Il labirinto mentale
(Silvia Coletti) - “Per trovare la via di uscita da un
labirinto non vi è che un mezzo. A ogni nodo nuovo, ossia mai visitato
prima, il percorso di arrivo sarà contraddistinto da tre segni. Se, a
causa di segni precedenti su qualcuno dei cammini del nodo, si vedrà che
quel nodo è già stato visitato, si porrà un solo segno sul percorso di
arrivo. Se tutti i varchi sono già stati segnati allora bisognerà rifare
la strada, tornando indietro. Ma se uno o due varchi del nodo sono anche
senza segni, se ne sceglierà uno qualsiasi, apponendovi due segni.
Incamminandosi per un varco che porta un solo segno, ve ne apporteremo
altri due, in modo che ora quel varco ne porti tre. Tutte le parti del
labirinto dovrebbero essere state percorse, arrivando a un nodo, non si
prenderà mai il varco con tre segni, a meno che nessuno degli altri varchi
sia ormai privo di segni”. (U.Eco, Il nome della rosa)
Questa descrizione di un labirinto tipicamente medievale recitata da
Guglielmo ricorda in modo analogico il nostro labirinto neurale come una
figura architettonica, come una costruzione significativa. All’interno del
dibattito sulla conoscenza il problema del dualismo mente-corpo è uno dei
temi più discussi e a tutt’oggi ancora dibattuti: Che cos’è la mente? Che
cos’è realtà? Quale relazione c’è fra un mondo fatto di particelle
fisiche, il linguaggio come struttura del mondo e il soggetto cosciente
libero di scegliere all’interno di questi universi? Guardando con occhi
contemporanei al labirinto medievale ci rendiamo conto che il sistema
mentale non è più inteso come un sistema chiuso, ma fortemente aperto.
Tale sistema prende il nome di rete intelligente: neurale e semantica. Le
nostre unità significative restano sempre gli incroci e i nodi, e le
nostre espressioni percettivo-intenzionali sono sempre i percorsi
all’interno di sezioni che legano un nodo ad un corridoio e poi ad un
altro nodo, la differenza sta nel considerare la rete come costituita ad
un livello oggettivo sottostante da una struttura sintattico-fisiologica
invariante e ad un livello o più livelli soggettivi superiori da una
struttura semiotica realizzata secondo un processo semantico che a
partire da questa base è in grado di costruire mondi possibili o reali di
volta in volta passibili di verifica e di modifica. In termini più
semplici possiamo dire che la struttura logica comune della rete
intelligente viene rappresentata come una trama di relazioni e di
implicazioni: non abbiamo più solo una costruzione spaziale-geometrica, ma
temporale in cui il verbo essere si coniuga e nel coniugarsi rende la
struttura logicamente significante. Sarà allora necessario lavorare su un
modello di rete geometrica costituito da linee forza che faranno da guida
alla logica matematica su cui individuare e costruire modelli analogici
isomorfi aperti a tutte le possibili combinazioni e interpretazioni su cui
basare di seguito le inferenze di ????. L’io durante il suo metaforico
viaggio mentale all’interno del labirinto neurale dovrà essere in grado di
apprendere, conoscere, scoprire, ridefinire e fissare il nuovo su una base
geometrica. Due domini che apparentemente sembrano separati in realtà sono
in relazione cognitiva ed emozionale tra loro attraverso l’uso di un
linguaggio appropriato all’uno come una lente per vedere l’altro. |