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Sommario anno XIII numero 8 - agosto 2004

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Il filtro: ciò che permea lo Sfondo
(Silvia Coletti) -  “Il filo da seguire per venire a conoscenza delle capacità mentali non rappresentazionali, non è osservabile singolarmente, ma nella loro relazione d’interazione nel tutto”: è questo quello che afferma Searle nella sua ipotesi nuova e problematica sullo Sfondo, come insieme di capacità mentali non rapresentazionali. 

Come si può definire allora questo Sfondo che funziona tramite delle capacità mentali preintenzionali? Lo Sfondo, e così le capacità mentali non rappresentazionali da cui è costituito, sono “presupposti fondamentali di certi tipi di sapere-come, di fare cose e su come le cose funzionano”. E’ per questo che, anche secondo Searle, e non solo secondo Garnett, le analogie degli esempi riguardo al meccanismo mente-cervello sono risultate difettose. Infatti, gli esempi risultano pratici e concreti; si riferiscono, come nel caso della solidità del tavolo, a spazi ed ambiti e non hanno nulla a che vedere, per lo meno apparentemente, con le capacità mentali non rappresentazionali. Tuttavia, continua Searle, “questa obiezione non è così fondata, in quanto ancora non siamo in grado di affermare di conoscere in modo completo né il cervello, né il modo in cui esso produce questi stati ed eventi mentali”.
In ogni modo di una cosa è certo Searle: che queste capacità esistono realmente e non hanno nulla a che fare con la metafisica, così come lo Sfondo. La soluzione a cui ha fatto riferimento Searle parlando di fenomeni biologici, è di ampliare ulteriormente questa sua posizione, affermando che: “ciò che a noi interessa è la possibilità di tradurre o comunque convertire in termini fisici ciò che abbiamo in termini mentali” ed è qui che si introduce un altro e nuovo problema: quello del mostrare e del filtro. Per spiegare cosa si può intendere con il termine filtro di Sfondo, non dobbiamo perdere di vista ciò che si è detto precedentemente della relazione fra mente e cervello, ossia del rapporto fra micro e macro e dei suoi risultati nella realtà dovuti all’applicazione di quelle capacità mentali non rappresentazionali proprie dello Sfondo. Uso il termine filtro, perché sono proprio queste capacità, che non si modificano per adattamento alla realtà, a permettere il funzionamento ed il lavoro dello Sfondo. Il loro compito  consiste in parte nel filtrare, attraverso quello che in termini figurativi potremmo chiamare cartina di tornasole, le potenzialità fisico-neuoloiche tramite il cervello, la coscienza, il nostro corpo, un oggetto, un’altra persona. Questo sta a significare che noi possiamo osservare la loro applicazione, ma mai la loro vera natura e neppure totalmente il loro grado di potenzialità, che in parte si modifica per motivi di adattamento all’esterno, all’ambiente. Lo Sfondo è allora, in ciò che possiamo osservare come applicazione, un fenomeno biologico nella relazione fra le strutture neurobiologiche e fisiologiche di ogni singolo uomo e l’ambiente che lo circonda. Searle chiarisce bene con un paragone quello che finora ha inteso come filtro di Sfondo: “Quanto l’occhio che vede è invisibile a se stesso, così lo Sfondo è invisibile all’Intenzionalità”. Questo paragone efficace ed esplicativo spiega che lo Sfondo è ciò che permea e funge da filtro di applicazione e di interpretazione di quei contenuti Intenzionali basati su strutture di regole che permettono di dar vita a nuove forme di comportamento.
L’ipotesi di Searle consiste nella formulazione che “lo Sfondo è preintenzionale nel senso che sebbene non sia una forma di Intenzionalità, è una precondizione dell’Intenzionalità”. E’ un presupposto senza il quale non potremmo applicare le nostre capacità; è applicazione, perché solo tramite ciò che è manifesto noi possiamo prima ipotizzare e poi dimostrare la sua esistenza. Infatti: “Lo Sfondo è il presupposto mentale di base senza il quale non…” ci sarebbero stati Intenzionali, la possibilità o meno che si realizzino, il loro grado di regolarità, le loro condizioni di soddisfazione, il loro funzionamento e non ci sarebbe nessuna percezione, azione, memoria. Lo Sfondo, che possiamo raffigurare come una prospettiva lontana, come un campo d’azione, come un dietro le quinte di tutto ciò che noi pensiamo e facciamo o che potenzialmente possiamo pensare e fare, permette, tramite la sua applicazione, di rendere dominante o di mostrare nel momento in cui è in atto ciò che è in potenza latente e con atto si può intendere da quello meno evidente, l’atto del pensiero, all’azione. Questa è la funzione dello Sfondo, ossia mostrare attraverso un modo di essere, di pensare, di capire e di agire le sue potenzialità e la sua peculiarità. Infatti, come possiamo dimostrare di avere delle capacità piuttosto che altre? Proprio attraverso il mostrare, che presuppone lo Sfondo e lo Sfondo, scrive Searle, se considerato in questi termini, “è inteso come la nostra incarnazione al realismo”, ossia come la possibilità di saper rappresentare il mondo, la realtà, perché dotato di precondizioni non rappresentabili che fungono da ipotesi del mio poter rappresentare qualcosa.
A conclusione di questa prima analisi possiamo dire allora che lo Sfondo non è un insieme di cose, né un insieme di misteriose relazioni tra noi e le cose; è invece un insieme di capacità, posizioni, assunzioni, presupposizioni preintenzionali, pratiche e abitudini.  “Non c’è nulla di metafisico o trascendentale che riguardi lo Sfondo”.

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Sommario anno XIII numero 8 - agosto 2004