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Sommario anno XIV numero 2 - febbraio 2005

 CURIOSITÀ

Curiosità di stile
(Silvia Cutuli) - Forse non sapete che … Tra gli accessori maschili ce n’è uno per eccellenza, in origine segno distintivo delle classi sociali e dei partiti, in grado addirittura di svelare gli umori di un grande uomo come Napoleone: è la cravatta. E pensare che nell’Antica Roma, i “fazzoletti da collo” erano visti come segno di debolezza fisica, e più che l’eleganza garantivano la buona salute, mentre al contrario il collo nudo era per l’uomo un segno di potenza e virilità.
È il Re Sole a fare della cravatta un accessorio elegante e prezioso, si racconta che il sovrano spendesse le sue fortune per veri e propri fazzoletti di merletto che scendevano annodati sul petto. Furono però gli ufficiali attorno al 1660, ad introdurre la moda della “croatta” ossia di un girocollo di mussolina le cui estremità erano annodate con un fiocco. Tale vezzo fu ripreso dagli uomini della borghesia che prediligevano però stoffe di colore nero, da sfoggiare per i ricevimenti e le serate di gala. Il vento della rivoluzione francese porta scompiglio anche nel guardaroba: ci si scontra pure a colpi di cravatte: di colore nero quelle dei rivoluzionari e nella tonalità bianca quella dei controrivoluzionari. La cravatta esce vittoriosa dalla battaglia e conquista l’uomo romantico dell’800. L’accessorio si complica, nascono veri trattati sull’arte di fare i nodi e c’è chi pensa addirittura ad inventare quello alla “gastronoma”, scorrevole e per questo più sensibile ai peccati di gola.
Con il passare dell’800 e l’avvicinarsi della rigorosa epoca vittoriana, anche la stravaganza del nodo perde importanza a favore di modelli con nodo impeccabile ma già fatto. Sarà proprio un vittoriano Edoardo VII a ribellarsi alla situazione e a preferire al contrario, la cravatta a nodo libero, antesignana di quella presente. Larga, stretta, a pois o floreale, oggi la cravatta è un segno distintivo, non più di classe, ma di stile.
È un vezzo e un obbligo allo stesso tempo, quando si parla di eleganza. Si sa l’eleganza sfugge a qualsiasi definizione, ma forse la cravatta una sua utilità ce l’ha. “Gli Europei sono tutti uguali, nei vestiti, nei volti. Se non fosse per la cravatta che portano al collo, non si riuscirebbe a distinguerli”, così disse un mandarino della Cina di ritorno da un viaggio in Occidente.

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Sommario anno XIV numero 2 - febbraio 2005