Delacroix
(Silvia Coletti) - La vita. Ferdinand
Victor Eugène Delacroix nacque nel 1798 a Charenton -
Saint-Maurice.
Morto
il padre nel 1805, si trasferì a Parigi presso la sorella con tutta la
famiglia e iniziò gli studi classici al Liceo Imperiale. Frequentò ben
presso il Louvre, dove si esercitò nelle copie dei maestri del ‘500 e
del ‘600. Contemporaneamente studiò Goya e si interessò anche alla
possibilità di resa della litografia. Il suo primo lavoro fu la Vergine
delle Messi derivata chiaramente da studi su Raffaello. Nel 1821 si cimentò
sull’Autoritratto nelle vesti di Amleto che testimonia i suoi studi su
Velazquez. L’anno successivo, Delacroix esegue Dante e Virgilio
all’inferno in meno di tre mesi per il Salon dell’aprile, in cui
mostra quanto sia sicura e cosciente la sua ricerca di un equilibrio tra
forma ed energia di colori. Durante il suo soggiorno a Parigi, Delacroix
lavora su commissione dello Stato dipingendo: L’imperatore Giustiniano
che compone i codici; Natura morta con crostacei; Tasso nell’ospedale
dei pazzi. Un periodo di difficoltà finanziarie costringe Delacroix a
lavorare intensamente, cercando tuttavia di non trascurare i salotti della
capitale dove conosce Stendhal, Hugo, Dumas. Nel 1832 Delacroix accompagna
l’ambasciatore di Luigi Filippo in Marocco, da dove raggiunge anche la
Siviglia e Cadice. Il littore tornerà in Francia con la scoperta di un
mondo pieno di colori, diverso e basilare per i suoi successivi lavori. In
questi anni un altro incarico importante gli venne affidato: la
decorazione della Biblioteca della Camera dei Deputati. Per un lungo
periodo Delacroix sarà occupato nell’elaborazione delle opere per le
quali prepara affreschi. Nel 1844 iniziò ad interessarsi anche della
fotografia come uso soprattutto per lo studio dei nudi: Baudelaire dirà
che l’arte di Delacroix si esprime nel colore. Viene colpito in seguito
da laringite, che nella sua evoluzione maligna lo porterà prima a lunghi
periodi di riposo e poi alla morte. In questo periodo si preoccupa in
particolar modo di definire che cos’è il bello e progetta di scrivere
un Dizionario delle Belle Arti. Il 13 agosto del 1863 Delacroix muore,
lasciando incompiute molte delle sua ultime tele.
La
società del tempo. La politica di Napoleone fece trionfare
progressivamente l’imperialismo e travolse il vecchio assetto europeo
per il quale si adopereranno i paesi dedicati alla Restaurazione fra il
1813 e 1815. Con il Congresso di Vienna crollò il potere e il regime
napoleonico e si riorganizzò politicamente l’Europa. I paesi della
Russia, Inghilterra, Austria, Francia e Prussia cercarono di soffocare gli
ideali dell’opinione pubblica di libertà e uguaglianza che con la
rivoluzione francese si erano diffusi nei vari stati. Nel quarto decennio
del XIX secolo, nell’ambito delle cinque grandi potenze europee, si
affermò più nettamente la contrapposizione fra il blocco occidentale
liberale e quello orientale assolutistico. I popoli che reclamavano
l’indipendenza desideravano la realizzazione di un governo liberale o di
un autogoverno. I moti sociali assunsero uno sviluppo notevole,
soprattutto a Londra nel ’39 si organizzò la prima convenzione
nazionale del movimento cartista. In questi anni si formò anche il
movimento comunista, tendente al suffragio universale come strumento per
la trasformazione sociale. La nuova ondata rivoluzionaria del ’48 nacque
dall’entusiasmo suscitato dall’atteggiamento liberale di Pio IX, sia
in Italia che in Francia. L’Austria, l’Ungheria e la Prussia si
sollevarono contro i vecchi regimi, ma fra i popoli insorti non ci fu una
concreta intesa, così che dal moto delle nazionalità si passò
facilmente allo scontro dei nazionalismi.
L’ambiente culturale. La Restaurazione contribuì al reciproco scambio
delle culture europee. L’idea di nazione come entità culturale, la
visione positiva della lealtà a cui si ispirava la Restaurazione,
risultarono soffocanti per coloro che erano stati educati all’entusiasmo
dell’azione dall’avventura rivoluzionaria e dall’epica napoleonica.
Uno dei campi in cui si avvertì maggiormente il peso dell’idealismo
romantico fu la biologia: in Buffon, ma soprattutto in Lamark, tra le
varie forme naturali non c’è mai divisione vigorosa, ma sempre
transizione. Tra il 1823 e il 1830 Hegel elaborò nelle sue lezioni duella
filosofia della storia antindividualistica, dando luogo al socialismo di
stato. Il gusto per il singolo, per l’individuo, si rivelò anche in
altri fenomeni come il divismo. Nel 1830 con la rivolta della borghesia e
del popolo contro la restaurazione, la storia vedrà trionfare
culturalmente la concezione della libertà contro il potere costituito. In
questo periodo la riflessione filosofica si impegnò non a ricercare la
causa dei fenomeni, ma a spiegarli, ne fu un esempio la teorizzazione del
Corso di Filosofia Positiva di Comte. |