Giovanni Fattori
(Silvia Coletti) - La vita. Giovanni Fattori nacque a
Livorno nel 1825. La famiglia capì subito le sue inclinazioni
artistiche e lo assecondò nei suoi studi. A Firenze iniziò a frequentare
la scuola del Bezzuoli. In seguito si iscrisse al corso di disegno e
pittura all’Accademia delle Belle Arti. Tuttavia Fattori non era uno
scolaro modello, anzi la sua adolescenza è caratterizzata da forti
tormenti dovuti in particolar modo alla sua partecipazione emotiva legata
alle situazioni di fermento della gioventù patriottica ottocentesca. Anni
decisivi nella formazione del giovane artista furono quelli trascorsi a
Firenze: Fattori si interessò esclusivamente alla tecnica della pittura.
Il suo primo autoritratto risale al 1858 (vedi qui a lato). Il 2 luglio
1860 sposò Settimia Vannucci e
nel 1864 dipingerà il suo ritratto. Nei successivi cinque anni dipinse
opere di grande importanza e
rilievo tecnico, tanto da vincere concorsi nazionali e medaglie d’oro:
la rotonda di Calmieri, la signora Piccoli, le Macchiaiole. Il 26 marzo
1867 morì la moglie. Nel 1869 venne nominato professore
dell’insegnamento superiore di pittura dell’Istituto di Belle Arti di
Firenze. Si può dire che dal 1870 in poi, lo stile di Fattori è fissato
nei temi e nei modi: i ritratti del popolo, le scene militari, le
campagne, i colori a strisce e a tasselli, gli sfondi chiari e uniti, per
dare un massimo di concentrazione pittorica alle figure. Gli ultimi anni
di Fattori furono caratterizzati da una serie di delusioni: lo sfumare
degli ideali politici, le difficoltà economiche, il successo dell’arte
simbolica a cui lui preferì sempre soggetti romantico-storici. Fattori
morì a Firenze nel 1908 assistito da Giovanni Malesi, suo allievo ed
erede universale.
La società del tempo. Il Risorgimento fu l’espressione italiana
di quella più vasta manifestazione del
processo europeo che fu la rivoluzione borghese. La resistenza alla
dominazione austriaca proseguì fino al 1830. Dalla scia della rivoluzione
parigina, scoppiarono i moti del 1831. Questi avvenimenti convinsero
Mazzini che l’Italia doveva essere una creazione degli stessi italiani.
Gioberti propose una confederazione sotto la guida del papa. D’Azeglio,
invece, suggerì una confederazione sotto casa Savoia. L’elezione di
Carlo Alberto alimentò queste speranze. Nel giorno in cui gli austriaci
cominciarono a ritirarsi da Milano, Carlo Alberto, spinto dal timore di
insurrezioni antimonarchiche e dal desiderio di espansione, dichiarò
guerra all’Austria. I papa incitò a far ritirare le truppe e Carlo
Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Fu Cavour che,
dal 1852 al 1861, fece del Piemonte uno Stato moderno e riuscì a riunire
i democratici in un programma di riforme sociali: in tutto il paese le
tendenze unitarie si rafforzarono. Dopo la ripresa della situazione da
parte di Cavour sul Regno delle Due Sicilie, a completare l’unificazione
mancava Roma, rimasta al papa e Venezia, in mano agli austriaci. Dopo
diversi tentativi per liberare Roma, compreso l’ultimo di Garibaldi nel
1867, la questione romana si risolse grazie alla caduta dell’Impero
francese. In campo internazionale acquistò sempre maggior potere la
Germania: Bismarck in politica estera cercò di consolidare l’equilibrio
degli stati europei firmando nel 1882 la Triplice Alleanza. L’avvento al
governo della Sinistra segnò l’inizio dell’industrializzazione a cui
seguì il protezionismo che deteriorarono i rapporti con la Francia e
costrinsero l’Italia a uscire dall’isolamento diplomatico, aderendo
anch’essa alla Triplice Alleanza. Nel 1891 venne pubblicata
l’enciclica Rerum Novarum: il papa condannava apertamente l’esagerato
sfruttamento introdotto dal capitalismo come amorale.
L’ambiente culturale. Nella cultura dell’Ottocento la
letteratura italiana si inserì a suo modo nel clima romantico con la
prosa di Alessandro Manzoni e la poesia di Giacomo Leopardi. Un genere
letterario tipico del Romanticismo italiano fu il romanzo storico, nato
sulla scia dei modelli di Walter Scott. L’Ottocento fu anche il secolo
delle scoperte e dell’inizio dell’industrializzazione: si ricordano la
macchina da scrivere e la macchina da cucire. Sempre di questi anni furono
anche alcune opere liriche di Giuseppe Verdi: Il Rigoletto, Il Trovatore,
La Traviata. Il superamento del Romanticismo si esplicò soprattutto in
campo architettonico: l’architettura cercò di collegarsi alla
tecnologia moderna industriale con lo sviluppo di nuove ricerche
strutturali e l’impiego di nuovi materiali. In questi anni Giovanni
Verga elaborò i programma del Verismo in relazione con il naturalismo
francese: entrambi espressioni del Positivismo letterario. Il Positivismo
rispose alle esigenze di una borghesia industriale avanzata, bisognosa
delle scienze e della tecnica. Nacque
verso la fine dell’Ottocento la letteratura per ragazzi, con scopi
prevalentemente pedagogici (Le avventure di Pinocchio di Collodi).
L’autore più prestigioso della polemica antipositivista di fine secolo
fu D’Annunzio, rappresentato dal superuomo nietzscheano,
eroe dei suoi romanzi.
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