratte da un ricercato e originale repertorio per
chitarra-lyra sola e chitarra-lyra con il canto e il violino.
La Chitarra-lyra, strumento dalle forme neoclassiche, ebbe un momento di
grande notorietà nella Parigi del primo ventennio dell’Ottocento e
raccolse un certo favore per tutto il secolo influenzando anche le
successive ricerche liutarie che portarono all’elaborazione della chitarra
del Novecento.
Nel periodo Neoclassico con il ritorno all’antichità greco-romana, la
chitarra diventa una chitarra-lyra richiamando molto da vicino le forme
della lira greca. Con l’avvento del Neoclassicismo si diffonde la moda
“stile classico”, i costumi e le usanze ricalcano i migliori modelli del
passato, primo tra tutti quello del mondo greco-romano. La chitarra-lyra
allora si impone rapidamente, è una meteora folgorante, splendente; essa
stava a simboleggiare un modello di strumento che serviva a colorire le
serate dei Salòn parigini con quel tocco antico di pastorale, mitologico e
favolistico.
Ebbene, dopo quasi due secoli, una sala - quella di Palazzo Annibaldeschi
- sarà riempita ancora una volta dalle note di questo strumento suonato
dall’artista Eleonora Vulpiani. Sonate, romanze e cavatine saranno
eseguite da Eleonora insieme al soprano Francesca Romana Iorio e alla
violinista Valentina Macioti.
Programma: I tempo
F. Carulli (1770-1841) Sonata III op. 21: Allegro - Moderato, Romance,
Rondeau
(Chitarra-lyra)
P.J. Porro (1750-1831) Tre Romanze:
Canzonetta Un jour sur la coudrette…
Romance Dans les printemps…
Romance Les sermens oubliès…
F.
Carulli Hymne op.61 n.2: Salut ò divine espérance
Romance op.61 n.9: Adieu bosquet
Cavatine op.61 n.4: Arbres témoins
Grand Air
Italien op.61 n.14: Recitativo-Largo-Allegro
(Canto - Chitarra-lyra)
Programma: II tempo
F. Carulli Sonata III op. 23: Allegro, Rondò - Allegretto
(Chitarra-lyra - Violino)
F. Carulli Tre Arie op. 66 su Le Nozze di Figaro di W. A. Mozart:
Voi che sapete…
Non so più dove son…
Non più andrai…
(Violino - Chitarra-lyra)
P.J. Porro Tre Romanze op.34:
Le Saule du Malhereux
Chant d’une jeune arabe
L’Adieux
(Canto - Violino - Chitarra-lyra)
Ingresso: 5 euro
monte compatri
Adiemus: la musica dell’incontro
(Claudio Comandini) - Karl Jenkins è un musicista nel cui
lavoro transitano diverse culture, e forse per questo non è facile da
inquadrare. Ed è un piacere ascoltare la sua musica a Monte Compatri,
eseguita da una agile orchestra di diciotto elementi fra sax, trombe,
tromboni, corni, flauto, tastiere, percussioni e flauto dolce.
Jenkins, nato nel Galles, laureato in musica alla Cardiff University,
oboista, sassofonista e tastierista, nel 1970 è fra i fondatori
dell’apprezzato gruppo jazz rock dei Nucleus, con il trombettista Ian Carr
(autore anche di un libro su Miles Davis), e il chitarrista Chris Spedding.
Nel 1972 sostituisce Elton Dean nei Soft Machine, uno dei più originali
ensamble (con circa quindici diverse formazioni) degli anni ’70, la cui
mistura di jazz, rock, dada, minimalismo, ricerche timbriche e ritmiche, è
ancora oggi da comprendere in tutta la sua portata. Jenkins introduce una
vena più eterea e meditata (vedi ad esempio Seven, 1973) rispetto a quella
acida e tagliente di Dean (caratteristico nell’uso del saxello), e ne
accompagna le vicende, con altri ex-Nucleus come il batterista John
Marshall, fino al definitivo scioglimento del 1981. Poi compone jingles
pubblicitari e televisivi, continuando a collaborare con l’ex-Soft (e loro
fondatore) Mike Ratledge, tastierista laureato in filosofia, che
ritroviamo nella sua ultima apparizione musicale nel primo disco del
progetto Adiemus, Sanctuary Songs (1995).
Da Sanctury Songs Jenkins inizia a precisare un discorso musicale fatto di
avvicinamenti (Adiemus: avviciniamoci) fra linguaggi e stili, musiche
d’oriente e d’occidente, dove armonie e geografie si dilatano, le voci si
aprono in ampi ventagli e la parola stessa dissolve i lacci logici, e
anche il “testo è scritto foneticamente”, si risolve in puro suono (non è
forse un caso che la scelta del nome Adiemus sia stata istintiva). Il
progetto sviluppa anche una intensa attività live (da cui sono tratte
numerose registrazioni), da Helsinki a Palma de Mallorca a Tokio, mentre
seguono i dischi in studio Cantata Mundi (1996) e Dances of Time (1997):
da queste tre opere è stato tratto il repertorio del concerto che la sera
del 28 maggio presso il Palazzo Annibaldeschi di Monte Compatri Ensamble
Saxophonia e Ensamble Euphonia (già conosciuti per il loro lavoro sugli
standard jazz) hanno offerto ad un pubblico numeroso e partecipe. Sotto
la direzione di Romeo Ciuffa (attivo anche in ambiti di musica classica e
antica), la formazione ha attraversato un repertorio di composizioni
eleganti ed essenziali quali Adiemus, Hymn, Ein Wiener Waltzer, a volte
anche struggenti come Elegia e Coelum Fero, intervallate da poesie
“dedicate alla terra” di Walt Withnam e Kahalil Gibran, lette da
Alessandra Felici. In omaggio al gusto fluttuante dell’autore, i musicisti
hanno eseguito un dettagliato lavoro di arrangiamento, adattando le parti
vocali alle voci dei sax e dei fiati ed accentuando alcune caratteristiche
new age del suono, che nelle esecuzioni originali lasciava spazio ad una
ricerca più centrata su una contaminazione timbrica di matrice etnica e
world. I risultati sono interessanti, e suscettibili anche di ulteriori
sviluppi. Jenkins inoltre ha realizzato a suo nome Imagined ocean (1998),
ispirato ai nomi latini dei mari della luna, Dewi Sant (2000), sull’ultimo
sermone di Davide e sui salmi biblici, The armed man: a mass for peace
(2001), dedicato alle vittime della guerra in Kossovo, proseguendo il
progetto Adiemus con The eternal knot (2000) e Vocalise (2003). Ha
recentemente suonato in Kazakistan (28/04/04), e con Adiemus a Barcellona
(20/05/04). È attualmente impegnato in progetti di concerti per
percussioni (con Evelin Glennie) e per arpa doppia (commissionato dal
principe di Galles).
La serata che a Monte Compatri è stata dedicata al primo ciclo di Adiemus,
ben gestita anche organizzativamente (con “libretto” di sala in italiano e
inglese, tratto dal sito www.karljenkins.com), si è conclusa in una
sentita standing ovation. Uno stimolo a portare ulteriormente avanti
discorsi di qualità della cultura: sembrerebbe normale, ma non è cosa da
poco.
castel san pietro romano
Appuntamento con l’Archeologia
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Appuntamento con
l’archeologia presso l’aula consiliare del Comune di Castel San Pietro ad
inizio maggio, un incontro promosso dagli archeologi “Il Betilo”,
l’associazione Aleteia, ed il Comune di Castel San Pietro Romano.
Conferenza di archeologia sulle “Mura Poligonali dell’Antica Preneste”,
convegno promosso per conoscere meglio il passato del nostro ricco
territorio, e valorizzarlo sempre più. |