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Sommario anno XIII numero 6 - giugno 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 11

paliano
Il Castello Colonna
(Tania Simonetti-Marco Cacciotti) -
  Il centro storico di Paliano sorge su un colle a circa 480 metri di altitudine, in posizione panoramica su una bassa collina nella Valle del Sacco, sulla bella Campagna Ciociara.Una cinta di mura chiude la cittadina per una lunghezza di circa due chilometri, provvista di tre porte d’ingresso. Il paese è dominato dall’imponente fortezza o rocca, antico castello ducale (ora adibita a carcere di massima sicurezza), circondata da possenti bastioni del Cinque-Seicento al cui centro si eleva il Palazzo principale, opera di Sallustio Peruzzi, trasformato più volte a partire dall’Ottocento. Anche la parte più alta del centro storico dà l’impressione di un abitato con funzioni militari per via di particolari accorgimenti architettonici. Il Castello, la cui prima notizia risale al 1184, allorchè fu arso dalle milizie del Comune di Roma, apparteneva a vari condomini, dai quali lo comprò Gregorio IX nel 1232-33 includendolo poi fra le castellanie della Chiesa, ed il castello di Paliano diventò una delle roccaforti della Chiesa che dovevano garantire la sicurezza dello stato a sud. Per oltre un secolo si succedettero numerosi castellani, sempre alle dipendenze della Chiesa. Nel sec. XIV venne affidato al vescovo di Preneste, finchè, nel 1335, Giovanni XXII ne fece riprendere possesso a nome della S.Sede. Nel 1336 fu concesso a Maria di Borbone, imperatrice, a solo titolo, di Costantinopoli. Scoppiata nel 1378 la guerra dello scisma, i Conti si impadronirono del castello e ne ottennero il vicariato nel 1380 da Urbano VI, che però nel 1388 se lo fece riconsegnare. Nel 1389 Paliano fu dato in feudo da Bonifacio IX ai Conti che lo conservarono fino al 1425, quando con l’elezione di Papa  Martino V Colonna, Paliano fu concessa ai suoi nipoti Antonio, Prospero ed Odoardo, diventando un centro della potente famiglia Colonna. Nel 1431 Eugenio IV lo tolse ai Colonna e nel 1445 ne infeudò i Conti. Nel 1451 Nicolò V lo recuperò alla S. Sede, e nel 1455 Calisto III ne conferì il vicariato ai Colonna che ne rimasero feudatari, salvo brevi interruzioni; dal 1501 al 1503 fu dei Borgia; dal 1541 al 1549 fu occupato e distrutto da Pierluigi Farnese; dal 1556 al 1559 fu dei Carafa. Dopo il lungo assedio da parte del Cardinale Riario Sforza, nel 1484, Paliano contesa dalle grandi famiglie, fu conquistata dalle truppe pontificie di Alessandro VI nel 1501 e assegnata a suo figlio Giovanni. Nel 1503 alla morte del papa tornò ai Colonna. Un altro significativo episodio delle continue lotte per il possesso dell’importante castello avviene nel 1526, al tempo di Clemente VII, della famiglia Medici. Questi fece occupare tutte le terre dei Colonna, con il chiaro intento di riunificarle sotto il suo nome sperando di far sposare suo nipote Ippolito con la figlia di Vespasiano Colonna, morto senza eredi. Ma il disegno fallisce, in quanto Ippolito, nel frattempo nominato cardinale, decide di dedicarsi alla carriera ecclesiastica, rinunciando alla giovane ereditiera. Nel 1541 papa Paolo III confiscò il Castello ad Ascanio Colonna e lo donò al nipote Luigi Farnese che ne distrusse la rocca. Alla morte del pontefice, Ascanio potè riaverlo da Giulio III. I dissidi familiari tra Ascanio, sua moglie Giovanna d’Aragona e il figlio Marcantonio, spinsero quest’ultimo ad attaccare il feudo paterno occupando in tre giorni Paliano e facendo prigioniero suo padre, che fu relegato a Napoli dove morì nel 1556. Marcantonio Colonna, il trionfatore della battaglia di Lepanto, primo principe di Paliano, muore nel 1584 in Spagna. Gli succede il fratello Filippo I, fino all’anno 1639. È Filippo a dotare Paliano dei bei monumenti che ancora oggi si possono ammirare dimostrandosi generoso e magnanimo con le sue popolazioni. Riedifica la collegiata di Sant’Andrea, dove fa erigere il sepolcro di famiglia, restaura la fortezza e le mura, edifica il sontuoso palazzo baronale, dove si reca ogni anno per riposo. In questo periodo Paliano vive una vita tranquilla, regolata dagli Statuti, ideati ed affermati fin dal secolo precedente. Nel 1659 diviene principe di Paliano Lorenzo Onofrio che sposa Maria Mancini, nipote del cardinale Mazzarino; questa unione è ricca di episodi curiosi: amori contrastati, fughe, ritiri in convento. Nel 1798 con l’occupazione del Lazio da parte dei Francesi, furono aboliti i diritti feudatari e proclamata la repubblica. Gli abitanti restarono fedeli al loro Principe Filippo III Colonna e fu per questo che Paliano fu assediata, presa e saccheggiata dalle truppe napoleoniche nel 1799, che demolirono la fortezza, bruciarono gli archivi, scalpellarono lapidi e stemmi colonnesi e papalini, e trafugarono quadri, preziosi, damaschi, arazzi e armi, che vennero trasportati a Parigi. Sotto la pressione di gravami fiscali, nel 1816 i Colonna rinunciarono al “fidecommesso” su Paliano, ossia a quei privilegi e a quella giurisdizione feudatale che avevano sulla città da circa 300 anni. Nel 1844 la fortezza - castello fu donata a papa Gregorio XVI, che la adibì a carcere, in cui furono rinchiusi diversi patrioti: si conserva un interessante carteggio di questi in occasione della spedizione garibaldina del 1867. Il poderoso castello conserva al vertice dell’altura l’immagine visiva di potenza medievale. Si conserva il castello, con doppio giro di baluardi, anche se della rocca originaria rimane solo il mastio incorporato nelle fortificazioni cinquecentesche. Ha al suo interno una splendida Sala del Capitano con affreschi di Federico Zuccari raffiguranti, in 25 scene, il Trionfo di Marcantonio Colonna, uno dei condottieri cristiani di Lepanto. L’affresco, un lungo fregio, rappresenta l’ingresso trionfale del Colonna a Roma avvenuto il 4 dicembre 1571. Tuttora la fortezza- castello  è una casa circondariale di massima sicurezza .
Bibliografia: (Istituto Italiano Castelli - Itinerari Ciociari - Bonechi - Rendina - Centra - Moscati)


nemi
Un progetto all’avanguardia
(Bruna Macioci) -
Il 2 giugno il Sindaco Alessandro Biaggi ha presenteto il suo rivoluzionario progetto per risanare definitivamente il problema del lago di Nemi, il cui livello cala in maniera preoccupante da qualche anno. Si è già deciso di ridurre di molto l’emungimento delle falde acquifere per le necessità di approvvigionamento idrico pubblico, ma ciò non basterebbe a sanare la situazione. Così Biaggi stesso ha ideato una soluzione geniale, ed ha coinvolto Enti superiori e tecnici qualificati, entusiasmando tutti con questa soluzione semplice ma ottimale. Si tratta di un progetto di bonifica integrale che prevede il ritorno al lago delle acque trattate dal depuratore, e ulteriormente trattate, per essere compatibili con l’ecosistema del Lago stesso, da un altro impianto che verrà situato in Vallericcia. Questo straordinario ed innovativo progetto è, nella sua parte pratica di attuazione, frutto della collaborazione della Regione Lazio (Assessorato Ambiente) e dell’Istituto Superiore di Sanità.  E quel che più conta è che è stato già finanziato, il che significa che verrà realizzato nel corso dei prossimi due anni.
Nell’ambito di questo grande progetto ambientale, inoltre:
-           Verrà effettuato il recupero ed il restauro dell’Emissario nel tratto di Vallericcia, in modo da renderlo percorribile e visitabile;
-           La Fondazione “Naves Nemorenses” (voluta e realizzata dalla Associazione “Dianae Lacus”, dal Registro Navale Italiano, dal Ministero dei Beni Culturali e dai Comuni di Nemi e di Genzano) completerà la ricostruzione a grandezza naturale della grande Nave Romana;
-           Verranno acquistate le aree archeologiche del “Tempo di Diana” e della “Villa di Cesare” in modo da consentire alla Sovrintendenza di completare gli scavi di queste strutture che finalmente potranno essere visitate, studiate e ammirate;
-           Verranno avviati gli studi sui “Pozzi orizzontali” di epoca pre-romana e sulle altre aree di interesse archeologico della Valle;
-           Verrà avviato il recupero dell’impianto di archeologia industriale delle “Mole”.


genzano
Il 20 e 21 Giugno torna l’Infiorata
(Alessio Colacchi) -
Un’Infiorata tutta d’eccezione quella del 20-21 Giugno 2004. quest’anno infatti, prima volta in assoluto, il manto di fiori che avvolgerà interamente via Italo Belardi (già via Livia) sarà a disposizione del grande pubblico già nelle prime ore della mattinata di domenica 20 Giugno. Una novità assoluta, quella di creare i quadri durante la sera di sabato 19 Giugno, con un’opera che impegnerà i maestri infioratori ed i più appassionati lungo tutta la notte. Questo per permettere ai visitatori di gustare più a lungo della leggiadria dei tappeti floreali che coloreranno Genzano.
Il programma dell’Infiorata 2004 parte domenica 6 Giugno con la sfilata di cortei storici ed esibizione dei gruppi folcloristici del centro-Italia. A seguire venerdì 18 giugno avverrà, all’interno del palazzo comunale, l’esposizione dei bozzetti dei quadri dell’Infiorata. Invece la mattina di sabato, mentre nel cortile del comune si completerà lo spelluccamento dei fiori da utilizzare nell’ambito della manifestazione, presso palazzo Sforza-Cesarini, alle ore 10:00, inizieranno le visite guidate, a cura dell’associazione Diakronica. Le visite proseguiranno anche domenica e lunedì, dalle ore 10:00 alle 20:00, sia presso palazzo Sforza-Cesarini che presso il borgo di Genzano. Per domenica 20 Giugno inoltre saranno a disposizione dei visitatori anche le grotte del comune, dove vengono conservati i fiori, e la chiesa di Santa Maria della Cima.
Poco dopo, alle ore 11:00, il palazzo baronale sarà protagonista dell’inaugurazione della mostra “I cinque sensi”. Sabato 19 Giugno inoltre, alle ore 17:00, presso l’Auditorium del museo dell’Infiorata avverrà l’inaugurazione della mostra di arte e cultura giapponese, seguita alle 18:00 dall’apertura, sempre presso il museo dell’Infiorata, della personale del pittore ospite dell’Infiorata Ugo Gottardi.
Nel frattempo in corso Gramsci ed in viale fratelli Rosselli ci sarà il Forum Expo, prima mostra florovivaistica, assieme ad una mostra dei prodotti tipici di Genzano e degli strumenti di artigianato ed antiquariato. La sera invece, alle ore 21:00, in piazza Tommaso Frasconi, si svolgerà la sfilata di moda “Sotto il cielo di Genzano”. Alle ore 22:00 invece prenderà avvio la realizzazione dei quadri infiorati, che saranno ultimati nell’ambito della notte tra il 19 ed il 20 Giugno. Per preservare la possibilità per i turisti che giungeranno domenica mattina di assistere anche alla fase di realizzazione dei quadri, i bambini delle scuole elementari e medie di Genzano svolgeranno l’opera di infioratura delle scalette di via Italo Belardi proprio la domenica mattina, come loro consuetudine.
Sempre Domenica 20 Giugno, alle ore 18:00, ci sarà la manifestazione eucaristica, seguita alle 19:00 dalla tradizionale processione ai lati dei quadri infiorati.
Sarà infatti solo lunedì 21 Giugno, alle ore 17:00, che l’associazione Folklandia sfilerà lungo i tappeti infiorati in costume storico, preannunciando la discesa dei bambini, che alle ore 19:00, completeranno lo spallamento.

 I NOSTRI PAESI - pagina 11

Sommario anno XIII numero 6 - giugno 2004