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Sommario anno XIII numero 6 - giugno 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 6

monte compatri
Accolto l’ambasciatore dell’autorità palestinese
(Giovanna Ardesi) -
Sabato 9 maggio alle ore 16,30 nella Sala Conferenze di Palazzo Annibaldeschi a Monte Compatri si è svolto il convegno-dibattito dal titolo: “A sostegno della resistenza del popolo palestinese”. Ospite importante del convegno è stato l’ambasciatore dell’autorità nazionale palestinese Nemer Hammad. Erano presenti, inoltre, la parlamentare europea di Rifondazione comunista Luisa Morgantini, il consigliere capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio Angelo Bonelli, il consigliere regionale DS Antonio Rugghia, ed il sindaco di Monte Compatri Franco Monti. Quest’ultimo, intervenuto a titolo personale, ha accompagnato i lavori del convegno con parole di solidarietà verso la popolazione palestinese, che vive da decenni nei campi-profughi organizzati dall’ONU.
L’ambasciatore ha illustrato i problemi gravissimi dei palestinesi, tenuti prigionieri dagli israeliani, senza più la possibilità di andare a lavorare nella loro terra, dalla quale sono stati espulsi nelle varie guerre con Israele. “Durante l’ultima Intifada tutto ciò che era stato costruito nei campi - ha detto Hammad - con gli aiuti ricevuti dai Paesi europei è stato demolito dai carri armati israeliani; la vita quotidiana è diventata molto precaria perché al personale ONU viene impedito di prestare aiuto alla popolazione con viveri e medicinali, ed i palestinesi sono costretti a comprare dagli israeliani la propria acqua e i prodotti della propria terra. Si sta ponendo, ormai, un problema di sopravvivenza, a fronte del quale l’ONU, gli Stati Uniti e l’Europa, non fanno nulla o quasi”. Nemer Hammad ha fatto presente che “il muro che il Primo ministro israeliano Sharon (nella sua guerra preventiva) sta facendo costruire, non solo taglia la periferia di Gerusalemme, ma porta via ai palestinesi anche 37 pozzi d’acqua.
“A forza di invasioni armate di territori - ha aggiunto - Israele oggi occupa un’area di 6.000 kmq, area che considera la sua patria, e che invece, essendo stata presa con la forza, non può essere mantenuta in base alla Carta delle Nazioni Unite. Il popolo israeliano, così come crede che Israele sia la sua patria, così pure nega l’esistenza del popolo palestinese”. L’ambasciatore ha voluto stigmatizzare questo comportamento umiliante verso la popolazione araba, ricordando le parole che Golda Meier rivolse al Papa: “Non esiste il popolo palestinese”. “Infatti - ha commentato Hammad - la propaganda israeliana fin dal 1965 ha parlato dei profughi soltanto come dei terroristi. Propaganda che è continuata perfino dopo gli accordi di Oslo del 1993”.
“In base al programma di Sharon - ha detto - ultimata la costruzione del muro, altri 270.000 palestinesi che vivono in Gerusalemme est, sia cristiani che mussulmani, dovranno andare via”. L’ambasciatore palestinese, infine, ha fatto presente che, specialmente in Italia, mai come in questo periodo l’informazione su quanto accade in Medio Oriente è parziale.
Durante l’incontro il sindaco ha proposto una serie di possibili iniziative concrete come dimostrazione di amicizia verso il popolo palestinese,  quali la costruzione di un campo di calcio in un campo profughi, l’adozione a distanza di bambini orfani palestinesi, e la loro accoglienza a Monte Compatri per un periodo, ed infine ha invitato i presenti ad acquistare il libro “Palestina nel cuore”, scritto dalla figlia dell’ambasciatore palestinese, Rania Hammad, edito da Sinnos, in modo che i relativi proventi vadano, a titolo simbolico, a favore della popolazione.
 “Molto importante - ha concluso Hammad - sarebbe mandare lettere di solidarietà al presidente Arafat, che vive prigioniero da due anni nel suo quartiere generale”. Nella strategia israeliana “degli omicidi mirati” Arafat potrebbe essere il prossimo bersaglio, dopo lo sceicco Yassin, ed Al Rantisi, (numero due di Hamas nella Striscia di Gaza).
E a proposito del silenzio stampa, denunciato da Nemer Hammad, proprio Arafat su questo punto alcune settimane fa, nel rilasciare una intervista esclusiva al settimanale “Avvenimenti”, lamentava il fatto che nessun Paese parla dell’uranio impoverito usato contro la popolazione palestinese. “Gli israeliani - aveva detto Arafat a chi lo intervistava - ci colpiscono con armi nucleari. Il cancro dilaga tra noi, ma il mondo fa finta di nulla. Cercano di darci una smaltita per far posto ad altri profughi”.
Nella medesima intervista, Arafat aveva anche denunciato che per costruire attorno a Gerusalemme un muro alto 8 metri (il muro di Berlino era alto 4 metri) “è stata fatta saltare la chiesa più antica del mondo nel villaggio di Abud. Il silenzio stampa in tale occasione è stato totale, al contrario di quanto avvenne in Afghanistan quando i Taliban fecero saltare i monumenti di Budda. Così pure nessuna indignazione c’è stata quando a Betlemme tre quarti della zona francescana e del quartiere ortodosso sono stati seriamente danneggiati. Questo muro della vergogna - aveva continuato Arafat - sta distruggendo i nostri villaggi, le nostre città, la nostra agricoltura, l’economia e anche i luoghi storici e religiosi della nostra terra. “Hanno tagliato la strada, di grande importanza storica e religiosa che collega il Santo Sepolcro alla Basilica della Natività di Betlemme. La strada è chiusa e i nostri patriarchi sono bloccati. Ai check-point, le nostre donne sono costrette a partorire sulle rocce, davanti ai soldati, perché impediscono loro di andare all’ospedale. Così pure impediscono ai nostri pescatori di pescare a Gaza. Le nostre infrastrutture sono state distrutte, così come le nostre migliori fattorie. Vogliono affamarci. È accettabile tutto questo?”. La risposta è venuta dalla calorosa partecipazione (anche di persone non legate alle associazioni ed ai partiti promotori) al convegno.
Concludendo, per saperne di più segnaliamo due libri usciti in questi giorni. Uno è scritto da un israeliano della sinistra radicale, dove sono spiegate le motivazioni che, secondo Israele, hanno portato alla costruzione del muro e ad esporre per le strade due tipi di manifesti: uno con la scritta “Noi qui, e loro là: Trasferimento”, l’altro con la scritta “Noi qui, e loro là: Recinzione”. Il primo è della destra conservatrice israeliana, il secondo invece della sinistra radicale. Il libro è edito da Bollati Boringhieri, titolato “A precipizio. La crisi della società israeliana” di Michel Warschawski.
L’altro libro che segnaliamo, per la sua originalità, è: “La storia dell’altro” edito dalla casa editrice Una città. Il testo riporta l’esperienza, unica nel suo genere, fatta a Gerusalemme da insegnanti e studenti israeliani da un lato e da insegnanti e studenti palestinesi dall’altro, quale tentativo di mettersi a confronto ed accettarsi. Gli autori sono: Dan Bar On, israeliano, e Sami Adwan, palestinese. Le pagine del libro hanno due sezioni: sulla destra c’è la storia raccontata da palestinesi e sulla sinistra quella raccontata dagli israeliani. Le due prospettive non si sovrappongono ma stanno l’una accanto all’altra.


grottaferrata
Malinconico millenario
(Luca Ceccarelli) -
Si ricava una strana sensazione, dall’impatto con i festeggiamenti del Millenario dell’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata. La sensazione di un qualcosa che ha ormai esaurito il suo compito, e sta spegnendosi lentamente, dignitosamente ma anche malinconicamente. Grottaferrata “porta d’Oriente”, viene enunciato in modo un po’ magniloquente nei depliantes che pubblicizzano il paese, e questo per circa un millennio è stato vero. Da quando il monaco Nilo, originario di una famiglia greca di Rossano Calabro, dopo lunghe peregrinazioni che dalla sua terra, culla di cristianesimo bizantino, lo portarono fino a Montecassino e a Grottaferrata, qui si stabilì nel monastero di Sant’Agata, e indicò il luogo (Cryptaferrata) dove sarebbe dovuto sorgere il nuovo centro monastico.
Pur non avendo un’autorità vescovile, l’abbazia fu centrale per la vita del centro di Grottaferrata. Soprattutto a livello culturale: possiede infatti una ricca biblioteca, con dei preziosissimi codici. I suoi monaci sono stati, tra l’altro, pittori e restauratori di icone. Oggi, che l’Abbazia di San Nilo è stata dichiarata monumento nazionale e acquisita dallo stato italiano, non vi restano ad abitare che una decina di monaci, quasi tutti anziani. Quando la comunità monastica si estinguerà del tutto, resterà l’abbazia come monumento e una preziosa biblioteca.
In occasione del millenario, il comitato organizzatore dei festeggiamenti ha promosso una mostra di icone russe della collezione Orler, che si è tenuta in quella che fino a qualche decennio fa era una tipografia dall’attività assai fiorente. L’esposizione è stata piuttosto abbondante, e alcune delle opere esposte nelle prime sale erano davvero degne di nota, tuttavia altre, risalenti al XIX secolo, apparivano più corrive. Se si paragonano a quelle esposte nel Braccio di Carlo Magno in Vaticano un quindicennio fa, la differenza qualitativa appare davvero stridente. Inoltre, parte delle icone esposte nelle prime sale, e tutte quelle esposte nelle sale finali, sono (come mi è stato confermato dal personale presente) destinate alla vendita.
La cosa più malinconica è proprio questa. La comunità monastica di San Nilo sparirà, e a questo dobbiamo rassegnarci: le vie della spiritualità, anche di quella monastica, oggi sono altre. Tuttavia, il fatto che la collezione di icone russe andrà in buona parte dispersa lascia ulteriormente l’amaro in bocca. In effetti, si potrebbe auspicare che la collezione fosse acquisita dallo stato italiano tramite il governo in carica. Ma considerato il profilo di coloro che oggi governano, viene da pensare che sia più probabile che abbiano già prenotato per sé i pezzi migliori da acquistare e portare a casa propria.


castelli romani
Castelliadi
(Alessio Colacchi) -
L’iniziativa Castelliadi, ideata dalle associazioni culturali Diakronica e ForTur, giunta ormai alla sua seconda edizione, riparte venerdì 4 Giugno con il primo degli undici itinerari che verranno proposti quest’anno all’attenzione dei più appassionati della storia, la cultura e la natura dei paesi dei Castelli Romani. Ben sette saranno i comuni interessati dalle visite guidate che le guide di Diakronica e ForTur effettueranno per tutta l’estate 2004.
Si parte con l’itinerario “Col naso in su…a guardar le stelle”, vero viaggio attraverso il cielo con esperti astronomi dell’osservatorio Franco Fuligni di Rocca di Papa. L’itinerario si svolgerà il 4, il 18 giugno e il 2 Luglio. Appuntamento a piazza Roma a Nemi. Il costo della visita, della durata di due ore, dalle 21:30 alle 23:30, è di €3,50.
Il 5 Giugno parte invece “passeggiando tra storia ed arte:Velletri, la città dell’imperatore Augusto”, percorso di tre ore nei luoghi storici principali del più grande centro castellano. La visita si svolge dalle 16:30 alle 19:30.
Domenica 6 Giugno torna inoltre il “Bosco del cerquone”, che porterà i visitatori alla scoperta di uno dei boschi più antichi e più incontaminati dei Castelli Romani. La visita si svolge dalle 10:00 alle 13:00. L’itinerario verrà ripetuto poi il 4 Luglio.

Sabato 12 Giugno partono invece altri due interessanti percorsi storico-archeologici: “Il sanguinario mito di Giunone Sospita a Lanuvio” (ripreso il 27 Giugno), e “Il fascino di un borgo incontaminato tra murales e sculture rupestri: Rocca di Papa”, ripetuto poi il 26 Giugno. Il primo riscopre uno dei miti più antichi dei Castelli Romani, quello della dea Giunone, venerata nell’antica Lanuvium dall’età preromana; il secondo invece propone una visita nel piccolo e pregevole borgo di Rocca di Papa.
Domenica 13 Giugno si riprende “Mito e miele”, vero fiore all’occhiello dell’edizione 2003, con le sue degustazioni gastronomiche, che arricchiscono un percorso naturale che si snoda tra il Museo delle Navi romane e l’antico tempio di Diana. L’itinerario verrà ripetuto poi il 27 giugno ed il 4 Luglio.
Sempre il 13 Giugno parte anche “Il bosco ferentano di Marino”, altro importante itinerario naturalistico, ricco di importanza per la bellezza della natura che lo avvolge.
Il 26 Giugno si tornerà invece tra le sponde del lago con “Come Diana, tra i boschi del suo lago…”, piccola escursione tra il borgo medioevale di Nemi ed i boschi dell’antico Nemus aricinum, fino a fontan Tempesta.
Il 27 Giugno,“Da monte Cavo”, altra interessante passeggiata archeologico-naturalistica, che ripercorre i boschi di carpini e castani attraverso la via sacra.
Queste due ultime escursioni si svolgono nell’arco della mattinata, dalle 10 alle 13.
Infine, a partire dal 27 Giugno, per ogni fine settimana, con “Tra storia e leggenda nella Genzano del seicento” sarà possibile assistere alle visite guidate svolte in costume seicentesco all’interno del palazzo Sforza-Cesarini, aperto appositamente per il pubblico dalle 19:00 alle 23:00.
Il costo dei vari itinerari (escluso l’osservatorio di Rocca di Papa) è di €6,00. Per tutte le visite è prevista prenotazione obbligatoria.
Per informazioni e prenotazioni: 3471035993-328834992.e:mail ass.diakronica@tiscali.it.

 I NOSTRI PAESI - pagina 6

Sommario anno XIII numero 6 - giugno 2004