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Sommario anno XIII numero 9 - settembre 2004

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Mi piacerebbe vivere in un paese normale
(Roberto Esposti -
laleggedimclurg@yahoo.it) - Mi piacerebbe vivere in un paese normale. In un paese dove i morti vengano trattati con il solo sentimento che spetta ad ogni buon morto: la pietà.
Mi piacerebbe vivere in un paese dove i morti non siano di destra o di sinistra. In un paese dove i morti siano solo di chi è capace di piangerli.
Mi piacerebbe vivere in un paese in cui certa parte della sinistra si ricordi che l’Italia è stata fatta anche impastando tanto sangue alla polvere e alla neve. In un paese dove si possa essere patriottici senza passare per fascisti.
Mi piacerebbe vivere in un paese in cui certa parte della destra impari ad apprezzare l’ironia e a non giudicare un uomo senza conoscerlo. In un paese dove si capisca che un uomo capace di avallare sveltine al suo funerale era un professionista dell’ironia e non un turista della guerra (ed amava la vita).
Mi piacerebbe vivere in un paese in cui a chi viene affidato il compito di salvare la pelle di una persona sia competente a farlo. In un paese in cui chi getta fango su altri operatori umanitari sappia che per trattare una liberazione in Iraq si dovrebbe conoscere la differenza tra sciiti e sunniti.
Mi piacerebbe vivere in un paese in cui quando chi sta in alto sbaglia lo ammetta e si dimetta. In un paese in cui non si coprano sempre tutti, non si copra tutto, coprendo il paese di ridicolo.
Mi piacerebbe vivere in un paese migliore di questa Italia.

“Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
Questo paese è devastato dal dolore...
ma non vi danno un po’ di dispiacere
quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà
no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
Me ne vergogno un poco, e mi fa male
vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà
si che cambierà, vedrai che cambierà.
Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature
se avremo ancora un po’ da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare”
Franco Battiato, “Povera Patria”

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Sommario anno XIII numero 9 - settembre 2004