Notizie in... Controluce Notizie in... Controluce
 Versione digitale del mensile di cultura e attualità dei Castelli Romani e Prenestini

sei il visitatore n.

 

home | indice giornali | estratti | info | agenda | cont@tti | cerca nel sito | pubblicità

 

Sommario anno XIII numero 11 - novembre 2004

 DALLA FAVOLA ALLA FIABA

5 - La Bella e la Bestia: una rilettura in chiave filosofica
(di Silvia Coletti)
[…]
-           Mi sembra di aver capito che le narrazioni simboliche, in cui gli elementi narrativi sono contemporaneamente persone e personificazioni di luoghi simbolici, in certo modo, possono risolvere dei dubbi sull’esistenza umana. Prima mi ponevi un problema: che rapporto sussiste fra l’idea, l’anima e il corpo. Cercherò di rispondere alla tua domanda, analizzando insieme a te la favola de La Bella e la Bestia. Iniziamo il nostro percorso; seguimi attentamente e dimmi: fra i due, chi, secondo te, rappresenta l’anima? -
-           Non saprei proprio! Vorrei che tu mi aiutassi con una breve spiegazione - dissi.
-           Ti accontenterò - e proseguì.
-           L’anima è simile al divino e all’immortale. Essa è diversa dal corpo, ma preesistente ad esso stesso, come afferma Platone. Ora credo che tu possa essere in grado di rispondermi
-           La Bella è l’anima poiché la Bestia non si vuole staccare da lei e pretende che resti unita a sé, per necessità. Il bisogno primario della Bestia infatti è quello di ritornare uomo.- affermai.
-           Fra loro, quindi, tu stai dicendo che indirettamente esiste un legame dato dall’amore? - mi chiese.
-           Sì, certamente - risposi.
-           Puoi spiegarti meglio? - soggiunse.
-           Amore, in Platone, è presentato come un demone. Egli è figlio della Risorsa e della Povertà. Per questo motivo, egli desidera ardentemente la bellezza e aspira a conoscere la sapienza - dissi.
-           Èla bellezza e la sapienza, secondo te, possono essere definite con un termine: anima? - continuò.
-           Perché l’anima è sapienza e bellezza? Non è forse l’idea alla base di tutto ciò? - chiesi.
-            Esattamente! Tu precedi la mia domanda! Prova allora a completare la risposta. -
-           Perché se non si ha l’idea della bellezza e della sapienza, non si può conoscere la bellezza stessa - affermai.
-           In questo caso la bellezza è nell’anima e poiché, come tu hai appena detto, l’idea è alla base di tutto puoi anche dire che, in relazione all’idea della bellezza che una persona si forma, diversi possono essere i gradi di essa.-
-           Se la Bella equivale all’anima, Maurice, padre di Bella, equivale all’idea? - chiesi.
-           Sì, ottima osservazione. - e proseguì - Vorrei rivolgerti un’altra questione: nella favola, se rifletti bene, si lotta contro il tempo. Qual è il simbolo che lo rappresenta?-
-           La rosa - risposi.
-            Benissimo. Essa è quindi l’eterno ritorno: il logos, dove e attraverso cui tutto avviene e prende forma - spiegò.
-            Riferendoci al Mito della caverna possiamo dire che la storia de La Bella e la Bestia è divisa in tre parti? - chiesi.
-            Continua pure nella tua spiegazione - incalzò.
-           La prima parte è quella al livello viscerale, che è la conoscenza dell’anima e del corpo attraverso l’amore; la seconda parte è quella al livello del cuore, in cui subentra il coraggio, che nel caso della favola, dimostrano entrambi i personaggi per combattere contro la doxa, che è impersonificata nel personaggio di Gaston ; infine, la terza, al livello della mente, che è la ragione. E’ in questo ultimo livello della caverna, che crolla l’incantesimo a cui la Bestia è stata ridotta in schiavitù. La Bestia ha percorso l’itinerario della conoscenza, non senza sofferenze, ma ora può dire di conoscere le sue virtù attraverso l’esperienza, che significa prova. E’ così che ritorna uomo e si unisce alla Bella (anima) sposandola - conclusi, sicuro del mio ragionamento.
-           È il caso di dire: veramente una “bella” favola! Concludendo e tornando al discorso, da cui abbiano iniziato il nostro dialogo, possiamo dire che l’anima è affine al mondo delle idee e che il rapporto fra queste non si esaurisce nella conoscenza intellettuale, ma investe tutta la vita dell’uomo.

 DALLA FAVOLA ALLA FIABA

Sommario anno XIII numero 11 - novembre 2004