monte compatri
Accolto l’ambasciatore dell’autorità palestinese
(Giovanna Ardesi) -
Sabato 9 maggio alle ore 16,30 nella Sala
Conferenze di Palazzo Annibaldeschi a Monte Compatri si è svolto il
convegno-dibattito dal titolo: “A sostegno della resistenza del popolo
palestinese”. Ospite importante del convegno è stato l’ambasciatore
dell’autorità nazionale palestinese Nemer Hammad. Erano presenti, inoltre,
la parlamentare europea di Rifondazione comunista Luisa Morgantini, il
consigliere capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio Angelo Bonelli, il
consigliere regionale DS Antonio Rugghia, ed il sindaco di Monte Compatri
Franco Monti. Quest’ultimo, intervenuto a titolo personale, ha
accompagnato i lavori del convegno con parole di solidarietà verso la
popolazione palestinese, che vive da decenni nei campi-profughi
organizzati dall’ONU.
L’ambasciatore ha illustrato i problemi gravissimi dei palestinesi, tenuti
prigionieri dagli israeliani, senza più la possibilità di andare a
lavorare nella loro terra, dalla quale sono stati espulsi nelle varie
guerre con Israele. “Durante l’ultima Intifada tutto ciò che era stato
costruito nei campi - ha detto Hammad - con gli aiuti ricevuti dai Paesi
europei è stato demolito dai carri armati israeliani; la vita quotidiana è
diventata molto precaria perché al personale ONU viene impedito di
prestare aiuto alla popolazione con viveri e medicinali, ed i palestinesi
sono costretti a comprare dagli israeliani la propria acqua e i prodotti
della propria terra. Si sta ponendo, ormai, un problema di sopravvivenza,
a fronte del quale l’ONU, gli Stati Uniti e l’Europa, non fanno nulla o
quasi”. Nemer Hammad ha fatto presente che “il muro che il Primo ministro
israeliano Sharon (nella sua guerra preventiva) sta facendo costruire, non
solo taglia la periferia di Gerusalemme, ma porta via ai palestinesi anche
37 pozzi d’acqua.
“A forza di invasioni armate di territori - ha aggiunto - Israele oggi
occupa un’area di 6.000 kmq, area che considera la sua patria, e che
invece, essendo stata presa con la forza, non può essere mantenuta in base
alla Carta delle Nazioni Unite. Il popolo israeliano, così come crede che
Israele sia la sua patria, così pure nega l’esistenza del popolo
palestinese”. L’ambasciatore ha voluto stigmatizzare questo comportamento
umiliante verso la popolazione araba, ricordando le parole che Golda Meier
rivolse al Papa: “Non esiste il popolo palestinese”. “Infatti - ha
commentato Hammad - la propaganda israeliana fin dal 1965 ha parlato dei
profughi soltanto come dei terroristi. Propaganda che è continuata perfino
dopo gli accordi di Oslo del 1993”.
“In base al programma di Sharon - ha detto - ultimata la costruzione del
muro, altri 270.000 palestinesi che vivono in Gerusalemme est, sia
cristiani che mussulmani, dovranno andare via”. L’ambasciatore
palestinese, infine, ha fatto presente che, specialmente in Italia, mai
come in questo periodo l’informazione su quanto accade in Medio Oriente è
parziale.
Durante l’incontro il sindaco ha proposto una serie di possibili
iniziative concrete come dimostrazione di amicizia verso il popolo
palestinese, quali la costruzione di un campo di calcio in un campo
profughi, l’adozione a distanza di bambini orfani palestinesi, e la loro
accoglienza a Monte Compatri per un periodo, ed infine ha invitato i
presenti ad acquistare il libro “Palestina nel cuore”, scritto dalla
figlia dell’ambasciatore palestinese, Rania Hammad, edito da Sinnos, in
modo che i relativi proventi vadano, a titolo simbolico, a favore della
popolazione.
“Molto importante - ha concluso Hammad - sarebbe mandare lettere di
solidarietà al presidente Arafat, che vive prigioniero da due anni nel suo
quartiere generale”. Nella strategia israeliana “degli omicidi mirati”
Arafat potrebbe essere il prossimo bersaglio, dopo lo sceicco Yassin, ed
Al Rantisi, (numero due di Hamas nella Striscia di Gaza).
E a proposito del silenzio stampa, denunciato da Nemer Hammad, proprio
Arafat su questo punto alcune settimane fa, nel rilasciare una intervista
esclusiva al settimanale “Avvenimenti”, lamentava il fatto che nessun
Paese parla dell’uranio impoverito usato contro la popolazione
palestinese. “Gli israeliani - aveva detto Arafat a chi lo intervistava -
ci colpiscono con armi nucleari. Il cancro dilaga tra noi, ma il mondo fa
finta di nulla. Cercano di darci una smaltita per far posto ad altri
profughi”.
Nella medesima intervista, Arafat aveva anche denunciato che per costruire
attorno a Gerusalemme un muro alto 8 metri (il muro di Berlino era alto 4
metri) “è stata fatta saltare la chiesa più antica del mondo nel villaggio
di Abud. Il silenzio stampa in tale occasione è stato totale, al contrario
di quanto avvenne in Afghanistan quando i Taliban fecero saltare i
monumenti di Budda. Così pure nessuna indignazione c’è stata quando a
Betlemme tre quarti della zona francescana e del quartiere ortodosso sono
stati seriamente danneggiati. Questo muro della vergogna - aveva
continuato Arafat - sta distruggendo i nostri villaggi, le nostre città,
la nostra agricoltura, l’economia e anche i luoghi storici e religiosi
della nostra terra. “Hanno tagliato la strada, di grande importanza
storica e religiosa che collega il Santo Sepolcro alla Basilica della
Natività di Betlemme. La strada è chiusa e i nostri patriarchi sono
bloccati. Ai check-point, le nostre donne sono costrette a partorire sulle
rocce, davanti ai soldati, perché impediscono loro di andare all’ospedale.
Così pure impediscono ai nostri pescatori di pescare a Gaza. Le nostre
infrastrutture sono state distrutte, così come le nostre migliori
fattorie. Vogliono affamarci. È accettabile tutto questo?”. La risposta è
venuta dalla calorosa partecipazione (anche di persone non legate alle
associazioni ed ai partiti promotori) al convegno.
Concludendo, per saperne di più segnaliamo due libri usciti in questi
giorni. Uno è scritto da un israeliano della sinistra radicale, dove sono
spiegate le motivazioni che, secondo Israele, hanno portato alla
costruzione del muro e ad esporre per le strade due tipi di manifesti: uno
con la scritta “Noi qui, e loro là: Trasferimento”, l’altro con la scritta
“Noi qui, e loro là: Recinzione”. Il primo è della destra conservatrice
israeliana, il secondo invece della sinistra radicale. Il libro è edito da
Bollati Boringhieri, titolato “A precipizio. La crisi della società
israeliana” di Michel Warschawski.
L’altro libro che segnaliamo, per la sua originalità, è: “La storia
dell’altro” edito dalla casa editrice Una città. Il testo riporta
l’esperienza, unica nel suo genere, fatta a Gerusalemme da insegnanti e
studenti israeliani da un lato e da insegnanti e studenti palestinesi
dall’altro, quale tentativo di mettersi a confronto ed accettarsi. Gli
autori sono: Dan Bar On, israeliano, e Sami Adwan, palestinese. Le pagine
del libro hanno due sezioni: sulla destra c’è la storia raccontata da
palestinesi e sulla sinistra quella raccontata dagli israeliani. Le due
prospettive non si sovrappongono ma stanno l’una accanto all’altra.
grottaferrata
Malinconico millenario
(Luca Ceccarelli) - Si ricava una strana sensazione,
dall’impatto con i festeggiamenti del Millenario dell’Abbazia di San Nilo
a Grottaferrata. La sensazione di un qualcosa che ha ormai esaurito il suo
compito, e sta spegnendosi lentamente, dignitosamente ma anche
malinconicamente. Grottaferrata “porta d’Oriente”, viene enunciato in modo
un po’ magniloquente nei depliantes che pubblicizzano il paese, e questo
per circa un millennio è stato vero. Da quando il monaco Nilo, originario
di una famiglia greca di Rossano Calabro, dopo lunghe peregrinazioni che
dalla sua terra, culla di cristianesimo bizantino, lo portarono fino a
Montecassino e a Grottaferrata, qui si stabilì nel monastero di Sant’Agata,
e indicò il luogo (Cryptaferrata) dove sarebbe dovuto sorgere il nuovo
centro monastico.
Pur non avendo un’autorità vescovile, l’abbazia fu centrale per la vita
del centro di Grottaferrata. Soprattutto a livello culturale: possiede
infatti una ricca biblioteca, con dei preziosissimi codici. I suoi monaci
sono stati, tra l’altro, pittori e restauratori di icone. Oggi, che
l’Abbazia di San Nilo è stata dichiarata monumento nazionale e acquisita
dallo stato italiano, non vi restano ad abitare che una decina di monaci,
quasi tutti anziani. Quando la comunità monastica si estinguerà del tutto,
resterà l’abbazia come monumento e una preziosa biblioteca.
In occasione del millenario, il comitato organizzatore dei festeggiamenti
ha promosso una mostra di icone russe della collezione Orler, che si è
tenuta in quella che fino a qualche decennio fa era una tipografia
dall’attività assai fiorente. L’esposizione è stata piuttosto abbondante,
e alcune delle opere esposte nelle prime sale erano davvero degne di nota,
tuttavia altre, risalenti al XIX secolo, apparivano più corrive. Se si
paragonano a quelle esposte nel Braccio di Carlo Magno in Vaticano un
quindicennio fa, la differenza qualitativa appare davvero stridente.
Inoltre, parte delle icone esposte nelle prime sale, e tutte quelle
esposte nelle sale finali, sono (come mi è stato confermato dal personale
presente) destinate alla vendita.
La cosa più malinconica è proprio questa. La comunità monastica di San
Nilo sparirà, e a questo dobbiamo rassegnarci: le vie della spiritualità,
anche di quella monastica, oggi sono altre. Tuttavia, il fatto che la
collezione di icone russe andrà in buona parte dispersa lascia
ulteriormente l’amaro in bocca. In effetti, si potrebbe auspicare che la
collezione fosse acquisita dallo stato italiano tramite il governo in
carica. Ma considerato il profilo di coloro che oggi governano, viene da
pensare che sia più probabile che abbiano già prenotato per sé i pezzi
migliori da acquistare e portare a casa propria.
castelli romani
Castelliadi
(Alessio Colacchi) - L’iniziativa Castelliadi, ideata dalle
associazioni culturali Diakronica e ForTur, giunta ormai alla sua seconda
edizione, riparte venerdì 4 Giugno con il primo degli undici itinerari che
verranno proposti quest’anno all’attenzione dei più appassionati della
storia, la cultura e la natura dei paesi dei Castelli Romani. Ben sette
saranno i comuni interessati dalle visite guidate che le guide di
Diakronica e ForTur effettueranno per tutta l’estate 2004.
Si parte con l’itinerario “Col naso in su…a guardar le stelle”, vero
viaggio attraverso il cielo con esperti astronomi dell’osservatorio Franco
Fuligni di Rocca di Papa. L’itinerario si svolgerà il 4, il 18 giugno e il
2 Luglio. Appuntamento a piazza Roma a Nemi. Il costo della visita, della
durata di due ore, dalle 21:30 alle 23:30, è di €3,50.
Il 5 Giugno parte invece “passeggiando tra storia ed arte:Velletri, la
città dell’imperatore Augusto”, percorso di tre ore nei luoghi storici
principali del più grande centro castellano. La visita si svolge dalle
16:30 alle 19:30.
Domenica 6 Giugno torna inoltre il “Bosco del cerquone”, che porterà i
visitatori alla scoperta di uno dei boschi più antichi e più incontaminati
dei Castelli Romani. La visita si svolge dalle 10:00 alle 13:00.
L’itinerario verrà ripetuto poi il 4 Luglio.
Sabato 12 Giugno partono invece altri due interessanti percorsi
storico-archeologici: “Il sanguinario mito di Giunone Sospita a Lanuvio”
(ripreso il 27 Giugno), e “Il fascino di un borgo incontaminato tra
murales e sculture rupestri: Rocca di Papa”, ripetuto poi il 26 Giugno. Il
primo riscopre uno dei miti più antichi dei Castelli Romani, quello della
dea Giunone, venerata nell’antica Lanuvium dall’età preromana; il secondo
invece propone una visita nel piccolo e pregevole borgo di Rocca di Papa.
Domenica 13 Giugno si riprende “Mito e miele”, vero fiore all’occhiello
dell’edizione 2003, con le sue degustazioni gastronomiche, che
arricchiscono un percorso naturale che si snoda tra il Museo delle Navi
romane e l’antico tempio di Diana. L’itinerario verrà ripetuto poi il 27
giugno ed il 4 Luglio.
Sempre il 13 Giugno parte anche “Il bosco ferentano di Marino”, altro
importante itinerario naturalistico, ricco di importanza per la bellezza
della natura che lo avvolge.
Il 26 Giugno si tornerà invece tra le sponde del lago con “Come Diana, tra
i boschi del suo lago…”, piccola escursione tra il borgo medioevale di
Nemi ed i boschi dell’antico Nemus aricinum, fino a fontan Tempesta.
Il 27 Giugno,“Da monte Cavo”, altra interessante passeggiata
archeologico-naturalistica, che ripercorre i boschi di carpini e castani
attraverso la via sacra.
Queste due ultime escursioni si svolgono nell’arco della mattinata, dalle
10 alle 13.
Infine, a partire dal 27 Giugno, per ogni fine settimana, con “Tra storia
e leggenda nella Genzano del seicento” sarà possibile assistere alle
visite guidate svolte in costume seicentesco all’interno del palazzo
Sforza-Cesarini, aperto appositamente per il pubblico dalle 19:00 alle
23:00.
Il costo dei vari itinerari (escluso l’osservatorio di Rocca di Papa) è di
€6,00. Per tutte le visite è prevista prenotazione obbligatoria.
Per informazioni e prenotazioni: 3471035993-328834992.e:mail
ass.diakronica@tiscali.it. |