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Sommario anno XIII numero 12 - dicembre 2004

 COSTUME E GENETICA

La bioingegneria genetica e i suoi riflessi etici produttivi e scientifici

Le notizie che giungono ogni giorno dal fronte della genetica applicata fanno sembrare facile e quasi normale il trasferimento di materiale genetico tra specie diverse anche lontane nella scala tassonomica e per giunta al di fuori del meccanismo sessuale; si tratta della manipolazione genetica o bioingegneria, tecnica assurda e impensabile fino a pochi decenni addietro, che apre tematiche nuove dal punto di vista produttivo, etico e scientifico.

(Pietro Frangini) - Recenti tecniche e processi di laboratorio consentono di modificare parzialmente la formula ereditaria delle specie viventi trasportando geni di una particolare specie nel corredo genetico di un’altra e cambiandone di conseguenza alcune caratteristiche biologiche.
Quanto sopra avviene sopratutto con vegetali e animali di interesse medico e agricolo al fine di esaltarne la produttività e il valore nutritivo o medicamentoso oppure le qualità organolettiche e la resistenza alle malattie ma lo scambio è comunque possibile per qualsiasi altro carattere e con le specie più diverse; addirittura è oggi possibile trasferire geni di organismi animali ad organismi vegetali e viceversa e questo fa pensare, oltre tutto, ad una origine comune tra mondo animale e vegetale.
Il trasferimento avviene legando pezzi di genoma della specie donatrice a particolari microorganismi vettori come virus e batteri che dopo aver attraversato la membrana cellulare esterna con meccanismi simili ad un attacco infettivo gli depositano all’interno della cellula della specie destinataria; altri metodi detti balistici permettono di sparare pezzi di DNA all’interno delle cellule da modificare mentre altri procedimenti chimici permettono il passaggio di geni mediante aperture provvisorie delle membrane. Il risultato è che i geni trasferiti spesso si legano e si integrano nel DNA delle cellule riceventi modificandone in qualche modo il codice genetico e i relativi caratteri. Le possibilità possono essere diverse:
- Se l’apporto genico riguarda solo il DNA citoplasmatico ne può risultare variata la formula dei mitocondri o dei cloroplasti e cambiare solo alcuni meccanismi biochimici cellulari.
- Se l’apporto genico agisce sul DNA nucleare dì una cellula somatica si potranno avere mutazioni trasmissibili solo per via agamica (talea, gemma, innesto etc.)
- Qualora venga invece interessato il DNA nucleare dì una cellula germinale, allora vi potranno essere mutazioni permanenti con tutti i relativi effetti. Naturalmente se le mutazioni risulteranno vantaggiose e bene integrate allora verranno acquisite dalla specie manipolata e potranno anche essere trasmesse ai discendenti per via sessuale; se invece risulteranno negative allora verranno eliminate dal meccanismo selettivo.
- Può anche verificarsi il caso che i geni apportati restino inattivi per alcune generazione se trattasi di geni recessivi. In questo caso si attiveranno e si manifesteranno improvvisamente in occasione di riproduzioni sessuali consanguinee.
In sostanza, gli effetti della manipolazione genetica, sempre abbinati alla selezione fenotipica, permettono di costruire nuove formule ereditarie vantaggiose dove siano presenti i caratteri desiderati e di poterle poi replicare a volontà attraverso la riproduzione sessuale.
Questa tecnologia d’avanguardia non deve comunque confondersi con l’altro procedimento altrettanto scioccante e avveniristico chiamato donazione che non si propone di modificare la formula ereditaria e che può invece considerarsi una forma di riproduzione partenogenetica artificiale in sostituzione della normale riproduzione sessuale.
La manipolazione genetica o bioingegneria, che è ormai diventata una delle frontiere più avanzate della scienza moderna, capace di aggirare e oltrepassare molti limiti già stabiliti in passato dalla biologia classica, si va affermando come inarrestabile nel mondo perché sembra promettere la soluzione a tanti e gravi problemi sopratutto in campo medico e agroalimentare; cionondimeno essa provoca oscure paure e profonda avversione in gran parte della opinione pubblica che ritiene:
a) Possano essere sovvertite le leggi fondamentali della vita stabilite dalla Natura o dalla creazione divina. Si tratta di ragioni etiche importanti e facilmente comprensibili e anche difficilmente superabili.
b) Vi sia la possibilità che la manipolazione condotta su piante e animali facenti parte della catena alimentare si trasferisca poi, spontaneamente alle altre specie viventi, compresa quella umana, apportando degenerazioni e mostruosità incontrollabili a non finire. Quest’ultima paura sembra però infondata perché non vi sono precise ragioni per ritenere gli OGM (organismi geneticamente modificati) pericolosi in quanto tali - anche se ogni prudenza è d’obbligo - e tutte le specie manipolate dovranno essere severamente sperimentate prima di essere ammesse nel ciclo alimentare; appare comunque evidente e inevitabile che la bioingegneria genetica sarà la base sulla quale in futuro si costruiranno l’agricoltura e l’allevamento animale insieme alla medicina ed a molte altre attività produttive.
Ma oltre ai grossi problemi suaccennati, che molto influiranno nella vita delle future generazioni, vi sono anche altri riflessi della bioingegneria da evidenziare perché investono le basi fondamentali della biologia tradizionale suscitando dubbi e perplessità che possono condensarsi nei seguenti punti:
1) Gli organismi geneticamente modificati dall’uomo prima o poi si incroceranno inevitabilmente con quelli già esistenti nell’ambiente e il loro patrimonio genetico mutato si comporterà come ogni altra mutazione naturale e influirà sul corso generale dell’evoluzione.
2) Se il meccanismo di manipolazione è cosi facilmente realizzabile oggi nei laboratori scientifici umani usando strumenti essenzialmente biologici è allora possibile che esso sia stato usato anche da Madre Natura nel corso delle lunghe ere geologiche e che abbia permesso il passaggio frequente di materiale genetico in via trasversale da specie a specie avvalendosi di particolari virus e batteri spesso presenti nei vari habitat terrestri?
In altre parole la domanda è questa: Esiste in natura un meccanismo analogo alla bioingegneria genetica umana e che potremmo definire ‘bioingegneria naturale’?
L’opinione del sottoscritto è che la possibilità esista realmente considerando che la sapienza di Madre Natura non è certamente inferiore alla nostra ma siccome la tematica proposta è di grande rilevanza scientifica e come tale merita profonda riflessione e adeguata sperimentazione allora la domanda viene rivolta al mondo scientifico specializzato.
Se arriverà una risposta affermativa allora la ‘bioingegneria naturale’ si dovrà annoverare come un importante fattore di evoluzione fin’ora sconosciuto e capace di modificare a salti rapidi la formula ereditaria delle specie viventi; in un certo modo potrebbe anche completare la stessa teoria evoluzionista di Darwin spiegando perché l’origine delle nuove specie non avvenga sempre in modo lento progressivo e costante come vorrebbe la logica della riproduzione sessuale ma presenti invece dinamiche spesso discontinue e improvvise giustificando in tal modo le riserve e le perplessità di molti studiosi.

 COSTUME E GENETICA

Sommario anno XIII numero 12 - dicembre 2004