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Sommario anno XIII numero 6 - giugno 2004

 L'ANGOLO DELLA POESIA

In questo numero pubblichiamo:
PRIMA DEL COPRIFUOCO
Poesie da salvare
Nove poesie intorno al reading di Grottaferrata del 15 febbraio 2004



Prima del coprifuoco
Prima del coprifuoco
si possedeva il fuoco
panico e assoluto.
Suonavano le parole
coi pensieri
nell’orchestra di un presente
eterno di speranze
che non si sapevano già realizzate.
Prima del coprifuoco
la cenere gemmava,
dall’immanenza nasceva l’armonia.
Poi il fuoco è diventato
fumo di parole e legge bruciata
in azioni simulate
di verità sepolte.
Così senza il fuoco legati alla rupe
storditi balbettiamo
ammassando cenere
dopo aver perso gli altri.
Antonietta Pastò
(Roma 14 febbraio 2004)



Attraversiamo il mondo
Attraversiamo il mondo
con le braccia aperte
a gambe levate
vi ci corriamo appresso
col capo chino
in uno sforzo invano
col dorso piegato dalla fatica
col cuore che batte
respirando a bocca aperta in disperati affanni
in tentativi ennesimi
inseguiti e perseguitati
da comuni felicità da desideri insoddisfatti
fuggendo da chi andando incontro a che cosa
pronti a vivere in un altro sogno
per sopravvivere a realtà future
vigliacchi e fieri quanto basta
per essere paurosi ed orgogliosi
accondiscendendo
per una minima speranza
consapevolmente confinati nelle debolezze
incoscientemente illimitati negli slanci
per arrivare dove…
per transitare per…
in un giorno forse lontano
davvero liberi i infine prigionieri
mentalmente lucidi od offuscati
fisicamente integri o feriti
del resto interessati o stufi
divisi dalle idee
condivisi nei concetti
nell’agonia o nel trionfo
di un’utopia qualsiasi
e giunti lì attraverseremo il mondo
ci immagineremo ancora altrove.
Stefano Amorese  (Faraon Meteoses)
(da “Samizdat”, 2000, con musiche di M. Ponziani)



Famigliare
La Famiglia
se muore la madre
muore la figlia
se muore il padre
il figlio è l’erede
il sangue è cieco e non vede
sente il morso del nodo
a fiocco familiare
il dovere di colpa il senso coniugale
chi sposa fa spese
e investe nel futuro
ti sarò fedele lo giuro
si compra la casa ci
si sposa si
battezzano i figli
col nome dei morti si
mette da parte il denaro si
sposano i figli si
battezzano i nipoti si
ricordano i morti dei morti
infine si invecchia sì
ma in due è la consolazione ci si
specchia con occhi di terrore si
intravede lo scheletro dello sposo
che gioca con le ossa nuziali
e i morti dei morti salgono
a succhiargli l’anima
trascinando i piedi avantindietro
sul vecchi tappeto di peli.
Andrea Appetito
(da “Clusterbomb”, 2002)



Lontano dai saccheggi
Salgono
Verso acerbe sospensioni
Le fughe
Che agl’occhi rompe
Gli ormeggi
Corpi di fuliggine
Ma sono nuvole
Scendi
Opero le nuvole.
Le camere del dolore sono terminate.
Lontano dai saccheggi
Sappiamo dove andare
Chiara D’Apote
(da “Azimut”, 1983 - 2004)



Dopo il coprifuoco
Siamo sospesi a ragne di parole,
eppure veri, in questo tuo e nostro
coprifuoco.
La pentola che cuoce
Ha con noi il suo coperchio, diavoletto
Povero, e perciò subito sincero.
Per noi in cerca di Muse,
cioè noi musi e musici ed amici,
c’è un ritaglio, una scatola
una bomboniera di dolce e amaro,
che tu foderi di carta da ovo.
Hai fogli di giornali alle pareti:
giorni di foglie, gironi di voglie,
dove lo sbaglio non è mai raggiro,
ma raggio e appiglio.
Noi qui, non mosche, Claudio,
ma fertile ronzio,
noi bisogno di cielo, cioè nuvole.
Lassù, lassù,
non c’è mai mezzaluna:
la luna è sempre intera, come
ciò che le sbarre mai ci taglieranno.
Luca Baiada
(Roma 16 febbraio 2004, d’occasione)



Serial TV
Viviamo in uno scudo spaziale,
dentro una fetida e ridicola
astronave di cartapesta,
sopra un avanzo di scena
per un vecchio serial televisivo
viviamo soli e rifugiati
tra immondizie passate
maternamente coccolati.
Enrico Pietrangeli
(da “Di amore, di morte”, 2000)



Ricordo d’un freddo maglione
Ricordo,
d’un freddo maglione
che m’agganciava in un corpo leggiadro.
Il vento cigolava fra sé, la luna
risplendeva con gatti neri
che miagolavano, parlavano, cantavano
con quella misteriosa luna.
Le dolci stelline baciavano i loro prossimi
e alcune le mandavano in pensione,
si chiamavano “stelle cadenti”.
Saturno quella sera, usciva, faceva
una passeggiata con un candido meteorite.
“Io e la Natura?” – “Perché no!”
“Insieme creeremo un ricordo
D’un freddo maglione.”
Anna Giulia Pagliuso
(11 anni, VA  -  Rocca di Papa 2004)



Guerra virtuale reale
Questa guerra ti uccide dentro
ma non lo senti
perché dentro non sai più bene dove sia
perché non sei tanto certo neppure di sentire
perché forse già ti hanno ammazzato
e perché questa guerra sarà quasi infinita
sicuramente più lunga di qualunque giornata
della tua vita.
            Ogni cosa se stessa ha tradito.
ASPETTIAMO SOLO IL TUO CORPO COME SALDO
TUTTO IL RESTO È STATO CONSEGNATO.
SEI STATO GIÀ COMPIANTO, NON PREOCCUPARTI.
E PENSACI TU A SEPPELLIRE DIO.
Claudio Comandini
(Premio “Un passo dalla poesia”, Accad. Music. di Tollo 2002)



La guerra improvvisa
Quel bel cielo azzurro fu oscurato all’improvviso,
le risa allegre dei bambini spezzate da un violento urlo,
gente sparsa che correva e s’allarmava,
non riuscivo a comprendere cosa stesse accadendo
ma non continuai ad osservare
mi mischiai nella folla.
Gran confusione mi invase la testa
e rimasi per un secondo, senza fiato,
ma subito dopo un gran silenzio.
Caddi a terra e mi addormentai per sempre.
Irene Contorti
(11 anni, VB  -  Rocca di Papa 2004)

 L'ANGOLO DELLA POESIA

Sommario anno XIII numero 6 - giugno 2004