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Sommario anno XIII numero 12 - dicembre 2004

 I NOSTRI PAESI - pagina 3

marino
Giornata Mondiale del Diabete
(Armando Guidoni) - Il diabete è una patologia caratterizzata da un aumento della concentrazione di zucchero presente nel sangue (glucosio). Si manifesta quando il nostro corpo non è più capace di utilizzare il glucosio che allora si accumula alzando la glicemia. Nel mondo, le persone affette da diabete sono più di 170 milioni e questo numero sta crescendo esponenzialmente, soprattutto nei Paesi industrializzati, a causa dell’aumento della popolazione e della durata media di vita, nonché della mancanza di esercizio fisico e dell’alimentazione poco corretta. Si prevede che nel 2025 ci saranno 300 milioni di diabetici. In Italia più di 3 milioni di italiani soffrono di diabete. In particolare, oltre i 40 anni, un italiano su tre è a rischio di diabete e quasi uno su cinque è già prediabetico. Il diabete è una malattia subdola, nel senso che si può esserne affetti senza saperlo. Infatti, dei 3 milioni di italiani diabetici, 1 milione ancora non lo sa!
L’impegno di risorse economiche dei sistemi sanitari internazionali per la cura di questa patologia e, ancor di più, per la cura delle sue gravissime complicanze è ingentissimo. Si consideri che gli economisti hanno calcolato che il sistema sanitario americano, che è estremamente conservatore e carica sul singolo la maggior parte delle spese assistenziali, potrebbe giungere al collasso entro il 2017 se la crescita della patologia continuerà al ritmo attuale.
Però, con una corretta campagna di prevenzione, si potrebbe giungere a ridurre la sua incidenza sulla popolazione. E proprio per questo scopo nel 1991 è stata istituita la Giornata Mondiale del Diabete, organizzata dall’International Diabetes Federation in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quest’anno l’evento si è svolto il 14 novembre con il tema dedicato ai rapporti tra obesità e diabete. Nella maggior parte di Italia sono stati allestiti tendoni per il prelievo capillare di sangue e per fornire opuscoli illustrativi. Nella AUSL Roma H si è pensato ad una formula originale, che ha avuto grande successo, attivata con il sostegno della Dirigenza Aziendale e del Comune di Marino. Circa un mese prima, in ottobre, è stato chiesto agli utenti del servizio di inviare domande relative all’argomento, alle quali si è data risposta nel corso dell’evento. I canali suggeriti sono stati numerosi, un semplice SMS inviato ad un numero di cellulare riservato per l’occasione, o un fax, o una e-mail, oppure un foglio di carta inserito direttamente nella cassetta postale della UOC di Diabetologia dell’Ospedale di Marino, che rappresenta la sede centrale del servizio. Il motivo della scelta di questi mezzi stà nel fatto che esperienze precedenti di incontri pubblici dimostrano che anche la miglior moderazione non riesce ad evitare che alcune persone prevalgano e che molti altri non abbiano la parola.
L’incontro si è svolto nella sede prestigiosa della sala consiliare di Palazzo Colonna gremita di persone. All’evento hanno aderito Fabrizio Iecher, Direttore Generale della AUSL, Claudio Mucciaccio, Direttore Sanitario della Azienda e Michele di Paolo, Direttore Sanitario del Polo. Ha introdotto la giornata il Sindaco di Marino Ugo Onorati. Nella breve prolusione ai lavori il Direttore della UO di Diabetologia, Patrizio Tatti, ha illustrato il Piano di ristrutturazione della Diabetologia nella AUSL ed ha parlato di 3 importanti novità: la Diabetologia di Marino diviene sede Universitaria, mediante una convenzione stipulata con il Campus Biomedico, fatto che dà lustro a tutto il paese. Sempre a Marino è stata acquisita una fundocamera non midriatica, strumento che permetterà di fotografare il fondo dell’occhio nelle tre dimensioni, centrale, nasale e temporale, di tutte le persone diabetiche che vengono ricoverate in Day-Hospital per accertamenti. Dopo un primo screening del fondo dell’occhio da parte dei medici della UO le foto dubbie saranno riviste insieme all’Oculista referente, Adriano Longobardi, per eventuali ulteriori accertamenti. Patrizio Tatti ha tenuto a sottolineare che l’acquisizione dello strumento, resa possibile dalla collaborazione della Dirigenza Aziendale, è il solo modo possibile per studiare la retina delle 3000 persone circa che annualmente frequentano il servizio con le risorse attualmente disponibili. Inoltre, lo strumento consente di mantenere un archivio fotografico preciso al quale ricorrere per studiare la futura progressione della malattia. La terza novità è ancor più stimolante. La Diabetologia ha acquisito in questi giorni uno strumento assolutamente unico, di cui esistono in Italia solo una decina di esemplari per studiare il potenziale ossido-riduttivo del sangue. Come è noto anche da riviste non scientifiche, nell’organismo vengono prodotti radicali liberi in grado di provocare danni gravi alla salute ed invecchiamento precoce. Alcuni organismi hanno la capacità di bloccare questi processi, altri purtroppo no. Su questa base sono stati prodotti una serie di “antiossidanti”, venduti a caro prezzo, la cui efficacia non è mai stata dimostrata. La possibilità di studiare la capacità antiossidante del sangue in modo serio permetterà di individuare coloro che sono più a rischio di malattia ed intensificare la terapia per ridurre questi processi deostruenti. Il test si esegue nel servizio di Marino usando una goccia di sangue.
La giornata è proseguita con la lettura delle domande e le risposte che venivano date dai diabetologi della AUSL, ognuno per il particolare cam         po in cui esercita anche attività di studio e ricerca: Donatella Bloise (Educazione terapeutica), Alfredo De Risio (Psicologo), Patrizia Di Mauro (Sport e Diabete), Fabrizio Manupelli (Malattie vascolari), Leonardo Masselli (Piede Diabetico), Osvaldo Russo (Diabetologia Clinica), Silvio Sposito (Diabetologia Clinica), Enrico Santilli (Malattie cardiovascolari), Gregorio Versace (Diabetologia Clinica). Sono anche intervenute Daniela Cristofanelli e Marisa Neri, rispettivamente caposala e Dietista della U.O.di Diabetologia.


monte compatri
“Alessandro Moreschi, l’ultimo castrato”

La prima biografia del famoso cantante monticiano sta per essere pubblicata a Londra. L’autore del libro, Nicholas Clapton, ha voluto inviare a Controluce questa breve nota .

(Nicholas Clapton) -
Può sembrare strano che un musicista inglese sia il primo scrittore di una biografia sul grande cantante monticiano Angelo Moreschi, “L’Angelo di Roma”, ma così è … una cosa imprevedibile. Quanto a me, sono un cantante della nostra tradizione “anglicanissima” - cioè un controtenore - ma mi sono sempre sentito poco anglicano come musicista con piuttosto una vera simpatia per la musica italiana, sopratutto quella barocca dei famosi castrati.
Allora, due anni fa sono stato presentato a una giovane, simpaticcissima signore tedesca, proprietaria di una casa editrice in Chelsea, specializzata in biografie. Stavamo in un “party dopo concerto”: avevo appena finito una recita nella chiesa di St John’s, Smith Square a Londra. Questa signora mi chiese: “Dimmi qualche nome di musicisti interessanti che sono ancora senza biografia”. Ho suggerito Moreschi, e una settimana dopo arrivò il mio contratto: sarebbe il mio primo libro, e devo dire che mi sento un poco ansioso.
Cominciai le mie ricerche con molto piacere: volevo scrivere una storia generale dei castrati come primo capitolo, e non era difficile trovare una abbondanza di libri, articoli, e cosi via. Quanto alla storia d’Italia nella seconda metà dell’Ottocento era uguale. Del Moreschi stesso già sapevo qualcosa, specialmente delle straordinarie incisioni che aveva fatto, ma pensavo che il mio lavoro sarebbe stato molto difficile; purtroppo era vero! Incontrai piccole notizie di lui: un lemma in un dizionario di musica, una nota a piè di pagina in una “Storia del canto”, un quasi introvabile articolo in un giornale musicologico italiano degli anni ‘70, ma presto mi resi conto che il mio soggetto era, o era divenuto, un personaggio vissuto nelle ombre della storia e degli eventi importani del suo tempo: la sua vita cominciò sulla egemonia di un Papa e terminò sul Fascismo.
Fu evidente che un viaggio in Italia sarebbe stato essenziale (che piacere!), e l’anno scorso sono venuto a Roma per “assalire” la Biblioteca Vaticana. Con il gentile aiuto dell’archivista della Cappella Sistina, Dottore Marco Lauciani, l’entrata era facilissima. Questa biblioteca ha una reputazione “difficile” nel mondo accademico, che non merita: oggi l’efficenza non manca e il personale è molto cortese e servizievole.  Ho trovato delle cose molto interessanti: la storia del ritorno di Moreschi a Montecompatri nel 1892 per una festa del 25
o anniversario della salvezza della città dal colera per l’intercessione della Madonna del Castagno; la curiosa discesa del suo nemesis Don Lorenzo Perosi, Direttore della Cappella Sistina, in una follia quasi-calvinistica.
Ma mancava qualcosa - il personaggio di Moreschi mi scappò. Dunque, per mettermi sulle sue tracce, in una mattina grigia dell’autunno romano, presi il treno locale da Termini a Frascati e poi un bus per arrivare alla Piazza Garibaldi di Monte Compatri. Dopo un po di “zig-zag” fra il Municipio (grazie, Signora, ancora non conosco il Suo nome!), la ‘Pro Loco Monte Compatri 2000’ (grazie Signor Franco Gattari), Signora Casciella della Biblioteca, e sopratutto Padre Errigo, che cercó tanto per me negli archivi parrochiali, arrivai ... Adesso avevo scoperto la famiglia di Moreschi, e potevo anche vagare un poco nelle vie della vecchia città e sentire l’ambiente della sua gioventù. Che bella la “zona vecchia” di Monte Compatri, dove, almeno in quel giorno della mia visita, il rumore di un furgone ancora sembrava una rara e strana intrusione. Avevo anche la fortuna di gustare la cucina monticiana (grazie Signora Polenta!), e, così “fortificato” tornai alla Città Eterna.
Tornai anche in Inghilterra a battere sulla tastiera del mio computer - e che possibilità ci sono nel internet! Non di meno il sito di questo giornale - utilissimo! Ma anche, con due e-mail, trovai la tomba di Moreschi nel vasto Cimitero del Verano, con un “click” trovai un sito dettagliatissimo sulla storia italiana, e così quasi infinitamente via.
Nondimeno, i mezzi tradizionali della ricerca possono essere tuttavia utili; feci due visite al Newspaper Library del British Library in un sobborgo desolato nel nord di Londra, dove ci sono, fortunatamente, anche giornali italiani del passato. In uno di quelli, negli ultimi minuti di una giornata frustrante di ricerca, perché improduttiva, trovai per caso la notizia della morte, sepoltura e Messa di Requiem di Alessandro Moreschi nel Giornale d’Italia del 22, 25 e 30 Aprile 1922. L’opinione generalemente accettata nel mondo della musicologia è che Moreschi è morto solo e scordato, ma in verità non era così. Forse la cosa più straordinaria era che la musica per la sua Messa da Requiem era stata diretta dal Maestro Lorenzo Perosi, il Direttore della Cappella Sistina che aveva scacciato ogni castrato dal suo coro. Ma infatti, come era scritto nel detto Giornale: ‘Per la grande amicizia che lo stringeva a lui, il Maestro ha voluto dirigere la Messa funebre di suffragio ... in San Lorenzo in Damaso, con il concorso dei più bravi cantori di tutte le Cappelle di Roma.’ Sembrarebbe che l’ultimo viaggio che fece Moreschi in questo mondo era stato immerso nel pubblica e pieno d’encomio ed amicizia.
Già sapevo, per esempio col loro bravo “Coro Alessandro Moreschi”, che nella sua città  natale il Moreschi non era affatto dimenticato. Spero che il mio libro potrà diffondere un po’ di luce sulla sua vita e presentarlo a un pubblico nuovo.
“Alessandro Moreschi, the last castrato”, pubblicato da Haus Publications a Londra (ISBN 1-904341-77-2), uscirà nelle librerie il 30 novembre - per adesso solo in inglese, ma una edizione italiana è progettata. In pochi giorni arriveranno due copie della versione originale nella Biblioteca Civica di Montecompatri.

 I NOSTRI PAESI - pagina 3

Sommario anno XIII numero 12 - dicembre 2004