frascati
Mostra «Doppio sogno»
(Massimo Silvi) - Proseguono le grandi esposizioni d’arte
contemporanea a Frascati. La nuova puntata della serie di Doppio
Verso
sta presentando due artiste di fama internazionale a confronto. Lithian
Ricci e Manuela Carrano autrici del progetto «Doppio sogno», che raffigura
e interpreta la dimensione misteriosa e intangibile del sonno, poco
rappresentata nell’arte antica e in quella contemporanea. La mostra,
inaugurata domenica 12 dicembre nelle Scuderie Aldobrandini del Comune di
Frascati, alla presenza del sindaco Francesco Paolo Posa e dell’assessore
alle Politiche culturali Stefano Di Tommaso, resterà aperta al pubblico
fino a domenica 9 gennaio. In tutto sono esposte 19 opere, alcune anche di
grandi dimensioni come i polittici olio su tela di Lithian Ricci, mentre
sono realizzati con tecnica mista, seta e spilli i quadri di Manuela
Carrano.
L’esposizione «Doppio sogno» presenta due modi diversi di sognare. In
stato di abbandono si muovono, galleggiano e volteggiano in modo
fantastico i “corpi” di Lithian Ricci, invitandoci ad esplorare una natura
accogliente che tuttavia ci osserva. Un sogno dunque dove la
spensieratezza si mescola ad una venatura di malinconia data dal senso di
instabilità esistenziale di queste figure svolazzanti e fiduciose. Quello
di
Manuela
Carrano è invece il racconto di un attraversamento, di un’esperienza del
corpo colto nel modo infinito del sonno, inteso come strategia, come
strumento per non sentire, spostare, eludere il confronto e che si
trasforma poi in cura e rigenerazione. Diverse conclusioni e diverse
materie: la fotografia a confronto con la pittura, la tridimensionalità
degli spilli con la materia pittorica sulla tela, le monocromie con tanto
colore. È un Doppio Verso di una stessa facciata: affrontare se stesse e
quello che ci circonda e provare a trasmettere le sensazioni.
«Il sonno è il regno delle contraddizioni - ha scritto in occasione di
questa esposizione Maurizio Sciaccaluga - un non-stato, il territorio
protetto dove, vietato l’accesso alla consapevolezza e alla morale, il
desiderio vola libero verso ogni appagamento e chi agisce non deve
rispondere delle proprie azioni. Manuela Carrano e Lithian Ricci mettono
in scena l’ambiguità assoluta della quiescenza, ricreano esattamente le
due facce opposte e uguali di quella strana medaglia chiamata dormire».
monte porzio catone
Incontro con Giuseppe Laterza
(Eliana Rossi) - La rassegna letteraria “Paesaggi - luoghi
della mente, della cultura, della vita”, organizzata dall’Associazione
culturale “Oltre il confine”, patrocinata dal Comune di Monteporzio, che
si è tenuta il 19 novembre, presso la Biblioteca di Monteporzio, aveva
come ospite l’editore Giuseppe Laterza. Nel suo discorso introduttivo
Paolo Di Paolo ha tenuto a precisare che “ciò che ci interessa è il
percorso di una Casa Editrice, che ha costituito una coscienza nazionale
ed è particolarmente attenta a ciò che è successo in Italia in questi anni
e si parte da articoli, dalla sua esperienza di editore che ha portato
avanti la diffusione del libro nei piccoli centri. La Casa Editrice
Laterza non si occupa di narrativa o di poesia, ma si è specializzata in
saggistica, storia e filosofia. Il luogo di partenza non poteva che essere
la macchina, infatti, Vito Laterza, padre di Giuseppe, durante i suoi
viaggi da Bari a Roma portava con sé il figlio e il dialogo tra i due ha
portato a nuovi spunti. Ci si interroga molto - continua Di Paolo - sul
perché in Italia si legge poco, Laterza inizia la sua attività a Bari e lì
gli editori cercano una soluzione per incrementare la lettura, senza
parlare di libri in generale, ma in particolare”. A questo punto l’editore
Giuseppe Laterza prendendo in considerazione l’operato dell’Associazione
Slow Food, nata a Bra nelle Langhe, agli inizi degli anni Novanta, ha
illustrato il modo in cui questo gruppo di giovani ha rivalutato non solo
la cucina tradizionale italiana, ma anche quei prodotti artigianali, come
il lardo di Colonnata, che erano stati dimenticati, oscurando così la fama
dei fast food. “Da questa storia - continua Laterza - sono nati i presidi,
circoli letterari, salotti, dove i lettori si incontrano per illustrare i
vari libri letti. Durante l’incontro, in genere, si stabilisce un
argomento da trattare, per favorire la discussione, a volte viene invitato
anche l’autore per confrontare con i lettori le sue idee. Se a Monteporzio
non c’è una libreria come in altri centri, è perché non c’è alcun stimolo
all’apertura e quindi alla lettura. L’interesse si crea dall’incontro dei
lettori e il mezzo più efficace, per la diffusione del libro è il passa
parola. Ci sono autori che pur senza un lancio pubblicitario hanno venduto
milioni di copie, è il caso del libro “La profezia di Celestino”. Il passa
parola funziona bene - prosegue l’Editore - perché chi consiglia il libro,
in genere, è un amico che si conosce e stima e quindi si è sicuri di
trovare in quell’opera qualcosa di valido. Con i presidi si crea una
società di lettori che si riconoscono, che hanno voglia di stare insieme,
di portare avanti una critica. Per ritornare alla domanda di Di Paolo
“perché in Italia si legge poco”, bè non saprei rispondere, ma mi domando,
invece, perché la gente ama la lettura; ne dò una risposta personale, io
leggo per lavoro e durante il tempo libero, per me si tratta di una forma
di ossigenazione. Mi sembra di avere la mente più chiara, sono attento a
quello che è intorno a me e nel fare mio quell’argomento lo arricchisco, e
comunque, si comincia a leggere perché qualcun altro lo fa con passione,
un familiare o un insegnante”. Giuseppe Laterza ha iniziato a raccontare,
brevemente, la storia della sua famiglia, iniziando dalla metà
dell’Ottocento, quando un falegname di Putignano, padre di cinque figli,
ne manda uno, Vito, ad Alessandria d’Egitto ad imparare ebanisteria, e
questi quando ritorna comincia a lavorare come ebanista. In seguito apre
una cartoleria, gli affari vanno bene e si trasferisce dapprima a Taranto
e poi a Bari; a lui si affiancano altri due fratelli, insieme decidono di
aprire una tipografia per stampare le etichette dell’olio. “Un altro
fratello, Giovanni, - continua Laterza - emigrato a Milano, dopo aver
sposato una libraia torna a Bari. Apre una libreria e nel 1901 pubblica i
primi libri; in seguito, però, si trasferisce a Napoli che a quei tempi
era un grande centro di cultura, luogo d’incontro di scrittori del calibro
di D’Annunzio, Nitti, Di Giacomo, Matilde Serao, Scarfoglio e propone a
Benedetto Croce di diventare il suo editore. Lo scrittore non era
laureato, ma benestante e non necessitava di un lavoro e, pur essendo una
persona che aveva contatti con i professori universitari, aveva un’idea
libera e non legata all’ambiente scolastico. Croce voleva che l’editore
fosse una persona determinata che pubblicasse solo libri che “contano e
durano”. La durata è essenziale nel libro, deve conservare qualcosa di
utile, il libro scava, va oltre la superficialità. Croce pubblicò con
Laterza le sue opere, poi, dopo la sua morte non essendoci più un salotto
letterario si apre nel 1960 una sede a Roma, specializzata nella
pubblicazione di saggi, mentre quella di Bari si occupa di testi letterari
scolastici. Durante questi viaggi - spiega Giuseppe Laterza - viaggiavo
con mio padre e la macchina diventava il posto ideale per parlare delle
nostre idee, tra le quali quella di iniziare una collaborazione
internazionale con altre case editrici. La più significativa è la collana
“Fare l’Europa”, che nasce nel 1993 con l’intento di ricostruire i tratti
comuni del vecchio Continente alle soglie dell’unificazione europea,
laddove al di là dei grandi nomi gli altri autori erano poco conosciuti.
Così si sono riunite quattro case editrici dei maggiori Paesi europei,
Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Tale progetto è diretto da
Jacques Le Goff, una persona giusta, un uomo generoso e, finora, si sono
realizzati circa trenta titoli”.
genzano
Cammello di pace
(Simone Proietti) - Si è svolta all’insegna della pace la
nona edizione della rassegna di cinema d’animazione “Castelli animati” di
Genzano. Pezzo forte della convention disputata dal 1 al 5 dicembre,
presso il Cinema Modernissimo, è stato infatti il film “Pace of peace” ,
pellicola realizzata da 16 studenti di età compresa tra i 16 ed i 18 anni,
per metà palestinesi e metà israeliani. La storia ripercorre le imprese di
un buffo cammello portatore di pace, capace di cancellare le guerre e
moltiplicare le buone azioni. Il cortometraggio di animazione, ideato dai
giornalisti Papini e Valenti e superviosionato artisticamente da due
esperti quali Giulio Gianini e Emanuele Luzzati, ha ricevuto il premio
“Cinema e cultura del Dialogo” al Festival di Venezia e ha visto la
partecipazione alle colonne sonore della cantante israeliana Noa e dalla
palestinese Rim Banna. Un plebiscito su tutti i fronti per gridare alla
pace per le future generazioni di due popoli imprigionati da una guerra
che si protrae da decenni senza soluzione di continuità.
Il primo Gennaio 2005
Giulia Quaranta
ha
festeggiato il suo 90° compleanno
circondata da tutti i suoi cari
Buon
Compleanno
Giulia!
E Grazie
per tutto quello che ci hai dato
e per quello che continuerai a darci |