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- Vladimir Jakovlevic Propp
(Silvia Coletti) - I termini favola e fiaba derivano
etimologicamente da una medesima voce verbale latina,
fari, che significa parlare. A questa tesi si affianca un’altra
interpretazione che considera invece la parola fabula come derivazione di
faba, ossia fava, il legume con il quale i romani si divertivano in un
passatempo simile a quello dei dadi. Entrambe, sia la fiaba che la favola,
hanno origine popolare. Sono racconti il più delle volte fantastici, dove
spazio e tempo rimangono indeterminati e i luoghi naturali, come il bosco,
acquistano i connotati degli ambienti magici, in cui si svolgono
avvenimenti prodigiosi e inaspettati. I personaggi sono facilmente
riconducibili da parte del lettore ai ruoli fondamentali dell’eroe,
dell’aiutante e dell’antagonista, in virtù delle loro caratteristiche
costanti, che determinano la netta contrapposizione tra i buoni e i
cattivi, che per adempiere ai loro compiti utilizzano oggetti magici.
Ricercatori nel campo dell’antropologia culturale, agli inizi del XIX
sec., cominciarono a trascrivere le tradizioni folkloriche fino ad allora
trasmesse oralmente, recuperando in tal modo usanze, credenze
superstiziose, proverbi e naturalmente anche fiabe.
Uno degli elementi costanti che compare nelle fiabe è il viaggio. Esso
viene intrapreso dal protagonista, o eroe, da intendersi come un processo
di conoscenza di se stesso e del mondo circostante che, in chiave
antropologica, simboleggia il percorso di emancipazione, caratteristico
del passaggio dalla fase adolescenziale alla realizzazione della
personalità adulta, compiuto mediante il superamento di conflitti e
prove.
Vladimir Jakovlevic Propp è nato a Pietroburgo il 15 aprile 1895.
Terminate le scuole dell’obbligo si iscrisse alla facoltà di filologia.
Terminata l’università nel 1918, insegnò prima lingua e letteratura
russa nelle scuole, poi lingua tedesca nell’Università di Leningrado.
Lo studioso di folklore e filologo Vladimir Jakovlevic Propp, nel suo
famosissimo testo Morfologia della fiaba, un classico delle scienze umane,
pubblicato a Leningrado nel 1928, ha evidenziato che le azioni, compiute
dai personaggi, rappresentano gli elementi stabili delle fiabe e le ha
individuate con il nome di funzioni e descritte in una serie che ne
comprende 31.
Altre tematiche fisse nella fiaba secondo Propp sono: l’allontanamento
dell’eroe da casa, le successive peripezie affrontate per superare i
tranelli dell’antagonista, al fine di raggiungere il premio spesso
rappresentato dalle nozze con la figlia del re, ottenuto grazie al proprio
coraggio, ma anche all’aiuto di un donatore che gli regala un mezzo
magico.
Tali funzioni riconosciute come presenti nella fiaba rappresentano la
scomposizione della fiaba stessa in una serie di segmenti elementari,
corrispondenti a una “descrizione strutturale” delle azioni compiute
dai personaggi. |