Il
filtro: ciò che permea lo Sfondo
(Silvia Coletti) - “Il
filo da seguire per venire a conoscenza delle capacità mentali non
rappresentazionali,
non è osservabile singolarmente, ma nella loro relazione d’interazione
nel tutto”: è questo quello che afferma Searle nella sua ipotesi nuova
e problematica sullo Sfondo, come insieme di capacità mentali non
rapresentazionali.
Come si può definire
allora questo Sfondo che funziona tramite delle capacità mentali
preintenzionali? Lo Sfondo, e così le capacità mentali non
rappresentazionali da cui è costituito, sono “presupposti fondamentali
di certi tipi di sapere-come, di fare cose e su come le cose
funzionano”. E’ per questo che, anche secondo Searle, e non solo
secondo Garnett, le analogie degli esempi riguardo al meccanismo
mente-cervello sono risultate difettose. Infatti, gli esempi risultano
pratici e concreti; si riferiscono, come nel caso della solidità del
tavolo, a spazi ed ambiti e non hanno nulla a che vedere, per lo meno
apparentemente, con le capacità mentali non rappresentazionali. Tuttavia,
continua Searle, “questa obiezione non è così fondata, in quanto
ancora non siamo in grado di affermare di conoscere in modo completo né
il cervello, né il modo in cui esso produce questi stati ed eventi
mentali”.
In ogni modo di una cosa
è certo Searle: che queste capacità esistono realmente e non hanno nulla
a che fare con la metafisica, così come lo Sfondo. La soluzione a cui ha
fatto riferimento Searle parlando di fenomeni biologici, è di ampliare
ulteriormente questa sua posizione, affermando che: “ciò che a noi
interessa è la possibilità di tradurre o comunque convertire in termini
fisici ciò che abbiamo in termini mentali” ed è qui che si introduce
un altro e nuovo problema: quello del mostrare e del filtro. Per spiegare
cosa si può intendere con il termine filtro di Sfondo, non dobbiamo
perdere di vista ciò che si è detto precedentemente della relazione fra
mente e cervello, ossia del rapporto fra micro e macro e dei suoi
risultati nella realtà dovuti all’applicazione di quelle capacità
mentali non rappresentazionali proprie dello Sfondo. Uso il termine
filtro, perché sono proprio queste capacità, che non si modificano per
adattamento alla realtà, a permettere il funzionamento ed il lavoro dello
Sfondo. Il loro compito consiste
in parte nel filtrare, attraverso quello che in termini figurativi
potremmo chiamare cartina di tornasole, le potenzialità fisico-neuoloiche
tramite il cervello, la coscienza, il nostro corpo, un oggetto, un’altra
persona. Questo sta a significare che noi possiamo osservare la loro
applicazione, ma mai la loro vera natura e neppure totalmente il loro
grado di potenzialità, che in parte si modifica per motivi di adattamento
all’esterno, all’ambiente. Lo Sfondo è allora, in ciò che possiamo
osservare come applicazione, un fenomeno biologico nella relazione fra le
strutture neurobiologiche e fisiologiche di ogni singolo uomo e
l’ambiente che lo circonda. Searle chiarisce bene con un paragone quello
che finora ha inteso come filtro di Sfondo: “Quanto l’occhio che vede
è invisibile a se stesso, così lo Sfondo è invisibile
all’Intenzionalità”. Questo paragone efficace ed esplicativo spiega
che lo Sfondo è ciò che permea e funge da filtro di applicazione e di
interpretazione di quei contenuti Intenzionali basati su strutture di
regole che permettono di dar vita a nuove forme di comportamento.
L’ipotesi di Searle
consiste nella formulazione che “lo Sfondo è preintenzionale nel senso
che sebbene non sia una forma di Intenzionalità, è una precondizione
dell’Intenzionalità”. E’ un presupposto
senza il quale non
potremmo applicare le nostre capacità; è applicazione, perché solo
tramite ciò che è manifesto noi possiamo prima ipotizzare e poi
dimostrare la sua esistenza. Infatti: “Lo Sfondo è il presupposto
mentale di base senza il quale non…” ci sarebbero stati Intenzionali,
la possibilità o meno che si realizzino, il loro grado di regolarità, le
loro condizioni di soddisfazione, il loro funzionamento e non ci sarebbe
nessuna percezione, azione, memoria. Lo Sfondo, che possiamo raffigurare
come una prospettiva lontana, come un campo d’azione, come un dietro le
quinte di tutto ciò che noi pensiamo e facciamo o che potenzialmente
possiamo pensare e fare, permette, tramite la sua applicazione, di rendere
dominante o di mostrare nel momento in cui è in atto ciò che è in
potenza latente e con atto si può intendere da quello meno evidente,
l’atto del pensiero, all’azione. Questa è la funzione dello Sfondo,
ossia mostrare attraverso un modo di essere, di pensare, di capire e di
agire le sue potenzialità e la sua peculiarità. Infatti, come possiamo
dimostrare di avere delle capacità piuttosto che altre? Proprio
attraverso il mostrare, che presuppone lo Sfondo e lo Sfondo, scrive
Searle, se considerato in questi termini, “è inteso come la nostra
incarnazione al realismo”, ossia come la possibilità di saper
rappresentare il mondo, la realtà, perché dotato di precondizioni non
rappresentabili che fungono da ipotesi del mio poter rappresentare
qualcosa.
A conclusione di questa
prima analisi possiamo dire allora che lo Sfondo non è un insieme di
cose, né un insieme di misteriose relazioni tra noi e le cose; è invece
un insieme di capacità, posizioni, assunzioni, presupposizioni
preintenzionali, pratiche e abitudini.
“Non c’è nulla di metafisico o trascendentale che riguardi lo
Sfondo”.
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