La bioingegneria
genetica e i suoi riflessi etici produttivi e scientifici
Le notizie che giungono ogni giorno dal fronte della genetica applicata
fanno sembrare facile e quasi normale il trasferimento di materiale
genetico tra specie diverse anche lontane nella scala tassonomica e per
giunta al di fuori del meccanismo sessuale; si tratta della manipolazione
genetica o bioingegneria, tecnica assurda e impensabile fino a pochi
decenni addietro, che apre tematiche nuove dal punto di vista produttivo,
etico e scientifico.
(Pietro Frangini) - Recenti tecniche e processi di
laboratorio consentono di modificare parzialmente la formula ereditaria
delle specie viventi trasportando geni di una particolare specie nel
corredo genetico di un’altra e cambiandone di conseguenza alcune
caratteristiche biologiche.
Quanto sopra avviene sopratutto con vegetali e animali di interesse medico
e agricolo al fine di esaltarne la produttività e il valore nutritivo o
medicamentoso oppure le qualità organolettiche e la resistenza alle
malattie ma lo scambio è comunque possibile per qualsiasi altro carattere
e con le specie più diverse; addirittura è oggi possibile trasferire geni
di organismi animali ad organismi vegetali e viceversa e questo fa
pensare, oltre tutto, ad una origine comune tra mondo animale e vegetale.
Il trasferimento avviene legando pezzi di genoma della specie donatrice a
particolari microorganismi vettori come virus e batteri che dopo aver
attraversato la membrana cellulare esterna con meccanismi simili ad un
attacco infettivo gli depositano all’interno della cellula della specie
destinataria; altri metodi detti balistici permettono di sparare pezzi di
DNA all’interno delle cellule da modificare mentre altri procedimenti
chimici permettono il passaggio di geni mediante aperture provvisorie
delle membrane. Il risultato è che i geni trasferiti spesso si legano e si
integrano nel DNA delle cellule riceventi modificandone in qualche modo il
codice genetico e i relativi caratteri. Le possibilità possono essere
diverse:
- Se l’apporto genico riguarda solo il DNA citoplasmatico ne può risultare
variata la formula dei mitocondri o dei cloroplasti e cambiare solo alcuni
meccanismi biochimici cellulari.
- Se l’apporto genico agisce sul DNA nucleare dì una cellula somatica si
potranno avere mutazioni trasmissibili solo per via agamica (talea, gemma,
innesto etc.)
- Qualora venga invece interessato il DNA nucleare dì una cellula
germinale, allora vi potranno essere mutazioni permanenti con tutti i
relativi effetti. Naturalmente se le mutazioni risulteranno vantaggiose e
bene integrate allora verranno acquisite dalla specie manipolata e
potranno anche essere trasmesse ai discendenti per via sessuale; se invece
risulteranno negative allora verranno eliminate dal meccanismo selettivo.
- Può anche verificarsi il caso che i geni apportati restino inattivi per
alcune generazione se trattasi di geni recessivi. In questo caso si
attiveranno e si manifesteranno improvvisamente in occasione di
riproduzioni sessuali consanguinee.
In sostanza, gli effetti della manipolazione genetica, sempre abbinati
alla selezione fenotipica, permettono di costruire nuove formule
ereditarie vantaggiose dove siano presenti i caratteri desiderati e di
poterle poi replicare a volontà attraverso la riproduzione sessuale.
Questa tecnologia d’avanguardia non deve comunque confondersi con l’altro
procedimento altrettanto scioccante e avveniristico chiamato donazione che
non si propone di modificare la formula ereditaria e che può invece
considerarsi una forma di riproduzione partenogenetica artificiale in
sostituzione della normale riproduzione sessuale.
La manipolazione genetica o bioingegneria, che è ormai diventata una delle
frontiere più avanzate della scienza moderna, capace di aggirare e
oltrepassare molti limiti già stabiliti in passato dalla biologia
classica, si va affermando come inarrestabile nel mondo perché sembra
promettere la soluzione a tanti e gravi problemi sopratutto in campo
medico e agroalimentare; cionondimeno essa provoca oscure paure e profonda
avversione in gran parte della opinione pubblica che ritiene:
a) Possano essere sovvertite le leggi fondamentali della vita stabilite
dalla Natura o dalla creazione divina. Si tratta di ragioni etiche
importanti e facilmente comprensibili e anche difficilmente superabili.
b) Vi sia la possibilità che la manipolazione condotta su piante e animali
facenti parte della catena alimentare si trasferisca poi, spontaneamente
alle altre specie viventi, compresa quella umana, apportando degenerazioni
e mostruosità incontrollabili a non finire. Quest’ultima paura sembra però
infondata perché non vi sono precise ragioni per ritenere gli OGM
(organismi geneticamente modificati) pericolosi in quanto tali - anche se
ogni prudenza è d’obbligo - e tutte le specie manipolate dovranno essere
severamente sperimentate prima di essere ammesse nel ciclo alimentare;
appare comunque evidente e inevitabile che la bioingegneria genetica sarà
la base sulla quale in futuro si costruiranno l’agricoltura e
l’allevamento animale insieme alla medicina ed a molte altre attività
produttive.
Ma oltre ai grossi problemi suaccennati, che molto influiranno nella vita
delle future generazioni, vi sono anche altri riflessi della bioingegneria
da evidenziare perché investono le basi fondamentali della biologia
tradizionale suscitando dubbi e perplessità che possono condensarsi nei
seguenti punti:
1) Gli organismi geneticamente modificati dall’uomo prima o poi si
incroceranno inevitabilmente con quelli già esistenti nell’ambiente e il
loro patrimonio genetico mutato si comporterà come ogni altra mutazione
naturale e influirà sul corso generale dell’evoluzione.
2) Se il meccanismo di manipolazione è cosi facilmente realizzabile oggi
nei laboratori scientifici umani usando strumenti essenzialmente biologici
è allora possibile che esso sia stato usato anche da Madre Natura nel
corso delle lunghe ere geologiche e che abbia permesso il passaggio
frequente di materiale genetico in via trasversale da specie a specie
avvalendosi di particolari virus e batteri spesso presenti nei vari
habitat terrestri?
In altre parole la domanda è questa: Esiste in natura un meccanismo
analogo alla bioingegneria genetica umana e che potremmo definire
‘bioingegneria naturale’?
L’opinione del sottoscritto è che la possibilità esista realmente
considerando che la sapienza di Madre Natura non è certamente inferiore
alla nostra ma siccome la tematica proposta è di grande rilevanza
scientifica e come tale merita profonda riflessione e adeguata
sperimentazione allora la domanda viene rivolta al mondo scientifico
specializzato.
Se arriverà una risposta affermativa allora la ‘bioingegneria naturale’ si
dovrà annoverare come un importante fattore di evoluzione fin’ora
sconosciuto e capace di modificare a salti rapidi la formula ereditaria
delle specie viventi; in un certo modo potrebbe anche completare la stessa
teoria evoluzionista di Darwin spiegando perché l’origine delle nuove
specie non avvenga sempre in modo lento progressivo e costante come
vorrebbe la logica della riproduzione sessuale ma presenti invece
dinamiche spesso discontinue e improvvise giustificando in tal modo le
riserve e le perplessità di molti studiosi. |