Enzimi
(Cristina Stillitano) - “Enzimi” colpisce
ancora. Il festival “pop” di musica, cinema, arti e
spettacolo è tornato all’Esquilino con un programma denso di appuntamenti,
tutti gratuiti, che si sono snodati dal 5 al 12 settembre. La varietà è il
cavallo di battaglia della manifestazione, organizzata in collaborazione
col Comune di Roma, e che richiama sempre un folto pubblico giovanile,
soprattutto per la sua attitudine all’innovazione e alla sperimentazione,
l’apertura verso ogni forma d’arte e di espressione che vuol essere
precisa scelta culturale, oltre che occasione di svago e di incontro. Non
ha paura di sperimentare “Enzimi”, anzi, dice di assomigliare allo
“zapping che si fa di radio in radio, ai gusti complessi delle persone e,
soprattutto, a Roma, che è capace di assorbire ogni cosa e trovarle, senza
pregiudizio, un posto nella propria identità”.
Tra i tanti eventi, abbiamo scelto quello di giovedì sera all’Acquario
Romano, attratti soprattutto (possiamo pure confessarlo) dalla bellezza
dello spazio ospitante, progettato dall’architetto Ettore Bernich, che
realizzò questa sintesi davvero suggestiva delle diverse finalità per le
quali era stato pensato e commissionato.
Lo spettacolo in programma è la rappresentazione di tre testi del Grand
Guignol, forma di teatro della Francia di fine ‘800 che, partendo dal
naturalismo, approdava al terrore, a situazione fosche e macabre, dense di
pathos e senza lieto fine. Le storie proposte, “L’artiglio, Passa la
ronda. Il ritorno”, sono recitate da quattro uomini fermi sul palco e
quasi privi di espressione, come se quello che si vede, che si ascolta,
non fosse che il segno minimo di un universo insondabile, l’accenno
doloroso di un’umanità immensa, appassionata, inenarrabile. Quattro uomini
recitano storie di altrettante donne e la maschera che portano, la
staticità con cui si fermano sul palco, la compostezza con cui raccontano,
gli occhi fissi nel vuoto, sono l’espressione di una distanza
impressionante e senza speranza, ma degna di commozione. L’interpretazione
proposta da Massimiliano Civica, regista del breve spettacolo, è forse la
più convincente: nessun sentimento, tranne una lieve inflessione della
voce, un leggero tremolio. E parole che dicono molto, tutto.
Nel silenzio, nell’assenza, nel vuoto, non c’è cosa più sconvolgente della
propria immaginazione.
Scheda:
Acquario Romano
Grand Guignol
L’artiglio, Passa la ronda, Il ritorno
Regia: Massimiliano Civica
Con: A. Cosentino M. Feliziani, A. Tagliarini, D. Timpano |