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Sommario anno XIII numero 7 - luglio 2004

 ATTUALITÀ

Le Giornate del Rifugiato 2004
(Luca Ceccarelli) - L’Associazione Centro Astalli (www.centroastalli.it), fondata dai Gesuiti per aiutare i rifugiati in Italia, a conclusione della Settimana del Rifugiato 2004 ha organizzato venerdì 25 giugno alle 17.30 un incontro sul tema “Liberi dalla paura, aperti alle differenze”. Il dibattito si è tenuto a Roma presso la Centrale Montemartini in Via Ostiense. Sono intervenuti tra gli altri Ettore Masina, giornalista e scrittore, già deputatato al Parlamento, padre Francesco De Luccia, dell’Associazione Centro Astalli, Samir Khaldi, presidente dell’Associazione culturale islamica in Italia e imam della moschea di Centocelle, e Raffaela Milano, assessora ai Servizi sociali del Comune di Roma, da sempre in prima linea riguardo a questa problematica.

Sebbene in Italia i rifugiati, e i richiedenti asilo politico, siano tuttora un numero piuttosto modesto, specie se confrontato con quelli di altri paesi d’Europa, la situazione politica internazionale sempre più difficile, specie in certe aree del pianeta, sta portando i paesi d’Europa e gli Usa verso un irrigidimento che rende più difficile ottenere asilo politico anche quando, alla luce del diritto internazionale, ve ne sarebbero i presupposti. In Italia questa tendenza è accentuata dalla caratterizzazione dell’attuale maggioranza di governo, che non soltanto sconta la presenza di un partito come la Lega Nord, tendenzialmente estraneo e ostile rispetto alla questione del diritto di asilo, ma anche l’indifferenza, e talvolta la vera e propria ostilità a questa problematica anche da parte di taluni settori di Alleanza Nazionale e di Forza Italia. È in discussione una proposta di legge che mira a ridefinire il diritto d’asilo. Una legge quanto mai necessaria, poiché le amministrazioni locali e le forze dell’associazionismo si trovano ad operare in assenza di un quadro legislativo appropriato, e senza poter contare su risorse adeguate provenienti dall’autorità centrale per l’aiuto ai rifugiati. Che non sono immigrati qualsiasi, che lasciano il proprio paese alla ricerca (peraltro del tutto legittima) di migliori condizioni lavorative ed economiche, ma persone che tentano di sottrarsi al carcere, alle torture, e a tutta una serie di vessazioni ad ogni livello che subiscono per le proprie opinioni politiche, per la propria fede religiosa, per la propria provenienza etnica, o per le proprie inclinazioni sessuali. Giungere in un paese straniero, e qui essere costrette a lungo a condizioni di vita non dignitose, ed essere trattenute nei centri di detenzione temporanea, aumenta il disorientamento e lo sconforto di queste persone, che in alcuni casi sono state indotte, da un parere negativo sulla propria richiesta di asilo, addirittura a togliersi la vita.
Le Giornate del Rifugiato sono state un’occasione per incontrare alcune di queste persone, conoscere meglio le loro biografie, venire a contatto con le loro culturale. Un’opportunità per riflettere sull’importanza del rispetto dei diritti umani, e delle differenze connaturate alle condizioni dei singoli e dei gruppi.

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Sommario anno XIII numero 7 - luglio 2004