Closer, storie di coppia
(Elisabetta Robinson) - Sesso, bugie e colpi bassi. Questo
il cuore di Closer, il brillante film commedia uscito nelle sale
cinematografiche lo scorso dicembre.
Il film espone il contrasto netto tra la perfetta relazione di coppia e
quello che, in realtà, accade dietro le porte chiuse (il titolo del film
è, a tal proposito, deliberatamente ambiguo ed ironico).
Tratto dall’omonima commedia teatrale di Patrick Marber, anche autore
della sceneggiatura, Closer ci guida alla scoperta di quattro personaggi
nella Londra contemporanea: Dan (Jude Law), che scrive necrologi perché
non riesce a trovare la propria vena creativa, Alice (Natalie Portman),
una spogliarellista americana in cerca della sua identità adulta, Anna (Julia
Roberts), la fotografa, in grado di catturare l’intimità di ogni sguardo e
Larry (Clive Owen), il dermatologo, personaggio dalla personalità
accattivante.
Le relazioni che si intrecciano tra i quattro protagonisti vengono seguite
dall’inizio alla fine. Dan fa coppia con Alice, intrecciando
contemporaneamente una relazione con Anna la quale, nel frattempo, inizia
una relazione con Larry, che poi sposerà. Nel corso dei due anni coperti
dalla narrazione, questi personaggi si amano, si detestano e si tradiscono
a vicenda. Closer punta l’obiettivo sul lato più malizioso ed egoista
della vita di coppia. Attraverso i dialoghi, veri protagonisti del film,
vengono catturati i comportamenti più intimi che possono essere vissuti
all’interno di una relazione (e che molte persone preferiscono non
ammettere di aver avuto): il bisogno spasmodico dell’altro, l’eccitazione
incontrollabile, la rabbia, l’indifferenza verso i sentimenti dell’altro,
la volgarità; le parole che apparentemente diciamo per far sentire l’altro
bene o male, ma che in realtà vengono dette per farlo rimanere (o andar
via); i colpi bassi che tiriamo, esplicitamente o implicitamente e il
primitivo meccanismo di difesa che scatta dentro di noi quando la nostra
sicurezza viene messa a rischio.
Closer è interamente caratterizzato da scene composte da due persone,
ognuna delle quali ha luogo in una singola location. Le scene non sono
tutte lineari, né abbiamo alcuna indicazione di quanto sia il tempo
trascorso tra una scena e quella seguente. L’unico problema reale è che a
tratti si ha l’impressione che i testi siano più adatti alla scena
teatrale piuttosto che al grande schermo, sebbene il contenuto si presti
perfettamente all’intimità della macchina da presa, catturando
completamente l’attenzione dello spettatore.
Il regista, Mike Nichols, che ha diretto film quali Il Laureato,
Conoscenza Carnale, Una donna in carriera, è una personalità poliedrica,
un professionista che possiede la rara dote di essere rispettato allo
stesso modo sia ad Hollywood sia a Broadway.
Il cast è esclusivamente composto dal quartetto dei protagonisti, le cui
azioni, emozioni ed eccessi non vengono in alcun modo condivisi con altri
personaggi di supporto. Il crescendo emotivo portato in scena, rende le
quattro interpretazioni assolutamente coinvolgenti sia dal punto di vista
individuale (i quattro personaggi colti nella loro singolarità) sia
collettivo (i quattro personaggi che si relazionano l’un l’altro),
confermando il talento del cast.
Particolarmente accattivante è il personaggio di Alice, interpretato dalla
23enne Natalie Portman (Leon, Star Wars, Episodi I e II, Ritorno a Cold
Mountainl) la quale ha ricevuto le maggiori attenzioni da parte della
stampa. La Portman, infatti, è perfettamente calzante nel ruolo che
interpreta, quello della giovane donna matura e manipolatrice che si
cimenta in diverse esperienze sessuali ed affettive in cerca della persona
adatta, senza preoccuparsi realmente di chi rimane ferito in questo suo
processo di scoperta.
La scena dello striptease da lei interpretata risulta, probabilmente, una
delle più affascinanti del film. Traspare in essa l’abilità di Nichols di
non mostrare nulla esplicitamente ma di saper suscitare, allo stesso
tempo, un senso di voyeurismo che mette implicitamente a disagio lo
spettatore.
Anche la scelta delle musiche è eccezionale, particolarmente durante una
delle scene più comiche del film, quando Dan, spacciandosi per Anna,
coinvolge Larry in un appassionato incontro di cybersex.
Di sicuro, Closer è un film che si presta a discussioni e dibattiti senza
fine: potete affermare di conoscere fino in fondo qualcuno? È davvero
meglio sapere tutto del proprio partner, anche i segreti più intimi? Qual
è il limite che intercorre tra mentire per risparmiare i sentimenti del
partner e l’inganno aperto? E infine, ponendoci la stessa domanda di Dan,
cosa c’è di così grande nella verità? |