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Sommario anno XIII numero 7 - luglio 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 13

rocca di papa
Una Funicolare dimenticata da restaurare
(Renzo Lay) - Tornare nella vostra città costituisce sempre un piacere particolare, e quando decido di…  ringiovanire torno a respirare l’aria pura e frizzante di Rocca, ripercorrendo le strade ed i luoghi rimasti nella memoria. Sono in buona compagnia in fatto di ricordi: nel 1820, all’età di 22 anni, Massimo D’Azeglio veniva ospitato dai voi Roccheggiani, e così scrisse ne I miei ricordi al cap. XIX: “… Poiché siamo a Rocca di Papa sul mio balcone, dal quale si domina l’intero Lazio… la bellezza della vista, soprattutto nelle sere di luna nuova, quando il suo corno inevitabilmente argenteo sta sull’orizzonte ancora un paio d’ore dopo il calar del sole, mi ha lasciato un’impressione che non scorderò mai più”.
Se fosse vissuto nel 1932 avrebbe scritto di essere entrato nel vostro Paese non a piedi e carico delle sue tele ma in… funicolare! Ma questo fa parte dei Miei ricordi. Nell’estate del lontano 1947 salivo l’ “Imperiale” al capolinea di Roma Termini; attraversando la campagna romana, giunsi allo chalet di Grottaferrata, e proseguivo per Squarciarelli; dopo aver sfiorato Valle Violata, e costeggiato Valle Oscura (o “Scura”)  giungevo a Valle Vergine. Qui l’Imperiale fece un giro di… valzer nell’anello dei binari e lasciò i passeggeri nella deliziosa stazioncina ai piedi di Rocca. Un tram originale attendeva i passeggeri: elegante, con i sedili di legno pregiato in orizzontale e il pianale in salita: era la Funicolare di Rocca. In 2’ minuti superava il dislivello di 155 m., dopo aver incrociato la vettura gemella in una sorta di balletto a metà rampa. Ricordi comuni a tanti turisti ed agli stessi  “anziani” roccheggiani! Ma sfogliando i siti Internet la sorpresa è inaspettata: anche tanti “giovani” hanno raccolto quegli stessi ricordi, unendosi con nostalgia e speranza all’opera di Angeleri/Curci/Bianchi, che alla scienza hanno abbinato l’amore per la storia della rete tranviaria dei Castelli, consegnando il frutto delle loro ricerche al volume: “Binari sulle strade intorno a  Roma”.
Oggi ho rivisto la Funicolare e… non l’ho riconosciuta! E negli occhi di tanti di voi ho letto la nostalgia di quella che fu! Oggi giace abbandonata dentro una stazione che ha tentato di difenderla, senza riuscirci! E giace nel più completo degrado! «Perché?»
Questo gioiello della storia di Rocca non merita questa fine! Ed esiste il diritto/dovere di ripristinarlo, al di là dei titoli di proprietà. Questa Funicolare ha fatto conoscere Rocca ed apprezzarla più di… Annibale, degli Annibaldi, degli Orsini, dei Colonna, dei  Papi…, ecc. ed ha incrementato il turismo ed incentivato la ricchezza del Paese dal 28 luglio 1932 al 5 dicembre 1962! Se è quasi impossibile sognare il ripristino dell’intera linea dei Castelli (le “Vicinali”), ricostruire la Funicolare è possibile. La rinascita della Funicolare ridarebbe nuovo impulso al turismo e a voi l’orgoglio di aver riconquistato un pezzo della vostra storia. In Italia sono pochi i paesi e le città che hanno la fortuna di possedere funicolari, ma tutti coloro che hanno questa fortuna le hanno rimodernate e restaurate …più belle e più smaglianti che pria! Rinnovato vanto ed orgoglio dei cittadini che amano la propria storia e la sanno gelosamente custodire.

Ecco l’elenco: 1. Funicolare Como-Brunate - La funicolare, che ha oltre 100 anni, porta i turisti dalle rive del lago di Como al “balcone delle Alpi”. 2. Funicolare delle grotte di San Canziano - In Slovenia, poco lontano da Trieste, una funicolare molto particolare porta i turisti dalla base delle grotte fino al piano stradale. 3. Funicolare di Catanzaro - Dalla stazione ferroviaria porta in centro città ogni 10 minuti. Riaperta nel 1998 dopo 44 anni di chiusura oggi è una funicolare modernissima. 4. Funicolare di Montecatini Terme - Trasporta persone dal 1898 verso Montecatini Alto. “Gigio” e “Gigia” sono le più antiche vetture originali in servizio del mondo. 5. Funicolare di Montenero - È il “trenino dentato” alimentato da energia fotovoltaica che dalla periferia di Livorno raggiunge un celebre Santuario sul Colle di Montenero. 6. Funicolare Monte San Salvatore - [Lugano, Svizzera] Poco distante dalla stazione FFS di Paradiso c’è la partenza di questa moderna funicolare in funzione da metà marzo a metà novembre. Accessibile ai disabili. 7. Funicolare Piotta-Ritom - [Piotta, Svizzera] Sale a quota 1793 m.s.m. ed è una delle più ripide funicolari aperte al pubblico del mondo. 8. La funicolare Vellone-Sacro Monte - [Varese] Storia, immagini e vicissitudini della funicolare che dalla città sale al Sacro Monte. Inaugurata nel 1909, dopo un lungo periodo di abbandono è tornata a nuova vita nel 2000. 9. Le funicolari di Genova –  10-13. Le funicolari di Napoli - Sono ben 4 le funicolari che fanno parte del sistema di trasporti del capoluogo partenopeo. 14. Sky Express - [Madesimo, So] - Una funicolare totalmente in galleria porta gli appassionati sciatori da Campodolcino a Motta.
Questo foglio spera di risvegliare la memoria e l’impegno di tutti, Roccheggiani ed amici di Rocca di Papa, per la ricostruzione della Funicolare, ma il merito dovrà essere soprattutto di voi  Roccheggiani, decisi a restaurare un  patrimonio della vostra Comunità e farlo  risorgere dalla dimenticanza ed abbandono umilianti in cui giace da  42 anni!
Per rendersi meglio conto del penoso stato attuale della Funicolare si possono consultare i seguenti siti: http://groups.msn.com/funicolarerdp
http://album.foto.virgilio.it/funicolareroccadipapa


valmontone
Campionato mondiale dei fuochi d’artificio 2004
(Comunicato Stampa) - Sarà la città di Valmontone ad ospitare, dal 22 al 25 luglio prossimi, l’edizione 2004 del Campionato Mondiale dei Fuochi d’Artificio d’Autore - Caput Lucis.
Negli spazi antistanti il Factory Outlet Fashion District, sarà messo in scena uno spettacolo di rara bellezza in cui il fuoco, diventando arte, sarà protagonista indiscusso. Un mix di arte e alta scuola pirotecnica che vedrà Valmontone a livello dei più prestigiosi eventi del settore che si svolgono in Spagna (Bilbao e San Sebastian), Cina (Macao) e Canada (Toronto).
Gli artisti in gara appartengono ad otto prestigiose aziende pirotecniche internazionali di Cina, Brasile, Slovacchia, Filippine, Australia, Argentina, Spagna e Italia. Il programma prevede l’accensione di artifici di grande calibro, multipostazioni di lancio, partenze simultanee radiocomandate e grandi batterie di fuochi. Il calendario offre al pubblico, a partire dalle 22.00, due spettacoli a sera per 4 sere consecutive. Le squadre saranno valutate da una giuria di qualità, formata da esperti del settore e dal Sindaco di Valmontone che valuterà la composizione scenografica, la tonalità dei colori, la sequenza, il ritmo, la cadenza e la balistica delle performances pirotecniche.
«La scelta di una location come il ‘Fashion District’ - hanno detto gli organizzatori - attribuisce all’evento un ulteriore elemento di appeal: l’arte pirotecnica si coniuga con uno spazio commerciale attivo e vitale. E tra un’occhiata e l’altra alle vetrine si potranno ammirare gli spettacoli pirotecnici che si alterneranno nelle quattro serate previste». L’edizione 2004 della manifestazione, cui è abbinato il Trofeo Città di Valmontone, ha l’obiettivo di superare il successo di critica e pubblico registrato nel Luglio 2002, nella zona di Tor di Quinto, a Roma.
«Il connubio tra arte e cultura è uno dei cardini della nostra azione - ha detto il sindaco Angelo Miele - Siamo lieti di ospitare ‘Caput Lucis’, un evento che sarà il fiore all’occhiello non solo per la Città di Valmontone ma per il comprensorio, per la Provincia  di Roma e per tutta la Regione Lazio».
L’area di Caput Lucis 2004 è raggiungibile da Roma, percorrendo per 35 km l’autostrada A1 fino a Valmontone; per chi proviene da Napoli la città è a circa un’ora di automobile. La location è inoltre collegata alla Capitale da circa 50 treni che partono dalla Stazione Termini. Infine, l’Outlet dista 45 minuti dall’Aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino e 25 minuti da Ciampino.
In vista della manifestazione sono stati approntati i dispositivi di sicurezza necessari, discussi nel corso di un Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza coordinato dal prefetto Achille Serra. È stato predisposto un piano speciale per regolare la viabilità nell’area. È prevista la presenza di oltre 500.000 persone da tutta Italia. Le informazioni sulla manifestazione saranno presto disponibili on line all’indirizzo www.caputlucis.com.


rocca di papa
I bombardamenti del 1944 La memoria e il presente
(Massimo Saba) - Proprio sessanta anni fa, tra il febbraio e il maggio del 1944, Rocca di Papa visse forse l’esperienza più tragica della sua storia. Tre successivi bombardamenti causarono la morte di oltre settanta persone e la rovina di buona parte del centro storico. Peggio ancora dell’epidemia di colera che nel 1855 aveva provocato una trentina di vittime. Con gli Alleati già sbarcati ad Anzio qualche settimana prima e i Tedeschi (presenti in forze già dal ’42) trasformatisi in nemici occupanti dall’8 settembre precedente, Rocca di Papa fu colpita per la prima volta il 14 febbraio 1944 alle due di pomeriggio. Come ha scritto l’arch. Alessandro Abbati, all’epoca dodicenne e rifugiato con la famiglia nelle grotte del Belvedere, una squadriglia di cacciabombardieri americani che volava sulla Molara virò improvvisamente e puntò dritta sul centro del paese cominciando a sganciare bombe. Furono colpite un centinaio di abitazioni e rimasero sotto le macerie 34 civili innocenti. Tre mesi dopo, il 25 maggio, il paese fu bombardato di nuovo alle 7 di mattina e, questa volta, fu colpito anche il Duomo: altri 35 morti, ciascuno con un nome, una storia e - dopo tanti anni - soltanto una foto a ricordarne la vita. ll 27, infine, giusto una settimana prima dell’arrivo degli Americani (il 4 giugno), l’artiglieria alleata che preparava l’attacco finale per la conquista di Roma colpì ancora Rocca di Papa e uccise il dott. Migliaccio, medico condotto. Altri ancora perirono in seguito per le ferite, le malattie o i crolli. Sono ricordi contenuti in un opuscolo commemorativo (pubblicato da don Giovanni dieci anni fa) del quale, crediamo, non sarebbe male che il Comune curasse la ristampa e la diffusione. A memoria di coloro che scomparvero e di quelli che si prodigarono per alleviare le sofferenze dei sopravvissuti, ma - soprattutto - a monito perenne per noi, figli e nipoti di tanti nostri concittadini sacrificati sull’altare di una guerra che, come tutte le guerre, era, è e sarà sempre un abominio. Ricordare quegli avvenimenti può aiutarci anche oggi, in un tempo nel quale la lunga pace di cui il nostro paese ha goduto ci porta a discutere di certi argomenti con troppa superficialità.  

 I NOSTRI PAESI - pagina 13

Sommario anno XIII numero 7 - luglio 2004