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Sommario anno XIII numero 9 - settembre 2004

 DALLA FAVOLA ALLA FIABA

4 - Vladimir Jakovlevic Propp
(Silvia Coletti) - I termini favola e fiaba derivano etimologicamente da una medesima voce verbale latina, fari, che significa parlare. A questa tesi si affianca un’altra interpretazione che considera invece la parola fabula come derivazione di faba, ossia fava, il legume con il quale i romani si divertivano in un passatempo simile a quello dei dadi. Entrambe, sia la fiaba che la favola, hanno origine popolare. Sono racconti il più delle volte fantastici, dove spazio e tempo rimangono indeterminati e i luoghi naturali, come il bosco, acquistano i connotati degli ambienti magici, in cui si svolgono avvenimenti prodigiosi e inaspettati. I personaggi sono facilmente riconducibili da parte del lettore ai ruoli fondamentali dell’eroe, dell’aiutante e dell’antagonista, in virtù delle loro caratteristiche costanti, che determinano la netta contrapposizione tra i buoni e i cattivi, che per adempiere ai loro compiti utilizzano oggetti magici.
Ricercatori nel campo dell’antropologia culturale, agli inizi del XIX sec., cominciarono a trascrivere le tradizioni folkloriche fino ad allora trasmesse oralmente, recuperando in tal modo usanze, credenze superstiziose, proverbi e naturalmente anche fiabe.
Uno degli elementi costanti che compare nelle fiabe è il viaggio. Esso viene intrapreso dal protagonista, o eroe, da intendersi come un processo di conoscenza di se stesso e del mondo circostante che, in chiave antropologica, simboleggia il percorso di emancipazione, caratteristico del passaggio dalla fase adolescenziale alla realizzazione della personalità adulta, compiuto mediante il superamento di conflitti e prove.
Vladimir Jakovlevic Propp è nato a Pietroburgo il 15 aprile 1895. Terminate le scuole dell’obbligo si iscrisse alla facoltà di filologia. Terminata l’università nel 1918, insegnò prima lingua e letteratura russa nelle scuole, poi lingua tedesca nell’Università di Leningrado.
Lo studioso di folklore e filologo Vladimir Jakovlevic Propp, nel suo famosissimo testo Morfologia della fiaba, un classico delle scienze umane, pubblicato a Leningrado nel 1928, ha evidenziato che le azioni, compiute dai personaggi, rappresentano gli elementi stabili delle fiabe e le ha individuate con il nome di funzioni e descritte in una serie che ne comprende 31.
Altre tematiche fisse nella fiaba secondo Propp sono: l’allontanamento dell’eroe da casa, le successive peripezie affrontate per superare i tranelli dell’antagonista, al fine di raggiungere il premio spesso rappresentato dalle nozze con la figlia del re, ottenuto grazie al proprio coraggio, ma anche all’aiuto di un donatore che gli regala un mezzo magico.
Tali funzioni riconosciute come presenti nella fiaba rappresentano la scomposizione della fiaba stessa in una serie di segmenti elementari, corrispondenti a una “descrizione strutturale” delle azioni compiute dai personaggi.

 DALLA FAVOLA ALLA FIABA

Sommario anno XIII numero 9 - settembre 2004