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Sommario anno XIV numero 1 - gennaio 2005

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Il labirinto mentale
(Silvia Coletti) - “Per trovare la via di uscita da un labirinto non vi è che un mezzo. A ogni nodo nuovo, ossia mai visitato prima, il percorso di arrivo sarà contraddistinto da tre segni. Se, a causa di segni precedenti su qualcuno dei cammini del nodo, si vedrà che quel nodo è già stato visitato, si porrà un solo segno sul percorso di arrivo. Se tutti i varchi sono già stati segnati allora bisognerà rifare la strada, tornando indietro. Ma se uno o due varchi del nodo sono anche senza segni, se ne sceglierà uno qualsiasi, apponendovi due segni. Incamminandosi per un varco che porta un solo segno, ve ne apporteremo altri due, in modo che ora quel varco ne porti tre. Tutte le parti del labirinto dovrebbero essere state percorse, arrivando a un nodo, non si prenderà mai il varco con tre segni, a meno che nessuno degli altri varchi sia ormai privo di segni”. (U.Eco, Il nome della rosa)
Questa descrizione  di un labirinto tipicamente medievale recitata da Guglielmo ricorda in modo analogico il nostro labirinto neurale come una figura architettonica, come una costruzione significativa. All’interno del dibattito sulla conoscenza il problema del dualismo mente-corpo è uno dei temi più discussi e a tutt’oggi ancora dibattuti: Che cos’è la mente? Che cos’è realtà? Quale relazione c’è fra un mondo fatto di particelle fisiche, il linguaggio come struttura del mondo e il soggetto cosciente libero di scegliere all’interno di questi universi? Guardando con occhi contemporanei al labirinto medievale ci rendiamo conto che il sistema mentale non è più inteso come un sistema chiuso, ma fortemente aperto. Tale sistema prende il nome di rete intelligente: neurale e semantica. Le nostre unità significative restano sempre gli incroci e i nodi, e le nostre espressioni percettivo-intenzionali sono sempre i percorsi all’interno di sezioni che legano un nodo ad un corridoio e poi ad un altro nodo, la differenza sta nel considerare la rete come costituita ad un livello oggettivo sottostante da una struttura sintattico-fisiologica invariante e ad un livello o più livelli soggettivi superiori da una struttura semiotica realizzata secondo un  processo semantico che a partire da questa base è in grado di costruire mondi possibili o reali di volta in volta passibili di  verifica e di modifica. In termini più semplici possiamo dire che la struttura logica comune della rete intelligente viene rappresentata come una trama di relazioni e di implicazioni: non abbiamo più solo una costruzione spaziale-geometrica, ma temporale in cui il verbo essere si coniuga e nel coniugarsi rende la struttura logicamente significante. Sarà allora necessario lavorare su un modello di rete geometrica costituito da linee forza che faranno da guida alla logica matematica su cui individuare e costruire modelli analogici isomorfi aperti a tutte le possibili combinazioni e interpretazioni su cui basare di seguito le inferenze di ????. L’io durante il suo metaforico viaggio mentale all’interno del labirinto neurale dovrà essere in grado di apprendere, conoscere, scoprire, ridefinire e fissare il nuovo su una base geometrica. Due domini che apparentemente sembrano separati in realtà sono in relazione cognitiva ed emozionale tra loro attraverso l’uso di un linguaggio appropriato all’uno come una lente per vedere l’altro.

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Sommario anno XIV numero 1 - gennaio 2005