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Sommario anno XIV numero 3 - marzo 2005

 SCIENZA E AMBIENTE

Cosa ti invento per spingere la raccolta differenziata
(Massimo De Fidio) - Fino al 27 febbraio tutti i municipi di Roma saranno in competizione tra loro in quella che da alcuni è già stata definita come una vera e propria Olimpiade della raccolta differenziata.Una competizione virtuosa, per ora limitata alla carta e al cartone, che ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini romani a praticare la raccolta differenziata, con l’intento di trasformarla in un sano gesto di etica civile quotidiana. L’iniziativa, nelle intenzioni, è senz’altro lodevole. Semmai stupisce un po’ leggere nel comunicato di presentazione che per i vincitori sono previsti premi in palio, e che premi! Al primo e al secondo classificato andranno rispettivamente 100 mila e 25 mila euro stanziati da uno sponsor, e serviranno a finanziare progetti di interesse dei cittadini del municipio in questione. Inoltre, AMA spa, la società controllata dal Comune di Roma per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, effettuerà lavori straordinari del valore di 150 mila euro suddivisi tra i primi tre municipi classificati.
Dicevo sopra che questa procedura stupisce un po’. Provo a spiegarmi.
Ma siamo proprio sicuri che non ci sia altro modo per spingere i cittadini a riciclare di più, meglio e con giudizio? Riportare tutto in termini affaristici, di premio al virtuoso e penitenze per il vizioso, non mi sembra un buon modo di educare i cittadini alla sensibilità non verso un problema ma verso il problema del secolo, l’unico (più ancora a mio parere dell’inquinamento atmosferico) che può realmente paralizzarci sotto una montagna di rifiuti mettendo in crisi l’intera impalcatura della nostra società consumistica.
Già mi immagino di vedere solerti incaricati piazzarsi nei pressi dei cassonetti e sbucare fuori dalla siepe ed apostrofare così la vecchietta distratta che ha riposto i suoi rifiuti nel contenitore sbagliato: ma cosa credi, quei soldi ci servono, dobbiamo rifare i giardinetti, ora per colpa tua… E poi cosa vuol dire, che i municipi che non arrivano tra i primi tre (e saranno ben 17 per circa tre milioni e mezzo di abitanti!) verranno penalizzati per gli anni a venire e lasciati al loro destino di monnezzari a causa della loro insipienza e distrazione civica? E cosa avverrà negli stessi municipi virtuosi il giorno dopo la fine della olimpiade del riciclaggio? Forse tornerà tutto come prima, con la raccolta della carta al posto del vetro, del secco al posto dell’umido, tanto ormai il biglietto vincente è staccato e vada in malora il riciclaggio.
Ma non si parla di raccolta differenziata da quasi dieci anni (il decreto Ronchi è del 1997 mi pare)? E cosa è stato fatto da allora? Il lato bello delle società mature, come amano dire gli eruditi, sta nel fatto che le nuove generazioni non si portano dietro i cattivi esempi di chi li ha preceduti. L’avvento dell’euro, che abbia prodotto vantaggi o meno, fa sì che un’intera generazione di italiani non saprà mai, se non forse sui libri di storia, che una volta c’era la lira, che spesso svalutava e perciò entrava e usciva dal paniere economico europeo, che al posto degli spiccioli c’erano gli assegnini del Banco di Lodi (ve li ricordate, sì?), che i cani, prima dei sacchetti e delle palette, potevano defecare dovunque e via discorrendo. Allo stesso modo, i ragazzi di quindici anni oggi non ci pensano proprio a buttare la carta delle merendine in strada come si è fatto allegramente per tanto, troppo tempo (così come d’altronde non sanno quasi che cosa sia fumare una sigaretta). Al contrario, si possono ancora ammirare fior di guidatori maturi che al semaforo svuotano per terra il posacenere della loro vettura tirata a lucido!
E noi cosa facciamo? Diciamo a tutta una generazione, quella del futuro, la sola che potrà eventualmente salvare la nostra civiltà, che solo dietro il miraggio di un premio a tavolino si potrà (forse) avere una città più vivibile, più pulita, più umana?
Ma c’è qualcuno che pensa che forse servirebbero più allo scopo dieci, mille, centomila cassonetti nuovi? e poi un passaggio più frequente delle squadre di pulizia, e poi che se giungessero a casa dei cittadini dei sacchetti conformati, ciascuno destinato ad un prodotto specifico con semplici istruzioni per l’uso, la gente sarebbe fiera, oltre che contenta come lo si è delle novità quando sono utili, di partecipare ad un consumo più consapevole dei propri scarti?
Sono certo che qualcuno ci pensa, ci mancherebbe, ma la fiera dell’effimero che ormai impazza, anziché spingere perché si adottino politiche efficaci e lungimiranti, impone che si giochi con le Cartoniadi (così pare che si chiamino). Chissà dove la vedono in giro tutta questa voglia di giocare.  A riparlarne dopo il 27 febbraio.

 SCIENZA E AMBIENTE

Sommario anno XIV numero 3 - marzo 2005