5 - La Bella e la
Bestia: una rilettura in chiave filosofica
(di Silvia Coletti)
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Mi sembra di aver capito che le narrazioni simboliche, in cui gli
elementi narrativi sono contemporaneamente persone e personificazioni di
luoghi simbolici, in certo modo, possono risolvere dei dubbi
sull’esistenza umana. Prima mi ponevi un problema: che rapporto sussiste
fra l’idea, l’anima e il corpo. Cercherò di rispondere alla tua
domanda, analizzando insieme a te la favola de La Bella e la Bestia.
Iniziamo il nostro percorso; seguimi attentamente e dimmi: fra i due, chi,
secondo te, rappresenta l’anima? -
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Non saprei proprio! Vorrei che tu mi aiutassi con una breve
spiegazione - dissi.
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Ti accontenterò - e proseguì.
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L’anima è simile al divino e all’immortale. Essa è diversa
dal corpo, ma preesistente ad esso stesso, come afferma Platone. Ora credo
che tu possa essere in grado di rispondermi
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La Bella è l’anima poiché la Bestia non si vuole staccare da
lei e pretende che resti unita a sé, per necessità. Il bisogno primario
della Bestia infatti è quello di ritornare uomo.- affermai.
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Fra loro, quindi, tu stai dicendo che indirettamente esiste un
legame dato dall’amore? - mi chiese.
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Sì, certamente - risposi.
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Puoi spiegarti meglio? - soggiunse.
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Amore, in Platone, è presentato come un demone. Egli è figlio
della Risorsa e della Povertà. Per questo motivo, egli desidera
ardentemente la bellezza e aspira a conoscere la sapienza - dissi.
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Èla bellezza e la sapienza, secondo te, possono essere definite
con un termine: anima? - continuò.
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Perché l’anima è sapienza e bellezza? Non è forse l’idea
alla base di tutto ciò? - chiesi.
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Esattamente! Tu precedi la mia domanda! Prova allora a completare
la risposta. -
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Perché se non si ha l’idea della bellezza e della sapienza, non
si può conoscere la bellezza stessa - affermai.
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In questo caso la bellezza è nell’anima e poiché, come tu hai
appena detto, l’idea è alla base di tutto puoi anche dire che, in
relazione all’idea della bellezza che una persona si forma, diversi
possono essere i gradi di essa.-
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Se la Bella equivale all’anima, Maurice, padre di Bella, equivale
all’idea? - chiesi.
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Sì, ottima osservazione. - e proseguì - Vorrei rivolgerti
un’altra questione: nella favola, se rifletti bene, si lotta contro il
tempo. Qual è il simbolo che lo rappresenta?-
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La rosa - risposi.
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Benissimo. Essa è quindi l’eterno ritorno: il logos, dove e
attraverso cui tutto avviene e prende forma - spiegò.
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Riferendoci al Mito della caverna possiamo dire che la storia de La
Bella e la Bestia è divisa in tre parti? - chiesi.
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Continua pure nella tua spiegazione - incalzò.
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La prima parte è quella al livello viscerale, che è la conoscenza
dell’anima e del corpo attraverso l’amore; la seconda parte è quella
al livello del cuore, in cui subentra il coraggio, che nel caso della
favola, dimostrano entrambi i personaggi per combattere contro la doxa,
che è impersonificata nel personaggio di Gaston ; infine, la terza, al
livello della mente, che è la ragione. E’ in questo ultimo livello
della caverna, che crolla l’incantesimo a cui la Bestia è stata ridotta
in schiavitù. La Bestia ha percorso l’itinerario della conoscenza, non
senza sofferenze, ma ora può dire di conoscere le sue virtù attraverso
l’esperienza, che significa prova. E’ così che ritorna uomo e si
unisce alla Bella (anima) sposandola - conclusi, sicuro del mio
ragionamento.
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È il caso di dire: veramente una “bella” favola! Concludendo e
tornando al discorso, da cui abbiano iniziato il nostro dialogo, possiamo
dire che l’anima è affine al mondo delle idee e che il rapporto fra
queste non si esaurisce nella conoscenza intellettuale, ma investe tutta
la vita dell’uomo. |