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Sommario anno XIII numero 11 - novembre 2004

 ARTE

Giovanni Fattori
(Silvia Coletti) - La vita. Giovanni Fattori nacque a Livorno nel 1825. La famiglia capì subito le sue Autoritrattoinclinazioni artistiche e lo assecondò nei suoi studi. A Firenze iniziò a frequentare la scuola del Bezzuoli. In seguito si iscrisse al corso di disegno e pittura all’Accademia delle Belle Arti. Tuttavia Fattori non era uno scolaro modello, anzi la sua adolescenza è caratterizzata da forti tormenti dovuti in particolar modo alla sua partecipazione emotiva legata alle situazioni di fermento della gioventù patriottica ottocentesca. Anni decisivi nella formazione del giovane artista furono quelli trascorsi a Firenze: Fattori si interessò esclusivamente alla tecnica della pittura. Il suo primo autoritratto risale al 1858 (vedi qui a lato). Il 2 luglio 1860 sposò Settimia Vannucci  e nel 1864 dipingerà il suo ritratto. Nei successivi cinque anni dipinse opere di grande importanza  e rilievo tecnico, tanto da vincere concorsi nazionali e medaglie d’oro: la rotonda di Calmieri, la signora Piccoli, le Macchiaiole. Il 26 marzo 1867 morì la moglie. Nel 1869 venne nominato professore dell’insegnamento superiore di pittura dell’Istituto di Belle Arti di Firenze. Si può dire che dal 1870 in poi, lo stile di Fattori è fissato nei temi e nei modi: i ritratti del popolo, le scene militari, le campagne, i colori a strisce e a tasselli, gli sfondi chiari e uniti, per dare un massimo di concentrazione pittorica alle figure. Gli ultimi anni di Fattori furono caratterizzati da una serie di delusioni: lo sfumare degli ideali politici, le difficoltà economiche, il successo dell’arte simbolica a cui lui preferì sempre soggetti romantico-storici. Fattori morì a Firenze nel 1908 assistito da Giovanni Malesi, suo allievo ed erede universale.
La società del tempo. Il Risorgimento fu l’espressione italiana di quella più vasta manifestazione  del processo europeo che fu la rivoluzione borghese. La resistenza alla dominazione austriaca proseguì fino al 1830. Dalla scia della rivoluzione parigina, scoppiarono i moti del 1831. Questi avvenimenti convinsero Mazzini che l’Italia doveva essere una creazione degli stessi italiani. Gioberti propose una confederazione sotto la guida del papa. D’Azeglio, invece, suggerì una confederazione sotto casa Savoia. L’elezione di Carlo Alberto alimentò queste speranze. Nel giorno in cui gli austriaci cominciarono a ritirarsi da Milano, Carlo Alberto, spinto dal timore di insurrezioni antimonarchiche e dal desiderio di espansione, dichiarò guerra all’Austria. I papa incitò a far ritirare le truppe e Carlo Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II. Fu Cavour che, dal 1852 al 1861, fece del Piemonte uno Stato moderno e riuscì a riunire i democratici in un programma di riforme sociali: in tutto il paese le tendenze unitarie si rafforzarono. Dopo la ripresa della situazione da parte di Cavour sul Regno delle Due Sicilie, a completare l’unificazione mancava Roma, rimasta al papa e Venezia, in mano agli austriaci. Dopo diversi tentativi per liberare Roma, compreso l’ultimo di Garibaldi nel 1867, la questione romana si risolse grazie alla caduta dell’Impero francese. In campo internazionale acquistò sempre maggior potere la Germania: Bismarck in politica estera cercò di consolidare l’equilibrio degli stati europei firmando nel 1882 la Triplice Alleanza. L’avvento al governo della Sinistra segnò l’inizio dell’industrializzazione a cui seguì il protezionismo che deteriorarono i rapporti con la Francia e costrinsero l’Italia a uscire dall’isolamento diplomatico, aderendo anch’essa alla Triplice Alleanza. Nel 1891 venne pubblicata l’enciclica Rerum Novarum: il papa condannava apertamente l’esagerato sfruttamento introdotto dal capitalismo come amorale.
L’ambiente culturale. Nella cultura dell’Ottocento la letteratura italiana si inserì a suo modo nel clima romantico con la prosa di Alessandro Manzoni e la poesia di Giacomo Leopardi. Un genere letterario tipico del Romanticismo italiano fu il romanzo storico, nato sulla scia dei modelli di Walter Scott. L’Ottocento fu anche il secolo delle scoperte e dell’inizio dell’industrializzazione: si ricordano la macchina da scrivere e la macchina da cucire. Sempre di questi anni furono anche alcune opere liriche di Giuseppe Verdi: Il Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata. Il superamento del Romanticismo si esplicò soprattutto in campo architettonico: l’architettura cercò di collegarsi alla tecnologia moderna industriale con lo sviluppo di nuove ricerche strutturali e l’impiego di nuovi materiali. In questi anni Giovanni Verga elaborò i programma del Verismo in relazione con il naturalismo francese: entrambi espressioni del Positivismo letterario. Il Positivismo rispose alle esigenze di una borghesia industriale avanzata, bisognosa delle scienze e della tecnica.  Nacque verso la fine dell’Ottocento la letteratura per ragazzi, con scopi prevalentemente pedagogici (Le avventure di Pinocchio di Collodi). L’autore più prestigioso della polemica antipositivista di fine secolo fu D’Annunzio, rappresentato dal superuomo nietzscheano,  eroe dei suoi romanzi.

 ARTE

Sommario anno XIII numero 11 - novembre 2004