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Sommario anno XIV numero 1 - gennaio 2005

 I NOSTRI PAESI - pagina 10

i parchi del lazio
Aree protette e programmi elettorali
(Franco Medici - Italia Nostra Lazio) - Italia Nostra è stata la prima, e per diversi anni l’unica associazione, a porsi l’obiettivo della tutela del patrimonio naturale della nostra Nazione. Dopo circa trenta anni di impegno dei nostri soci ritenevamo con l’approvazione della Legge 394/91 (Legge Quadro sulle Aree Naturali Protette) fosse risolto il problema “parchi”, tra l’altro l’art. 28 prevedeva che entro 12 mesi le Regioni adeguassero le loro legislazioni alle disposizioni contenute nella legge quadro.
La Regione Lazio, nel 1997 con sei anni di ritardo, ha approvato la Legge Regionale N. 29 (Norme in materia di Aree Naturali Protette Regionali), che ha dato un assetto organico alla normativa regionale sui parchi, ha recepito le diverse leggi regionali istitutive relative a parchi già esistenti (Appia Antica, Castelli Romani, Lucretili e Simbruini) e, ha quindi, definito nuove aree protette tra cui i parchi naturali di Veio, dei Monti Aurunci, del complesso lacuale Bracciano-Martignano.
La Regione Lazio si trovava così nel 1999 ad avere, almeno sulla carta, una adeguata protezione del territorio per ciò che riguarda le aree ad elevato pregio naturalistico ed archeologico, anche se aree di primaria importanza, come i Monti della Tolfa, rimangono tuttora escluse. Si pensava, quindi, che dal 2000 finalmente i parchi regionali potessero operare, svolgere la loro funzione di tutela del territorio e di controllo urbanistico e promuovere uno sviluppo rispettoso delle valenze ambientali. La realtà dei fatti si è rivelata differente: molti parchi regionali stentano a funzionare, non dispongono spesso di una perimetrazione definitiva, non hanno (salvo i Simbruini e i Lucretili) i piani di assetto approvati, alcuni non li hanno addirittura ancora redatti, né dispongono di piani di sviluppo socio-economici, le Province non hanno varato i piani delle loro aree protette. Ciò è ancor più grave se pensiamo al fatto che due importanti direttive CEE (Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE e Direttiva “Habitat” 94/43/CEE) impongono la creazione di una “rete natura” e di una rete “ecologica” continua e non frammentata che deve essere imperniata sui parchi, sulle riserve naturali sia nazionali che regionali da collegarsi tra loro con le “zone di protezione speciale” (ZPS) e con i “siti di importanza comunitaria” (SIC).
Nel Lazio si trovano diversi SIC e decine di ZPS che attendono di essere messi dalla Regione in condizioni di svolgere a pieno il loro ruolo per il mantenimento della biodiversità sulla base dei criteri di gestione sviluppati dalla moderna Biologia della Conservazione, questi criteri prevedono interconnessioni degli elementi della rete tramite corridoi ecologici ed altri modelli di gestione territoriale. La Regione Lazio si trova anche ad essere indietro rispetto alle direttive della Comunità Europea, e riteniamo che siano urgenti precisi atti politici relativi alla tutela della biodiversità e alla gestione dei parchi. Più direttamente invitiamo i candidati alla Presidenza della Regione Lazio ad inserire nei programmi elettorali l’impegno per il quinquennio 2005-2010 a:

-Sollecitare gli Enti Parco e le Province a completare al più presto la redazione dei Piani d’assetto dei Parchi Regionali e delle Riserve naturali di competenza provinciale sulla base di rigorosi studi scientifici e, ove fosse possibile, estendere le aree protette ai SIC e ZPS limitrofi. La perimetrazione finale, stabilita come esito della redazione del Piano di assetto, dovrà prevedere le aree contigue in funzione di corridoi ecologici con aree limitrofe e stabilire livelli minimi di tutela per lo meno pari a quelli stabiliti dai Piani Paesistici.
-Individuare la perimetrazione definitiva dei parchi regionali con particolare riferimento ai parchi dei Castelli Romani, Bracciano-Martignano, Veio, Marcigliana e Decima della Provincia di Roma che sono secondo il nostro parere i più a rischio. Tale perimetrazione definitiva non dovrà comunque prevedere riduzioni né spostamenti sia delle zone a protezione integrale (zona A) quanto della superficie totale delle zone da tutelare (zona A + zona B).
-Pubblicare sul BURL (Bollettino ufficiale della Regione Lazio) le perimetrazioni definitive e i piani di assetto dei parchi con particolare riferimento ai cinque sopra citati.
-Rendere operativo l’art. 28 della L.R. 29/1997 che impone agli enti di gestione il controllo urbanistico del territorio all’interno delle aree protette attraverso il rilascio delle concessioni, e impedire che sia delegata ai Comuni, spesso privi di competenze in merito, l’applicazione delle norme di tutela.
-Rendere possibile l’applicazione dell’art. 25 della Legge 36/1994 (Disposizioni in materia di risorse idriche meglio conosciuta come Legge Galli) che assegna all’ente parco la possibilità di individuare le acque superficiali e sotterranee, necessarie per la conservazione degli ecosistemi, che non possono essere captate inserendo norme specifiche nei piani di assetto.
-Completare l’iter del Piano Parchi regionale e renderlo efficace con legge regionale in modo da applicare le norme di salvaguardia sulle ultime aree ancora non devastate della nostra Regione.
-Istituire la rete ecologica regionale stabilendo classi di tutela riconosciute e rese efficaci dal nuovo Piano territoriale Regionale.

Italia Nostra ritiene che l’inserimento dei sette punti finali nei programmi elettorali costituisca la certezza della ferma volontà di difendere l’ambiente e il territorio della nostra Regione.


frascati
ENEA, a rischio il futuro di un ente
(Simone Proietti) - Mai la ricerca in Italia ha toccato livelli più bassi di questi ultimi anni. I problemi sono molti, mancano fondi, gli stanziamenti sono minimi, le prospettive dei giovani ricercatori continuamente affossate da contratti al limite della sopravvivenza umana, se non addirittura affidate al volontariato. Il tutto nella continua indifferenza delle forze politiche, apparentemente ignare di tale stato di crisi aggravatosi nel tempo.
Un ennesimo campanello d’allarme, qualora ve ne fosse bisogno, viene dal secondo ente di ricerca in Italia per numero di dipendenti, l’ENEA, Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, di cui un dipartimento interessa da vicino il nostro territorio, trovandosi a Frascati.
I 600 ricercatori ENEA il 12 luglio scorso avevano già inviato ai Ministri competenti una lettera in cui esponevano i loro disagi relativamente alle difficoltà di rinnovo del contratto di lavoro 2002-2005 e all’esclusione dell’ENEA dal comparto delle Istituzioni ed enti di ricerca. Inoltre ad oggi circa 300 giovani ricercatori dell’ente approdati da precari con borse o assegni di ricerca, rischiano ora di lasciare vuoti i loro posti, poiché non è prevista la prosecuzione di molti programmi di ricerca.
Da parte loro diversi ricercatori accusano lo stesso Presidente Carlo Rubbia, Premio Nobel per la fisica, incapace di far coadiuvare nella sua struttura fondi e finanziamenti per i programmi di ricerca, crollati da 97 a 52 milioni di euro in cinque anni. È nato addirittura un sito http://www.retenea.it, un punto d’incontro per i ricercatori e tecnologi ENEA, che illustrano il grave stato di disagio della ricerca italiana. Una situazione di grossa confusione che alimenta le preoccupazioni per il futuro di molti giovani che sempre più spesso si vedono costretti ad emigrare oltre confine, attratti da contratti e strutture più congrue ai loro compiti, alimentando la “fuga di cervelli”, un fenomeno al momento irreversibile.
Eppure la ricerca è un settore estremamente importante per una nazione, è il termometro dell’economia, della qualità della vita, dello stato di crescita culturale e di stabilità di una nazione. Non solo nazioni come Stati Uniti, Giappone, Canada, ma anche le nazioni del resto d’Europa in questi anni stanno investendo enormemente nella ricerca scientifica, ed i frutti li raccolgono e li esportano, migliorando il loro livello di vita. L’Italia se continua di questo passo i frutti potrà solo comprarli, sempre che avrà i soldi per farlo...


rocca priora
La Banda Corbium festeggia santa Cecilia
(Nicola Pacini) - Il 4 dicembre un gran pubblico affollava l’auditorium della Banca del Tuscolo per assistere al Concerto che la Banda Musicale Folkloristica Corbium offriva in occasione della festa della patrona s. Cecilia.
Il M. Gianluca Cantarini ha diretto un impegnativo concerto, con brani da Gounod, Brahms, ed altri autori classici.
Nell’intervallo c’è stata l’esibizione del duo Alessia Todino e Elena Bianchetti nel Minuetto di Haiden.
Il presidente Franco Vinci ha consegnato targhe di riconoscimento a varie personalità: al presidente della Banca del Tuscolo Claudio Ceccarelli, al presidente della XI Comunità Giuseppe De Righi, al precedente presidente della Banda Bruno Capretti, al decano dei concertisti, Alberto Pucci, a Rita Ciuffa del gruppo delle majorette.
Il giorno successivo la Banda ha prestato servizio per la Festa di s. Barbara, a chiusura della quale un rinfresco è stato offerto dalla Associazione Artiglieri d’Italia nella sala del Consiglio di Palazzo Savelli, presenti il presidente Gianfranco Basciani ed il vice sindaco Franco Spoto.
Tutti i membri della banda hanno partecipato al pranzo sociale presso l’hotel Villa La Rocca, con grande festa e la partecipazione delle autorità. Molti gli episodi gustosi nel corso del pranzo, tra i più esilaranti l’imitazione di Totò da parte di Dino Cantucci, factotum del sodalizio. Il pranzo si è chiuso con un dono natalizio a tutti i presenti, e gli auguri di Buone Feste. 


cecchina
Iniziative di festa
(Silvia Cutuli) - Bilancio positivo per le iniziative organizzate dalla ProLoco Cecchina per festeggiare il periodo natalizio e dell’epifania.
Il clima di festa si respirava già ad inizio dicembre per l’anniversario dell’apertura del nuovo Auditorium parrocchiale.
Poi l’inaugurazione l’otto dicembre del presepe cittadino allestito nella piazza antistante la Chiesa di San Filippo Neri.
Una tradizione giovane ma consolidata, che ha visto all’opera una squadra di volenterosi, sin dai mesi di settembre ed ottobre.
Il presepe realizzato dalla ProLoco Cecchina è ispirato quest’anno alle bellezze artistiche e storiche della città di Roma. Il Colosseo, San Pietro, Trinità dei Monti ed i Fori Imperiali sono il magnifico scenario in cui sono collocati i simboli classici della natività.
Momento di festa collettiva quello del trentuno dicembre che ha visto ben duecento persone brindare insieme al nuovo anno nello spazio dell’auditorium.
A chiusura del periodo di festa come di consueto l’incontro con la befana, che regalerà dolci e carbone a tutti i bambini, preceduta nella mattinata dall’arrivo dei Magi che dopo una sfilata a cavallo lungo la Via Nettunense, hanno raggiunto il presepe vivente allestito nel sagrato della Chiesa, per depositare ancora una volta i loro scrigni pieni di ricchezze e profumi d’oriente.

 I NOSTRI PAESI - pagina 10

Sommario anno XIV numero 1 - gennaio 2005