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Sommario anno XIII numero 7 - luglio 2004

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La violenza sulle donne
(Alessio Colacchi) - “I diritti umani sono universali: la violenza sulle donne è un abuso dei diritti umani su scala universale”. Questa la denuncia che proviene dal rapporto che Amnesty International ha promosso in occasione dell’inaugurazione della campagna “Mai più violenza sulle donne”, volta a tutelare uno dei diritti più oltraggiati nella storia dell’umanità.

Anche il gruppo 140 di Amnesty International, operante dal 1990 nel territorio dei Castelli Romani, condanna uno dei più grandi abusi ancora oggi diffusi nel mondo.
D’altra parte “la violenza sulle donne non è prerogativa di un determinato sistema politico o economico, ma è presente a livello mondiale in qualsiasi società, indipendentemente dal grado di benessere, dalla razza o dalla cultura”.
È infatti lo stesso Consiglio d’Europa a denunciare che nei paesi del nostro continente la principale causa di morte delle donne tra i 16 ed i 44 anni è rappresentata dalla violenza domestica. Quella stessa violenza di cui sono state vittime 671.110 donne contro 120.000 uomini (l’85% dei casi) nel 1999 negli USA, secondo la Relatrice delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne. Così come il governo russo ha dichiarato che nello stesso anno ben 14.000 donne russe sono morte per violenza subìta in ambito familiare. A ciò aggiungiamo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha denunciato che il 70% delle donne vittime sono uccise dal proprio partner.
Ma non solo di violenza domestica si tratta. Spesso infatti lo stupro diventa uno dei principali strumenti di cui un esercito fa uso per imporre il suo dominio in una regione assoggettata, o viene utilizzato come mezzo di offesa per spargere disonore nei confronti di un altro popolo.
Oltretutto le donne diventano oggetto di violenza da parte degli uomini anche a causa della loro fragilità, o per essere il caprio espiatorio della diffusione di alcune malattie. Per esempio in Zimbabwe le vedove sono oggetto di una vera e propria caccia alle streghe, perché accusate di diffondere il virus HIV-AIDS nei villaggi del paese.
La campagna in questione impegnerà le attività di Amnesty International per tutto il 2004 ed il 2005. Gli strumenti che verranno utilizzati consisteranno nella firma di petizioni e nell’esercizio delle dovute pressioni contro le autorità responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Per ulteriori informazioni visitare il sito www.amnesty.it, o contattare il gruppo Amnesty 140 dei Castelli Romani, all’indirizzo e:mail gr140@amnesty.it.

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Sommario anno XIII numero 7 - luglio 2004