i parchi
del lazio
Aree protette e programmi elettorali
(Franco Medici - Italia Nostra Lazio) - Italia Nostra è
stata la prima, e per diversi anni l’unica associazione, a porsi
l’obiettivo della tutela del patrimonio naturale della nostra Nazione.
Dopo circa trenta anni di impegno dei nostri soci ritenevamo con
l’approvazione della Legge 394/91 (Legge Quadro sulle Aree Naturali
Protette) fosse risolto il problema “parchi”, tra l’altro l’art. 28
prevedeva che entro 12 mesi le Regioni adeguassero le loro legislazioni
alle disposizioni contenute nella legge quadro.
La Regione Lazio, nel 1997 con sei anni di ritardo, ha approvato la Legge
Regionale N. 29 (Norme in materia di Aree Naturali Protette Regionali),
che ha dato un assetto organico alla normativa regionale sui parchi, ha
recepito le diverse leggi regionali istitutive relative a parchi già
esistenti (Appia Antica, Castelli Romani, Lucretili e Simbruini) e, ha
quindi, definito nuove aree protette tra cui i parchi naturali di Veio,
dei Monti Aurunci, del complesso lacuale Bracciano-Martignano.
La Regione Lazio si trovava così nel 1999 ad avere, almeno sulla carta,
una adeguata protezione del territorio per ciò che riguarda le aree ad
elevato pregio naturalistico ed archeologico, anche se aree di primaria
importanza, come i Monti della Tolfa, rimangono tuttora escluse. Si
pensava, quindi, che dal 2000 finalmente i parchi regionali potessero
operare, svolgere la loro funzione di tutela del territorio e di controllo
urbanistico e promuovere uno sviluppo rispettoso delle valenze ambientali.
La realtà dei fatti si è rivelata differente: molti parchi regionali
stentano a funzionare, non dispongono spesso di una perimetrazione
definitiva, non hanno (salvo i Simbruini e i Lucretili) i piani di assetto
approvati, alcuni non li hanno addirittura ancora redatti, né dispongono
di piani di sviluppo socio-economici, le Province non hanno varato i piani
delle loro aree protette. Ciò è ancor più grave se pensiamo al fatto che
due importanti direttive CEE (Direttiva “Uccelli” 79/409/CEE e Direttiva
“Habitat” 94/43/CEE) impongono la creazione di una “rete natura” e di una
rete “ecologica” continua e non frammentata che deve essere imperniata sui
parchi, sulle riserve naturali sia nazionali che regionali da collegarsi
tra loro con le “zone di protezione speciale” (ZPS) e con i “siti di
importanza comunitaria” (SIC).
Nel Lazio si trovano diversi SIC e decine di ZPS che attendono di essere
messi dalla Regione in condizioni di svolgere a pieno il loro ruolo per il
mantenimento della biodiversità sulla base dei criteri di gestione
sviluppati dalla moderna Biologia della Conservazione, questi criteri
prevedono interconnessioni degli elementi della rete tramite corridoi
ecologici ed altri modelli di gestione territoriale. La Regione Lazio si
trova anche ad essere indietro rispetto alle direttive della Comunità
Europea, e riteniamo che siano urgenti precisi atti politici relativi alla
tutela della biodiversità e alla gestione dei parchi. Più direttamente
invitiamo i candidati alla Presidenza della Regione Lazio ad inserire nei
programmi elettorali l’impegno per il quinquennio 2005-2010 a:
-Sollecitare gli
Enti Parco e le Province a completare al più presto la redazione dei
Piani d’assetto dei Parchi Regionali e delle Riserve naturali di
competenza provinciale sulla base di rigorosi studi scientifici e, ove
fosse possibile, estendere le aree protette ai SIC e ZPS limitrofi. La
perimetrazione finale, stabilita come esito della redazione del Piano di
assetto, dovrà prevedere le aree contigue in funzione di corridoi
ecologici con aree limitrofe e stabilire livelli minimi di tutela per lo
meno pari a quelli stabiliti dai Piani Paesistici.
-Individuare la perimetrazione definitiva dei parchi regionali con
particolare riferimento ai parchi dei Castelli Romani,
Bracciano-Martignano, Veio, Marcigliana e Decima della Provincia di Roma
che sono secondo il nostro parere i più a rischio. Tale perimetrazione
definitiva non dovrà comunque prevedere riduzioni né spostamenti sia
delle zone a protezione integrale (zona A) quanto della superficie
totale delle zone da tutelare (zona A + zona B).
-Pubblicare sul BURL (Bollettino ufficiale della Regione Lazio) le
perimetrazioni definitive e i piani di assetto dei parchi con
particolare riferimento ai cinque sopra citati.
-Rendere operativo l’art. 28 della L.R. 29/1997 che impone agli enti di
gestione il controllo urbanistico del territorio all’interno delle aree
protette attraverso il rilascio delle concessioni, e impedire che sia
delegata ai Comuni, spesso privi di competenze in merito, l’applicazione
delle norme di tutela.
-Rendere possibile l’applicazione dell’art. 25 della Legge 36/1994
(Disposizioni in materia di risorse idriche meglio conosciuta come Legge
Galli) che assegna all’ente parco la possibilità di individuare le acque
superficiali e sotterranee, necessarie per la conservazione degli
ecosistemi, che non possono essere captate inserendo norme specifiche
nei piani di assetto.
-Completare l’iter del Piano Parchi regionale e renderlo efficace con
legge regionale in modo da applicare le norme di salvaguardia sulle
ultime aree ancora non devastate della nostra Regione.
-Istituire la rete ecologica regionale stabilendo classi di tutela
riconosciute e rese efficaci dal nuovo Piano territoriale Regionale.
Italia Nostra ritiene
che l’inserimento dei sette punti finali nei programmi elettorali
costituisca la certezza della ferma volontà di difendere l’ambiente e il
territorio della nostra Regione.
frascati
ENEA, a rischio il futuro di un ente
(Simone Proietti) - Mai la ricerca in Italia ha toccato
livelli più bassi di questi ultimi anni. I problemi sono molti, mancano
fondi, gli stanziamenti sono minimi, le prospettive dei giovani
ricercatori continuamente affossate da contratti al limite della
sopravvivenza umana, se non addirittura affidate al volontariato. Il tutto
nella continua indifferenza delle forze politiche, apparentemente ignare
di tale stato di crisi aggravatosi nel tempo.
Un ennesimo campanello d’allarme, qualora ve ne fosse bisogno, viene dal
secondo ente di ricerca in Italia per numero di dipendenti, l’ENEA, Ente
per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, di cui un dipartimento
interessa da vicino il nostro territorio, trovandosi a Frascati.
I 600 ricercatori ENEA il 12 luglio scorso avevano già inviato ai Ministri
competenti una lettera in cui esponevano i loro disagi relativamente alle
difficoltà di rinnovo del contratto di lavoro 2002-2005 e all’esclusione
dell’ENEA dal comparto delle Istituzioni ed enti di ricerca. Inoltre ad
oggi circa 300 giovani ricercatori dell’ente approdati da precari con
borse o assegni di ricerca, rischiano ora di lasciare vuoti i loro posti,
poiché non è prevista la prosecuzione di molti programmi di ricerca.
Da parte loro diversi ricercatori accusano lo stesso Presidente Carlo
Rubbia, Premio Nobel per la fisica, incapace di far coadiuvare nella sua
struttura fondi e finanziamenti per i programmi di ricerca, crollati da 97
a 52 milioni di euro in cinque anni. È nato addirittura un sito
http://www.retenea.it, un punto d’incontro per i ricercatori e tecnologi
ENEA, che illustrano il grave stato di disagio della ricerca italiana. Una
situazione di grossa confusione che alimenta le preoccupazioni per il
futuro di molti giovani che sempre più spesso si vedono costretti ad
emigrare oltre confine, attratti da contratti e strutture più congrue ai
loro compiti, alimentando la “fuga di cervelli”, un fenomeno al momento
irreversibile.
Eppure la ricerca è un settore estremamente importante per una nazione, è
il termometro dell’economia, della qualità della vita, dello stato di
crescita culturale e di stabilità di una nazione. Non solo nazioni come
Stati Uniti, Giappone, Canada, ma anche le nazioni del resto d’Europa in
questi anni stanno investendo enormemente nella ricerca scientifica, ed i
frutti li raccolgono e li esportano, migliorando il loro livello di vita.
L’Italia se continua di questo passo i frutti potrà solo comprarli, sempre
che avrà i soldi per farlo...
rocca priora
La Banda Corbium festeggia santa Cecilia
(Nicola Pacini) - Il 4 dicembre un gran pubblico affollava
l’auditorium della Banca del Tuscolo per assistere al Concerto che la
Banda Musicale Folkloristica Corbium offriva in occasione della festa
della patrona s. Cecilia.
Il M. Gianluca Cantarini ha diretto un impegnativo concerto, con brani da
Gounod, Brahms, ed altri autori classici.
Nell’intervallo c’è stata l’esibizione del duo Alessia Todino e Elena
Bianchetti nel Minuetto di Haiden.
Il presidente Franco Vinci ha consegnato targhe di riconoscimento a varie
personalità: al presidente della Banca del Tuscolo Claudio Ceccarelli, al
presidente della XI Comunità Giuseppe De Righi, al precedente presidente
della Banda Bruno Capretti, al decano dei concertisti, Alberto Pucci, a
Rita Ciuffa del gruppo delle majorette.
Il giorno successivo la Banda ha prestato servizio per la Festa di s.
Barbara, a chiusura della quale un rinfresco è stato offerto dalla
Associazione Artiglieri d’Italia nella sala del Consiglio di Palazzo
Savelli, presenti il presidente Gianfranco Basciani ed il vice sindaco
Franco Spoto.
Tutti i membri della banda hanno partecipato al pranzo sociale presso
l’hotel Villa La Rocca, con grande festa e la partecipazione delle
autorità. Molti gli episodi gustosi nel corso del pranzo, tra i più
esilaranti l’imitazione di Totò da parte di Dino Cantucci, factotum del
sodalizio. Il pranzo si è chiuso con un dono natalizio a tutti i presenti,
e gli auguri di Buone Feste.
cecchina
Iniziative di festa
(Silvia Cutuli) - Bilancio positivo per le iniziative
organizzate dalla ProLoco Cecchina per festeggiare il periodo natalizio e
dell’epifania.
Il clima di festa si respirava già ad inizio dicembre per l’anniversario
dell’apertura del nuovo Auditorium parrocchiale.
Poi l’inaugurazione l’otto dicembre del presepe cittadino allestito nella
piazza antistante la Chiesa di San Filippo Neri.
Una tradizione giovane ma consolidata, che ha visto all’opera una squadra
di volenterosi, sin dai mesi di settembre ed ottobre.
Il presepe realizzato dalla ProLoco Cecchina è ispirato quest’anno alle
bellezze artistiche e storiche della città di Roma. Il Colosseo, San
Pietro, Trinità dei Monti ed i Fori Imperiali sono il magnifico scenario
in cui sono collocati i simboli classici della natività.
Momento di festa collettiva quello del trentuno dicembre che ha visto ben
duecento persone brindare insieme al nuovo anno nello spazio
dell’auditorium.
A chiusura del periodo di festa come di consueto l’incontro con la befana,
che regalerà dolci e carbone a tutti i bambini, preceduta nella mattinata
dall’arrivo dei Magi che dopo una sfilata a cavallo lungo la Via
Nettunense, hanno raggiunto il presepe vivente allestito nel sagrato della
Chiesa, per depositare ancora una volta i loro scrigni pieni di ricchezze
e profumi d’oriente. |