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Sommario anno XIV numero 2 - febbraio 2005

 LETTURE

Storia di un “dispositivo di potere”
(Serena Grizi) - Il 2004 lo si potrebbe definire l’anno del consolidamento degli steccati e dei muri a seguito di una tendenza già da qualche anno in atto. Gli steccati e i muri posseggono la doppia valenza, nell’intenzione di chi li innalza, di proteggersi e nello stesso tempo di circoscrivere l’area di pericolo, nello specifico, l’area di azione di altri esseri umani che pensano e agiscono in maniera diversa. Steccati e muri possono essere, come da consuetudine, vere e proprie opere murarie di protezione o solo steccati ideologici, paletti politici, fili spinati del pensiero. L’Occidente ne innalza verso l’Oriente che per altro non è da meno, i laici nei confronti dei cattolici e viceversa, e questi verso i musulmani che di ritorno ne oppongono verso cattolici e laici occidentali. E giù giù fino ai più ignominiosi: dei ricchi verso i poveri, che in realtà hanno altro a cui pensare per ricambiare, e dei potenti nei confronti della gente comune, che per altro non ha potere di legiferare, o dei sani nei confronti dei malati, giudicati un peso.
Resta così sempre valida la lettura di un non fresco di stampa: “Storia politica del filo spinato” di Olivier Razac, edito in Francia da la Fabrique-éditions ed in Italia da Ombre corte. Un libricino datato 2001 da regalare e da regalarsi, che analizza la gestione politica dello spazio attraverso un mezzo economico e resistente, il filo spinato appunto: dall’America che recintava la prateria di recente conquista, ai campi di concentramento e sterminio. Razac racconta anche il presente del filo spinato aggiornatosi in altri mezzi di circoscrizione e/o di esclusione sociale: “Ora, si sta delineando una tendenza che consiste, per il potere, nell’investire lo spazio nella più grande discrezione. (…) Con dispositivi che tracciano confini immateriali, non di legno, pietra o metallo, ma di luce, onde e vibrazioni invisibili”.

LETTURE

Sommario anno XIV numero 2 - febbraio 2005