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Sommario anno XIV numero 2 - febbraio 2005

 FILOSOFIA DELLA MENTE

La Rete
(Silvia Coletti) - La Rete e lo Sfondo operano insieme e non sono divisi da una linea netta; non c’è un confine determinato fra lo Sfondo, che è un insieme di capacità e la Rete, che causa gli stati Intenzionali. Infatti, scrive Searle, “seguendo i fili della Rete si giunge al fondale dello Sfondo”; “la Rete non è altro che quella porzione dello Sfondo descritta facendo riferimento alla sua capacità di provocare Intenzionalità cosciente”. La Rete è fissata causalmente al mondo reale in diversi punti o spazi, essa non è individuale, come lo Sfondo, ma “è immersa nell’inconscio”. Secondo Husserl, “se consideriamo che al posto di un solo io ci sono più soggetti, osserviamo che soltanto se consideriamo una pluralità di possibili scambi di comprensione il mondo della mia esperienza può identificarsi con quello di un altro e arricchirsi”. Il mondo è infatti per Husserl l’insieme degli oggetti di un’esperienza possibile e l’essere individuale, cioè il soggetto percipiente, pur se consapevole, lo è in modo casuale, perché la casualità è una proprietà essenziale che delimita le regioni in cui si trovano gli individui, in quanto sarebbero potuti essere in un tempo-spazio diversi. Quindi anche in Husserl ritroviamo la presenza di una Rete in relazione ad uno Sfondo individuale in cui ha sede la coscienza, ma la loro relazione immediata è casuale e non causale, come lo è invece in Searle. Questo perché in Husserl la possibilità che un soggetto cosciente si trovi in una determinata posizione attuale nella realtà prescinde dalla sua posizione potenziale, ossia prescinde dal modo in cui la coscienza funziona, chiamando in causa l’attenzione.
Per Searle invece, lo Sfondo permea l’intera Rete, che si costituisce di stati Intenzionali per la maggior parte inconsapevoli e che , scrive, “sfumano su di uno Sfondo complesso di assunzioni e capacità pre- Intenzionali”. In questo modo abbiamo rinunciato ad attribuire un grado di realtà ad una Rete prevalentemente inconscia di stati Intenzionali e, pur sottolineando l’interrelazione fra i suoi membri, è necessario che sia sostenuta dallo Sfondo.
Una posizione in contrasto con la possibilità che le capacità o abilità mentali non-rappresentazionali, che costituiscono lo Sfondo, sia aperta ad una adeguatezza e poi realizzazione nella realtà e in relazione alla Rete è data da J. Haugeland, che, in Progettare la mente, considera “le abilità mentali inconsce non più abilità, nel momento in cui diventano coscienti”. J. Haugeland considera l’inconscio come ciò che rientra nell’abitudinario; è ciò che facciamo in modo meccanico e Ryle sottolinea, nell’analisi del sapere-come, l’importanza anche della distinzione fra ciò che è inconscio e ciò che è meccanico.
Se parliamo infatti di capacità mentali non-rappresentazionali parliamo comunque di ciò che già per sua natura non è direttamente evidente, se non tramite una lente di ingrandimento sul mondo, come scrive Searle. Quindi l’affermazione di J. Haugeland si può considerare valida solo e soltanto in un senso, ossia nel caso di considerare le abilità mentali come biologiche e proprie dello Sfondo profondo, come suggerisce Searle, che tuttavia richiedono un certo tipo di apprendimento ed esercizio pur nella loro somaticità intrinseca.
Questa argomentazione sulla Rete è  possibile in quanto abbiamo stabilito che la mente può essere paragonata ad un insieme di stati mentali, che possono essere coscienti o inconsci e parlare di stati inconsci significa, come abbiamo potuto analizzare precedentemente, che il cervello è capace di generare la coscienza e di questa facoltà si costituisce lo Sfondo, che in parte corrisponde ad un insieme di facoltà neurofisiologiche di struttura e su cui Searle ha fondato l’ontologia della Rete. Infatti, scrive Searle, “parlare di stati inconsci, significa in realtà parlare della capacità del cervello di generare coscienza”.
Anche secondo Edelman, gli stati inconsci, ma con possibilità di diventare coscienti, possono dare un contributo a questi ultimi, ma i loro meccanismi non possono essere portati alla consapevolezza nel caso degli stati di Rete.
Per Searle “la Rete è olistica”, ossia si costituisce di interrelazioni fra i suoi membri: gli stati Intenzionali. “Uno stato Intenzionale” è di conseguenza l’intenzione che è, soltanto perché è collegata in una Rete di altre credenze e desideri e “determina le proprie condizioni di soddisfazione, una volta stabilita la sua posizione in una Rete di altri stati Intenzionali e contro uno Sfondo di pratiche e assunzioni pre-Intenzionali”.
Qual è l’importanza di questa analisi sulla Rete?
La Rete e lo Sfondo influenzano le condizioni di soddisfazione di ogni stato Intenzionale e gli agenti (il genere umano) stanno in relazione con i loro stati Intenzionali, con la loro Rete e con il loro Sfondo. “Ciò che devia questa relazione causale”, scrive Searle, “sono le nostre aspettative in relazione alla Rete e allo Sfondo dell’Intenzione particolare”.

 FILOSOFIA DELLA MENTE

Sommario anno XIV numero 2 - febbraio 2005