La Rete
(Silvia Coletti) - La Rete e lo Sfondo operano insieme e non
sono divisi da una linea netta; non c’è un confine determinato fra lo
Sfondo, che è un insieme di capacità e la Rete, che causa gli stati
Intenzionali. Infatti, scrive Searle, “seguendo i fili della Rete si
giunge al fondale dello Sfondo”; “la Rete non è altro che quella porzione
dello Sfondo descritta facendo riferimento alla sua capacità di provocare
Intenzionalità cosciente”. La Rete è fissata causalmente al mondo reale in
diversi punti o spazi, essa non è individuale, come lo Sfondo, ma “è
immersa nell’inconscio”. Secondo Husserl, “se consideriamo che al posto di
un solo io ci sono più soggetti, osserviamo che soltanto se consideriamo
una pluralità di possibili scambi di comprensione il mondo della mia
esperienza può identificarsi con quello di un altro e arricchirsi”. Il
mondo è infatti per Husserl l’insieme degli oggetti di un’esperienza
possibile e l’essere individuale, cioè il soggetto percipiente, pur se
consapevole, lo è in modo casuale, perché la casualità è una proprietà
essenziale che delimita le regioni in cui si trovano gli individui, in
quanto sarebbero potuti essere in un tempo-spazio diversi. Quindi anche in
Husserl ritroviamo la presenza di una Rete in relazione ad uno Sfondo
individuale in cui ha sede la coscienza, ma la loro relazione immediata è
casuale e non causale, come lo è invece in Searle. Questo perché in
Husserl la possibilità che un soggetto cosciente si trovi in una
determinata posizione attuale nella realtà prescinde dalla sua posizione
potenziale, ossia prescinde dal modo in cui la coscienza funziona,
chiamando in causa l’attenzione.
Per Searle invece, lo Sfondo permea l’intera Rete, che si costituisce di
stati Intenzionali per la maggior parte inconsapevoli e che , scrive,
“sfumano su di uno Sfondo complesso di assunzioni e capacità pre-
Intenzionali”. In questo modo abbiamo rinunciato ad attribuire un grado di
realtà ad una Rete prevalentemente inconscia di stati Intenzionali e, pur
sottolineando l’interrelazione fra i suoi membri, è necessario che sia
sostenuta dallo Sfondo.
Una posizione in contrasto con la possibilità che le capacità o abilità
mentali non-rappresentazionali, che costituiscono lo Sfondo, sia aperta ad
una adeguatezza e poi realizzazione nella realtà e in relazione alla Rete
è data da J. Haugeland, che, in Progettare la mente, considera “le
abilità mentali inconsce non più abilità, nel momento in cui diventano
coscienti”. J. Haugeland considera l’inconscio come ciò che rientra
nell’abitudinario; è ciò che facciamo in modo meccanico e Ryle sottolinea,
nell’analisi del sapere-come, l’importanza anche della distinzione fra ciò
che è inconscio e ciò che è meccanico.
Se parliamo infatti di capacità mentali non-rappresentazionali parliamo
comunque di ciò che già per sua natura non è direttamente evidente, se non
tramite una lente di ingrandimento sul mondo, come scrive Searle. Quindi
l’affermazione di J. Haugeland si può considerare valida solo e soltanto
in un senso, ossia nel caso di considerare le abilità mentali come
biologiche e proprie dello Sfondo profondo, come suggerisce Searle, che
tuttavia richiedono un certo tipo di apprendimento ed esercizio pur nella
loro somaticità intrinseca.
Questa argomentazione sulla Rete è possibile in quanto abbiamo stabilito
che la mente può essere paragonata ad un insieme di stati mentali, che
possono essere coscienti o inconsci e parlare di stati inconsci significa,
come abbiamo potuto analizzare precedentemente, che il cervello è capace
di generare la coscienza e di questa facoltà si costituisce lo Sfondo, che
in parte corrisponde ad un insieme di facoltà neurofisiologiche di
struttura e su cui Searle ha fondato l’ontologia della Rete. Infatti,
scrive Searle, “parlare di stati inconsci, significa in realtà parlare
della capacità del cervello di generare coscienza”.
Anche secondo Edelman, gli stati inconsci, ma con possibilità di diventare
coscienti, possono dare un contributo a questi ultimi, ma i loro
meccanismi non possono essere portati alla consapevolezza nel caso degli
stati di Rete.
Per Searle “la Rete è olistica”, ossia si costituisce di interrelazioni
fra i suoi membri: gli stati Intenzionali. “Uno stato Intenzionale” è di
conseguenza l’intenzione che è, soltanto perché è collegata in una Rete di
altre credenze e desideri e “determina le proprie condizioni di
soddisfazione, una volta stabilita la sua posizione in una Rete di altri
stati Intenzionali e contro uno Sfondo di pratiche e assunzioni
pre-Intenzionali”.
Qual è l’importanza di questa analisi sulla Rete?
La Rete e lo Sfondo influenzano le condizioni di soddisfazione di ogni
stato Intenzionale e gli agenti (il genere umano) stanno in relazione con
i loro stati Intenzionali, con la loro Rete e con il loro Sfondo. “Ciò che
devia questa relazione causale”, scrive Searle, “sono le nostre
aspettative in relazione alla Rete e allo Sfondo dell’Intenzione
particolare”. |