paliano
Il Castello Colonna
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) - Il centro storico
di Paliano sorge su un colle a circa 480 metri di altitudine, in posizione
panoramica
su una bassa collina nella Valle del Sacco, sulla bella Campagna Ciociara.Una
cinta di mura chiude la cittadina per una lunghezza di circa due
chilometri, provvista di tre porte d’ingresso. Il paese è dominato
dall’imponente fortezza o rocca, antico castello ducale (ora adibita a
carcere di massima sicurezza), circondata da possenti bastioni del
Cinque-Seicento al cui centro si eleva il Palazzo principale, opera di
Sallustio Peruzzi, trasformato più volte a partire dall’Ottocento. Anche
la parte più alta del centro storico dà l’impressione di un abitato con
funzioni militari per via di particolari accorgimenti architettonici. Il
Castello, la cui prima notizia risale al 1184, allorchè fu arso dalle
milizie del Comune di Roma, apparteneva a vari condomini, dai quali lo
comprò Gregorio IX nel 1232-33 includendolo poi fra le castellanie della
Chiesa, ed il castello di Paliano diventò una delle roccaforti della
Chiesa che dovevano garantire la sicurezza dello stato a sud. Per oltre un
secolo si succedettero numerosi castellani, sempre alle dipendenze della
Chiesa. Nel sec. XIV venne affidato al vescovo di Preneste, finchè, nel
1335, Giovanni XXII ne fece riprendere possesso a nome della S.Sede. Nel
1336 fu concesso a Maria di Borbone, imperatrice, a solo titolo, di
Costantinopoli. Scoppiata nel 1378 la guerra dello scisma, i Conti si
impadronirono del castello e ne ottennero il vicariato nel 1380 da Urbano
VI, che però nel 1388 se lo fece riconsegnare. Nel 1389 Paliano fu dato in
feudo da Bonifacio IX ai Conti che lo conservarono fino al 1425, quando
con l’elezione di Papa Martino V Colonna, Paliano fu concessa ai suoi
nipoti Antonio, Prospero ed Odoardo, diventando un centro della potente
famiglia Colonna. Nel 1431 Eugenio IV lo tolse ai Colonna e nel 1445 ne
infeudò i Conti. Nel 1451 Nicolò V lo recuperò alla S. Sede, e nel 1455
Calisto III ne conferì il vicariato ai Colonna che ne rimasero feudatari,
salvo brevi interruzioni; dal 1501 al 1503 fu dei Borgia; dal 1541 al 1549
fu occupato e distrutto da Pierluigi Farnese; dal 1556 al 1559 fu dei
Carafa. Dopo il lungo assedio da parte del Cardinale Riario Sforza, nel
1484, Paliano contesa dalle grandi famiglie, fu conquistata dalle truppe
pontificie di Alessandro VI nel 1501 e assegnata a suo figlio Giovanni.
Nel 1503 alla morte del papa tornò ai Colonna. Un altro significativo
episodio delle continue lotte per il possesso dell’importante castello
avviene nel 1526, al tempo di Clemente VII, della famiglia Medici. Questi
fece occupare tutte le terre dei Colonna, con il chiaro intento di
riunificarle sotto il suo nome sperando di far sposare suo nipote Ippolito
con la figlia di Vespasiano Colonna, morto senza eredi. Ma il disegno
fallisce, in quanto Ippolito, nel frattempo nominato cardinale, decide di
dedicarsi alla carriera ecclesiastica, rinunciando alla giovane
ereditiera. Nel 1541 papa Paolo III confiscò il Castello ad Ascanio
Colonna e lo donò al nipote Luigi Farnese che ne distrusse la rocca. Alla
morte del pontefice, Ascanio potè riaverlo da Giulio III. I dissidi
familiari tra Ascanio, sua moglie Giovanna d’Aragona e il figlio
Marcantonio, spinsero quest’ultimo ad attaccare il feudo paterno occupando
in tre giorni Paliano e facendo prigioniero suo padre, che fu relegato a
Napoli dove morì nel 1556. Marcantonio Colonna, il trionfatore della
battaglia di Lepanto, primo principe di Paliano, muore nel 1584 in Spagna.
Gli succede il fratello Filippo I, fino all’anno 1639. È Filippo a dotare
Paliano dei bei monumenti che ancora oggi si possono ammirare
dimostrandosi generoso e magnanimo con le sue popolazioni. Riedifica la
collegiata di Sant’Andrea, dove fa erigere il sepolcro di famiglia,
restaura la fortezza e le mura, edifica il sontuoso palazzo baronale, dove
si reca ogni anno per riposo. In questo periodo Paliano vive una vita
tranquilla, regolata dagli Statuti, ideati ed affermati fin dal secolo
precedente. Nel 1659 diviene principe di Paliano Lorenzo Onofrio che sposa
Maria Mancini, nipote del cardinale Mazzarino; questa unione è ricca di
episodi curiosi: amori contrastati, fughe, ritiri in convento. Nel 1798
con l’occupazione del Lazio da parte dei Francesi, furono aboliti i
diritti feudatari e proclamata la repubblica. Gli abitanti restarono
fedeli al loro Principe Filippo III Colonna e fu per questo che Paliano fu
assediata, presa e saccheggiata dalle truppe napoleoniche nel 1799, che
demolirono la fortezza, bruciarono gli archivi, scalpellarono lapidi e
stemmi colonnesi e papalini, e trafugarono quadri, preziosi, damaschi,
arazzi e armi, che vennero trasportati a Parigi. Sotto la pressione di
gravami fiscali, nel 1816 i Colonna rinunciarono al “fidecommesso” su
Paliano, ossia a quei privilegi e a quella giurisdizione feudatale che
avevano sulla città da circa 300 anni. Nel 1844 la fortezza - castello fu
donata a papa Gregorio XVI, che la adibì a carcere, in cui furono
rinchiusi diversi patrioti: si conserva un interessante carteggio di
questi in occasione della spedizione garibaldina del 1867. Il poderoso
castello conserva al vertice dell’altura l’immagine visiva di potenza
medievale. Si conserva il castello, con doppio giro di baluardi, anche se
della rocca originaria rimane solo il mastio incorporato nelle
fortificazioni cinquecentesche. Ha al suo interno una splendida Sala del
Capitano con affreschi di Federico Zuccari raffiguranti, in 25 scene, il
Trionfo di Marcantonio Colonna, uno dei condottieri cristiani di Lepanto.
L’affresco, un lungo fregio, rappresenta l’ingresso trionfale del Colonna
a Roma avvenuto il 4 dicembre 1571. Tuttora la fortezza- castello è una
casa circondariale di massima sicurezza .
Bibliografia: (Istituto Italiano Castelli - Itinerari Ciociari - Bonechi -
Rendina - Centra - Moscati)
nemi
Un progetto all’avanguardia
(Bruna Macioci) -
Il 2 giugno il Sindaco Alessandro Biaggi ha
presenteto il suo rivoluzionario progetto per risanare definitivamente il
problema del lago di Nemi, il cui livello cala in maniera preoccupante da
qualche anno. Si è già deciso di ridurre di molto l’emungimento delle
falde acquifere per le necessità di approvvigionamento idrico pubblico, ma
ciò non basterebbe a sanare la situazione. Così Biaggi stesso ha ideato
una soluzione geniale, ed ha coinvolto Enti superiori e tecnici
qualificati, entusiasmando tutti con questa soluzione semplice ma
ottimale. Si tratta di un progetto di bonifica integrale che prevede il
ritorno al lago delle acque trattate dal depuratore, e ulteriormente
trattate, per essere compatibili con l’ecosistema del Lago stesso, da un
altro impianto che verrà situato in Vallericcia. Questo straordinario ed
innovativo progetto è, nella sua parte pratica di attuazione, frutto della
collaborazione della Regione Lazio (Assessorato Ambiente) e dell’Istituto
Superiore di Sanità. E quel che più conta è che è stato già finanziato,
il che significa che verrà realizzato nel corso dei prossimi due anni.
Nell’ambito di questo grande progetto ambientale, inoltre:
- Verrà effettuato il recupero ed il restauro dell’Emissario nel
tratto di Vallericcia, in modo da renderlo percorribile e visitabile;
- La Fondazione “Naves Nemorenses” (voluta e realizzata dalla
Associazione “Dianae Lacus”, dal Registro Navale Italiano, dal Ministero
dei Beni Culturali e dai Comuni di Nemi e di Genzano) completerà la
ricostruzione a grandezza naturale della grande Nave Romana;
- Verranno acquistate le aree archeologiche del “Tempo di Diana”
e della “Villa di Cesare” in modo da consentire alla Sovrintendenza di
completare gli scavi di queste strutture che finalmente potranno essere
visitate, studiate e ammirate;
- Verranno avviati gli studi sui “Pozzi orizzontali” di epoca
pre-romana e sulle altre aree di interesse archeologico della Valle;
- Verrà avviato il recupero dell’impianto di archeologia
industriale delle “Mole”.
genzano
Il 20 e 21 Giugno torna l’Infiorata
(Alessio Colacchi) - Un’Infiorata tutta d’eccezione
quella del 20-21 Giugno 2004. quest’anno infatti, prima volta in assoluto,
il manto di fiori che avvolgerà interamente via Italo Belardi (già via
Livia) sarà a disposizione del grande pubblico già nelle prime ore della
mattinata di domenica 20 Giugno. Una novità assoluta, quella di creare i
quadri durante la sera di sabato 19 Giugno, con un’opera che impegnerà i
maestri infioratori ed i più appassionati lungo tutta la notte. Questo per
permettere ai visitatori di gustare più a lungo della leggiadria dei
tappeti floreali che coloreranno Genzano.
Il programma dell’Infiorata 2004 parte domenica 6 Giugno con la sfilata di
cortei storici ed esibizione dei gruppi folcloristici del centro-Italia. A
seguire venerdì 18 giugno avverrà, all’interno del palazzo comunale,
l’esposizione dei bozzetti dei quadri dell’Infiorata. Invece la mattina di
sabato, mentre nel cortile del comune si completerà lo spelluccamento dei
fiori da utilizzare nell’ambito della manifestazione, presso palazzo
Sforza-Cesarini, alle ore 10:00, inizieranno le visite guidate, a cura
dell’associazione Diakronica. Le visite proseguiranno anche domenica e
lunedì, dalle ore 10:00 alle 20:00, sia presso palazzo Sforza-Cesarini che
presso il borgo di Genzano. Per domenica 20 Giugno inoltre saranno a
disposizione dei visitatori anche le grotte del comune, dove vengono
conservati i fiori, e la chiesa di Santa Maria della Cima.
Poco dopo, alle ore 11:00, il palazzo baronale sarà protagonista
dell’inaugurazione della mostra “I cinque sensi”. Sabato 19 Giugno
inoltre, alle ore 17:00, presso l’Auditorium del museo dell’Infiorata
avverrà l’inaugurazione della mostra di arte e cultura giapponese, seguita
alle 18:00 dall’apertura, sempre presso il museo dell’Infiorata, della
personale del pittore ospite dell’Infiorata Ugo Gottardi.
Nel frattempo in corso Gramsci ed in viale fratelli Rosselli ci sarà il
Forum Expo, prima mostra florovivaistica, assieme ad una mostra dei
prodotti tipici di Genzano e degli strumenti di artigianato ed
antiquariato. La sera invece, alle ore 21:00, in piazza Tommaso Frasconi,
si svolgerà la sfilata di moda “Sotto il cielo di Genzano”. Alle ore 22:00
invece prenderà avvio la realizzazione dei quadri infiorati, che saranno
ultimati nell’ambito della notte tra il 19 ed il 20 Giugno. Per preservare
la possibilità per i turisti che giungeranno domenica mattina di assistere
anche alla fase di realizzazione dei quadri, i bambini delle scuole
elementari e medie di Genzano svolgeranno l’opera di infioratura delle
scalette di via Italo Belardi proprio la domenica mattina, come loro
consuetudine.
Sempre Domenica 20 Giugno, alle ore 18:00, ci sarà la manifestazione
eucaristica, seguita alle 19:00 dalla tradizionale processione ai lati dei
quadri infiorati.
Sarà infatti solo lunedì 21 Giugno, alle ore 17:00, che l’associazione
Folklandia sfilerà lungo i tappeti infiorati in costume storico,
preannunciando la discesa dei bambini, che alle ore 19:00, completeranno
lo spallamento. |