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Sommario anno XIII numero 12 - dicembre 2004

 STORIA

“Villa Creti”, storia e storie di un benefattore
In memoria di Marcello Creti, che di un mezzo ha fatto intero.
(Stefano Paolucci) - Mai come cimentandosi nella ricerca a tutto tondo, animata dal puro amore per la conoscenza e la riscoperta, ci si accorge di quanti eventi e personaggi cosiddetti minori siano in realtà più che meritevoli di essere studiati e soprattutto ricordati. È questo il caso della bella storia di Mario Creti - già Crety - e del suo operato nella contrada di Valle Violata, presso Grottaferrata, durante gli Anni ‘20 del Novecento.
Nato a Lecce nel 1881 e morto a Roma nel 1969, di antica e nobile famiglia derivante dalla gens Cretia e originaria di Creta, Mario Creti sospese gli studi al quarto anno di Giurisprudenza alla R. Università di Napoli per impiegarsi presso l’Agenzia delle Imposte di Roma, ramo Ricchezza Mobile; qui esercitò fino a tutto il 1917, lo stesso anno in cui aprì a Torino un ufficio di commercialista che condurrà per otto anni. Ma fu il 1918 l’anno cruciale di Mario Creti: in seguito alla morte di sua moglie, Mercedes Burlizzi, vittima dell’epidemia di «spagnola», abbandonò l’impiego statale per mettersi in proprio e dirigere Uffici di Consulenza Finanziaria e Tributaria a Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia e Perugia, realizzando ben presto un cospicuo patrimonio; tra i suoi clienti, infatti, figuravano le più spiccate personalità del mondo finanziario, industriale ed agricolo del Paese, quali ad esempio la FIAT, la PIRELLI e la SNIA VISCOSA.
Mario Creti non desiderava avere figli, ma quando, nell’aprile del 1922, dalle seconde nozze con Gerormina Cufaro, nacque il primogenito Marcello, tale fu la sua felicità che decise di acquistare vari villini e molti ettari di terreno nella frazione di Valle Violata,  all’epoca una località di terre incolte, perlopiù inabitata, gravata dalla mancanza dei più semplici e ordinari servizi pubblici: il luogo ideale, insomma, per svolgere «un grande programma» di sviluppo, per il quale Mario Creti sarà insignito della Commenda della Corona d’Italia.
Nel termine di un anno appena, e investendo 2 milioni di Lire in opere di bonifica, il poco più che quarantenne commendatore trasformò così la negletta Valle Violata in un centro di attività edilizia, agricola ed economica, dando «lavoro e pane» a centinaia di persone. Come «base operativa» e dimora di villeggiatura, acquistò Villa Fontanella,  una delle prime sorte lungo il tracciato della tramvia sulla Maremmana III. Nel frattempo, poco più a monte, Mario Creti faceva iniziare la costruzione di una grandiosa villa per la prosecuzione della stirpe, sulla quale murò l’antico stemma di famiglia e alla cui inaugurazione invitò S. E. Benito Mussolini.  I lavori furono eseguiti dalla ditta Nilo Spalletta di Grottaferrata.
Festa di beneficenza a Villa Fontanella-Creti - Natale 1923Dal 1950 sede della Casa Religiosa dei Padri Pallottini, Villa Creti si presentava del tutto diversa da come ci appare oggi:  come testimonia una rarissima cartolina dell’epoca, la villa era più simile a un castelletto neomedioevale, con torrette, merlature guelfe, cariatidi e comignoli svettanti;  in essa era pure evidente un richiamo all’antica Roma, espresso da un tratto di basamento perimetrale realizzato con imponenti massi di peperino, ben visibili ieri come oggi, e dalla presenza di statue, urne, vasi, colonne, capitelli ed altri preziosi resti di epoca imperiale, collocati sia presso la villa che nel parco circostante, provenienti dagli «scassi» per la piantagione delle vigne di Morena. Di tutto questo, oggi, rimane solo una fontana, costruita assemblando dei blocchi di marmo, un’antica acquasantiera e uno splendido sarcofago romano. Tutto il resto, purtroppo, venne trafugato durante e subito dopo la guerra.
Al suo interno, la villa si presentava non meno sfarzosa ed interessante. Articolata su sei livelli (compresi gli scantinati) e composta di oltre trenta vani distribuiti su una superficie calpestabile di circa 1000 mq (terrazze incluse), la villa vantava pavimenti in marmo apuano e cipollino nell’enorme salone al primo piano, nei corridoi, negli androni e sulle rampe di scale, mentre di parquet erano i pavimenti delle numerose stanze da letto, il che ci lascia intuire quale ricchezza di arredi la villa dovesse esibire, pur essendo principalmente una residenza estiva.
Ma era all’esterno di quelle mura che il nome di Mario Creti si faceva più sentire, echeggiando da Valle Violata per giungere nel cuore di Grottaferrata e soprattutto dei grottaferratesi. Non passò molto tempo dal suo arrivo, infatti, che del comm. Creti e delle sue «belle e ardimentose iniziative» cominciò a parlare perfino la stampa. Di volta in volta salutato con gli appellativi più lusinghieri - benefattore, benemerito, filantropo, mecenate, protettore, benefico commendatore, etc. -, Mario Creti si guadagnò la stima e la gratitudine della popolazione, non solo valleviolatese, profondendo «dei veri tesori per rendere ubertose delle terre incolte e brulle e far sorgere case, aziende, villini e tenute […] dando così lavoro a centinaia di operai, ch’egli trattò con affetto paterno».  Una rara immagine di Villa Creti (da cartolina)Oltre ad inaugurare nelle sue proprietà vasti locali per bar, cinema, sala da ballo e rivendita di generi alimentari di produzione propria,  Mario Creti impiantò un’importante vaccheria ed uno stabilimento per la lavorazione dello yoghurt turco,  per il quale chiamò a far parte della sua azienda l’allora notissima ditta «Topuz Francesco & C.» di Roma, che si proponeva di fornire latte sempre fresco, burro, latticini e prodotti speciali derivati dal latte. 
Parallelamente a tali promozioni di natura commerciale, volte a favorire lo sviluppo economico di Valle Violata, Mario Creti non trascurava di spendere altrettante energie e risorse finanziarie per il benessere morale della sua «famiglia operaia». Erano infatti famose le «feste popolari» che egli organizzava nel parco della villa, offrendo banchetti ai quali prendevano ugualmente parte le maestranze, seguite dalle rispettive famiglie, e le più illustri personalità di Grottaferrata e dintorni, allietate fino a tarda sera dai concerti della banda comunale, da spettacoli pirotecnici,  luminarie, tombole, alberi della cuccagna e altri festosi intrattenimenti. La folla dei banchettanti era spesso accresciuta da un grandissimo numero di sopravvenuti, per i quali i cancelli della villa restavano aperti, tanto che, in un articolo dedicato a una di queste feste, l’autore informava che «i convitati ammontavano a circa trecento!».  Numeri di ordinaria amministrazione per Mario Creti: già nel 1923, il «benefico commendatore» aveva invitato alla Festa dell’Albero di Natale e del Presepio, da lui personalmente allestito, oltre 400 persone tra operai, i loro figli e orfani ricoverati nei conventi di Grottaferrata e Rocca di Papa; così, per tutta la giornata, «le teorie dei piccoli pellegrinanti» si avvicendarono senza interruzione sotto l’Albero «stracarico di doni bellissimi, che venivano offerti con una munificenza veramente incantevole». 
Altre storie di lodevoli iniziative si potrebbero raccontare, ma su di esse l’Autore si riserva di tornare con una monografia riccamente illustrata su Mario Creti, la sua villa ed il suo operato a Grottaferrata, per la quale sono in corso ricerche estese. Ci piace tuttavia congedare pro tempore il lettore con un sonetto in romanesco del marinese Leone Ciprelli - ideatore della «Sagra dell’Uva» (1925) - declamato in occasione di una festa a Villa Creti, che ben riassume, come solo la poesia riesce a fare, le qualità e lo spirito più veri dell’uomo che vogliamo ricordare:

 Mario Creti pe’ Valle Violata
è er Mago de le favole, un cor d’oro
che spenne e spanne e butta via ‘n tesoro
pe’ falla diventà ricca, abbitata.

 ‘Sto grann’omo, ‘sto pacioccone moro
che vò fà nasce ‘na città affatata
ha fatto l’alleanza più sgaggiata:
quella der Capitale co’ ‘r Lavoro.

 Lui tratta l’operai co’ l’amore
de ‘n bon fratello e tutti quanti fanno
li bravi e ce lavoreno de core.

 E tutti loro fanno conto, fanno,
che la cuccagna der Commennatore
duri, pe’ ‘n sacco d’anni, tutto l’anno.


NB: Invito chiunque abbia notizie, ricordi, documenti, foto, ecc., pertinenti alla presente ricerca, a contattarmi attraverso la Redazione di questa pubblicazione, oppure scrivendo all’indirizzo: amaroak@email.it, o telefonando allo 06/94315853.
Desidero, inoltre, ringraziare Franco Raparelli, il Direttore e lo staff della Biblioteca dell’Abbazia di Grottaferrata, Padre Mario Proietti (PP. Pallottini di Grottaferrata), Luna Centioni.


 STORIA

Sommario anno XIII numero 12 - dicembre 2004