In mostra a Milano gli
scatti di Albert Watson
(Silvia Cutuli) - Attori, rockstar, modelle, paesaggi:
diversi soggetti “congelati” da uno stesso obiettivo, quello di Albert
Watson. Il fotografo gallese presenta alla Besana di Milano la sua
personale retrospettiva dal titolo “Frozen”, congelato appunto. Strano
termine per una mostra di fotografia, ma quanto mai azzeccato: chi se non
il fotografo ha la capacità di fermare per sempre un’immagine,
fissandola per l’eternità? Ecco svelato quindi, lo spirito del percorso
tra i 250 click realizzati da Watson nella sua carriera. Giovanissimo
frequenta l’Istituto d’Arte di Dundee, nel ’76 ottenuto un Master of
Art in filmografia e grafica, si trasferisce negli Stati Uniti e apre il
suo studio a Los Angeles. Numerose le sue incursioni nella moda a partire
dagli anni settanta e poi negli ottanta: Watson è presente a tutti i
defilè di Parigi, Milano e Roma catturando sulla pellicola, le creazioni
del pret-à-porter e dell’alta moda. Il suo percorso non si esaurisce
però sulle pagine patinate delle copertine di moda, tra volti noti, dive
e star mondiali, c’è spazio per nuove esperienze, tanto che lui stesso
fatica a trovare un tema unico per la sua opera. Semplicemente la sua
carriera raggruppa molteplici mondi, primo fra tutti il paesaggio. Watson
trascorre lunghi periodi in Marocco, nella sua casa di Marrackesch, e lì
il suo obiettivo rapisce dune di sabbia, ma anche volti, sguardi, vita. In
Marocco, Watson scopre una
combinazione di situazioni positive, dalla natura e il paesaggio alle
persone, sempre ospitali, cordiali e simpatiche. Ama il reportage in
bianco e nero ma numerosi sono anche i suoi scatti a colori. Il libro di
Watson “Cyclops” del 1994, esaurito e introvabile nella prima
edizione, è reperibile oggi in un’edizione di piccolo formato. |