marino
Giornata Mondiale del Diabete
(Armando Guidoni) - Il diabete è una patologia
caratterizzata da un aumento della concentrazione di zucchero presente nel
sangue
(glucosio). Si manifesta quando il nostro corpo non è più capace di
utilizzare il glucosio che allora si accumula alzando la glicemia. Nel
mondo, le persone affette da diabete sono più di 170 milioni e questo
numero sta crescendo esponenzialmente, soprattutto nei Paesi
industrializzati, a causa dell’aumento della popolazione e della durata
media di vita, nonché della mancanza di esercizio fisico e
dell’alimentazione poco corretta. Si prevede che nel 2025 ci saranno 300
milioni di diabetici. In Italia più di 3 milioni di italiani soffrono di
diabete. In particolare, oltre i 40 anni, un italiano su tre è a rischio
di diabete e quasi uno su cinque è già prediabetico. Il diabete è una
malattia subdola, nel senso che si può esserne affetti senza saperlo.
Infatti, dei 3 milioni di italiani diabetici, 1 milione ancora non lo sa!
L’impegno di risorse economiche dei sistemi sanitari internazionali per la
cura di questa patologia e, ancor di più, per la cura delle sue gravissime
complicanze è ingentissimo. Si consideri che gli economisti hanno
calcolato che il sistema sanitario americano, che è estremamente
conservatore e carica sul singolo la maggior parte delle spese
assistenziali, potrebbe giungere al collasso entro il 2017 se la crescita
della patologia continuerà al ritmo attuale.
Però, con una corretta campagna di prevenzione, si potrebbe giungere a
ridurre la sua incidenza sulla popolazione. E proprio per questo scopo nel
1991 è stata istituita la Giornata Mondiale del Diabete,
organizzata dall’International Diabetes Federation in
collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Quest’anno
l’evento si è svolto il 14 novembre con il tema dedicato ai rapporti tra
obesità e diabete. Nella maggior parte di Italia sono stati allestiti
tendoni per il prelievo capillare di sangue e per fornire opuscoli
illustrativi. Nella AUSL Roma H si è pensato ad una formula originale, che
ha avuto grande successo, attivata con il sostegno della Dirigenza
Aziendale e del Comune di Marino. Circa un mese prima, in ottobre, è stato
chiesto agli utenti del servizio di inviare domande relative
all’argomento, alle quali si è data risposta nel corso dell’evento. I
canali suggeriti sono stati numerosi, un semplice SMS inviato ad un numero
di cellulare riservato per l’occasione, o un fax, o una e-mail, oppure un
foglio di carta inserito direttamente nella cassetta postale della UOC di
Diabetologia dell’Ospedale di Marino, che rappresenta la sede centrale del
servizio. Il motivo della scelta di questi mezzi stà nel fatto che
esperienze precedenti di incontri pubblici dimostrano che anche la miglior
moderazione non riesce ad evitare che alcune persone prevalgano e che
molti altri non abbiano la parola.
L’incontro si è svolto nella sede prestigiosa della sala consiliare di
Palazzo Colonna gremita di persone. All’evento hanno aderito Fabrizio
Iecher, Direttore Generale della AUSL, Claudio Mucciaccio, Direttore
Sanitario della Azienda e Michele di Paolo, Direttore Sanitario del Polo.
Ha introdotto la giornata il Sindaco di Marino Ugo Onorati. Nella breve
prolusione ai lavori il Direttore della UO di Diabetologia, Patrizio
Tatti, ha illustrato il Piano di ristrutturazione della Diabetologia nella
AUSL ed ha parlato di 3 importanti novità: la Diabetologia di Marino
diviene sede Universitaria, mediante una convenzione stipulata con il
Campus Biomedico, fatto che dà lustro a tutto il paese. Sempre a Marino è
stata acquisita una fundocamera non midriatica, strumento che permetterà
di fotografare il fondo dell’occhio nelle tre dimensioni, centrale, nasale
e temporale, di tutte le persone diabetiche che vengono ricoverate in
Day-Hospital per accertamenti. Dopo un primo screening del fondo
dell’occhio da parte dei medici della UO le foto dubbie saranno riviste
insieme all’Oculista referente, Adriano Longobardi, per eventuali
ulteriori accertamenti. Patrizio Tatti ha tenuto a sottolineare che
l’acquisizione dello strumento, resa possibile dalla collaborazione della
Dirigenza Aziendale, è il solo modo possibile per studiare la retina delle
3000 persone circa che annualmente frequentano il servizio con le risorse
attualmente disponibili. Inoltre, lo strumento consente di mantenere un
archivio fotografico preciso al quale ricorrere per studiare la futura
progressione della malattia. La terza novità è ancor più stimolante. La
Diabetologia ha acquisito in questi giorni uno strumento assolutamente
unico, di cui esistono in Italia solo una decina di esemplari per studiare
il potenziale ossido-riduttivo del sangue. Come è noto anche da riviste
non scientifiche, nell’organismo vengono prodotti radicali liberi in grado
di provocare danni gravi alla salute ed invecchiamento precoce. Alcuni
organismi hanno la capacità di bloccare questi processi, altri purtroppo
no. Su questa base sono stati prodotti una serie di “antiossidanti”,
venduti a caro prezzo, la cui efficacia non è mai stata dimostrata. La
possibilità di studiare la capacità antiossidante del sangue in modo serio
permetterà di individuare coloro che sono più a rischio di malattia ed
intensificare la terapia per ridurre questi processi deostruenti. Il test
si esegue nel servizio di Marino usando una goccia di sangue.
La giornata è proseguita con la lettura delle domande e le risposte che
venivano date dai diabetologi della AUSL, ognuno per il particolare cam po
in cui esercita anche attività di studio e ricerca: Donatella Bloise
(Educazione terapeutica), Alfredo De Risio (Psicologo), Patrizia Di Mauro
(Sport e Diabete), Fabrizio Manupelli (Malattie vascolari), Leonardo
Masselli (Piede Diabetico), Osvaldo Russo (Diabetologia Clinica), Silvio
Sposito (Diabetologia Clinica), Enrico Santilli (Malattie
cardiovascolari), Gregorio Versace (Diabetologia Clinica). Sono anche
intervenute Daniela Cristofanelli e Marisa Neri, rispettivamente caposala
e Dietista della U.O.di Diabetologia.
monte compatri
“Alessandro Moreschi, l’ultimo
castrato”
La prima biografia del famoso cantante monticiano sta per essere
pubblicata a Londra. L’autore del libro, Nicholas Clapton, ha voluto
inviare a Controluce questa breve nota .
(Nicholas Clapton) - Può sembrare strano che un musicista inglese
sia il primo scrittore di una biografia sul grande cantante monticiano
Angelo Moreschi, “L’Angelo di Roma”, ma così è … una cosa imprevedibile.
Quanto a me, sono un cantante della nostra tradizione “anglicanissima” -
cioè un controtenore - ma mi sono sempre sentito poco anglicano come
musicista con piuttosto una vera simpatia per la musica italiana,
sopratutto quella barocca dei famosi castrati.
Allora, due anni fa sono stato presentato a una giovane, simpaticcissima
signore tedesca, proprietaria di una casa editrice in Chelsea,
specializzata in biografie. Stavamo in un “party dopo concerto”: avevo
appena finito una recita nella chiesa di St John’s, Smith Square a Londra.
Questa signora mi chiese: “Dimmi qualche nome di musicisti interessanti
che sono ancora senza biografia”. Ho suggerito Moreschi, e una
settimana dopo arrivò il mio contratto: sarebbe il mio primo libro, e devo
dire che mi sento un poco ansioso.
Cominciai le mie ricerche con molto piacere: volevo scrivere una storia
generale dei castrati come primo capitolo, e non era difficile trovare una
abbondanza di libri, articoli, e cosi via. Quanto alla storia d’Italia
nella seconda metà dell’Ottocento era uguale. Del Moreschi stesso già
sapevo qualcosa, specialmente delle straordinarie incisioni che aveva
fatto, ma pensavo che il mio lavoro sarebbe stato molto difficile;
purtroppo era vero! Incontrai piccole notizie di lui: un lemma in un
dizionario di musica, una nota a piè di pagina in una “Storia del canto”,
un quasi introvabile articolo in un giornale musicologico italiano degli
anni ‘70, ma presto mi resi conto che il mio soggetto era, o era divenuto,
un personaggio vissuto nelle ombre della storia e degli eventi importani
del suo tempo: la sua vita cominciò sulla egemonia di un Papa e terminò
sul Fascismo.
Fu evidente che un viaggio in Italia sarebbe stato essenziale (che
piacere!), e l’anno scorso sono venuto a Roma per “assalire” la Biblioteca
Vaticana. Con il gentile aiuto dell’archivista della Cappella Sistina,
Dottore Marco Lauciani, l’entrata era facilissima. Questa biblioteca ha
una reputazione “difficile” nel mondo accademico, che non merita: oggi l’efficenza
non manca e il personale è molto cortese e servizievole. Ho trovato delle
cose molto interessanti: la storia del ritorno di Moreschi a Montecompatri
nel 1892 per una festa del 25o
anniversario della salvezza della città dal
colera per l’intercessione della Madonna del Castagno; la curiosa discesa
del suo nemesis Don Lorenzo Perosi, Direttore della Cappella
Sistina, in una follia quasi-calvinistica.
Ma mancava qualcosa - il personaggio di Moreschi mi scappò. Dunque, per
mettermi sulle sue tracce, in una mattina grigia dell’autunno romano,
presi il treno locale da Termini a Frascati e poi un bus per arrivare alla
Piazza Garibaldi di Monte Compatri. Dopo un po di “zig-zag” fra il
Municipio (grazie, Signora, ancora non conosco il Suo nome!), la ‘Pro Loco
Monte Compatri 2000’ (grazie Signor Franco Gattari), Signora Casciella
della Biblioteca, e sopratutto Padre Errigo, che cercó tanto per me negli
archivi parrochiali, arrivai ... Adesso avevo scoperto la famiglia di
Moreschi, e potevo anche vagare un poco nelle vie della vecchia città e
sentire l’ambiente della sua gioventù. Che bella la “zona vecchia” di
Monte Compatri, dove, almeno in quel giorno della mia visita, il rumore di
un furgone ancora sembrava una rara e strana intrusione. Avevo anche la
fortuna di gustare la cucina monticiana (grazie Signora Polenta!), e, così
“fortificato” tornai alla Città Eterna.
Tornai anche in Inghilterra a battere sulla tastiera del mio computer - e
che possibilità ci sono nel internet! Non di meno il sito di questo
giornale - utilissimo! Ma anche, con due e-mail, trovai la tomba di
Moreschi nel vasto Cimitero del Verano, con un “click” trovai un sito
dettagliatissimo sulla storia italiana, e così quasi infinitamente via.
Nondimeno, i mezzi tradizionali della ricerca possono essere tuttavia
utili; feci due visite al Newspaper Library del British Library in un
sobborgo desolato nel nord di Londra, dove ci sono, fortunatamente, anche
giornali italiani del passato. In uno di quelli, negli ultimi minuti di
una giornata frustrante di ricerca, perché improduttiva, trovai per caso
la notizia della morte, sepoltura e Messa di Requiem di Alessandro
Moreschi nel Giornale d’Italia del 22, 25 e 30 Aprile 1922.
L’opinione generalemente accettata nel mondo della musicologia è che
Moreschi è morto solo e scordato, ma in verità non era così. Forse la cosa
più straordinaria era che la musica per la sua Messa da Requiem era stata
diretta dal Maestro Lorenzo Perosi, il Direttore della Cappella Sistina
che aveva scacciato ogni castrato dal suo coro. Ma infatti, come era
scritto nel detto Giornale: ‘Per la grande amicizia che lo
stringeva a lui, il Maestro ha voluto dirigere la Messa funebre di
suffragio ... in San Lorenzo in Damaso, con il concorso dei più bravi
cantori di tutte le Cappelle di Roma.’ Sembrarebbe che l’ultimo viaggio
che fece Moreschi in questo mondo era stato immerso nel pubblica e pieno
d’encomio ed amicizia.
Già sapevo, per esempio col loro bravo “Coro Alessandro Moreschi”, che
nella sua città natale il Moreschi non era affatto dimenticato. Spero che
il mio libro potrà diffondere un po’ di luce sulla sua vita e presentarlo
a un pubblico nuovo.
“Alessandro Moreschi, the last castrato”,
pubblicato da Haus Publications a Londra (ISBN 1-904341-77-2), uscirà
nelle librerie il 30 novembre - per adesso solo in inglese, ma una
edizione italiana è progettata. In pochi giorni arriveranno due copie
della versione originale nella Biblioteca Civica di Montecompatri. |