Cosa ti invento per
spingere la raccolta differenziata
(Massimo De Fidio) - Fino al 27 febbraio tutti i municipi di
Roma saranno in competizione tra loro in quella che da alcuni è già stata
definita come una vera e propria Olimpiade della raccolta differenziata.Una
competizione virtuosa, per ora limitata alla carta e al cartone, che ha lo
scopo di sensibilizzare i cittadini romani a praticare la raccolta
differenziata, con l’intento di trasformarla in un sano gesto di etica
civile quotidiana. L’iniziativa, nelle intenzioni, è senz’altro lodevole.
Semmai stupisce un po’ leggere nel comunicato di presentazione che per i
vincitori sono previsti premi in palio, e che premi! Al primo e al secondo
classificato andranno rispettivamente 100 mila e 25 mila euro stanziati da
uno sponsor, e serviranno a finanziare progetti di interesse dei cittadini
del municipio in questione. Inoltre, AMA spa, la società controllata dal
Comune di Roma per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, effettuerà
lavori straordinari del valore di 150 mila euro suddivisi tra i primi tre
municipi classificati.
Dicevo sopra che questa procedura stupisce un po’. Provo a spiegarmi.
Ma siamo proprio sicuri che non ci sia altro modo per spingere i cittadini
a riciclare di più, meglio e con giudizio? Riportare tutto in termini
affaristici, di premio al virtuoso e penitenze per il vizioso, non mi
sembra un buon modo di educare i cittadini alla sensibilità non verso un
problema ma verso il problema del secolo, l’unico (più ancora a mio parere
dell’inquinamento atmosferico) che può realmente paralizzarci sotto una
montagna di rifiuti mettendo in crisi l’intera impalcatura della nostra
società consumistica.
Già mi immagino di vedere solerti incaricati piazzarsi nei pressi dei
cassonetti e sbucare fuori dalla siepe ed apostrofare così la vecchietta
distratta che ha riposto i suoi rifiuti nel contenitore sbagliato: ma cosa
credi, quei soldi ci servono, dobbiamo rifare i giardinetti, ora per colpa
tua… E poi cosa vuol dire, che i municipi che non arrivano tra i primi tre
(e saranno ben 17 per circa tre milioni e mezzo di abitanti!) verranno
penalizzati per gli anni a venire e lasciati al loro destino di monnezzari
a causa della loro insipienza e distrazione civica? E cosa avverrà negli
stessi municipi virtuosi il giorno dopo la fine della olimpiade del
riciclaggio? Forse tornerà tutto come prima, con la raccolta della carta
al posto del vetro, del secco al posto dell’umido, tanto ormai il
biglietto vincente è staccato e vada in malora il riciclaggio.
Ma non si parla di raccolta differenziata da quasi dieci anni (il decreto
Ronchi è del 1997 mi pare)? E cosa è stato fatto da allora? Il lato bello
delle società mature, come amano dire gli eruditi, sta nel fatto che le
nuove generazioni non si portano dietro i cattivi esempi di chi li ha
preceduti. L’avvento dell’euro, che abbia prodotto vantaggi o meno, fa sì
che un’intera generazione di italiani non saprà mai, se non forse sui
libri di storia, che una volta c’era la lira, che spesso svalutava e
perciò entrava e usciva dal paniere economico europeo, che al posto degli
spiccioli c’erano gli assegnini del Banco di Lodi (ve li ricordate, sì?),
che i cani, prima dei sacchetti e delle palette, potevano defecare
dovunque e via discorrendo. Allo stesso modo, i ragazzi di quindici anni
oggi non ci pensano proprio a buttare la carta delle merendine in strada
come si è fatto allegramente per tanto, troppo tempo (così come d’altronde
non sanno quasi che cosa sia fumare una sigaretta). Al contrario, si
possono ancora ammirare fior di guidatori maturi che al semaforo svuotano
per terra il posacenere della loro vettura tirata a lucido!
E noi cosa facciamo? Diciamo a tutta una generazione, quella del futuro,
la sola che potrà eventualmente salvare la nostra civiltà, che solo dietro
il miraggio di un premio a tavolino si potrà (forse) avere una città più
vivibile, più pulita, più umana?
Ma c’è qualcuno che pensa che forse servirebbero più allo scopo dieci,
mille, centomila cassonetti nuovi? e poi un passaggio più frequente delle
squadre di pulizia, e poi che se giungessero a casa dei cittadini dei
sacchetti conformati, ciascuno destinato ad un prodotto specifico con
semplici istruzioni per l’uso, la gente sarebbe fiera, oltre che contenta
come lo si è delle novità quando sono utili, di partecipare ad un consumo
più consapevole dei propri scarti?
Sono certo che qualcuno ci pensa, ci mancherebbe, ma la fiera
dell’effimero che ormai impazza, anziché spingere perché si adottino
politiche efficaci e lungimiranti, impone che si giochi con le Cartoniadi
(così pare che si chiamino). Chissà dove la vedono in giro tutta questa
voglia di giocare. A riparlarne dopo il 27 febbraio. |